Shabu shabu: carne e compagnia. Perché mangiare insieme è più bello!

Ecco uno dei piatti più amati per ritrovarsi in famiglia o con gli amici

di Hachi194

Cosa c'è di meglio che mangiare in compagnia? Esattamente come qui in Italia, anche in Giappone il cibo e il consumare pasti insieme ha una forte valenza sociale, essendo la cucina forse il punto più in comune fra i due paesi, molto diversi invece sotto tanti altri aspetti. Oggi vi presento lo shabu shabu, piatto che, per essere apprezzato al meglio, va gustato nei mesi più freddi, insieme ad altri commensali.
 

Prima di tutto, cosa si nasconde dietro a questo nome così misterioso, che sembra quasi una formula magica alla Harry Potter? Lo shabu shabu è un tipo di nabemono, di piatto cioè cucinato nel nabe, pentola di terracotta, quindi molto caldo e molto adatto alla stagione invernale. In questo particolare caso gli ingredienti (fettine sottili di carne molto tenera e verdure) sono serviti crudi e cucinati a tavola durante il pasto, in modo abbastanza simile alla fonduta.

Di origine cinese (anche se alcuni dicono che sia stato addirittura inventato da Gengis Khan come cibo per le sue truppe), la sua introduzione nel Sol Levante è relativamente recente: nasce infatti ad Osaka nel ristorante Suehiro nel corso degli anni 50 e deve il suo nome all'amore dei giapponesi per le onomatopee: shabu shabu infatti è il rumore che fa la carne quando viene calata e fatta ondeggiare nell'acqua bollente al fine di cuocerla. La parola shabu è ripetuta perché tutti gli ingredienti devono essere immersi due volte nel brodo.
 

Esistono ristoranti specializzati ma nulla vieta di apprezzarlo anche fra le quattro mura domestiche, specialmente in inverno (anche se, udite udite, ne esiste anche una versione estiva, denominata hiyashi shabu o rei shabu).
Probabilmente l'aspetto migliore di questo piatto è che gli ingredienti possono essere personalizzati sia in base alle proprie preferenze di gusto, sia in base al proprio portafogli: si può andare dalla carne di manzo wagyu a 5 stelle a semplici verdure fresche e sane. Ma cosa serve per poter gustarsi lo shabu shabu?
 

Prima di tutto occorre avere un nabe (cioè un pentolone di terracotta) e una piastra che faccia calore e che possa essere posta al centro della tavola. Nei ristoranti troverete piastre di riscaldamento ad induzione incastrate direttamente dentro il tavolo. Sono utili poi un mestolo per raccogliere gli ingredienti più difficili da prendere con le bacchette (come la pasta) e una schiumarola per ripulire la superficie del brodo dal grasso della carne.
Sarebbe anche cortesia usare un paio di bacchette solo per la cottura e con cui servire i vari commensali, evitando così toccare il cibo comune con le bacchette personali, gesto che può considerato scortese al di fuori di un pasto familiare informale. Infine ogni partecipante deve avere una ciotola per poter scegliere le salse con cui gustare gli ingredienti una volta cotti.
 

Ma alla fine, cosa c'è nello shabu shabu? Alla base c'è il brodo in cui cuocere quello che si è scelto: di solito è il classico brodo dashi fatto con l'alga konbu senza aggiungere nient'altro, visto che la carne e le verdure saranno poi condite con le salse. Tuttavia sta diventando sempre più popolare nei ristoranti offrire brodi diversi, aromatizzati con il kimchi, con il pomodoro o con la soia. Per questo si possono trovare nabe con un divisore, per poter cucinare con due diversi tipi di brodo contemporaneamente.
 

Qualunque sia il liquido, dentro vi si immergeranno fettine sottili di carne (manzo, vitello e maiale sono i più gettonati, ma può essere anche servito pollo, agnello, oca o addirittura frutti di mare, aragosta e granchio).
Per i vegetariani è molto quotato il tofu, assieme alle molte verdure (cavolo, cipolla, carota, erba cipollina, più tutte quelle di stagione e i funghi). Una volta sbollentati gli ingredienti per cuocerli, si dovranno immergere in un'ampia varietà di salse, a seconda ovviamente delle preferenze di ognuno.
 

Le due salse che la fanno da padrone sono il ponzu (una salsa di soia agrumata) e la goma-tara (una salsa di sesamo) a cui possono essere aggiunti cipollotti affettati, daikon grattugiato ma anche shichimi e peperoncino se amate il piccante.
A tutto questo si accompagna riso bianco al vapore (anche se l'integrale è sempre più gettonato per un'esperienza più sana) oppure i noodles (sia sottili che spessi) detti harusame, che saranno cotti alla fine nel brodo, diventato decisamente più gustoso dopo che vi sono stati immersi carni e verdure.
 

Ora che avete le basi, vediamo più nel dettaglio le tappe per preparare un ottimo shabu shabu: prima di tutto porre il nabe con il brodo sul fuoco e quando bolle abbassare la fiamma per facilitare le operazioni di immersione. Quindi, aggiungere le verdure e cuocerle brevemente per insaporire il brodo. Le verdure più dure come le carote richiedono più tempo per cucinare, mentre le verdure a foglia larga fanno prima, quindi regolatevi con che cosa partire.
A questo punto potrete iniziare a cuocere la carne e i frutti di mare, immergendoli brevemente nel brodo e facendoli scorrere all'interno di esso. Non cuocete tutta la carne assieme, ma solo un boccone per volta: come per la fonduta, gli ingredienti vanno cotti man mano per essere apprezzati meglio. Inoltre, aggiungendo troppi cibi contemporaneamente si rischia di abbassare la temperatura del brodo bollente e di interrompere così la cottura.
 

A questo punto si immerge la propria porzione nella salsa: di solito le verdure nel ponzu e la carne nel goma-tara, ma non c'è una regola precisa. Il riso accompagna ogni boccone e quando gli ingredienti sono finiti, si buttano i noodles nel brodo, spesso insieme a dell'uovo sbattuto, giusto per concludere in bellezza la solenne mangiata! È evidente da questa descrizione che lo shabu shabu è un ottimo modo per creare un'atmosfera conviviale ed è un ottimo pasto unico attorno a cui riunire familiari e amici.

Fonte consultata:
SavorJapan

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