Kan Takahama: interviste & incontri a Lucca Comics & Games 2023

L'autrice della celebre Trilogia di Nagasaki si racconta, tra disegni, aneddoti e un'intervista esclusiva ad AnimeClick

di zettaiLara

L'edizione 2023 di Lucca Comics & Games, rassegna tenutasi dall'1 al 5 novembre nella nota cittadina toscana, ha potuto annoverare una numerosa serie di importanti ospiti giunti dalla terra del Sol Levante: tra questi vi figura anche la mangaka Kan Takahama, autrice della cosiddetta trilogia di Nagasaki, ovvero un trittico di opere a sfondo storico nelle quali il Giappone, l'Europa e l'Occidente si incontrano attraverso una variegata serie di tematiche, esplicitate grazie a una minuziosa ricerca di fondo.
 
Takahama_Lucca_23 copertina

AnimeClick ha potuto seguire l'autrice durante le sue apparizioni pubbliche in fiera, nonché richiederle un'intervista e uno showcase esclusivo, grazie alla disponibilità dell'editore Dynit Manga.
Di seguito vi proponiamo quindi il resoconto dei vari incontri, con gli aneddoti ricavati sulla sua vita di mangaka e le sue celebrate opere.


La mostra "Le storie nascoste" (1 - 5 novembre 2023)

L'arrivo della sensei Takahama a Lucca coincide precisamente con l'inaugurazione di una piccola mostra dedicata alle sue opere presso la piccola chiesa di San Pietro Somaldi: alla presenza dell'arcivescovo di Lucca monsignor Paolo Giulietti e dell'ambasciatore giapponese Akira Shiba presso la Santa Sede del Vaticano, il 1 novembre alle ore 14:00 si sono dunque spalancate le piccole ma affascinanti porte de "Le storie nascoste", un percorso che si snoda cronologicamente attraverso i tre manga realizzati dall'autrice nel corso di un decennio, e resi disponibili nel nostro Paese dal 2018 in poi da Dynit Manga.
Al volume unico L'ultimo volo della Farfalla vi ha fatto seguito nel 2021 la pluripremiata miniserie in sei volumi La Lanterna di Nyx, e infine il manga in quattro volumi Memorie dell'Isola Ventaglio tra il 2022 e il 2023.
La mostra è stata promossa e organizzata dalla Diocesi di Lucca col patrocinio di Lucca Comics and Games grazie anche al lavoro della professoressa e ricercatrice Olimpia Niglio, mentre le tavole sono state selezionate da Asuka Ozumi di Dynit: il focus verte per l'appunto sulle 'storie nascoste', ovvero sugli ulteriori piani di lettura che si possono rinvenire nei tre manga, oltre dunque alla presenza di personaggi realmente esistiti e altri di finzione ricorrenti tra un'opera e l'altra. Le loro storie si intersecano ripetutamente, con delicatezza e maestria, assieme a temi forti come quelli della condizione e dell'emancipazione femminile.
 
Takahama mostra 2023 foto di gruppo

La Trilogia di Nagasaki viene proposta all'interno della mostra in ordine cronologico di tempo, e pertanto l'avvio si ha con L'ultimo volo della farfalla, ambientato a Maruyama, nel quartiere dei piaceri di Nagasaki alla fine dell'epoca Edo-Tokugawa (1603-1868). Il Giappone viveva in quel periodo un isolazionismo ermetico da quasi due secoli, ma nell'isola artificiale di Dejima, di fronte a Nagasaki, erano comunque presenti gli stranieri e in particolare gli olandesi, con cui erano permessi gli scambi commerciali.
Memorie dell'isola ventaglio è la miniserie che ne racconta l'ideale prosecuzione, mentre il Giappone traghettava verso l'epoca Meiji, che ne avrebbe permesso una corsa a grandi falcate verso il progresso e la modernità, naturalmente non senza violenti strascichi e tumulti interni. Trasversalmente, il manga scava inoltre una intensa fenditura a riguardo dei Kakure Kirishitan dell'isola di Kyushu, ovvero i 'cristiani nascosti' che hanno subito diverse violentissime persecuzioni nel corso dei secoli.
Infine, La Lanterna di Nyx prende il via dall'Esposizione Universale di Parigi del 1878, raccontando l'incredibile incontro tra diverse culture nel periodo in cui lo 'japonisme' ammaliava la ville lumière, fulcro culturale dell'Europa dell'epoca, e l'Occidente a sua volta entrava preponderante proprio in Giappone in più ambiti, compreso quello industriale, della scienza e della tecnica.
La mostra si conclude con la presentazione di due tavole inedite di Kan Takahama, provenienti da Shishi to Botan (Leoni e Peonie): si tratta di una nuova opera di cui è appena iniziata la serializzazione in patria, con il primo capitolo del manga che ha fatto il suo debutto in Giappone proprio in contemporanea con la rassegna lucchese in Italia. Il manga riprende il tema dei Kakure Kirishitan per approfondirlo ulteriormente, mentre la mostra vi colloca idealmente accanto un video realizzato proprio dalla sensei Takahama, che si può visionare in italiano sul canale YouTube dell'Arcidiocesi di Lucca.

