Quando è uscita la notizia che il manga di Beastars, edito da noi da Panini, sarebbe stato trasposto in un anime, ho avuto sentimenti contrastanti. Se da un lato ero contenta perché credo che sia un'opera scritta davvero bene e quindi vorrei che la conoscessero molte più persone, dall'altro ero anche timorosa di vedere il risultato, conscia che spesso vige la regola non scritta che "L'anime è bello ma il manga è meglio".
Quando quindi finalmente la serie realizzata dallo Studio Orange ed uscita ad ottobre sul contenitore +Ultra di Fuji TV è approdata alla metà di marzo su Netflix Italia, mi sono approcciata alla sua visione con tanta trepidazione e curiosità. E in pochi giorni ho letteralmente "divorato" i 12 episodi che compongono la serie e che coprono i primi 47 capitoli del manga. E mi sono innamorata per la seconda volta di questa incredibile storia.
Attraverso lo scontro fra carnivori ed erbivori, Paru Itagaki riesce a raccontare gli istinti più profondi del genere umano e a criticare le ipocrisie della società moderna. La storia mette in luce le paure nei confronti di ciò che è diverso da noi e smantella uno ad uno i pregiudizi e le ovvietà. I carnivori sono mostri assetati di sangue mentre gli erbivori sono creature indifese pronte solo per essere mangiate. Niente di più falso: qui abbiamo un trio di personaggi che scardina questa affermazione. Legoshi è un grosso lupo grigio, emblema perfetto di forza e voracità con le sue spalle larghe e le sue zanne possenti; in realtà è timidissimo, adora gli insetti, è educato e premuroso.
Haru è una coniglietta nana dal pelo completamente bianco, ma è tutto fuorché remissiva e timida: nonostante sia vittima di bullismo da parte delle altre compagne, reagisce e non si sottomette, facendo della sua bellezza un'arma per sentirsi viva e non essere compatita.
Louis è un cervo rosso, leader indiscusso della scuola, fiero, elegante e adorato da tutte le femmine dell'Istituto Cherryton. In realtà si porta dietro un doloroso passato, una ferita aperta che gli fa mettere in discussione tutta la sua vita. Non è un caso che sia l'attore principale del club di teatro: Louis recita davanti a tutti, anche a se stesso e l'incontro con Legoshi gli permetterà di affrontare i suoi demoni.
Da un lato abbiamo quindi erbivori che odiano la loro debolezza e non vogliono sentirsi prede nemmeno di fronte al carnivoro più temibile. Dall'altro lato invece c'è Legoshi che odia la sua forza, perché teme di non riuscire a controllarla soccombendo ai propri istinti e trasformandosi così in un mostro assetato di sangue.
Sarà il confronto fra di loro a far capire che può esistere una convivenza pacifica solo se prima si accetta la propria natura e se si riescono a trasformare i punti deboli in punti di forza. Solo aiutandosi a vicenda si possono apprezzare le peculiarità di ognuno.
Le vite di questi tre giovani si intersecheranno in maniera imprevedibile, dando vita ad una serie di colpi di scena magistrali. Ma tutto questo si può tranquillamente leggere nel manga, quindi perché vedere la serie animata?
Perché lo Studio Orange è stato incredibilmente intelligente: ha preso i disegni e la storia creati da Paru Itagaki e l'ha esaltata, aggiungendo esattamente le uniche cose che mancavano e cioè i colori, le luci, le musiche e i suoni. Sono riusciti così nell'impresa di confutare l'assioma enunciato all'inizio del "l'anime è bello ma il manga è meglio".
L'anime è bello tanto quanto il manga. Pur essendo specializzato in produzioni 3DCG, lo Studio Orange fonde le tecniche più innovative con quelle più tradizionali, prendendo il meglio di entrambe.
