Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.
Se volete farne parte anche voi... rimboccatevi le maniche e recensite!
Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.
Per saperne di più continuate a leggere.
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Juni Taisen: Zodiac War
5.5/10
"Everybody, clap your hands"
"Juni Taisen" è un anime di dodici episodi andato in onda dall'ottobre al dicembre del 2017.
La trama è molto lineare. Dodici guerrieri, ognuno rappresentante un diverso segno zodiacale cinese, si affrontano ogni dodici anni in un torneo all'ultimo sangue, il vincitore vedrà esaudito un suo desiderio.
Fine.
Personalmente mi aspettavo un anime semplice, che non fingesse nemmeno di avere una trama, e fosse incentrato su combattimenti supportati da un comparto tecnico di alto livello. In un certo senso, soprattutto all'inizio, è andata proprio così, ma poi si è perso per strada.
Partiamo dai personaggi. Personalmente ho molto apprezzato che tutti i partecipanti fossero killer fatti e finiti. Nessun senso di colpa, nessun urlo beduino per la morte dell’amichetto del cuore, nemmeno una lacrimuccia tanto per far vedere. Questi sociopatici di mestiere uccidono la gente, quindi non si fanno proprio problemi.
In secondo luogo, ognuno di loro ha delle abilità diverse, date dal far parte delle famiglie che partecipano al torneo. È stato molto interessante scoprire queste armi segrete e come si rivelassero essenziali per poter vincere gli scontri.
Menzione speciale per il costumista del Coniglio. Quel completino sadomaso discretissimo con tacchi rossi annessi è stato uno dei motivi principali per cui ho visto il primo episodio di quest’anime.
Se queste sono le note positive, d’altra parte, però, non ho per niente apprezzato i lunghissimi flashback. Morendo uno dietro l’altro a ritmo serrato, non mi è stato proprio possibile, non voglio nemmeno dire affezionarmi, ma anche solo interessarmi della loro sorte. Magari una piccola introduzione del personaggio sarebbe anche andata bene (anche perché venti minuti li dobbiamo occupare), ma, con l’andare degli episodi, i flashback iniziano ad occupare tutto l’episodio, riducendo significativamente il tempo dei combattimenti.
E qui sta il principale problema. Se questo è un anime etichettato come d’azione, io voglio vedere l’azione (lo scontro, la creatività, lo spionaggio, la duplicità), ma l’allungarsi dei flashback coincide una diminuzione dello scontro a due-tre minuti, in cui si uccide l’avversario in quattro mosse e arrivederci alla prossima puntata.
Altra nota dolente è il comparto tecnico. Lasciando da parte opening ed ending, che non mi hanno fatto impazzire ma non erano male, in generale il livello delle animazioni, molto alto all'inizio, scade tantissimo via via che si va avanti, ricorrendo in alcuni casi anche a una CGI tappabuchi.
In conclusione, direi che nessuno si aspettasse la rivelazione del secolo, ma quanto meno di essere intrattenuti da un anime che avesse consapevolezza di non potersi elevare più di tanto e puntasse a creare un buon prodotto nei suoi limiti.
Ancora una volta, e questo accade spesso, si è fatto il passo più lungo della gamba.
Fra discussioni filosofiche sulla vita e la morte, la "cosa giusta da fare", lunghissimi racconti della vita di personaggi che muoiono esattamente due secondi dopo in un combattimento ridotto all'osso, quest’anime ha voluto andare oltre le sue premesse, creando qualcosa che, stando a metà e metà, lascia un gran senso di insoddisfazione.
Riassumendolo in una frase o meno: "Troppa filosofia spicciola per un battle royale, troppo poco tutto per avere un qualsivoglia contenuto introspettivo e psicologico."
P.S. Evitate di guardarvi la ending, è proprio 'spoilerosa'.
"Juni Taisen" è un anime di dodici episodi andato in onda dall'ottobre al dicembre del 2017.
La trama è molto lineare. Dodici guerrieri, ognuno rappresentante un diverso segno zodiacale cinese, si affrontano ogni dodici anni in un torneo all'ultimo sangue, il vincitore vedrà esaudito un suo desiderio.
Fine.