Cristiani nascosti. Alcune tradizioni ad Amakusa, isola di Shimoshima
Video realizzato da Kan Takahama

 
Il curioso legame del Giappone e delle opere di Takahama con Lucca si scopre così essere a duplice filo poiché, come enunciato sia dall'ambasciatore che dall'arcivescovo Giulietti, proprio nella cittadina toscana era nato il beato Angelo Orsucci, missionario che si trasferì nel Paese del Sol Levante e lì venne catturato e arso vivo nel 1622 a Omura, nell'isola del Kyushu.
Vi lasciamo alle loro parole durante il saluto istituzionale all'inaugurazione della mostra:

Ambasciatore presso la Santa Sede: Eccellenza, gentilissimi ospiti, cari amici, buon Ognissanti. E' con grande piacere che oggi sono venuto a Lucca all'inaugurazione di questa mostra dedicata all'opera dell'artista di manga Kan Takahama. Desidero innanzitutto ringraziare per l'invito e congratularmi con tutti coloro che hanno lavorato per la realizzazione del progetto, in particolare con l'arcivescovo Giulietti, la professoressa Niglio, la dottoressa Ozumi e tutti i collaboratori dell'Arcidiocesi di Lucca. 
Lucca vanta un legame speciale con il Giappone: ogni anno qui si svolge la più grande fiera del fumetto in Italia ed è sempre forte la presenza del Giappone che da decenni si è affermato in questo settore grazie ai popolarissimi manga. 
E' bello che ogni anno questa città ospiti tanti appassionati di cultura giapponese e rinomati artisti dal Giappone. Tuttavia, Lucca e il Giappone hanno anche un legame ben più antico: 450 anni fa a Lucca nacque Angelo Orsucci, missionario morto martire in Giappone e successivamente fatto beato. Il beato Orsucci vide quindi il Giappone del Seicento e visse il drammatico periodo in cui il Cristianesimo era proibito e i cristiani perseguitati. l'Arcidiocesi di Lucca è impegnata nella riscoperta di questo passato con importanti iniziative culturali come questa mostra e il convegno Thesaurum Fidei dello scorso maggio. 
Questa storia antica del Cristianesimo in Giappone e la moderna cultura dei manga si incontrano nell'opera della sensei Takahama che è nata e vive nel sud del Giappone ad Amakusa sulla isola del Kyushu, dove Francesco Saverio sbarcò nel 1549. Si tratta di una zona che, insieme alla vicina città di Nagasaki, era il centro del Cristianesimo in Giappone.
In queste terre si svolgono le storie dei suoi manga, riconosciute con cura grazie alla consultazione di documenti storici. Nelle storie compaiono anche i cosiddetti cristiani nascosti, cioè i cristiani giapponesi che a partire dal Seicento dovettero professare di nascosto la propria fede per evitare le persecuzioni. Credo che il lavoro della sensei Takahama abbia un grande valore e possa contribuire non solo alla scoperta e alla diffusione di altre storie nascoste, come dice il titolo della mostra, ma anche a ravvivare l'interesse di appassionati e studiosi. Concludo quindi augurandomi che questa mostra abbia successo e che le altre iniziative dell'Arcidiocesi di Lucca possano proseguire anche negli anni a venire. Grazie mille. 

