Pirateria audiovisiva in calo dopo il boom da lockdown? #agoraclick167

I dati Fapav-Ipsos: l’incidenza complessiva del fenomeno torna ai livelli pre-pandemia.

di Ironic74

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Si arresta la crescita esponenziale della pirateria di contenuti audiovisivi e multimediali registrati nel corso dell’emergenza Covid-19: a testimoniarlo sono gli ultimi dati elaborati da Ipsos per Fapav (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali ). Se così durante il primo lockdown del si erano registrati 243 milioni di atti illeciti, negli ultimi 12 mesi gli atti illeciti compiuti mostrano un forte calo,arrivando a toccare quota 57 milioni in un bimestre medio, contro i 69 milioni per bimestre medio che si erano verificati nell’ultimo periodo pre-pandemia, il 2019. Di pari passo cala anche l’incidenza della pirateria in Italia, che passa dal 40% del periodo marzo-aprile del 2020 al 38% dello stesso bimestre nel 2021, contro il 37% su cui si era attestata nel 2019.

“La pirateria audiovisiva rimane in ogni caso una spina nel fianco dell’industria dei contenuti audiovisivi, con inevitabili conseguenze per il sistema economico ed occupazionale del nostro Paese – sottolinea Fapav – e soprattutto in un momento come quello attuale, porre in essere le migliori strategie di contrasto rappresenta un elemento imprescindibile per la ripartenza del settore”.

La ricerca Ipsos evidenzia inoltre come siano cambiate le abitudini dei pirati, che dedicano meno attenzione verso film e serie Tv/fiction, che scendono rispettivamente al 25% e 20%, con un -6% e -3%, mentre crescono le attività indirizzate alla fruizione illecita di eventi sportivi live, al 14% contro il 10% del 2019.

Cambiano inoltre le modalità utilizzate dai pirati: se da una parte è in discesa la pirateria “fisica”, a crescere è quella digitale, con un +4% rispetto al 2019, con una flessione nei download e nello streaming, che però non riguarda le Iptv illegali Se infatti nel 2019 i fruitori di questo genere di piattaforme illegali erano il 10% della popolazione Italiana, negli ultimi mesi questa percentuale è cresciuta fino ad arrivare al 21%, che si traduce in circa 11 milioni di persone che hanno dichiarato di aver utilizzato almeno una volta le Iptv illecite per la visione di film, serie/fiction, programmi tv ed eventi sportivi live, dei quali circa due milioni sono “titolari” di abbonamenti illegali.

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Un fenomeno che desta la massima preoccupazione – commenta Fapav – in considerazione anche delle realtà criminali che si celano dietro questo business illecito come rivelato dalle più recenti operazioni condotte dalle Forze dell’Ordine. Numerosi sono infatti i rischi, anche per gli utenti di queste piattaforme, spesso inconsapevoli di poter essere vittime di attacchi informatici e di compromettere i propri dati personali e bancari, oltre a danneggiare i propri device con malware e virus”.

Quanto alla consapevolezza di chi utilizza questo genere di servizi, la ricerca evidenzia come stiamo assistendo da una parte a un aumento della consapevolezza sull’illegalità di queste piattaforme, mentre rimane ancora bassa secondo gli intervistati la probabilità di essere coperti e puniti.

Tra i dati positivi che emergono dalla ricerca c’è il fatto che il 30% degli intervistati ha dichiarato di aver sottoscritto negli ultimi dodici mesi un nuovo abbonamento a piattaforme legali che distribuiscono opere audiovisive: un trend positivo che secondo Fapav riflette un “riconoscimento degli sforzi profusi dall’industria audiovisiva in questo anno difficile in cui ha continuato ad essere al fianco del consumatore con nuovi contenuti”.

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