Shinichi Matsumi (Pom Poko, Porco Rosso, Shingeki no Bahamut: Genesis) è il regista, Nao Ootsu (Saga of Tanya the Evil, Banana Fish) si è occupato del design dei personaggi, Eiji Inomoto (Ghost in the Shell Arise) ha diretto la computer grafica e Satoru Kousaki (Wake Up, Girls!, Oreimo, Monogatari Series: Second Season) ha composto la colonna sonora. Abbiamo poi Ken Hashimoto come color designer e Shiori Furusho come direttore della fotografia.
Anche chi come me è sempre un po' diffidente verso la CG, qui non potrà che ammirare la bellezza delle immagini. Pur non essendo perfette, siamo a livelli molto alti, basti vedere la GIF in questo video postato dallo stesso Studio:
La fluidità dei movimenti è dovuta al fatto che lo Studio usa una motion capture separata per le espressioni del corpo e del viso, ed anche in una sequenza breve come questa gli animatori si sono serviti di una ballerina professionista per avere tutti i dati e rendere convincente anche una sequenza di pochi minuti.
Nao Ootsu ha dato solidità e profondità ai disegni su carta di Paru Itagaki. Sono animali ma si muovono come gli umani, e allo stesso tempo sono usate caratteristiche tipiche degli animali per farci capire le loro emozioni senza bisogno di parole. Le orecchie di Legoshi e la sua coda sono più espressive di qualsiasi discorso.
Molto importante inoltre è forse un aspetto che non tutti notano ad una prima visione: tutti i personaggi si muovono, non solo quelli in primo piano, ma anche quelli che restano sullo sfondo, dando un senso di pienezza e autenticità.
Il motivo per cui l'animazione di questa serie soddisfa anche gli spettatori più esigenti e tradizionalisti è che fonde intelligentemente la tecnologia moderna con quella più classica. Se le tecniche tradizionali si adattano meglio alle esigenze di quella scena specifica, lo staff dello Studio Orange non ha paura ad usarle.
Gli animatori hanno ripetutamente ribadito che non considerano l'animazione 3D intrinsecamente superiore al 2D ma piuttosto complementare, e i risultati si vedono. Movimenti, luci e colori sono studiati per avvolgerci in questa storia e farci trascinare in un turbinio di emozioni, empatizzando fortemente con tutti i personaggi.
Ma non ci sono solo le immagini: una parte fondamentale della buona riuscita di questo anime sono senza dubbio le musiche e i suoni. La colonna sonora è stata realizzata da Satoru Kōsaki, autore da molti anni di musica per videogiochi e anime: basti citare Lucky Star e La malinconia di Haruhi Suzumiya.
Per Beastars ha dichiarato che quando ha pensato a quale tipo di musica poteva adattarsi a questa storia, gli è venuta in mente la musica gitana, perché ha influenzato la musica classica fondendosi con le culture locali. Nostalgia, vitalità ed esotismo sono tutte unite in questo genere; il tema della serie è un valzer, ma se suonato da strumenti musicali dal vivo, sembrerebbe un'esibizione di strada e se suonato su un pianoforte sembrerebbe Chopin. Ha la capacità di trasformarsi completamente a seconda degli arrangiamenti.
Inoltre Kōsaki ha pensato che sarebbe stato interessante associare uno strumento ad ogni specie: ai carnivori gli ottoni e agli erbivori gli strumenti a fiato. Inoltre, la dimensione degli strumenti corrisponde alla dimensione degli animali, quindi per Legoshi si è usato il trombone mentre per Haru un flauto.
La cantante YURiKA ha realizzato le canzoni "Le zoo", "Sleeping instinct", "Marble" e "Floating Story on the Moon". L'opening "Wild Side" eseguita da ALI è invece realizzata interamente in stop motion, con un dispendio cospicuo di budget e di lavoro.
Beastars è disponibile su Netflix sia con il doppiaggio originale sottotitolato che doppiato in italiano. Sebbene io veda quasi sempre gli anime nella versione giapponese, questa volta ho voluto sentire anche la versione italiana soprattutto perché volevo concentrarmi sulle immagini, senza essere distratta dalla lettura dei sottotitoli.