 
Takahama Mostra 2023 Arcivescovo e Ambasciatore

Arcivescovo Giulietti: ringrazio innanzitutto il signor ambasciatore per la sua presenza qui che rinnova una collaborazione e un'amicizia già sperimentata in occasione del convegno e della mostra dedicati ai cristiani nascosti del Giappone e al beato Angelo Orsucci. L'iniziativa di oggi si pone in continuità con questo lavoro di riscoperta di una storia nascosta: ricordarle è importante, perché la memoria di ciò che è accaduto è una memoria salutare che ci incoraggia e al tempo stesso ci mostra la possibilità di una fedeltà e di una testimonianza, nonostante tutto. 
Vi è il lavoro degli studiosi, e poi vi è anche quello dei divulgatori che, molto ben documentati con un retroterra serio di informazione, si pongono l'obiettivo di far conoscere queste storie ai giovani e al grande pubblico. Perché, come dice Papa Francesco, "il futuro non si costruisce se non sulla conoscenza del passato". Allora far riemergere le storie nascoste è molto utile, molto importante e anche molto opportuno. 
Quindi ringraziamo l'autrice che ha accettato di vivere qui qualche giorno a Lucca e con varie iniziative di conoscenza della sua opera e ringraziamo tutti i curatori della mostra, i volontari, la parrocchia che ci ospita, sperando che questo momento di conoscenza delle storie nascoste sia davvero un fiore all'occhiello di questa nostra presenza ecclesiale a Lucca Comics e anche dell'intera manifestazione. Grazie a tutti. 


Visibilmente emozionata per l'esposizione dedicatale, la sensei si è dimostrata fin da subito un'artista cortese e affabile, disponibile a scambiare quattro chiacchiere con i fan in visita.


Showcase (2 novembre 2023)

Il 2 novembre 2023, nella Sala Tobino di Palazzo Ducale si è tenuto uno showcase con la sensei Takahama, moderato dal giornalista e scrittore Marco Rizzo: durante l'evento la mangaka ha risposto a varie domande, illustrando al contempo il processo con cui realizza le sue tavole. Di seguito vi riportiamo un estratto della conferenza.
 
Marco Rizzo: prima di parlare delle opere già edite, abbiamo una piccola sorpresa, ovvero un'anteprima della sua nuova opera Shishi to Botan, serializzata proprio a partire da questi giorni. E qui ne vediamo le fasi di creazione attraverso le slide.

Kan Takahama: come vedete, dai primi schizzi passo poi ai disegni completi, quindi ne faccio la scansione, aggiungo dettagli e linee. Rimuovendo poi il livello degli schizzi, passo alla rifinitura aggiungendo dapprima gli sfondi, poi la loro colorazione, le campiture colorate di bianchi, neri e scale di grigio. Infine inserisco le ombreggiature sulla pelle e vari punti di luce, sia nel dare volume e profondità, sia per aggiungere atmosfera alle tavole. Alla fine completo il tutto con i bordi alle vignette e inserendo i balloon per i testi (oltre alle foto sottostanti, si veda la gallery per i passaggi completi, ndr).
 
Takahama 2023 vignetta Shishi 1

Ci può svelare qualcosa di più a riguardo della sua nuova storia?

K. T.: si parla di un tesoro nascosto dalle comunità cristiane nel Giappone feudale (XVI - XVII secolo). I personaggi sono contemporanei, tuttavia sono alla ricerca di un tesoro custodito dai cristiani, all'epoca perseguitati.
Per certi versi, è una storia basata su mie esperienze personali. Ma se ora vi raccontassi di più, beh... non posso. Lo scoprirete da soli leggendo.
La rivolta di Shimabara - Amakusa fu una delle più grandi tragedie di quell'epoca, con 37.000 vittime. Il governo distrusse tutti i luoghi di culto e tutti i documenti, quindi non abbiamo delle prove concrete di questo genocidio, cioè dei documenti storici che lo attestino con precisione. Chi erano quelle persone? Come vennero pianificate quelle ribellioni? Questo è uno dei più grandi misteri nella storia del Giappone. 


Primo Levi scrisse "Tutti coloro che dimenticano il loro passato sono condannati a riviverlo." E io ne sono convinto, avendo anche fatto fumetti storici, che raccontare il passato almeno ci aiuta a capire il presente e a non ripetere gli stessi errori. Volevo chiedere alla sensei se si ritrova d'accordo.

