Cartoncino bianco robusto, misura 24,2 × 27,3 cm, con un elegante bordino dorato: è lo shikishi, tradizionalmente utilizzato in Giappone dagli artisti per realizzare disegni o per apporre autografi, diventando così un vero e proprio oggetto da collezione. Negli ultimi anni lo shikishi è diventato sempre più ambito dagli appassionati, che sognano di esporre sulle proprie pareti le illustrazioni dei loro artisti preferiti.
Ma perché parlarne oggi? Perché intorno a questo tema abbiamo notato una certa disinformazione, unita a una sorta di “corsa all’oro” che, in alcuni contesti, sta generando situazioni spiacevoli. È notizia ampiamente diffusa sul web che, durante Lucca Comics & Games 2025, Tetsuo Hara – uno degli ospiti più prestigiosi della fiera – attraverso Coamix, la propria casa editrice e organizzatrice della mostra “Come un fulmine dal cielo” a lui dedicata, abbia messo in vendita alcune sue opere attraverso diversi “pacchetti”. Il più discusso è stato il pacchetto Èlite, dal valore di 12.600,00 €, che comprendeva: un incontro privato con Tetsuo Hara, un disegno personale su shikishi e la scelta tra due opere del maestro esposte in fiera, autografate da lui stesso. Il risultato? Un vero e proprio polverone, tra indignazione, meme, moralismi e tanta disinformazione. Molti si sono scandalizzati leggendo la cifra, ma pochi hanno realmente compreso il valore effettivo delle opere incluse nei pacchetti di Coamix, questo anche perché al pubblico italiano non erano mai state proposte occasioni simili.
Chiariamolo subito: 12.600,00€ non sono certo una somma trascurabile, tutt’altro. Tuttavia, se riconosciamo che i manga sono a tutti gli effetti arte e cultura, e che i mangaka sono artisti e maestri - tra l'altro da oggi esposti anche agli Uffizi di Firenze - allora dovremmo imparare a considerarli tali anche quando vengono ospitati, con grande sforzo organizzativo, alle fiere italiane. Non è raro, infatti, che alcune case editrici siano state sommerse da commenti sgarbati solo perché un artista, per sua scelta, ha deciso di non disegnare ma semplicemente di firmare un proprio volume. Eppure, anche quella firma ha un valore, e non soltanto simbolico. Negli ultimi anni molti appassionati si sono abituati a ricevere, dopo una coda o una lotteria, un disegno o uno sketch, senza mai chiedersi quanto valga davvero quel gesto artistico.

Cerchiamo allora di capirlo insieme. Per farlo, ci affidiamo al portale più celebre di tutti: Mandarake. Fondata nel 1987 a Tokyo, Mandarake è una catena di negozi specializzati nella vendita di prodotti usati legati al mondo dell’animazione e del fumetto: manga, anime, videogiochi, cosplay, action figure e, naturalmente, autografi e disegni originali. Ogni tre mesi Mandarake organizza un’importante asta, la Mandarake Zenbu, dove vengono battuti pezzi da collezione con offerte provenienti da tutto il mondo. Nell’ultima edizione, la 130ª, come nelle altre edizioni si sono viste aste concluse a cifre capaci di lasciare chiunque a bocca aperta.
Prima di andare oltre, una precisazione importante: online circolano migliaia di disegni “attribuiti” a mangaka celebri, ma molti sono riproduzioni – talvolta goffe, talvolta estremamente convincenti – realizzate con strumenti digitali o meccanici. Proprio per questo Mandarake è diventato un punto di riferimento internazionale: ogni opera messa in vendita è autenticata da esperti specializzati.
La sola consulenza privata costa 27.500 yen (circa 154,00€), mentre il certificato ufficiale di autenticità rilasciato da Mandarake ha un costo di 55.000 yen (circa 308€). Quindi se voi avete tra le mani un oggetto da collezione potete farlo certificare da questa azienda, ma a caro prezzo. Tuttavia chi acquista un oggetto all’asta riceve automaticamente il certificato, che ne aumenta il valore collezionistico e di mercato: possedere uno shikishi, un disegno o un autografo certificato Mandarake è sinonimo di garanzia assoluta.
E ora veniamo al punto. Ecco alcuni esempi di opere recentemente messe all’asta su Mandarake, con i rispettivi prezzi di aggiudicazione (cifre in yen):

E poi ancora qualche disegno o sketch su shikishi prestampati o volumi:

