Napoli Comicon 2025: la nostra intervista ad Alex Polidori
Conosciamo meglio l'amato doppiatore, cantautore e content creator
di Olimpea

Qual è stata una tua recente lavorazione come doppiatore che più ti ha colpito?
"Subaru. Senza dubbio. Anche se Re:Zero è un anime uscito un po' di tempo fa, finalmente è stato deciso di doppiarlo, ed è disponibile su Crunchyroll. La cosa bella è che Subaru, oltre a essere un personaggio stupendo a mio parere, è il mio primissimo protagonista in un anime. Prima infatti avevo fatto solo qualche ruolo secondario, come Alphonse Elric in Fullmetal Alchemist, ma il mondo degli anime è sempre stato un po' lontano per me. Spero di farne sempre più parte da adesso in poi, anche e soprattutto grazie a Subaru."
Ma la tua carriera nel mondo del doppiaggio è iniziata già in tenera età. Come ti sei approcciato per la prima volta a personaggi come Nemo e Koda? Col senno di poi, ti saresti mai aspettato che un tuo lavoro fatto da bambino avrebbe influenzato moltissimi altri bambini negli anni seguenti?
"Quando ero piccolo non mi rendevo conto di quello che stessi facendo, per me era tutto in gioco. Non potevo immaginare che la mia voce avrebbe segnato l’infanzia di molti; ancora oggi, infatti, mi fermano spesso nelle fiere per ringraziarmi. Ricordo quando andai alla première di Nemo, al cinema, e notai che la mia voce, le mie battute scatenavano delle reazioni da parte del pubblico. Alcune volte dei sorrisi, altre volte dei lacrimoni - soprattutto nella scena in cui finalmente papà e figlio si incontrano di nuovo -, ma iniziai a rendermi conto del potere delle emozioni e della mia voce. Passando a Koda, che è il mio preferito, sono felice di avervi lavorato, anche perché ho cantato un breve estratto della canzone 'Il mio cammino' di Phil Collins. Al tempo non sapevo neanche chi fosse, ma col senno di poi sono veramente grato."

A proposito di canzoni, parte della tua carriera rientra anche nel mondo musicale. Hai un progetto dedicato e produci dei veri e propri singoli, di cui uno uscito di recente.
"Esattamente, Doppio Cuore. È disponibile su Spotify, e fa parte di un progetto musicale che prende il mio nome, non ho voluto usare pseudonimi strani. Cantare è sempre stata una mia passione, e unire tutto quanto anche con il doppiaggio è stato fantastico. Ho potuto cantare anche per alcuni miei ruoli recenti, come in Wonka dove sono tornato a doppiare Timothée Chalament e in Hazbin Hotel dove ho doppiato San Pietro. Per Wonka, nello specifico, la preoccupazione era che la versione italiana delle sue canzoni non venissero apprezzate, in quanto solitamente si predilige la versione originale delle canzoni dei musical. Però essendo state delle canzoni originali, sono state recepite molto bene dal pubblico italiano. Anche la breve canzone di San Pietro in Hazbin Hotel è stata molto amata, e di questo ne sono più che contento."
E se canticchiassi... "Semo romani, ma romanisti de più"?
"Non mi aspettavo una domanda simile da voi di AnimeClick, ma mi riempie davvero il cuore. Questa canzone, l'inno della Roma ufficiale degli anni '80, è stata scritta da mio padre, musicista e cantautore, e cantata da Lando Fiorini, un artista molto affermato all'epoca. Eppure nonostante siano passati tanti anni, ancora la gente la canta negli stadi. Insomma, la passione generale che ho per il mondo della musica è nata anche attraverso questa canzone, grazie a mio padre, quindi sì, sono molto, molto legato a questa canzone."
Tornando al recente Wonka, questo è un successore di altre grandissime versioni con altri grandissimi attori come Gene Wilder e Johnny Depp. Com'è stato calarsi nei panni del più amato produttore di cioccolata del mondo?
"Sicuramente le versioni storiche rimarranno iconiche, ma grazie a quell'esperienza ho potuto non solo ricoprire un ruolo del genere ma anche ricevere un premio in occasione del Musicomics al Romics dello scorso anno, ed è stata una grandissima emozione per me. E poi, mi sono divertito molto a condividere questo successo e queste esperienze anche attraverso i miei canali social, quindi mi sto anche dilettando molto come 'content creator'".
Content creator e doppiatore inizialmente non erano un'unica persona. Adesso, invece, si stanno vedendo sempre più doppiatori "social" come te.
"Esistono varie scuole di pensiero, ma per quanto mi riguarda, essere in contatto con il pubblico è sempre bellissimo. Molti pensano che questa nuova tendenza possa rovinare un po' la magia del dietro le quinte, poiché mostriamo i nostri volti, la gente sa chi siamo e ci riconosce per strada, mentre prima il doppiaggio era considerato un lavoro di nicchia, relegato all’ombra della sala di registrazione. Sono felice però di vedere questo cambiamento, perché è un lavoro che invece va valorizzato, non nascosto, così come tutto ciò che rientra nel campo artistico."
Soprattutto adesso con l'avvento delle intelligenze artificiali, sono nati dei veri e propri movimenti, come #ArtisticIntelligence, da parte delle associazioni di doppiatori come l'Anad.
"Io vado un po' contro corrente. Non penso che bisogna essere estremisti né da un lato né da un altro: è giusto usare questi strumenti, questo software, per aiutarci. Magari per migliorare i suoni, per sistemare alcuni dettagli tecnici per rendere il prodotto finale ancora più godibile. Adesso queste IA hanno ancora dei difetti, ma si stanno sviluppando e dobbiamo stare al passo con i tempi e non rimanere indietro. Fa un po' strano parlare di queste tematiche, ora che ci penso, perché mi vengono in mente film che da piccolo adoravo e che oggi appaiono più attuali che mai, o rischiano di diventarlo. Come lo stesso Matrix, che è il mio film preferito tanto che lo inserii nel mio esame di maturità, o anche Blade Runner. Però, guardando al futuro, la mia speranza è che questi strumenti non sostituiscano nessuno, non solo noi doppiatori, ma anche i fonici, i direttori, i cantanti. Anche perché l'arte, il valore di cui parlavo prima, è parte intrinseca dell'essere umano."
Ringraziamo Alex Polidori per la sua disponibilità e per averci concesso questa piacevole intervista.