K. T.: sì, esattamente, è precisamente questo il punto. E' proprio per questo che scrivo questa storia. Vorrei mostrarvi ciò che successe, perché ho trovato dei documenti storici riguardanti quella tragedia nella mia casa. Quel documento non era direttamente collegato a quei fatti, ma ho fatto ricerche sulle tradizioni della mia isola di Amakusa, chiedendo anche ad altre famiglie di aiutarmi, e le ho condotte per cinque anni.
Ho trovato infine alcune delle chiavi con cui cercare di comprendere quei fatti. Su quello ho poi steso la sceneggiatura, per capire il passato, comprendere il presente e capire cosa nel futuro possiamo fare per mantenere la pace.


Dove nasce questo suo interesse per i manga storici? Perché ricordo che in alcune interviste lei indicava di non aver iniziato a occuparsi di manga storici dall'inizio della sua carriera, esatto?

K. T.: ho iniziato a lavorarci circa dieci anni fa, perché me lo chiese l'editore. Non ero molto interessata alla storia all'epoca, però ho cominciato a fare le ricerche, a studiare e a raccogliere il materiale, e da lì ho pensato "accidenti è molto interessante." 
 
Takahama 2023 Showcase

Come funziona il suo processo creativo? Lei costruisce la storia intorno al personaggio -vero o di finzione che sia- e la storia con la S maiuscola Le detta quello che farà il personaggio? Ricordiamo ad esempio che il medico olandese de L'ultimo volo della farfalla è un personaggio realmente esistito.

K. T.: diciamo che trovo molto interessante mescolare personaggi di finzione con altri realmente esistiti, e procedere così anche per le loro storie. Mi piace davvero tanto.
 
Lei preferisce lavorare in digitale o analogico?

K. T.: di recente mi trovo bene a lavorare con Clip Studio. Ma potrei cambiare idea in futuro, chissà. Vedremo.
Durante la stagione delle piogge in Giappone, inoltre, è difficile disegnare perché la carta si inumidisce, si piega e si accartoccia. Per questo cambio spesso le penne e uso il tablet.


Quando comincia a lavorare su una storia e si fanno degli studi sui personaggi e gli schizzi preparatori, lei li fa sulla carta o sul tablet?

K. T.: io inizio sempre lavorando con Excel. 

Eh? In che senso con Excel? Per favore ci spieghi, vogliamo sapere!

K. T.: nel senso che, beh, in verità non mi ritengo brava a disegnare. Preferisco come prima cosa prendere appunti, e impostare l'intera struttura della storia su Excel, per così dire. Solo in seguito inizio a disegnare.
 
Takahama Showcase 2023 tavola parziale

Ha avuto esperienza di collaborare con altri autori giapponesi e formarsi presso di loro, com'è consuetudine di tutti i giovani mangaka che lavorano come apprendisti presso gli artisti più noti?

K. T.: io vivevo lontana da città e metropoli, mi era difficile trovare qualcuno presso cui poter fare l'assistente. Quindi ho imparato da sola. Ma a farmi da insegnante in un certo senso sono stati gli autori francesi con cui mi relazionavo (l'autrice è stata pubblicata da diverso tempo anche in Francia, ndr) che mi hanno spiegato ad esempio come e dove comprare i materiali da disegno. A loro sono davvero molto grata.
 
Sono curioso di sapere come mai lei, così attenta alla ricostruzione storica, ha voluto inserire un elemento fantastico proprio nella protagonista de La lanterna di Nyx, un manga iper documentato a livello storico, con tante note a margine per approfondire ulteriormente il contesto.

K. T.: in questo caso è stato l'editore a suggerirmi di inserire un elemento fantasy in una storia d'epoca, e a me l'idea è piaciuta subito, dunque abbiamo proseguito così.

L'editore influenza le sue storie? Collabora con lei nell'idearle?

K. T.: quando ho iniziato La Lanterna di Nyx, l'editore voleva collaborare nel definire la storia, sì. Ma un giorno, all'improvviso, quattro persone hanno deciso di dimettersi dalla casa editrice, quindi il mio editore si è trovato di punto in bianco con venti autori di cui occuparsi. Poiché non aveva più tempo per seguirmi direttamente, di conseguenza io mi sono ritrovata libera di procedere a mio piacimento. Possiamo dire che da allora, in pratica, posso fare tutto come meglio credo, e questo mi piace.
 
Takahama 2023 vignetta Shishi 2

Lasciamo l'ultimo spazio per una domanda dal pubblico.