E non mi sono pentita di questa scelta: confrontandole con quelle nipponiche, ho trovato le voci italiane azzeccate. Manuel Meli è Legoshi, Flavio Aquilone è Louis e Giulia Franceschetti è Haru, giusto per citare i ruoli principali. L'adattamento dialoghi è stato curato da Marco Liguori, mentre la direzione del doppiaggio è stata affidata a Daniela Inserra.
Quando quindi finalmente la serie realizzata dallo Studio Orange ed uscita ad ottobre sul contenitore +Ultra di Fuji TV è approdata alla metà di marzo su Netflix Italia, mi sono approcciata alla sua visione con tanta trepidazione e curiosità. E in pochi giorni ho letteralmente "divorato" i 12 episodi che compongono la serie e che coprono i primi 47 capitoli del manga. E mi sono innamorata per la seconda volta di questa incredibile storia.
Di cosa parla infatti Beastars? In un mondo popolato da animali antropomorfi, erbivori e carnivori coesistono gli uni con gli altri. Per gli studenti della scuola di Cherryton la vita quotidiana è piena di speranze ed amori ma anche di disagio e timore. Il protagonista, il lupo grigio Legoshi, è un membro del club di teatro.
Nonostante l'aspetto minaccioso, il giovane è in realtà dotato di un animo buono e gentile; per tutta la sua vita è però stato temuto ed odiato dagli altri animali a causa dei pregiudizi, a tal punto da esserci ormai abituato. Ma un evento gravissimo stravolge la sua vita e quella dei suoi compagni, mandando in frantumi il fragile equilibrio fra le specie.
Nonostante l'aspetto minaccioso, il giovane è in realtà dotato di un animo buono e gentile; per tutta la sua vita è però stato temuto ed odiato dagli altri animali a causa dei pregiudizi, a tal punto da esserci ormai abituato. Ma un evento gravissimo stravolge la sua vita e quella dei suoi compagni, mandando in frantumi il fragile equilibrio fra le specie.
Attraverso lo scontro fra carnivori ed erbivori, Paru Itagaki riesce a raccontare gli istinti più profondi del genere umano e a criticare le ipocrisie della società moderna. La storia mette in luce le paure nei confronti di ciò che è diverso da noi e smantella uno ad uno i pregiudizi e le ovvietà. I carnivori sono mostri assetati di sangue mentre gli erbivori sono creature indifese pronte solo per essere mangiate. Niente di più falso: qui abbiamo un trio di personaggi che scardina questa affermazione. Legoshi è un grosso lupo grigio, emblema perfetto di forza e voracità con le sue spalle larghe e le sue zanne possenti; in realtà è timidissimo, adora gli insetti, è educato e premuroso.
Haru è una coniglietta nana dal pelo completamente bianco, ma è tutto fuorché remissiva e timida: nonostante sia vittima di bullismo da parte delle altre compagne, reagisce e non si sottomette, facendo della sua bellezza un'arma per sentirsi viva e non essere compatita.
Louis è un cervo rosso, leader indiscusso della scuola, fiero, elegante e adorato da tutte le femmine dell'Istituto Cherryton. In realtà si porta dietro un doloroso passato, una ferita aperta che gli fa mettere in discussione tutta la sua vita. Non è un caso che sia l'attore principale del club di teatro: Louis recita davanti a tutti, anche a se stesso e l'incontro con Legoshi gli permetterà di affrontare i suoi demoni.
Da un lato abbiamo quindi erbivori che odiano la loro debolezza e non vogliono sentirsi prede nemmeno di fronte al carnivoro più temibile. Dall'altro lato invece c'è Legoshi che odia la sua forza, perché teme di non riuscire a controllarla soccombendo ai propri istinti e trasformandosi così in un mostro assetato di sangue.
