Coronavirus: dichiarato nuovamente lo stato di emergenza a Tokyo

Vediamo nel dettaglio la situazione della pandemia in Giappone

di Hachi194

Oggi, giovedì 7 gennaio, a seguito dell'aumento notevole di casi di coronavirus, è stato dichiarato lo stato di emergenza per Tokyo e per le prefetture di Saitama, Chiba e Kanagawa. Si spera così di frenare la più grande ondata di casi di coronavirus avutasi nel paese dall'inizio della pandemia.
Lo stato di emergenza entrerà in vigore da venerdì 8 gennaio al 7 febbraio e chiederà ai residenti di rimanere a casa il più possibile e a ristoranti e bar di smettere di servire alcolici entro le 19:00 e di chiudere entro le 20:00. Saranno soggetti ad orari di apertura più brevi anche palestre, grandi magazzini e strutture di intrattenimento. I cinema situati nelle zone interessate dal provvedimento hanno momentaneamente sospeso le prevendite dei biglietti. 
 

Le scuole rimarranno aperte mentre le aziende saranno incoraggiate a ridurre del 70% il numero di persone in ufficio.
Le misure sono state attuate dopo i numeri da record visti nei giorni scorsi.
Se martedì 5 gennaio i positivi in tutto il paese erano risultati 4900, il giorno dopo erano già balzati a 6000. Nello stesso giorno a Tokyo si è raggiunto il record di 1.591 nuovi infetti, superato già oggi da 2.447 nuovi casi. 
Ma la situazione non è drammatica solo nella capitale e dintorni: infatti tutte le 47 prefetture dell'arcipelago hanno riportato casi.
 

Questi i numeri più importanti di martedì:

Kanagawa 622
Saitama 369
Chiba 261
Tochigi 111
Gifu 98
Wakayama 17
Miyazaki 38
Nagasaki 55
Tokyo 1278
Osaka 394
Aichi 273
Hyogo 222
Fukuoka 187
Kyoto 102

Gli ospedali situati nelle aree più colpite da questa nuova ondata stanno avendo difficoltà ad accogliere i pazienti. La percentuale di letti ospedalieri occupati dai pazienti con COVID-19 ha superato il 50% in otto delle 47 prefetture giapponesi a partire da mercoledì della scorsa settimana. Le otto prefetture sono Tokyo, Gunma, Saitama, Aichi, Shiga, Osaka, Hyogo e Hiroshima. Questo dato (il superamento della soglia del 50%) configura l'entrata nella Fase 4, il livello peggiore sulla scala a quattro livelli per misurare il grado di diffusione del coronavirus. La fase 4 indica che le infezioni si stanno diffondendo in maniera drammatica e le aree nella fase 4 possono dichiarare lo stato di emergenza.
Fra le rimanenti prefetture, 22 hanno superato il 20%, segno che si trovano in una situazione di Fase 3 con un rapido aumento delle infezioni.
 

Nonostante molti esperti avessero avvertito nei mesi scorsi della reale possibilità di un'ondata invernale, il numero di letti riservati ai casi di coronavirus è in realtà diminuito dalla prima ondata della scorsa primavera.
Il Giappone ha un totale di circa 900.000 posti letto ospedalieri, di cui solo il 3% circa è stato assegnato agli eventuali malati di COVID-19.
Questi numeri sono stati calcolati in base ai possibili scenari elaborati dagli esperti e basati sui dati della prima ondata e da allora non sono cambiati molto, anche se la situazione attuale è peggiore del previsto. Per Tokyo, ad esempio, erano previsti picchi di 477 nuovi casi al giorno, ma il 31 dicembre ne sono stati segnalati 1.337.
 

"Anche quando un letto si libera, è subito occupato da un nuovo paziente" ha detto un dipendente di un ospedale universitario di Tokyo che ha accolto sei pazienti COVID-19, il doppio di quanto originariamente previsto. All'ospedale della Tokyo Medical and Dental University gli otto letti per i casi di coronavirus gravi sono quasi sempre occupati, mentre i 25 letti per i casi moderati rimangono impegnati dal 60% al 70% circa. A livello nazionale a fine dicembre circa il 40% dei letti disponibili era occupato da casi di coronavirus ma a Tokyo si sale a più del 50% e in altre zone colpite molte strutture sono al limite.
 

Martedì scorso Yuji Kuroiwa, il governatore di Kanagawa, ha dichiarato di aver richiesto alle strutture mediche locali che accettano i pazienti affetti da coronavirus di posticipare di circa un mese i ricoveri e gli interventi chirurgici non urgenti, come interventi di chirurgia plastica e operazioni per rimuovere polipi benigni.
"La misura è necessaria per proteggere la vita dei residenti e il sistema medico regionale" ha detto Kuroiwa, cercando la comprensione e la cooperazione di tutti.
 

Preoccupa anche la ripercussione a livello economico: Hideo Kumano, capo economista del Dai-ichi Life Research Institute, prevede che l'impatto economico previsto sarà di 2,8 trilioni di yen, supponendo che le restrizioni durino per 50 giorni, cioè come durante la prima emergenza.
"Anche se l'area è limitata solo a Tokyo e alle sue vicinanze, le attività economiche in diverse aree interagiscono e quasi tutte le altre regioni del Giappone saranno interessate" ha detto Kumano. Nonostante le restrizioni previste siano meno ferree di quelle della primavera del 2020, gli esperti temono che potrebbero comunque cancellare una parte significativa, se non tutta, della crescita precedentemente prevista per il trimestre gennaio-marzo per l'area di Tokyo.
 

"La situazione sta peggiorando e se le aree e il periodo dell'emergenza fossero estesi, la percentuale di contrazione del PIL nel trimestre in corso potrebbe essere a due cifre" ha detto Shinichiro Kobayashi, economista senior di Mitsubishi UFJ Research and Consulting Co. "In tal caso, le ripercussioni si materializzerebbero non solo sotto forma di calo dei consumi, ma anche di bancarotte aziendali e aumento della disoccupazione" ha detto Kobayashi. "Ciò significa che l'economia giapponese potrebbe cadere in un circolo vizioso di deterioramento dei livelli di occupazione e reddito".
 

Dello stesso avviso è il presidente del colosso giapponese delle bevande Suntory Holdings Ltd. che nei giorni scorsi ha dichiarato ai giornalisti di essere preoccupato: teme infatti che questo lockdown costringerà molti ristoranti e bar a dichiarare banacarotta spingendo i lavoratori in gravi difficoltà finanziarie.
"Penso che i fallimenti aumenteranno" ha dichiarato Takeshi Niinami ai giornalisti "Le condizioni saranno più gravi di quanto non fossero nell'aprile 2020. Sono soprattutto i lavoratori non regolari a sopportare il peso di tutto questo. Il numero dei suicidi sta aumentando".
Niinami che è a capo di una delle più importanti aziende produttrici di birra ha detto ai giornalisti che si aspetta un minimo di vendite fra gennaio e marzo e un miglioramento ad aprile e maggio. Inoltre spera che la combinazione di Olimpiadi e rapida distribuzione del vaccino contro il coronavirus possano essere insieme la chiave per la ripresa.
Niinami ha inoltre chiesto al governo di aiutare i pub e i ristoranti giapponesi a rimanere in attività, perché "il cibo giapponese fa parte della cultura di questo paese".

Fonti consultate:
NewsOnJapan
TheMainichi
TheMainichi2
TheJapanTimes
TheMainichi3


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