(Dal pubblico): salve. Io studio storia all'università e sono rimasto molto colpito dalle sue opere perché mi sembra un modo molto 'leggero' di trasporre un racconto storico, che spesso è pesante proprio per via della documentazione, la quale magari a volte eccede sopra il contenuto del racconto. Quindi volevo chiederle: qual è il suo metodo di ricerca?

K. T.: a volte vado in biblioteca, oppure incontro professori universitari, o ancora persone anziane che vivono da tanto tempo nelle zone di cui mi interessa narrare e comprendere le abitudini e altro ancora. Inoltre sto imparando come leggere documenti antichi, e altre volte mi confronto con gli addetti degli uffici comunali che si occupano della documentazione storica, simili al vostro Archivio di Stato, per intenderci.
In Giappone abbiamo la Kokuritsu Kokkai Toshokan, ovvero la Biblioteca Nazionale di Tokyo, che è uno strumento davvero molto utile. La prima volta è necessario recarsi lì per la consultazione, ma facendo la tessera di iscrizione è davvero comodo perché poi ci si può accedere online ovunque, senza che sia più necessario recarsi appositamente a Tokyo. Lì sono custodite mappe, documenti, libri, romanzi, davvero qualunque cosa.



Showcase @ Animeclick (3 novembre 2023)

Durante lo showcase del giorno precedente, la sensei Takahama non aveva avuto modo di completare il disegno imbastito a seguito dell'ampio dibattito instauratosi con le numerose domande sul suo lavoro. Lo staff di Animeclick ha così proposto a Takahama di riprendere la sessione di disegno interrotta, in occasione della quale la sensei ha risposto a diverse curiosità sulle sue opere. Ve ne riportiamo qui un paio, rimandandovi al video integrale per tutti gli altri aneddoti emersi durante l'incontro.

Si ringrazia Dynit Manga per la disponibilità e la gentile concessione.
 
IMG20231103164018 Takahama sorriso

Animeclick: ci piacerebbe sapere quanto tempo lei impiega per creare una tavola completa.

K. T.: in realtà non lo so di preciso, perché la prima cosa che faccio è proprio quella di stendere appunto la sceneggiatura, quindi decido i vari balloon, e dunque tutto ciò che i personaggi si diranno nel dettaglio. 
Poi ci faccio lo sketch, quindi la tavola classica, partendo da uno schizzo con la matita.
Poi lo ripasso, aggiungo gli sfondi, la luce e i punti luce. In realtà è tutto un procedimento che, più che essere fatto pagina per pagina, segue tutte le varie fasi come indicato. Ad ogni modo, in un mese riesco a completare circa 24 pagine. 

Animeclick: un nostro utente che ci sta seguendo in live ci chiede se lei ha mai pensato di scrivere un romanzo, anziché disegnare una storia attraverso un manga.

K. T.: uhm... non saprei. Ci posso pensare, ma questo implicherebbe anche di dover cambiare lavoro, riflettendoci bene. Se volessi iniziare a fare la romanziera, ciò significherebbe dover ripartire da capo con la mia carriera, interamente da zero; però dovrei anche riuscire a potermi mantenere dal punto di vista economico, e non è così semplice. 

Animeclick: specifichiamo che la domanda ci è giunta perché lei ci accennava al fatto che non si ritiene brava a disegnare. Ma in realtà siamo tutti concordi nel ritenerla bravissima!




Intervista privata (4 novembre 2023)

Sono stati numerosi gli impegni lucchesi di Kan Takahama, ma grazie a Dynit Manga, Animeclick ha potuto ritagliarsi un ulteriore spazio di approfondimento con la sensei, attraverso un'intervista privata. Di seguito vi riportiamo un estratto delle domande, che potrete rinvenire per intero nel video:

Animeclick: nei manga da lei pubblicati, lei scrive principalmente di donne, tutte accomunate dall'essere indipendenti, pioniere nel loro campo, affascinate da ciò che non conoscono e soprattutto molto curiose. Quanto di lei c'è in ognuna di loro?

K. T.:
c'è tanto di me, in effetti. Proprio perché in quanto donna, io tendo ad esprimere sempre quello che penso, faccio quello che mi pare. Anche perché il mio periodo da single è durato a lungo, e dunque tengo molto alla mia libertà.
 


Tra Miyo (La lanterna di Nyx), Kicho (L'ultimo volo della farfalla), Tama (Memorie dell'Isola Ventaglio) e infine anche la signora Kei, a quale personaggio femminile lei si sente più affine? 