Sarà il confronto fra di loro a far capire che può esistere una convivenza pacifica solo se prima si accetta la propria natura e se si riescono a trasformare i punti deboli in punti di forza. Solo aiutandosi a vicenda si possono apprezzare le peculiarità di ognuno.
Le vite di questi tre giovani si intersecheranno in maniera imprevedibile, dando vita ad una serie di colpi di scena magistrali. Ma tutto questo si può tranquillamente leggere nel manga, quindi perché vedere la serie animata?
Perché lo Studio Orange è stato incredibilmente intelligente: ha preso i disegni e la storia creati da Paru Itagaki e l'ha esaltata, aggiungendo esattamente le uniche cose che mancavano e cioè i colori, le luci, le musiche e i suoni. Sono riusciti così nell'impresa di confutare l'assioma enunciato all'inizio del "l'anime è bello ma il manga è meglio".
L'anime è bello tanto quanto il manga. Pur essendo specializzato in produzioni 3DCG, lo Studio Orange fonde le tecniche più innovative con quelle più tradizionali, prendendo il meglio di entrambe.
Hello! We are Orange!
— Orange: Animation Studio (@CG_Orange_eng) March 17, 2020
We are CG based animation studio
and here’s what we do! pic.twitter.com/lw6rs0ohSf
Shinichi Matsumi (Pom Poko, Porco Rosso, Shingeki no Bahamut: Genesis) è il regista, Nao Ootsu (Saga of Tanya the Evil, Banana Fish) si è occupato del design dei personaggi, Eiji Inomoto (Ghost in the Shell Arise) ha diretto la computer grafica e Satoru Kousaki (Wake Up, Girls!, Oreimo, Monogatari Series: Second Season) ha composto la colonna sonora. Abbiamo poi Ken Hashimoto come color designer e Shiori Furusho come direttore della fotografia.
Anche chi come me è sempre un po' diffidente verso la CG, qui non potrà che ammirare la bellezza delle immagini. Pur non essendo perfette, siamo a livelli molto alti, basti vedere la GIF in questo video postato dallo stesso Studio:
アニメBEASTARSの作り方
— オレンジ (@cg_orange_inc) November 28, 2019
基本オレンジではモーションキャプチャーと言って、アニメーターがセンサー付スーツを着てキャラの基本の動きをつけて、それにパソコンで手を加えてアニメの動きにしております。
こちらのジュノのシーンではプロのダンサーさんにキャプチャー時に協力していただきました。 pic.twitter.com/94WSDEAv7o
La fluidità dei movimenti è dovuta al fatto che lo Studio usa una motion capture separata per le espressioni del corpo e del viso, ed anche in una sequenza breve come questa gli animatori si sono serviti di una ballerina professionista per avere tutti i dati e rendere convincente anche una sequenza di pochi minuti.
Nao Ootsu ha dato solidità e profondità ai disegni su carta di Paru Itagaki. Sono animali ma si muovono come gli umani, e allo stesso tempo sono usate caratteristiche tipiche degli animali per farci capire le loro emozioni senza bisogno di parole. Le orecchie di Legoshi e la sua coda sono più espressive di qualsiasi discorso.
Molto importante inoltre è forse un aspetto che non tutti notano ad una prima visione: tutti i personaggi si muovono, non solo quelli in primo piano, ma anche quelli che restano sullo sfondo, dando un senso di pienezza e autenticità.
Il motivo per cui l'animazione di questa serie soddisfa anche gli spettatori più esigenti e tradizionalisti è che fonde intelligentemente la tecnologia moderna con quella più classica. Se le tecniche tradizionali si adattano meglio alle esigenze di quella scena specifica, lo staff dello Studio Orange non ha paura ad usarle.
Gli animatori hanno ripetutamente ribadito che non considerano l'animazione 3D intrinsecamente superiore al 2D ma piuttosto complementare, e i risultati si vedono. Movimenti, luci e colori sono studiati per avvolgerci in questa storia e farci trascinare in un turbinio di emozioni, empatizzando fortemente con tutti i personaggi.