Visti questi prezzi, e facendovi fare autonomamente la conversione euro/yen, considerando che si ha la possibilità di avere l'artista di fronte a sé, potendo quindi spesso fare foto o video che autocertificano l'autenticità dell'opera, trovate ancora fuori da ogni logica chiedere 12.600,00€ per uno shikishi personale di un'artista come Tetsuo Hara (in aggiunta ad altre sue opere e firme)? Credete ancora che una semplice firma o sketch su volume non abbiano alcun valore?
Questi sono semplici esempi presi a caso tra migliaia e migliaia di disegni o autografi battuta all'asta in questi anni e ovviamente vi è una netta differenza tra artisti blasonati come Hayao Miyazaki, Akira Toriyama, Takehiko Inoue, Kentaro Miura, Osamu Tezuka e artisti più di nicchia, così come vi è molta differenza tra artisti che sono stati negli anni molto produttivi in tal senso, come ad esempio Leiji Matsumoto o Tetsuya Chiba, di cui si possono trovare tantissimi oggetti o, rispetto ad un Kazuo Kamimura o Eiichiro Oda di cui si trova molto poco o nulla. Un'altra distinzione che fa lievitare l'offerta riguarda poi l'intestazione dell'oggetto, se il disegno è intestato "a Mario" ovviamente è più di difficile collocazione, in quanto molti collezionisti vorrebbero avere un disegno appeso alla propria parete senza che fosse intestato ad altri.

Giungiamo quindi alle conclusioni. Speriamo che con questo articolo abbiate innanzitutto compreso che tutta l'arte, qualsiasi essa sia, ha un valore, e quindi speriamo di non leggere più commenti come quelli visti nell'ultima edizione di Lucca Comics and Games nei confronti di alcuni editori. In secondo luogo, anche qui come spesso accade nelle "code" nelle varie manifestazioni, avere la pretesa che un'artista disegni o firmi altri oggetti oltre a quanto già pattuito da regolamento non è un modo molto educato di presentarsi all'artista stesso, in quanto appunto l'artista potrebbe avere obblighi contrattuali nei confronti della sua casa editrice e allo stesso tempo potrebbe scambiare l'appassionato per un mero lucratore, a caccia di firme e disegni per poi rivenderle al miglior offerente.
Speriamo di vedere quindi un maggior rispetto in futuro per gli artisti e per gli editori che si impegnano ogni anno per portare questi ospiti in Italia, con la consapevolezza che in quei pochi secondi in cui si ha l'artista di fronte a sé un momento di generazione di arte, qualunque essa sia: autografo su volume, autografo su cartoncino, disegno o sketch. Ovviamente questo articolo non vuole essere rivolto alle tante persone che invece non sono interessate ai valori intrinsechi degli oggetti che avranno poi tra le mani, ma che semplicemente partecipano ad una lotteria o ad una coda o ad un qualsiasi tipo di regolamento per poter stare di fronte al loro artista preferito, per avere un minuto di connessione con esso, per poter semplicemente dire:

Anche per me il fumetto è Arte. Popolare.
Non me ne frega niente del mercato che i ricchi si fanno tra di loro; non è il nostro!
Non vuoi dar gratis un tuo sketch o piccolo disegno? Va bene, paghiamo un po', ma non che debba costarmi come due illustrazioni megadettagliate fatte da grandi professionisti che impiegano giorni e giorni a crearle. Che ti chiami Tetsuo Hara o no.
Cosa pensi della banana di cattelan?
Esiste la possibilità di non abbassarsi al livello di avere a che fare con loro, però
Detto ciò, parlando del resto da un lato è verissimo che ognuno coi propri soldi ci fa quello che vuole (basta poi non vada a piangere miseria in giro ripetendo "me tapino" o invocando sussidi se ha sperperato tutto in fumetti o qualsiasi altro bene NON di prima necessità, nevvero?) e che anche i disegni a fumetti sono arte.
Dall'altro, sarebbe un grosso qui pro qui scambiare per raffinati rivenditori e collezionisti d'arte i disperatelli sbavanti di FOMO che vagano per le fiere raccattando più o meno a caso firme e disegnetti fatti al volo da autori esausti, o mettendosi in profondo imbarazzo e creando disagi agli altri avventori, come accaduto quest'anno a Lucca. Aggiungo a tal proposito che sarebbe d'uopo un bell'articolo per raccontare le meraviglie del gruppetto di telegram dele firme XD con le varie foto di zaini buttati fuori dai padiglioni la notte a "fare la fila", tizi sgradevoli in tutti i modi possibili e immaginabili buttati sui cartoni in un modo che definire offensivo verso le persone senza tetto è fargli un complimento e le allegre storie dei Gianni e Pinotto che arrivavano alle cinque e dicevano a chi si era (a sua volta genialmente, diciamolo) messo "in fila" (sempre non ufficiale) magari da due ore prima "Vai via, siamo tornati ora per L'APPELLO (...), chissenefrega se eravamo a farci i fatti nostri, lo shikishi delle meraviglie lo prendiamo noi, non te! ;O;"
E io a quei locus amoenus non mi sono avvicinata nemmeno per sbaglio, eh, immaginate cosa viene fuori parlando con gente che questo degrado lo ha vissuto in prima persona. Consiglio anche di parlare con chi ha assistito a situazioni "gravi", ormai anche quelle sono il segreto di Pulcinella, per quanto gli interessati cerchino di nascondere la cosa... e a chi gli anni scorsi difendeva queste situazioni (specifico che il buon Ironic non ricordo lo abbia mai fatto, a differenza di altri), magari, di vergognarsi un pochino. Almeno un pochino.
Aggiungo che anche il fatto di rendere questo mondo adatto solo ha chi ha abbondante denaro da spendere ha sia pro che contro: il pro è che più alzano le soglie di "entrata" più l'attuale caos dovrebbe acquietarsi, diminuendo la gente, e anche situazioni come quella sopra descritta comunque diventano a quel punto per forza di cose meno pesanti, anche solo perché i poveri gianni e pinotto di turno delle finte filette saranno sempre meno, visto che se fosse tutta gente molto danarosa in moltri si comprerebbero i pass deluxe. Questo fermo restando che sembra alcune ce cambieranno metodi "grazie" al degrado visto appunto quest'anno.
Il contro è che ovviamente se si appoggia questa situazione diventa del tutto incoerente ripetere che "il fumetto è per tutti <3". No raga, se "il fumetto" costa sette o dodici euro a volume e per avere l'onore di un doodle o una firma fatti al volo se ne deve pagare in un modo o nell'altro molti di più, il fumetto non è decisamente per tutti. Si tratta di scegliere cosa si preferisce e adeguarsi a proprio modo o lasciare questo mondo a seconda di come andranno le cose.
Riguardo al discorso "una possibilità viene data anche al tutti con le lotterie et similia, o facendo ore di coda magari però regolare". Il punto è questo, e riguarda qualsiasi situazione come fiere, concerti eccetera: se una vostra passione vi richiede di stare male, soffrire, essere trattati come poveri animali ammassati tutti insieme o generalmente fare cose che non vi fanno star bene, pensate davvero di meritare di patire così per un premietto tra l'altro spesso irrisorio (nel nostro contesto non si parla più delle firme e delle chiacchierate fatte spesso con calma e piacere di un tempo, ormai il mood è "pronto uno avanti un altro")? Questa è una scelta personale. La retorica del "se soffro vale di più" esiste perché c'è gente che ha bisogno di ripeterselo per sentirsi meglio e giustificare azioni dannose spacciandole per sane e addirittura virtuose, ma chiunque può decidere di non abbassarsi a certe situazioni e godersi la propria passione come può in santa pace (fermo restando la questione economica già citata).
Se potete non piegatevi a dinamiche così poco gradevoli e immeritevoli di voi appassionati tranquilli, davvero.
Che fa bene chi se la mangia.
A mio modesto parere, Hara sarà anche bravo come disegnatore, ma a livello umano, con questa iniziativa, si è dimostrato un mero affarista, oltre a essere pure alquanto permaloso per la polemica che c’è stata con Leo Ortolani (che, a differenza sua, gli autografi e gli sketch li realizza gratuitamente).
Per quanto riguarda il tema del collezionismo, purtroppo negli ultimi anni diversi hobby sono diventati sempre più il terreno di caccia di speculatori che, mossi dal profitto, acquistano prodotti in vista di una futura plusvalenza alla stregua di un operatore di borsa, con il risultato che le aziende, attratte da facili guadagni, assecondano sempre di più queste manie, privilegiando tali soggetti a discapito dei veri appassionati.
Giusto per chiarezza, la banana veniva mangiata anche prima (sostituita ogni giorno e data in via), ma ora il mangiarla fa parte dell'opera.
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