Kaiju No 8: prime impressioni sulla seconda stagione
Ci attendono molte novità, tra nuovi nemici, personaggi e collaborazioni di portata globale
di Artax
La narrazione riprende esattamente da dove si era interrotta: i personaggi sono ancora scossi dagli eventi drammatici che hanno concluso la prima stagione. Kafka è in attesa di giudizio, mentre i suoi colleghi stanno per incontrare i membri della Prima Unità di Difesa. L’avvio è piuttosto tranquillo, quasi rilassato, senza creare una tensione eccessiva: ma è solo la quiete prima della tempesta. Nella seconda parte del primo episodio veniamo trascinati negli scontri, con omaggi visivi e narrativi alla grande tradizione cinematografica dei kaiju, strizzando l’occhio alle iconiche versioni di Godzilla.
Tra i nuovi personaggi spicca subito il capitano della Prima Unità, Narumi: all’apparenza un recluso ossessionato dai videogiochi e dagli acquisti compulsivi, si rivela poi un leader freddo e calcolatore, completamente focalizzato sull’efficacia in battaglia. Il suo comportamento sopra le righe e il repentino cambio di personalità (forse anche troppo repentino) hanno chiaramente una funzione comica, ma contribuiscono anche a delinearlo come un personaggio estremamente pragmatico: a Narumi non interessa chi sei o da dove vieni, conta solo quanto vali sul campo. Così anche Kafka, pur essendo un kaiju, viene accolto nella squadra d’élite. Il kaiju più forte con la squadra più forte: ci sarà da divertirsi.
La narrazione, però, si concentra soprattutto su Kikoru, che emerge come sterminatrice formidabile grazie alla sua arma potentissima e al suo infinito desiderio di diventare più forte. È lei il nostro “occhio interno” nella nuova unità, composta da volti per ora poco caratterizzati. Il design uniforme, anche per colpa delle divise tutte uguali, e il limitato screen time non aiutano a farli emergere. L’attenzione resta infatti centrata su Narumi e sul nuovo kaiju nemico, che già promette di mettere a dura prova i protagonisti.

Se la narrazione funziona, i combattimenti in questi primi episodi appaiono invece privi di quel mordente che ci si aspetterebbe, complice una colonna sonora piuttosto anonima che non riesce a sostenere i momenti più concitati. Qualche scena d’azione, dal punto di vista tecnico, riesce comunque a emergere, anche se alcuni personaggi appaiono talvolta "off model" e il ritmo generale resta sottotono rispetto all'adrenalina che potrebbe generare.
Sul fronte delle grandi collaborazioni musicali, però, Kaiju No. 8 ritorna in grande stile: la sigla di apertura "You Can`t Run from Yourself" è affidata ad AURORA, famosa cantante norvegese che accompagna un comparto visivo ispirato e allucinogeno, in cui la CG si fonde con colori acidi e contrastanti. Il divario ritmico tra la musica soave di Aurora e le "visuals" sembra suggerirci una stagione più introspettiva e psicologica.
La sigla di chiusura, "Beautiful Colors", che vede il ritorno dei OneRepublic, racconta i protagonisti in chiave più intima e quotidiana: li vediamo muoversi in una città monocromatica, che pian piano si tinge dei colori delle loro personalità. Un segmento visivamente poetico, dal ritmo pacato e contemplativo, che rafforza l’idea di una stagione dedicata alla crescita interiore del protagonista. Infatti noi vediamo subito Kafka sempre più assediato dai dubbi: da un lato il peso della promessa fatta ad Ashiro; dall’altro, il timore di perdere ancora il controllo quando si trasforma in kaiju. La sua crisi personale sembra essere il cuore emotivo di questa seconda parte.
Tecnicamente la serie sembra proseguire con i problemi e la mala gestione produttiva che aveva la prima parte di episodi, con qualche scena in movimento che si fa notare, come l'animazione della folla in fuga dei primi minuti del secondo episodio.

Insomma, da questi due primi episodi possiamo dire però che la serie stia continuando dignitosamente sui suoi binari e chi ha amato la prima non potrà non apprezzare la seconda, colma di personaggi da scoprire e un nuovo kaiju da affrontare che sembra necessiterà di tutto lo sforzo necessario. Uno sforzo che vedrà congiunti sia la nuova e promettente unità, di cui aspettiamo di conoscere i nuovi membri, sia Kafka che dovrà necessariamente venire a monte del suo dilemma per poter essere d'aiuto all'umanità.