Personalmente mi aspettavo un anime semplice, che non fingesse nemmeno di avere una trama, e fosse incentrato su combattimenti supportati da un comparto tecnico di alto livello. In un certo senso, soprattutto all'inizio, è andata proprio così, ma poi si è perso per strada.
Partiamo dai personaggi. Personalmente ho molto apprezzato che tutti i partecipanti fossero killer fatti e finiti. Nessun senso di colpa, nessun urlo beduino per la morte dell’amichetto del cuore, nemmeno una lacrimuccia tanto per far vedere. Questi sociopatici di mestiere uccidono la gente, quindi non si fanno proprio problemi.
In secondo luogo, ognuno di loro ha delle abilità diverse, date dal far parte delle famiglie che partecipano al torneo. È stato molto interessante scoprire queste armi segrete e come si rivelassero essenziali per poter vincere gli scontri.
Menzione speciale per il costumista del Coniglio. Quel completino sadomaso discretissimo con tacchi rossi annessi è stato uno dei motivi principali per cui ho visto il primo episodio di quest’anime.
Se queste sono le note positive, d’altra parte, però, non ho per niente apprezzato i lunghissimi flashback. Morendo uno dietro l’altro a ritmo serrato, non mi è stato proprio possibile, non voglio nemmeno dire affezionarmi, ma anche solo interessarmi della loro sorte. Magari una piccola introduzione del personaggio sarebbe anche andata bene (anche perché venti minuti li dobbiamo occupare), ma, con l’andare degli episodi, i flashback iniziano ad occupare tutto l’episodio, riducendo significativamente il tempo dei combattimenti.
E qui sta il principale problema. Se questo è un anime etichettato come d’azione, io voglio vedere l’azione (lo scontro, la creatività, lo spionaggio, la duplicità), ma l’allungarsi dei flashback coincide una diminuzione dello scontro a due-tre minuti, in cui si uccide l’avversario in quattro mosse e arrivederci alla prossima puntata.
Altra nota dolente è il comparto tecnico. Lasciando da parte opening ed ending, che non mi hanno fatto impazzire ma non erano male, in generale il livello delle animazioni, molto alto all'inizio, scade tantissimo via via che si va avanti, ricorrendo in alcuni casi anche a una CGI tappabuchi.
In conclusione, direi che nessuno si aspettasse la rivelazione del secolo, ma quanto meno di essere intrattenuti da un anime che avesse consapevolezza di non potersi elevare più di tanto e puntasse a creare un buon prodotto nei suoi limiti.
Ancora una volta, e questo accade spesso, si è fatto il passo più lungo della gamba.
Fra discussioni filosofiche sulla vita e la morte, la "cosa giusta da fare", lunghissimi racconti della vita di personaggi che muoiono esattamente due secondi dopo in un combattimento ridotto all'osso, quest’anime ha voluto andare oltre le sue premesse, creando qualcosa che, stando a metà e metà, lascia un gran senso di insoddisfazione.
Riassumendolo in una frase o meno: "Troppa filosofia spicciola per un battle royale, troppo poco tutto per avere un qualsivoglia contenuto introspettivo e psicologico."
P.S. Evitate di guardarvi la ending, è proprio 'spoilerosa'.
Hotarubi no Tomoru Koro ni
8.0/10
"Hotarubi no Tomoru Koro ni" è un manga in tre volumi che segue, anche se in maniera flebile, il filo conduttore delle opere di "Higurashi no Naku Koro ni" e "Umineko no Naku Koro ni". Ciò non significa che sia imperativo leggere anche queste due vicende, la storia è ugualmente godibile di per sé, ma che semplicemente potrebbe far piacere riconoscere alcuni frammenti delle opere precedenti qua e là.
La storia narra i fatti accaduti all'interno della famiglia Tadamura, che riunitasi nel luglio del 2016, si dirige nel piccolo villaggio sperduto tra le montagne di Hirasaka. La famiglia è composta dal giovane Yukito, la sorellastra Yue, suo padre Masashi, i suoi zii Nobuteru e Tsunemasa e i suoi cugini Terumi e Teruya. Tutti sono ricongiunti in quel luogo per porgere l'ultimo saluto alla nonna da poco scomparsa. Fin da subito si può notare che Yue ha qualche problema nel relazionarsi con la famiglia, a causa di questioni economiche che hanno intaccato negativamente i rapporti tra i fratelli.Tutto però viene accantonato quando, il mattino seguente, la famiglia si ritrova in un villaggio completamente silenzioso. Tuttavia questo non è l'unico fatto strano: alzando gli occhi al cielo notano che stanno brillando ben due soli e, come se non fosse abbastanza, il villaggio sembra circondato completamente da una strana nebbia velenosa. Questo però sarà solo il preludio di questa bizzarra vicenda...