K. T.:
forse alla signora Kei... anche a livello di età.

Questa è una sensazione che le è rimasta immutata, nel corso delle sue varie opere, anche dopo averle concluse? La sua preferita è sempre stata la signora Kei, per lei?

K. T.:
dunque, la trilogia ha implicato un lavoro di circa una decina di anni. E in realtà no, devo confessarvi che in generale il mio personaggio preferito è Momotoshi, benché lui non compaia in tutta la trilogia. Forse la mia risposta potrà stupirvi un po', ma davvero, in realtà è Momotoshi. Se mi metto gli occhiali, poi, gli somiglio molto!
Nonostante quindi le mie opere abbiano appunto tendenzialmente delle protagoniste femminili, il personaggio nei confronti del quale nutro una maggiore intesa e una maggiore simpatia è molto probabilmente proprio Momotoshi, perché a livello caratteriale è quello che mi somiglia di più. E guardate, adesso mi trasformo in Momotoshi! (la sensei indossa gli occhiali, ndr)


Dato che appunto stavamo parlando della signora Kei, e vista la forza che ha questo personaggio storico, così trasversale nei suoi lavori, ha mai pensato di incentrare un manga proprio su di lei e farne così il quarto capitolo, o uno spin-off legato sempre alla trilogia di Nagasaki?
 

K. T.: nella mia nuova opera Shishi to Botan comunque si tornerà a parlare della signora Kei; o meglio, diciamo che c'è qualcuno che avrà in sè il DNA della signora Kei...
 
farfalla e ventaglio


Rimaniamo sempre sui personaggi femminili, perché sono accomunati anche da un elemento che è la vulnerabilità. Che non è da intendersi come elemento negativo o una debolezza, bensì più come una forza che permette poi loro di agire. Come vede questo elemento nei suoi personaggi?

K. T.:
si tratta di donne che sono costrette a vivere con dei limiti, imposti dalle professioni che svolgono, dei limiti anche di natura economica. La presa di coscienza di questa debolezza, che dipende dai limiti imposti dalla società, è molto importante; e poi da lì questi personaggi riescono a capire come vivere la loro vita. Questo è un punto davvero fondamentale.

Ci ricolleghiamo all'aspetto del limite. A riguardo della società di oggi in Giappone, lei pensa che le figure femminili in generale siano ancora così vincolate, oppure abbiano invece modo di esprimere e trovare le loro stesse? Il mondo è molto cambiato, ma sono cambiate così anche le donne? 

K. T.:
almeno per ciò che riguarda il Giappone, io ritengo che certi limiti del passato non ci siano più. Oggi, per esempio, anche il mondo di certe arti tradizionali si è aperto anche all'ingresso delle donne.
Certo, non abbiamo ancora mai avuto un primo ministro donna. Il problema tuttavia è un altro: ma noi lo vogliamo, un primo ministro donna?


A riguardo dei personaggi, invece, le è mai capitato che i personaggi pretendessero qualcosa di diverso mentre lei ne scriveva e li disegnava, richiedendole magari di cambiare l'impostazione rispetto a come li aveva pensati all'inizio? Il tutto in funzione di quello che nel frattempo stava diventando la sua storia?

K. T.:
sì, certo, mi capita di continuo. Anzi, da un certo punto in poi, i personaggi iniziano a muoversi in maniera indipendente, per i fatti loro, e io mi limito, per così dire, a "dirigere il traffico". 





Talk "Le storie nascoste"  (4 novembre 2023)

Nella giornata di sabato 4 novembre 2023, presso il Salone Episcopale dell'Arcivescovado di Lucca, si è tenuto il talk "Le storie nascoste. Quante storie ha incontrato Kan Takahama, quante ne ha raccontate? E perché sono state nascoste?" presieduto dall'arcivescovo di Lucca monsignor Paolo Giulietti accanto a Kan Takahama.
L'incontro è stato moderato da Olimpia Niglio e Asuka Ozumi, e ne riportiamo di seguito i punti salienti.
 
Takahama Talk Arcivescovado


Arcivescovo Giulietti: il periodo dei cristiani nascosti si ha dall'inizio del Seicento, e si protrarrà fin quasi alla fine del XIX secolo. La prima domanda quindi che voglio fare all'artista riguarda il rapporto che lei e la sua famiglia avete con la vicenda dei cristiani nascosti e, appunto, il suo interesse per questo tema.

