Solo Leveling: sorgere a nuova vita - Recensione dell'anime

Gli amici immaginari talvolta sono utili

di Focasaggia

Tutto è già deciso. Non importa quanto una persona possa allenarsi, l’impegno e la costanza non hanno senso, le proprie capacità non miglioreranno mai. Chi viene classificato come persona inutile lo sarà per tutta la vita. Bisogna accettarlo, non ci sono sbarre ma questa è una prigione soffocante.

Sarebbe bello fuggire da questa realtà, andare in un altro mondo dove, come nel più classico dei videogiochi, ci si allena per salire di livello, di potenza. Cosa accadrebbe, se invece di andare in un mondo diverso, una persona riuscisse a portare quel sistema nel proprio mondo, per utilizzo personale?

Questa è l’idea base di Solo Leveling, originalmente web novel ideata da Chugong nel 2016 e trasposta in manhwa dal 2018 fino al 2023, e infine adattata in anime nella stagione appena terminata.
 
Recensione Solo Leveling
  
 
"Lo chiamano l'arma più debole dell'umanità".

Il mondo è in costante pericolo per la comparsa di gate misteriosi dal brillante colore azzurro. Una volta entrati, ci si trova di fronte a mostri fortissimi e ricchezze inestimabili. Molte persone, grazie al “risveglio”, hanno ottenuto le capacità per poterli affrontare, mentre per le altre sarebbe solo un suicidio addentrarsi al loro interno.

Questi gate rimangono attivi fino a quando il nemico principale al suo interno, il boss, viene sconfitto. Questo deve succedere anche abbastanza rapidamente, altrimenti, dopo sette giorni dalla loro comparsa, i mostri al loro interno saranno liberi di uscire seminando morte e distruzione. Questi luoghi vengono classificati in base alla forza dei mostri al loro interno, dalla E ai, rarissimi per fortuna, livello S. La loro esistenza costituisce ovviamente un pericolo per l’umanità intera.
 
Recensione Solo Leveling


Jinwoo Sung è un hunter di livello E, il più basso possibile. Per sostenere le spese delle cure della propria madre, gravemente malata, è costretto a rischiare la vita all’interno di dungeon dove ogni singolo mostro è più forte di lui. Ogni giorno vive quell’incubo, quella frustrazione, di sentirsi una comparsa in un videogioco.

 
Imparai a osservare e cogliere ogni opportunità pur di sopravvivere. Forse è per questo che ho capito...
 
Un dungeon sconosciuto. Jinwoo e altri sconsiderati si avventurano senza sapere nulla, invogliati solo dalle possibili ricchezze; la morte è in agguato come la verità, i deboli in questo mondo non possono fare nulla.
Jinwoo riesce a salvare alcuni di loro, ma questo gesto non lo consola, trovandosi in punto di morte quasi a maledire ogni singola cosa. Sopravvive miracolosamente, anche se non viene mostrato come, ma di certo ha ottenuto un secondo risveglio, molto raro ma possibile, una nuova forza. Eppure, il suo è anomalo: come se vivesse in un videogioco, gli compaiono dei messaggi visibili soltanto a lui. Istruzioni, suggerimenti e soprattutto la possibilità di ottenere livelli superiori.
 
Recensione Solo Leveling


Non smettere. Soffri ora e vivi il resto della tua vita come un campione” diceva Muhammad Alì. Il protagonista sembra seguire questo credo in maniera quasi masochistica, continuando a combattere contro mostri sempre più forti.

Nella realtà, molti di noi ricorderanno le tante ore trascorse a “livellare” su giochi  come Final Fantasy e simili. L’ideale sarebbe cercare un luogo dove poter incontrare mostri non molto pericolosi e continuare a sconfiggerli fino a diventare dannatamente forte; lo si faceva per gioco, pensate se fosse reale, con la propria vita in ballo. Non esiste possibilità di riprovare dopo esser stati sconfitti, è “game over”, definitivo.