"Hotarubi no Tomuro Koro ni" è scritto da Ryûkishi07 (noto rappresentante del gruppo 07th Expansion) assieme al disegnatore Koike Nokuto (conosciuto per opere come "6.000"). Gli autori hanno saputo unire le forze per creare un'opera che fornisce la giusta atmosfera di macabro e di isolamento, con tavole capaci di trasmettere questi fattori. I colori e la conforme cura fanno perciò intuire l'angoscia che stanno provando i personaggi della vicenda. Per chi fosse interessato, esiste una piccola chicca, ossia un breve romanzo intitolato "The First and the Last Gift", che preannuncia i fatti di Hirasaka (questo è uno dei collegamenti alle opere precedenti di cui parlavo inizialmente). Per concludere, il mio voto è 8. La storia ha suscitato molto il mio interesse, e la consiglio ai fan del macabro e della suspense.
La storia narra i fatti accaduti all'interno della famiglia Tadamura, che riunitasi nel luglio del 2016, si dirige nel piccolo villaggio sperduto tra le montagne di Hirasaka. La famiglia è composta dal giovane Yukito, la sorellastra Yue, suo padre Masashi, i suoi zii Nobuteru e Tsunemasa e i suoi cugini Terumi e Teruya. Tutti sono ricongiunti in quel luogo per porgere l'ultimo saluto alla nonna da poco scomparsa. Fin da subito si può notare che Yue ha qualche problema nel relazionarsi con la famiglia, a causa di questioni economiche che hanno intaccato negativamente i rapporti tra i fratelli.Tutto però viene accantonato quando, il mattino seguente, la famiglia si ritrova in un villaggio completamente silenzioso. Tuttavia questo non è l'unico fatto strano: alzando gli occhi al cielo notano che stanno brillando ben due soli e, come se non fosse abbastanza, il villaggio sembra circondato completamente da una strana nebbia velenosa. Questo però sarà solo il preludio di questa bizzarra vicenda...
"Hotarubi no Tomuro Koro ni" è scritto da Ryûkishi07 (noto rappresentante del gruppo 07th Expansion) assieme al disegnatore Koike Nokuto (conosciuto per opere come "6.000"). Gli autori hanno saputo unire le forze per creare un'opera che fornisce la giusta atmosfera di macabro e di isolamento, con tavole capaci di trasmettere questi fattori. I colori e la conforme cura fanno perciò intuire l'angoscia che stanno provando i personaggi della vicenda. Per chi fosse interessato, esiste una piccola chicca, ossia un breve romanzo intitolato "The First and the Last Gift", che preannuncia i fatti di Hirasaka (questo è uno dei collegamenti alle opere precedenti di cui parlavo inizialmente). Per concludere, il mio voto è 8. La storia ha suscitato molto il mio interesse, e la consiglio ai fan del macabro e della suspense.
Spice and Wolf (Novel)
7.0/10
Utente9371
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(CAVEAT: questa recensione si basa sula lettura dei primi sette volumi della serie, tradotti ufficialmente in inglese)
“Spice and Wolf”, serie di light novel di Isuna Hasekura (trivia: nel blurb di retrocopertina dice di essere studente di fisica) è senz'altro più nota, almeno in Italia, nel suo adattamento anime, o nel suo (inferiore) adattamento manga. Pur essendo un'opera pregevole e, sotto alcuni aspetti, fuori dai canoni che ci si aspetterebbe da un lavoro che viene generalmente presentato come chiaramente fantasy, la serie di romanzi è forse inferiore all'anime; e, comunque, non il punto migliore da cui fare la conoscenza di “Spice and Wolf”.