K. T.:
buongiorno (in italiano, ndr).
Nella mia famiglia si tramanda da secoli, di generazione in generazione, una leggenda risalente al tempo di uno dei miei primi antenati, che racconta il suo rapporto con il mondo della cristianità.
Nel 1590 egli si insediò nella città di Amakusa e chiese al missionario gesuita Alessandro Valignano: "voglio sentire una tua predica. Voglio avvicinarmi da ora in poi alla Chiesa." Purtroppo, da lì in poi non c'è più stata alcuna traccia della cristianità, sono andate tutte scomparse.
All'inizio del Settecento, inoltre, la mia famiglia acquisì la carica ufficiale di capovillaggio. Di norma chi possiede questo titolo è buddhista, e infatti anche nelle tombe di famiglia non sono presenti simboli riconducibili alla cristianità.
Una prova concreta consiste invece nel matrimonio di mio bisnonno avvenuto all'inizio del Periodo Meiji (1868-1912); lì compare un nome apertamente cristiano. Tuttavia, a differenza di altri quartieri di Amakusa come quello di Oe con la sua cattedrale, dove abitavamo noi non erano state istituite chiese; i pregiudizi, poi, non hanno mai permesso al Cristianesimo di muoversi e diffondersi.
Per fare un esempio a titolo personale, quando ero appena diventata mangaka ho ricevuto una telefonata da parte di un lontano parente, che mi raccomandava di omettere la mia città di provenienza. E questo perché "Amakusa è una città di religione straniera." Questo mi ha fatto riflettere parecchio: siamo negli anni Duemila, eppure esistono ancora dei pregiudizi così forti.


Grazie. L'anno scorso ho visitato Nagasaki e anche i territori circostanti dove si conservano le memorie dei cristiani nascosti. Momenti che ricordo in modo particolare, col loro martirio e la loro vita. Però, adesso, la loro è tornata ad essere una presenza una presenza pubblica. Volevo pertanto domandare qual è il suo rapporto oggi con l'esperienza cristiana e con le comunità cristiane che sono tornate, diciamo così, a rendersi visibili nei luoghi dove è nata l'evangelizzazione del Giappone. 

K. T.: io non ho mai avuto contatti con la religione cristiana fino dall'età adulta. Quando ero giovane credevo che la mia famiglia fosse buddhista, o che potesse essere definita come atea.
Nei primi decenni dell'era Showa (1926-1989) le persone morivano molto giovani per via della guerra o per malattie, quindi la memoria del passato cristiano della mia famiglia si è persa in quei periodi tumultuosi.
Il mio primo contatto con la religione è avvenuto quando avevo circa vent'anni. Ero diventata dipendente dall'alcool e dagli psicofarmaci e stavo passando il periodo più buio della mia vita. Poi ho ritrovato il diario di mio nonno: è morto molto giovane all'età di 34 anni, ma aveva comunque lasciato dietro di sé questo diario contenente le sue memorie e un biglietto con alcuni versetti della Bibbia. Il suo diario mi ha toccato nel profondo, e quelle parole sono rimaste con me fino a oggi.
Per un po' ho cercato di lottare da sola contro la mia dipendenza, però con il tempo ho solo peggiorato le cose. Insieme a questo deterioramento personale c'è stato il forte terremoto di Kumamoto, che mi ha portato via la casa.
In quel momento ho capito che da sola non sarei mai riuscita ad andare avanti. 
Sono entrata in un gruppo di alcolisti anonimi e lì mi sono imbattuta nella preghiera della serenità, e poi sono andata per la prima volta in chiesa.
I sintomi di astinenza da alcool, però, si sono fatti sempre più duri. Una persona in particolare mi ha sostenuto durante le mie crisi: si trattava di una signora di circa 80 anni che per puro caso era anche una discendente delle vittime della Quarta Persecuzione Cristiana, quella dell'Ottocento, l'ultima nel periodo Edo.

Lei mi ha insegnato la pazienza e la dignità, e con il suo sostegno sono riuscita a superare i sei mesi più difficili dei sintomi di astinenza. Così, proprio come i miei antenati quattrocento anni bussarono alla porte della Chiesa, anch'io ho detto: "D'ora innanzi, voglio avvicinarmi alla Chiesa."

 

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