La scrittura non aiuta, anzi affossa in parte l’opera. L’idea di base è buona, la storia interessante, per quanto sarà più chiara soltanto in seguito, ma è come viene gestito il tutto il vero problema. Tralasciando i dialoghi, banali e dimenticabili, a volte lo spettatore non riesce a comprendere quanto accade. Il caso più evidente è nello scontro con Cerberus, dove in realtà l’avversario era meno forte di quanto lo spettatore potesse credere. Un espediente semplice, come la possibilità di vedere il grado dei vari mostri affrontati, avrebbe giovato, togliendo altrimenti, come è accaduto, pathos agli episodi.

Proprio quello viene a mancare almeno in parte, prima o poi: il pathos. La crescita è troppo repentina, semplice, senza vincoli o limiti, ed essendo l’unico a poter salire di livello è chiaro come in poco tempo Jinwoo non avrà rivali neppure tra gli hunter più forti. Jinwoo sembra non avere mai consapevolezza del suo reale potenziale mentre agli spettatori diventa, forse troppo rapidamente, chiaro, percependo in lui una forza infinita.

Nei videogiochi puoi aumentare tutte le statistiche tranne una, il giocatore. La differenza nel gioco è data dalla bravura del giocatore di trovare una strategia vincente a dispetto delle condizioni. Per un giocatore, riuscire a sconfiggere un nemico di livello superiore può essere una grande soddisfazione, ma questo elemento si viene a perdere. Il Jinwoo visto nei primi episodi era un ottimo giocatore, andando avanti diventa uno qualsiasi.

 
Questo vuol dire che io sono in grado di ucciderti”.

A un certo punto le uniche sfide sono dovute all'imprudenza del protagonista. La sua sicurezza nel non morire è data unicamente dal possedere un oggetto con la capacità di sfuggire da quei luoghi pericolosi, dal “dungeon”, ma un oggetto si può perdere facilmente. Il Jinwoo dei primi episodi non avrebbe mai fatto una cosa tanto stupida. Se fosse stato più cauto, se avesse continuato ad aumentare di livello fino a quanto poteva, fino ai suoi limiti, la storia sarebbe durata meno ma sarebbe stata più coinvolgente.

Notevoli sono le differenze rispetto al manhwa, come l’introduzione prematura dei diversi hunter più forti. A loro viene dato molto più spazio, mentre la controparte cartacea era completamente incentrata sul protagonista. L’adattamento cerca di sopperire alle mancanze dovute alla sceneggiatura, e l’idea potrebbe essere quella giusta, ma dovremo aspettare le prossime serie per ricevere eventuale conferma.
 
Recensione Solo Leveling


Solo Leveling non è stato certo il primo manhwa a rifarsi ad elementi tipici degli isekai o di protagonisti fortissimi, non ha inventato nulla, ma, grazie soprattutto ai disegni, è stato il primo manhwa mai letto per moltissime persone. Parliamo di sequenze di grande effetto visivo con tavole spesso impressionanti per quanto non particolareggiate. Ogni scontro era serrato, i quei momenti le parole erano poche e mai superflue, il tutto veniva incentrato completamente sull’azione senza intermezzi atti a smorzarla come invece avviene nella visione di alcuni episodi.

L’artefice di tale impresa è Dubu, CEO dello Studio Redice. Nei suoi ultimi anni di vita è riuscito a curare tantissimi e lunghi capitoli mantenendo sempre un livello qualitativo altissimo. Per quanto sofferente di una malattia cronica termina l’opera, morendo a 37 anni non molto tempo dopo, il 23 luglio del 2022.

Il manhwa è edito da Star Comics, e la prima stagione dell'anime copre 45 capitoli, arrivando all’inizio del settimo volume.

 
"Anche io vorrei tanto sapere chi o che cosa sono".

Gli allenamenti di Jinwoo influiscono anche a livello fisico. Fino al quarto episodio il suo era un corpo esile, con il taglio degli occhi rotondi, ma a partire dal quinto il fisico acquista massa muscolare e i suoi occhi si fanno più sottili, come a sottolineare un cambiamento anche del suo carattere, del suo stato mentale.