Come detto, lo spunto per la serie è fantasy: tuttavia c'è da dire che di fantasy nel senso di “fantastico” la serie ha, alla fin fine, poco. Sì, c'è una dea lupo d'aspetto quasi umano, c'è una “quest” che più o meno fa da intelaiatura alla serie; ci sono anche un paio di occasioni in cui qualcosa di simile a magia appare, ma in generale sono elementi isolati e fuorvianti: “Spice and Wolf” vive piuttosto di un'ambientazione che, non ci fosse Holo, potrebbe passare per un'Europa continentale ai tempi del Medioevo, inclusi i conflitti religiosi, le guerre tra feudatari e, punto fondamentale, l'aspetto storico-economico. Il co-protagonista Lawrence è un mercante, e mercanteggia eccome: ricostruito in modo plausibile anche nella psicologia, è sempre alla ricerca del guadagno - una ricerca che spesso è il motore alla base della vicenda di ciascun romanzo. Non essendo un esperto di storia medievale mi è difficile dire se la resa del mondo delle gilde commerciali, scambi economici e baratti sia verosimile; tuttavia è sicuramente coerente e ben pensata, più che uno semplice sfondo.
Tuttavia, questa attenzione ai particolari e alla costruzione dell'ambientazione “sociale” dei romanzi si rivela, alla lunga, un'arma a doppio taglio: infatti, stanca - e alla grande. Lawrence non è solo ossessionato dal guadagno, ma è anche ossessivo nel fare capire al lettore questa ossessione: e allora via con monologhi, battutine a margine ed elucubrazioni senza senso nell'economia del romanzo. Francamente, alla ventesima volta che Lawrence ci informa che Caio il mugnaio o Sempronio il mercante cercherà di fregarlo credo che anche il lettore più tonto abbia capito l'antifona. Spesso il problema è peggiorato dal fatto che, se guardiamo al di là del “setting”, alla trama vera e propria, ci viene servita la solita zuppa riscaldata: Holo è in superficie una dea, ma alla fine è solo la solita tsundere noiosa ed annoiata; Lawrence è il solito ragazzotto un po' tonto che non capisce le donne e vive di incomprensioni di coppia che anche un dodicenne saprebbe risolvere; i personaggi secondari sono dimenticabili, spesso inutili, a volte pessimi (tipo il ragazzino innamorato di Holo nel quarto volume).
In sostanza, consiglierei a quelli a cui è piaciuta la serie anime di dare un'occhiata a queste light novel, ma senza aspettarsi nulla di sorprendente. L'”aspetto economico” e la verosimiglianza tanto celebrati come la novità di “Spice and Wolf” sono, alla fine, una verniciata che copre la solita storiella - né più, né meno.
“Spice and Wolf”, serie di light novel di Isuna Hasekura (trivia: nel blurb di retrocopertina dice di essere studente di fisica) è senz'altro più nota, almeno in Italia, nel suo adattamento anime, o nel suo (inferiore) adattamento manga. Pur essendo un'opera pregevole e, sotto alcuni aspetti, fuori dai canoni che ci si aspetterebbe da un lavoro che viene generalmente presentato come chiaramente fantasy, la serie di romanzi è forse inferiore all'anime; e, comunque, non il punto migliore da cui fare la conoscenza di “Spice and Wolf”.
Come detto, lo spunto per la serie è fantasy: tuttavia c'è da dire che di fantasy nel senso di “fantastico” la serie ha, alla fin fine, poco. Sì, c'è una dea lupo d'aspetto quasi umano, c'è una “quest” che più o meno fa da intelaiatura alla serie; ci sono anche un paio di occasioni in cui qualcosa di simile a magia appare, ma in generale sono elementi isolati e fuorvianti: “Spice and Wolf” vive piuttosto di un'ambientazione che, non ci fosse Holo, potrebbe passare per un'Europa continentale ai tempi del Medioevo, inclusi i conflitti religiosi, le guerre tra feudatari e, punto fondamentale, l'aspetto storico-economico. Il co-protagonista Lawrence è un mercante, e mercanteggia eccome: ricostruito in modo plausibile anche nella psicologia, è sempre alla ricerca del guadagno - una ricerca che spesso è il motore alla base della vicenda di ciascun romanzo. Non essendo un esperto di storia medievale mi è difficile dire se la resa del mondo delle gilde commerciali, scambi economici e baratti sia verosimile; tuttavia è sicuramente coerente e ben pensata, più che uno semplice sfondo.
