Show-ha Shoten!: prime impressioni sul nuovo manga di Asakura e Obata

Il celebre disegnatore di Death Note eccetera torna con una nuova opera

di Alex Ziro

In queste settimane ci sono stati parecchi aggiornamenti per quanto riguarda Show-ha Shoten!, il manga sceneggiato dallo scrittore Asakura Akinari e disegnato da Takeshi Obata, celebre per aver lavorato a manga come Death Note, Bakuman o ultimo Platinum End (tutti sceneggiati da Ohba). Il manga ha finalmente debuttato e quindi è il momento di trarre le prime conclusioni.

Vi ricordiamo che potete leggere questo nuovo manga tramite l'app gratuita Manga Plus cliccando QUI. Di seguito la trama e le nostre impressioni, ovviamente SPOILER.
 
Azemichi ha un rimpianto nella vita: non aver fatto ridere una ragazza speciale nel momento più importante. Per rifarsi ha passato gli ultimi due anni cercando di diventare un comico però non riesce a esibirsi in pubblico. Il fato lo unisce a Higashikata, un compagno di scuola con grande verve ma al quale forse manca un po' di professionalità... riusciranno insieme a diventare i più grandi comici del Giappone?
 
 
Parto dal presupposto che questo inizio mi è piaciuto. Il mondo della cultura giapponese mi interessa molto, quello della comicità Manzai (ovvero quella presa in oggetto da questo manga) pure, sono sempre stato attratto da questi sketch che obiettivamente è difficile che possano fare ridere di crepapelle un pubblico occidentale, dato che solitamente l'umorismo "stand-up" (per usare un termine improprio che può aiutare comunque anche profani a comprendere) giapponese è ben diverso nella forma e nell'esecuzione a quello a cui siamo abituati noi.

La formula di questo manga è normale che ci faccia ricordare un'altra opera di Obata che ben conosciamo: ragazzo deve raggiungere la vetta del suo percorso artistico così da potersi dichiarare alla ragazza che ama, che chiaramente lo ricambia però per qualche strana forma di masochismo non stanno davvero insieme. Non voglio soffermarmi sulle differenze e i punti in comune tra i due manga, però sarebbe stato disonesto da parte mia non sottolinearlo. 

Questi due primi capitoli li ho trovati carini, i disegni sono ovviamente buoni ma per una storia di questo tipo sono ovviamente in secondo piano (e quindi forse il buon Obata è sprecato per una storia simile), le premesse mi incuriosiscono e lo sketch del primo capitolo direi che sia stato sorprendentemente riuscito e apprezzabile per chiunque, chissà che possano aver trovato in realtà la formula per rendere un qualcosa di così "giapponese" buono per tutti. Poi c'è da dire che la madre e la sorella di Azemichi sono bellissime, questo è un ottimo fattore e anche l'unica ragazza-compagna di scuola che si è vista per più di una tavola ha i capelli corti, sono speranzoso.

Il rischio di una storia estremamente pregna di cliché è altissimo però non è corretto criticarlo per qualcosa che non è effettivamente successo. Se amate Obata dategli una chance, la storia potrebbe non fare per voi ma chissà magari nasconderà qualche sorpresa, di certo io continuerò a seguirlo.
 
Non ho mai letto una serie manga di Obata. So che dopo questa frase moltissimi verrebbero sotto casa mia con forconi e torce se sapessero dove abito, ma ho comunque saputo (e lo sto facendo tutt’ora) assaporare i lavori del maestro sotto forma di animazioni. Il primo primo impatto è stato ovviamente Death Note, una delle serie cardine che costituiscono la base della cultura generale a tema anime (e ovviamente manga). Poi è sopraggiunto Platinum End, del quale mi sto limitando al momento alla esclusiva visione animata. Non sono certo un’esperta di Obata, ma già dalle due opere menzionate ho potuto comprendere il suo stile, tendende al cupo e all’horror. Eppure, su Manga Plus i miei occhi sono caduti su un qualcosa di completamente diverso. 

Shijima è uno studente delle superiori che desidera far ridere la gente, ma ha la classica paura da palcoscenico. Higashikata ha il medesimo obbiettivo ma si presta ad avere fra le mani il ruolo del “volto” da mostrare al pubblico. Detto così è molto, troppo riduttivo, perché i motivi che spingono i due giovani ad intraprendere questo lungo percorso sono molto sensibili e toccanti. 

Un capitolo un po’ lunghino che però non mi ha annoiato. Vedere i due conoscersi per la prima volta e sostenere insieme uno spettacolo comico è stato molto interessante. Ma non divertente. Non sto dicendo che ho pianto. Il punto di questo manga è far ridere attraverso le battute che i protagonisti si scambiano tra di loro. Si sa che, però, la comicità varia moltissimo di paese in paese, e molto spesso le traduzioni non rendono per niente: la comicità si basa fondamentalmente sulla cultura e le conoscenze tipiche del posto che non sono necessariamente di dominio mondiale, senza contare la miriade di giochi di parole che è possibile fare partendo da una sola. Non so assolutamente come sia la commedia giapponese, ma per quanto ho letto, la traduzione in inglese non rende affatto. Inoltre, la scena dello sketch comico tra i due con le battute “Sensei” una dietro l’altra, tipica giapponese, mi è risulatata personalmente un po’ monotona. L’unica cosa che mi ha effettivamente fatto (sor)ridere sono le espressioni esagerate dei ragazzi.

Mi sento intrigata e allo stesso tempo non penso sia il mio genere di manga. Staremo a vedere come si evolverà il tutto nei prossimi capitoli.
Olimpea
 
 
Show-ha Shoten è stata una lettura piacevole, ma ha un difetto importante. No, non sono le tavole di Obata, che malgrado continui a essere lasciare qualche sfondo bianco di troppo, continua ad essere ottimo. Se siete fan di Bakuman., sarà infatti impossibile non percepire una sensazione di deja vu costante di pagina in pagina. La storia infatti è ambientata al liceo, e i due protagonisti, che caratterialmente ricordano molto il duo della serie in questione, hanno un sogno da realizzare; ah, e anche qua abbiamo un'eroina da conquistare.

Ci tengo però a chiarire una cosa: a me il capitolo è piaciuto, anche molto! Certo, senza alcun dubbio il fatto di aver letto altre opere dell'autore ha compromesso questa esperienza, ma posso ritenermi tutto sommato soddisfatto. La presenza di due capitoli ha inoltre al lettore di affezionarsi più rapidamente ai protagonisti, che malgrado compongano una strana accoppiata per il momento funzionano. Una nota dolente per i lettori occidentali è tuttavia la comicità: la maggior parte delle battute, soprattutto quelle prese dagli sketch comici, affondano le loro radici fin troppo nella comicità giapponese, influenzando l'eventuale comprensione dei giochi di parole o delle battute.

Io per il momento lo continuo, non è un manga per tutti ma mi ha incuriosito e voglio premiare l'originalità. Anche il secondo capitolo mi ha intrattenuto, quindi invito i curiosi a dargli un'occhiata per decidere se iniziarlo oppure no.


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