Spinto dall'istinto di sopravvivenza diventa quasi un antieroe, quando posto di fronte a dilemmi morali, in quanto non sempre i mostri hanno una forma aliena, talvolta sono gli esseri umani i peggiori mostri. Il protagonista si interroga su cosa stia diventando, temendo di star perdendo la sua umanità, sa di essere stato costretto a fare scelte estreme. Fino all'ultimo episodio il personaggio evolve, in una direzione ancora una volta oscura e misteriosa.

Sono tanti i misteri dell’opera a partire dal suo personal trainer immaginario, il suo unico compagno in questa avventura è la condensazione del mistero. Nessuno lo vede a parte lui, non sembra consigliarlo nelle scelte ma piuttosto obbligarlo maliziosamente come visto nell'ultimo episodio. Non esistono più gli innocui amici immaginari di una volta.

Tanti misteri, e oltre a quelli più evidenti sulla comparsa improvvisa delle abilità negli esseri umani e di dungeon nel mondo, ce n'è un altro molto importante: cosa è accaduto all’inizio della storia? Come ha fatto Jinwoo a sopravvivere? Non ci viene mostrato, il protagonista non sembra ricordare nulla di quanto avvenuto. Tuttavia, Jinwoo non indaga in maniera approfondita, non ponendosi le giuste domande non cerca risposte, si affida a qualcosa di incomprensibile. Narrata diversamente sarebbe facile mantenere alta l’attenzione su quanto accade, riuscire a incuriosire lo spettatore, mentre concentrandosi sull’azione parte della bellezza della storia si perde.

 
"Per quanto venga lodato come l'arma finale della Corea, le immagini di quell'isola popolano la mia mente e riempiono i miei ricordi".

L’opera si concentra unicamente sul protagonista, ma i vari comprimari riescono nel loro piccolo a ottenere il loro spazio, dai meno forti come nel caso di Chiyul Song e Taeshik Kang, fino agli hunter più forti come Hae-in Cha e soprattutto Jong-In Choi. L’uomo, testimone di una grande pericolo per il mondo intero, ci ricorda di un passato spaventoso da cui è riuscito a stento a fuggire, ma da quel passato non si è ancora usciti e ora minaccia presente e futuro. Uno dei problemi dell’opera è come i vari personaggi secondari risultino inutili, spesso solo un fardello per il protagonista.

L’autore ricorda come giunti al grado S non vi sia un livello superiore, e quindi ipoteticamente ci potrebbe essere un dislivello incredibile tra loro. Può esserci tra loro, oltre al protagonista, qualcuno tanto abile da possedere un’abilità straordinaria, inconcepibile, ma per quanto visto nessuno impressiona, nessuno sembra veramente forte o abile.
 
Recensione Solo Leveling


Quanto si sia puntato su questa produzione è chiaro se si vanno a guardare i nomi coinvolti per le musiche, composte da Hiroyuki Sawano. Una garanzia, capace di esaltare ogni anime su cui lavora, ricordando come abbia curato le musiche in The Seven Deadly Sins, Aldnoah.Zero, 86 Eighty Six e ovviamente L'attacco dei giganti.

Sawano in un'intervista ha dichiarato come il suo intento sia quello di avvicinarsi al suono ritmico orchestrale tipico dei film statunitensi, riuscendoci, meglio forse di quanto lui stesso creda, dal primo episodio, trasmettendo un senso di paura e inquietudine allo spettatore. Del resto parte integrante della storia sono le OST utilizzate. Tra tutte la più significativa è DARK ARIA <LV2> cantata da Xai. Si ha il piacere di sentirla durante il sesto episodio.
 
Death is gonna come for me
Be the change I couldn’t be
Can you find a life that’s like fairytales?
Far from this tragedy
Sad you had to wait for me
Feels like an eternity
Please forgive me for my sins
Angels wings lifting and setting me free

La sigla iniziale "LEveL" di Sawano Hiroyuki[nZk] cantata dai TOMORROW X TOGETHER (“TXT”) viene, in quanto biglietto di visita dell’opera, curata magistralmente risultando accattivante e convincente. A contrapporsi, l'inquietante sigla finale, “request” di krage, già artefice della bellissima ending di Raven of the Inner Palace. La stessa artista afferma in un’intervista come il suo intento, in questa canzone, fosse quello di esprimere il sentimento di disperazione delle persone convinte di essere deboli.
 