Tuttavia, questa attenzione ai particolari e alla costruzione dell'ambientazione “sociale” dei romanzi si rivela, alla lunga, un'arma a doppio taglio: infatti, stanca - e alla grande. Lawrence non è solo ossessionato dal guadagno, ma è anche ossessivo nel fare capire al lettore questa ossessione: e allora via con monologhi, battutine a margine ed elucubrazioni senza senso nell'economia del romanzo. Francamente, alla ventesima volta che Lawrence ci informa che Caio il mugnaio o Sempronio il mercante cercherà di fregarlo credo che anche il lettore più tonto abbia capito l'antifona. Spesso il problema è peggiorato dal fatto che, se guardiamo al di là del “setting”, alla trama vera e propria, ci viene servita la solita zuppa riscaldata: Holo è in superficie una dea, ma alla fine è solo la solita tsundere noiosa ed annoiata; Lawrence è il solito ragazzotto un po' tonto che non capisce le donne e vive di incomprensioni di coppia che anche un dodicenne saprebbe risolvere; i personaggi secondari sono dimenticabili, spesso inutili, a volte pessimi (tipo il ragazzino innamorato di Holo nel quarto volume).
In sostanza, consiglierei a quelli a cui è piaciuta la serie anime di dare un'occhiata a queste light novel, ma senza aspettarsi nulla di sorprendente. L'”aspetto economico” e la verosimiglianza tanto celebrati come la novità di “Spice and Wolf” sono, alla fine, una verniciata che copre la solita storiella - né più, né meno.
Per il resto vorrei sottolineare anche il fatto di un calo tecnico in alcune puntate finali in cui la cgi veramente viene gestita malissimo diventando veramente brutta da vedere, fortunatamente il tutto si risolve in 1-2 minuti...
Devo ancora capire se i loro tratti distintivi sono dei "costumi di scena" (come le orecchie del topo che si vede che son finte) o parte del loro corpo (la scimmia ha SEMPRE la coda anche nei flashback da giovane e il bufalo sempre le corna...)
La recensione su "Spice and wolf" non l'accetto per una serie di motivi che credo siano validi (e fra questi non c'è quello veritiero che tale opera, la novel, sia fra quelle che preferisco).
Il primo motivo è la caratteristica che più di tutte viene disprezzata nella recensione; la ripetitività delle situazioni narrate.
Se leggi un'opera che narra delle avventure di Tizio e Caio va da sè che quando andrai a leggere leggerai di situazioni che hanno una trama propria ma non una generale che hanno come filo conduttore soltanto i protagonisti e i rapporti di essi tra loro; in questo caso Lawrence e Holo. E poiché non si tratta di "Star trek" ma di un'opera la cui ambientazione presenta delle caratteristiche "statiche" e che sono necessarie per poter interessare e intrattenere l'utente, la critica disprezzante risulta inutile per me; non lo leggevi e basta, se sai di non gradirlo, o almeno renditi conto che ciò che non gradisci dell'opera non è un difetto, e non cercare di farlo passare come tale agli altri.
Il secondo motivo è quello che ho trovato il più ridicolo mentre leggevo; il fatto che al lettore venga servita "la minestra riscaldata" come al solito, sminuendo in modo quasi oltraggioso la vera qualità dei protagonisti.
Qualificare Holo come una "tsundere" è un atto dovuto a minima capacità di giudicare, oppure l'autore della recensione non sa cosa significa tale termine.
Holo più volte manifesta i propri sentimenti, seppur in modo malizioso e velato, a Lawrence, qualcosa che le tsundere non fanno. Holo non si arrabbia mai con eccessi forti d'ira verso il protagonista maschile (cioè Lawrence) per delle sciocchezze, ne si vergogna di discuttere del proprio rapporto col protagonista borbottando qualcosa e fuggendo urlando interazioni come "baka" o altro (anzi nei discorsi lei lo mette persino più volte "nel sacco"), mentre al contrario una tsundere lo fà.
Cose come la gelosia che Holo prova per altre donne a causa di Lawrence (unica caratteristica ch'io posso accostare, sia nella light novel che nella serie anime al concetto di tsundere) è una caratteristica da donna innamorata, nient'altro.