Ma non ci sono solo le immagini: una parte fondamentale della buona riuscita di questo anime sono senza dubbio le musiche e i suoni. La colonna sonora è stata realizzata da Satoru Kōsaki, autore da molti anni di musica per videogiochi e anime: basti citare Lucky Star e La malinconia di Haruhi Suzumiya.
Per Beastars ha dichiarato che quando ha pensato a quale tipo di musica poteva adattarsi a questa storia, gli è venuta in mente la musica gitana, perché ha influenzato la musica classica fondendosi con le culture locali. Nostalgia, vitalità ed esotismo sono tutte unite in questo genere; il tema della serie è un valzer, ma se suonato da strumenti musicali dal vivo, sembrerebbe un'esibizione di strada e se suonato su un pianoforte sembrerebbe Chopin. Ha la capacità di trasformarsi completamente a seconda degli arrangiamenti.
Inoltre Kōsaki ha pensato che sarebbe stato interessante associare uno strumento ad ogni specie: ai carnivori gli ottoni e agli erbivori gli strumenti a fiato. Inoltre, la dimensione degli strumenti corrisponde alla dimensione degli animali, quindi per Legoshi si è usato il trombone mentre per Haru un flauto.
Legoshi & Haru dolls
— Orange: Animation Studio (@CG_Orange_eng) March 13, 2020
Stop motion opening sequence is animated in collaboration with Oprening sequence Director Michiya Kato and @dwarf_inc pic.twitter.com/jmIdLRsUmJ
La cantante YURiKA ha realizzato le canzoni "Le zoo", "Sleeping instinct", "Marble" e "Floating Story on the Moon". L'opening "Wild Side" eseguita da ALI è invece realizzata interamente in stop motion, con un dispendio cospicuo di budget e di lavoro.
Beastars è disponibile su Netflix sia con il doppiaggio originale sottotitolato che doppiato in italiano. Sebbene io veda quasi sempre gli anime nella versione giapponese, questa volta ho voluto sentire anche la versione italiana soprattutto perché volevo concentrarmi sulle immagini, senza essere distratta dalla lettura dei sottotitoli.
E non mi sono pentita di questa scelta: confrontandole con quelle nipponiche, ho trovato le voci italiane azzeccate. Manuel Meli è Legoshi, Flavio Aquilone è Louis e Giulia Franceschetti è Haru, giusto per citare i ruoli principali. L'adattamento dialoghi è stato curato da Marco Liguori, mentre la direzione del doppiaggio è stata affidata a Daniela Inserra.
A conti fatti Beastars è davvero un anime ben riuscito, grazie ad una trama solida e ad uno studio come Orange che ha capito cosa doveva essere fatto per esaltare al massimo le qualità del manga. Quindi nessun difetto? Se vogliamo essere pignoli, si può notare in alcune sequenze una leggera legnosità nei movimenti, ma sono davvero brevi attimi che non inficiano la qualità generale della serie.
Forse mi sarebbe piaciuto vedere maggiormente la potenza fisica di Legoshi che rispetto al manga appare più magrolino e con le spalle più piccole. Ma vedergli agitare la grossa coda o muovere le orecchie a seconda dei suoi stati d'animo è stato un colpo al cuore. Per non parlare delle musiche, soprattutto quelle strumentali che accompagnano perfettamente i sussulti emotivi di attori e spettatori.
Attendiamo quindi fiduciosi la seconda stagione.
Forse mi sarebbe piaciuto vedere maggiormente la potenza fisica di Legoshi che rispetto al manga appare più magrolino e con le spalle più piccole. Ma vedergli agitare la grossa coda o muovere le orecchie a seconda dei suoi stati d'animo è stato un colpo al cuore. Per non parlare delle musiche, soprattutto quelle strumentali che accompagnano perfettamente i sussulti emotivi di attori e spettatori.