Recensione Solo Leveling


Per quanto concerne il comparto visivo, le animazioni sono state affidate allo studio A-1 Pictures (responsabili, tra le tante opere, in passato, di Sword Art Online, Bugie d'Aprile, Erased, Kaguya-sama: Love is War e più recentemente di Lycoris Recoil, Mashle: Magic and Muscles e Il castello invisibile).

Shunsuke Nakashige è il regista, con una scelta abbastanza coraggiosa in quanto è stato il primo titolo importante per cui gli sia stata affidata la completa direzione. La sua abilità si nota maggiormente quando cura anche lo storyboard, come nel lungo scontro visto nell’episodio 12. Contro uno dei più significativi nemici, l’azione, grazie anche movimenti dinamici impressi della telecamera, viene messa in risalto.

Le animazioni danno il meglio nelle scene d’azione, con coreografie di combattimento in generale di ottima qualità, anche se in maniera non costante, tanto che i primi episodi potrebbero in parte deludere le aspettative. Tra i tanti artefici del lavoro svolto meritano menzione Hirokatsu Maruyama, uno degli animatori principali e direttore delle animazioni dell’episodio 12, capace di dare risalto alla giovane Hae-in Cha a partire dalla sua prima comparsa, diventerà sempre più importante, e Yoshihiro Kanno (ha curato lo storyboard degli episodi 4 e 6, e in generale la direzione delle scene d'azione), in grado di trasmettere forza alle animazioni. Nel sesto episodio, forse uno dei più drammatici, la sua collaborazione con Takashi Sakuma (storyboard e direzione dell'episodio) riesce a dare maggiore energia alle scene.

Molta cura è stata data dalla rappresentazione dei vari mostri, come nel caso dell’enorme ragno apparso nell’episodio 5, disegnato da Mitsuaki Hori.
 
Recensione Solo Leveling


Sul doppiaggio, la voce originale del protagonista è affidata a Taito Ban (Kurō Kumogakure del recente Under Ninja). Molto energica la sua interpretazione, si direbbe anche troppo in quanto, come lui stesso afferma tramite Moca News, si è sforzato così tanto da essere arrivato a tossire sangue alla fine di una sessione di registrazione, per la precisione del quarto episodio. Da apprezzare in ogni caso anche i suoi tentativi di modificare, a seconda dell’aspetto e crescita del protagonista, il tono di voce, anche cambiando l'altezza del microfono durante le registrazioni.

Tra gli altri doppiatori degna di nota è la presenza di Reina Ueda (Melfina in Black Summoner), che presta la sua voce a Hae-in Cha.

Per quanto riguarda il doppiaggio italiano, Federico Campaiola (Sō Hishigata in Summer Time Rendering, e Ray in The Promised Neverland) fa un difficile lavoro sul protagonista, e tra i tanti doppiatori spicca il lavoro di Stefano Broccoletti (Uryū Ishida in Bleach) su Su Jinho Yoo. In generale resta un doppiaggio piuttosto criticato, non eccellendo soprattutto nella scelta dei personaggi minori.
 
Recensione Solo Leveling



Negli ultimi anni sono molti i manhwa a venire trasposti in anime, dopo i primi, quasi timidi, tentativi il mercato sta avendo sempre più spazio. Lo stesso CEO della Crunchyroll, Rahul Purini, in un'intervista al famoso sito statunitense The Verge parla del successo mediatico di Solo Leveling e di come il progetto sia nato proprio pensando a un pubblico al di fuori del Giappone.

La storia scorre velocissima come l’affondo della lama di Jinwoo Sung in questo travolgente gioco personale, ma giocare troppo potrebbe creare dipendenza soprattutto quando non sai a che gioco stai giocando.

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