Lawrence non è un ragazzino che non sa gestire i rapporti di coppia, cosi facili da risolvere che "persino un ragazzino di dodici anni può riuscirci"; è un uomo, un mercante, un individuo poco abituato a stare con le donne, si consideri il fatto che la prima donna che gli capita sia una entità appartenente ai miti e la caratterizzazione di tale personaggio risulta più che plausibili, persino interessante.
Poi il fatto che l'opera venga inserita nel genere letterario fantasy non significa per forza che in suddetta ci devono essere i goblin o grandi guerre come nel "Signore degli anelli". In più l'autore della recensione sembra (almeno a me è sembrato così) che durante la lettura dei volumi abbia troppe volte paragonato l'europa medievale con l'ambientazione delle vicende; grave errore, s'è così, poiché l'ambientazione non una europa medievale, un luogo simile, di certo non lo stesso.
Concludendo io non sono d'accordo con la recensione, e qui non si tratta di esprimere una propria opinione liberamente, ma disprezzare un'opera che, piacendo o non piacendo, coi propri "pregi e difetti", riesce comunque a distinguersi e definirlo come "la solita minestra riscaldata" paragonandolo a vere schifezze fino a oggi prodotte è qualcosa che non sopporto.
Almeno un sette e mezzo come voto lo merita, solo considerando l'attenzione che l'autore manifesta per i dettagli e le logiche del mondo da lui prodotto è una caratteristica d'apprezzare in sè.
Cioè... tutto questo rant chilometrico che sembra quasi che l'autore della rece ti abbia ammazzato il gatto, per poi dire che non merita 7 ma 7 e mezzo? :V
Almeno sette e mezzo, se proprio l'autore o terzi non vogliono assegnare di più. Io però gli ho assegnato nove come voto, proprio perché è un'opera particolare e capace di distinguersi, nonché di divertirmi e intrattenermi in modo impeccabile.
Quanta verita'. Io il manga non l'ho letto, ma l'anime l'ho droppato a meta' proprio per la noioisita' e scontatezza dei personaggi. E anche la parte economica non e' propriamente entusiasmante. Invece dal lato grafico tanto di cappello, non c'e' che dire, ma se manca
la sostanza...
... non si può leggere questa cosa.
l' idea di spice and wolf è quella di trovarti in un mondo fantasy ma senza le solite cose fantasy quali draghi sputafuoco, combattimenti cappa e spada, maghi che castano millanta mila palle dei fuoco.
i combattimenti sono sublimati nelle scommesse, negli affari, nei trucchi del mercante.
dire che queste cose sono solo una sverniciatina di una storiella vuol dire hai letto tutto in maniera assai superficiale, o forse non l' hai proprio letto.
Ma scrivi la tua recensione, no?
un altro appassionato di higurashi vedo. io sono disperato per la mancata pubblicazione in italia del manga, molto più completo dell'anime.
Emmh...ammetto di avere tutti i volumi del manga in inglese sia di higurashi che di umineko (quelli pubblicati finora, temo che l'ultimo uscirà nel 2054), mi sono veramente svenato ahhaha
Ma di umineko la storia è quasi conclusa? io ho visto solo l'anime del tutto incompleto.
Comprerei anche il manga ma l'inglese non lo digerisco purtroppo
Ma temo che resterà solo un sogno, dubito che la Panini le porterà mai……e se penso alle Novel ciofeche che hanno portato pensando vendessero mi viene da mangiarmi le mani……..
Anni fa non ci puntavo niente sul manga di S&W prima di leggerlo, non mi ispirava niente né come ambientazione né come tematiche (l’economia), e invece………………cavolo se non è bello!!
Lo stile narrativo, la caratterizzazione dei personaggi, le vicende……….e pure le spiegazioni!
Io, che sono un ignorante totale in economia, rimango incantato ogni volta dalle spiegazioni di Lawrence, sono riuscito a imparare realmente qualcosa riguardo un argomento che odio!
Per non parlare del disegno poi, uno degli stili più belli che abbia mai visto (e ne ho letti di manga eh), le copertine dei volumi poi sono tutte dei piccoli capolavori…………….
