Il governo giapponese chiede a OpenAI di rispettare il copyright: "Manga e anime sono tesori insostituibili"
Sora 2, l'app di OpenAI per la creazione di video tramite intelligenza artificiale, solleva preoccupazioni per la violazione dei diritti d'autore sui personaggi di anime e videogiochi giapponesi. Tokyo chiede misure preventive più stringenti.
di Ironic74

Lanciata il 1° ottobre 2025, l'app è rapidamente schizzata in cima alle classifiche dell'Apple App Store negli Stati Uniti, raggiungendo 1 milione di download in soli cinque giorni e superando i numeri iniziali di ChatGPT.
Tuttavia, poco dopo il suo lancio, i social media sono stati invasi da video generati dall'app contenenti rappresentazioni di personaggi protetti da copyright, provenienti da franchise popolari di anime e videogiochi come One Piece, Demon Slayer, Pokémon, Dragon Ball Z e Mario. Questa situazione ha sollevato serie preoccupazioni non solo per la mancanza di adeguate protezioni del copyright, ma anche per le famiglie di personaggi pubblici turbate dalla "rianimazione" digitale dei loro cari.
Il governo giapponese non è rimasto con le mani in mano e ha risposto con una richiesta formale rivolta a OpenAI affinché si astenga dalla violazione del copyright.
Durante una conferenza stampa presso il Gabinetto del governo venerdì scorso, Minoru Kiuchi, ministro di Stato per la strategia sulla proprietà intellettuale e l'intelligenza artificiale, ha informato i presenti della richiesta ufficiale, presentata online dal Quartier Generale per la Strategia sulla Proprietà Intellettuale del Gabinetto.
"Manga e anime sono tesori insostituibili di cui il Giappone si vanta con il mondo", ha dichiarato Kiuchi, sottolineando l'importanza culturale ed economica di queste forme d'arte apprezzate globalmente. Il politico Akihisa Shiozaki, membro del partito di governo LDP con un seggio nel parlamento giapponese (la Dieta), ha scritto ampiamente su Sora 2 sul suo account X ufficiale, affermando: "Siamo un Paese che ha conquistato il mondo con la forza creativa di anime, giochi e musica. Il Giappone ha la responsabilità di prendere l'iniziativa nello stabilire regole in questo ambito".

Durante un programma della TBS domenica scorsa, il ministro del digitale Masaaki Taira ha precisato che il governo ha chiesto a OpenAI di passare da un modello opt-out a un modello opt-in. Il sistema attuale richiede ai titolari del copyright di chiedere esplicitamente agli operatori dell'app di non utilizzare i loro personaggi, mentre con il modello opt-in sarebbe OpenAI a dover ottenere l'autorizzazione preventiva dai titolari dei diritti prima di utilizzare qualsiasi proprietà intellettuale.
Taira ha sottolineato la necessità di un meccanismo attraverso cui i titolari del copyright vengano compensati economicamente quando i loro personaggi vengono utilizzati sulla piattaforma. Il governo ha inoltre chiesto all'azienda di implementare misure che consentano ai titolari del copyright di richiedere la cancellazione immediata di contenuti dalla piattaforma, richiesta alla quale OpenAI avrebbe dato seguito.
I politici giapponesi sono tra quelli che hanno capito da subito la grande sfida ma anche i pericoli che il rapido sviluppo della IA comporta.
Entrata pienamente in vigore il 1° settembre 2025, la Legge di Promozione dell'IA del Giappone mira a fare del Paese il più "amichevole verso l'IA" promuovendo politiche che favoriscano lo sviluppo e l'utilizzo dell'intelligenza artificiale per la crescita socio-economica. Tuttavia, la legge stabilisce anche principi per affrontare l'uso problematico dell'IA, inclusa la violazione del copyright.
L'articolo 16 della legge riguarda la ricerca e l'indagine, affermando che il governo può "analizzare i casi in cui i diritti o gli interessi dei cittadini sono stati violati attraverso la ricerca, lo sviluppo o l'utilizzo di tecnologie legate all'IA condotte per scopi impropri o con metodi inappropriati, e considerare contromisure basate su tali analisi". Tuttavia, come notato dal Future of Privacy Forum, la legge non specifica sanzioni chiare per l'uso improprio dell'IA, ma invita piuttosto gli operatori commerciali a cooperare con le misure adottate.
A inizio mese il CEO di OpenAI Sam Altman ha annunciato che l'app adotterà misure simili a un modello opt-in. "Daremo ai titolari dei diritti un controllo più granulare sulla generazione di personaggi, simile al modello opt-in per l'uso dell'immagine ma con controlli aggiuntivi", ha dichiarato Altman, aggiungendo che OpenAI fornirà ai titolari dei diritti "la possibilità di specificare come i loro personaggi possono essere utilizzati (inclusa l'opzione di non utilizzarli affatto)".
La questione del copyright nell'era dell'IA arriva mentre si intensifica la competizione globale nel settore dei video generati dall'intelligenza artificiale. Mercoledì, Google ha presentato un'anteprima a pagamento del suo prodotto rivale Veo 3.1, che offre anch'esso video iperrealistici. A settembre, Meta ha rilasciato un'anteprima della propria piattaforma di generazione video tramite IA, Vibes.
Anche negli Stati Uniti le questioni legali si moltiplicano. Disney e Universal hanno fatto causa al generatore di immagini AI Midjourney, sostenendo che l'azienda abbia utilizzato e distribuito in modo improprio personaggi generati dall'IA tratti dai loro film.
Fonte: JapanTimes
IGN