Attendiamo quindi fiduciosi la seconda stagione.
Pro
- Animazioni che fondono bene computer grafica 3D e tecniche tradizionali
- Storia avvincente con personaggi con cui si entra rapidamente in empatia
- Colonna sonora che esalta i momenti topici della serie
Contro
- Nel manga a volte era resa meglio la differenza di corporatura fra piccoli e grandi animali
- La seconda stagione non arriverà che nel 2021
Ne ho apprezzato la colonna sonora (che vedrò di riascoltare più attentamente, separata dagli episodi) ed il doppiaggio Italiano, non mi aspettavo di vedere un cast simile (i collegamenti con altri personaggi che hanno gli stessi doppiatori sono stati inevitabili, mai avrei pensato di vedere, o meglio ascoltare, la voce di Arya Stark flirtare con a voce di Joffrey Baratheon oppure che Mamaru Chiba potesse innamorarsi di Michiru Kaio XD).
Anche se mi dispiace dover aspettare praticamente un anno per vedere il prosieguo spero che il tempo impiegato serva a produrre una seconda stagione degna della prima almeno dal punto di vista tecnico, quanto alla storia ci penserà il manga a tenermi aggiornato perchè prima che finisse la trasmissione originale ho recuperato al più presto tutti i volumi fin qui disponibili....
Sí scusate è stata una svista.... Rimosso subito, grazie per la segnalazione
Dimenticatevi della CG, in questa serie è un valore aggiunto .
Una curiosità, per chi ha visto entrambi, come si compara con Zootropolis della Disney?
Mi sembra che abbiano tante cose in comune. O sbaglio?
In entrambi il sindaco è un leone
Scherzi a parte, l'idea di base è molto simile (anche se non proprio identica perché in Zootropolis ci sono solo mammiferi) e anche alcune tematiche sono le stesse.
Zootropolis però è un prodotto pensato (anche) per i bambini quindi per certi aspetti è meno complesso. In Zootropolis i carnivori sono discriminati, il messaggio è che la discriminazione è male e perciò scopriamo che i carnivori in realtà non sono cattivi.
In Beastars invece i carnivori possono essere davvero pericolosi e lo vediamo in più occasioni. Però (come è scritto nella recensione) il protagonista è un lupo che non corrisponde allo stereotipo e che soffre a causa della propria natura (e non solo per come lo vedono gli altri).
In generale Beastars può approfondire più aspetti, sia per il target diverso, che per il fatto di essere una serie e non un solo film.
Una bella novità, sono sicuro che nei prossimi episodi mi piacerà ancora di più.
Bello sopratutto dal punto di vista psicologico.
Figurati in realtà il confronto con Zootropolis viene abbastanza naturale perciò ci ho pensato parecchio dopo la visione!
Ci sono similitudini, ma nelle note interne l'autrice spiega che l'ispirazione alla base del manga risale a molti anni addietro, non è collegata al film Disney
Dovrò farmi Netflix uno di questi giorni.
Per me è un difetto sapere che la seconda stagione di un anime che mi è piaciuto tanto sarà pronta fra più di un anno... Ovviamente c'è anche dell'ironia dietro
Per quello che riguarda la cg sarò io di bocca buona ma a me è sembrata molto buona, tutta questa legnosità non l'ho proprio vista, mi dispiace se a te ha dato tanto fastidio
Anche io sono arrivato al quinto episodio, oggi penso che guarderò il sesto. Effettivamente ho un po' il tuo stesso parere, Haru non mi piace molto come personaggio e Legoshi a volte mi urta ma forse è il suo bello!
Per quanto riguarda l'animazione devo dire che ho paura che a lungo andare possa stancarmi, però per il momento la reputo interessante.
Anche io forse mi aspettavo qualcosa in più, ma comunque non mi sta dispiacendo, anzi.
Su Haru consiglio di sospendere il giudizio fino agli ultimi episodi...
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