No no, per me è 9 e mezzo come voto, e gli sta pure stretto (mi riservo il 10 giusto in previsione di come sarà il finale), altro che le critiche di chi vuol farlo passare per uno “shonenetto” qualsiasi e rendere Holo come neanche la più stupida e capricciosa delle loli tsundere -___-""
Ma allora vale tutto... non vale neanche la pena provare a ragionare, tanto la verità è scolpita nella roccia di che neanche conosce l'opera...
Il problema è aver concentrato in 12 episodi qualcosa che inevitabilmente richiedeva più tempo avendo appunto 12 personaggi su cui vuoi lavorare.
Doveva essere una serie più lunga dedicando spazio al background e all'introspezione ma portando avanti anche un aspetto tattico-strategico nel combattimento (cosa successa solo in pochissimi punti della serie), senza usare "trucchetti" facili e soprattutto senza lasciare tante cose non dico irrisolte ma quasi.
Poi percarità si può sicuramente criticare il fatto che con 12 episodi gli autori sapevano di non poter andare oltre e quindi avrebbero dovuto decidere se impostare la serie diversamente, ovvero come mero action creando però una serie banalissima.
Detto ciò secondo me alcune cose della serie si salvano e gli episodi finali sono i meno peggio (visto anche che i ranghi si sono sfoltiti) dando un discreto valore ad un'opera quantomeno un po' originale.
Allora premetto che sia anime che manga sono quasi dei riassunti delle visual novel, che sono davvero incredibili. Per Higurashi, soprattutto se non ti piace leggere in inglese, ti sconsiglio i manga dato che l'adattamento fatto con l'anime è comunque ottimo, discorso contrario per Umineko:
Le VN di Umineko fino all' EP4 dove sono arrivato io, ossia dove si ferma l'anime seppur con tutte le sue differenze dalla versione originale, sono ad un livello ancora superiore e l'anime le traspone in maniera oscena. Al momento come manga stanno al secondo volume (su 3) dell'EP7 e data la cadenza con cui escono temo che finiranno di pubblicarli per la fine del 2019
Per l'inglese ti consiglio di fare un tentativo con qualche scan e se non ti trovi, pace, mentre purtroppo le VN che sono davvero il capolavoro richiedono una conoscenza discreta
Il problema più grosso forse è la sua prevedibilità, ma lì si parte dal presupposto che si sappia già la storia di base, almeno in oriente; da noi ovviamente non è così.
Spice and Wolf lo conosco solo per l'anime, che gradii nonostante gli altri e bassi del ritmo della narrazione. Poi va be', c'è il discorso della sua natura: finché si parla della storia di Holo e il mercante, con tanto di parentesi sovrannaturali e action, magari piace a tutti. Se invece parliamo di episodi su episodi dedicati a trattative commerciali, magari qua il gradimento non è detto sia automatico.
Hotarubi no Tomoru Koro ni non lo conoscevo e la recensione mi ha incuriosito.
Per la novel soprattutto va sempre valutato quanto il singolo voglia "sorbirsi" discorsi sul mercanteggiare, sulla gestione economica, storica... etc.
Per capire la storia questi passaggi sono fondamentali per entrare nel "mondo"S&W" e se non piacciono poi ne risente anche la valutazione dell'opera stessa.
E' come dire non mi piace Ken Follett o Tolkien perchè sono pieni di dettagli, descrizioni, extra narrazioni, quindi... sono solo buoni come mattoni.
Per me anche la novel è un buonissimo prodotto. Personalmente preferisco il Manga
Prima o poi mi deciderò a farla. Il problema è che non trovo mai tempo e tale opera merita una recensione che sappia esprimere tutto ciò che c'è di gradevole per me in essa.
Game. Set. Match.
Il problema più grosso che le light novel prima o poi dovranno risolvere.
Gli autori capaci di creare dialoghi tra personaggi maschili e femminili che non siano stanchi tira e molla tra un ragazzo tonto e una ragazza che se la tira sono davvero troppo pochi.
Il mio interesse per S&W è praticamente morto vedendo le interazioni e i dialoghi da 4 soldi tra i due protagonisti nell'anime.
Detto questo, il libro di illustrazioni di Keito Koume probabilmente prima o poi lo recupererò, perché quello merita oltre ogni ragionevole dubbio.
Ora a @Giu. Tar. verrà un coccolone.
Che intendi per coccolone?
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