Nagabe: interviste e incontri a Lucca Comics 2022
Ripercorriamo i momenti fieristici salienti di uno dei mangaka più amati della scuderia J-Pop
di Arashi84
Da Girl From the Other Side a Wizdoms, Love From the Other Side e Monotone Blue: grazie a J-Pop Manga, abbiamo avuto l'opportunità di conoscere Nagabe a Lucca Comics and Games 2022. Un artista giovane, dalla grande sensibilità e dal tratto unico.
Vi riportiamo qui gli incontri avvenuti durante la fiera, con relative interviste che ci faranno conoscere ancora meglio un mangaka così peculiare.
Press Cafè
In Girl from the Other side sembra che mostri la condizione umana a partire dalle piccole cose quotidiane, quali mangiare, dormire, fare il bagno, e lo vediamo soprattutto in Dear, l'ultima aggiunta a questa saga.
A me piace tantissimo osservare questi piccoli momenti della vita degli esseri umani. Questo feeling lo sento soprattutto quando è Shiva a compiere questi gesti, una ragazzina umana, insieme al Maestro, che compie azioni che solitamente non farebbe, quindi è molto bello vedere questa commistione di gesti semplici compiuti da due personaggi molto diversi. Perciò, non si tratta principalmente di mostrare la condizione umana ma di provare una bella sensazione nel disegnare e vedere due personaggi così diversi che interagiscono in maniera così naturale.
Il suo tratto, l'ambientazione e la trama possiedono caratteristiche molto occidentali. Cosa l'ha ispirata nel creare l'opera con questo stile? Ci sono delle opere occidentali che l'hanno influenzata?
Mi piace moltissimo lo stile europeo, i disegni in bianco e nero e a inchiostro e ci sono molte opere artistiche che rispetto. Mi piacciono molto i Mumin, sono stati di grande ispirazione.
Sappiamo che l'idea di Girl From the Other Side nasce già ai tempi dell'università. Com'è nata e come è riuscito a portarla al grande pubblico?
La mia prima idea, una volta conclusa l'università, era di lavorare come illustratore per videogiochi, ma mentre studiavo caricavo su Twitter i miei disegni, soprattutto Shiva e il Maestro, personaggi che si erano già formati nella mia mente. Proprio tramite Twitter sono stato contattato dall'editore Mag Garden che mi ha proposto di provare a realizzare una vera e propria storia con quei personaggi, invece che limitarmi alle illustrazioni. Da qui è nato tutto il resto, quindi il mio percorso è un po' cambiato rispetto ai piani iniziali.
Come è nata l'idea di creare questi due mondi opposti?
Ci sono due principali ragioni: la prima è stilistica, poiché come avevo già detto, apprezzo le illustrazioni a inchiostro di molti artisti europei, volevo creare qualcosa che si avvicinasse a questo mio gusto personale in fatto di arte. La seconda ragione è narrativa, trovo che i colori opposti siano immediatamente comprensibili dai lettori e trovino un incredibile bilanciamento all'interno della tavola. Due personaggi diversi, uno tutto bianco e l'altro tutto nero, creano una grande voglia di scoprire come agiranno una volta incontratisi. Non è un conflitto ma è un incontro.
Il Maestro è una figura protettiva, paterna. Ci può parlare del rapporto con suo padre? Il Maestro lo rispecchia?
Tendo a separare le due cose: la storia è una cosa, la vita reale un'altra. In linea generale, l'amore familiare, i rapporti familiari, sono concetti che mi hanno sempre interessato, ma non sarei in grado di dire se nella storia ci sia il riflesso delle mie esperienze personali, probabilmente, inconsciamente, potrebbe anche essere ma non è stata certamente una scelta consapevole e ragionata. Mi sono rifatto a un'idea più generale di amore familiare.
Si aspettava che la sua opera potesse essere apprezzata anche in un paese tanto lontano come l'Italia?
In realtà pensavo che neanche in Giappone lo avrebbero letto tante persone, figuriamoci immaginare di avere addirittura successo in Europa, Francia, Italia. Non mi sarei mai aspettato una cosa simile all'inizio, ma ancora adesso faccio fatica a credere che la mia opera abbia attraversato il mare per essere letta da tante persone. La cosa mi rende molto felice.
Un tema importante nelle premesse della storia è quello della contaminazione, la paura di essere contaminati. In questi anni il tema è diventato sempre più attuale: come è nata l'idea di soffermarsi sull'argomento in tempi non sospetti? E come lo vede con i risvolti attuali a livello mondiale?
Quando ho iniziato a scrivere l'opera non esisteva ancora un problema in tal senso, però mi ero trovato già ad esplorare il tema, ad esempio pensando al linguaggio corporeo: se due persone non possono toccarsi, come possono trasmettersi l'un l'altro i sentimenti? Come possono aiutarsi a vicenda? E' un tema che mi interessa molto e a maggior ragione, essendo diventato oggi molto attuale, continuerò a rifletterci anche per la mia prossima opera.
Intervista AnimeClick
Il Sensei ama disegnare personaggi non umani; ci chiediamo da dove nasca questa sua passione e a cosa stia particolarmente attento quando crea queste figure antropomorfe.
Mi è sempre piaciuto disegnare personaggi non umani, lo trovo molto più interessante che creare persone normali. Ma soprattutto mi interessa molto capire cosa succede quando un umano incontra un non umano, è molto più divertente disegnare animali e creature che non persone. Quando li disegno mi piace che abbiano delle forme diverse, un po' contorte, che non siano standard.
Nei suoi manga l'amore è sempre al centro, ne ha esplorato varie sfaccettature, soprattutto in Girl From the Other Side c'è uno stretto legame familiare tra Shiva e il Maestro, ma anche tra Shiva e la nonna, o la Madre con tutte le sue creature. Quello del legame familiare è un tema che ritiene importante? Vorrebbe continuare a esplorare nelle sue opere i sentimenti e l'amore?
In Girl From the Other Side ho voluto rappresentare l'amore che in quel contesto mi interessava di più, ovvero l'amore familiare e il sentimento di voler proteggere qualcuno che ami. Mi sono impegnato molto per includere questo tema nel modo più ampio possibile dato che lo ritengo importante. In generale, l'amore è un sentimento molto complicato che devo continuare a studiare, perché in futuro potrei tornarci ma è un argomento a cui bisogna approcciarsi con grande consapevolezza.
Girl From the Other Side utilizza dei toni molto scuri, cupi, che si contrappongono a Shiva che è come una luce di speranza. Come persona si sente più vicino al lato luminoso o a quello opposto?
E' davvero difficile dare una risposta! Mi piacciono entrambi, artisticamente mi piace moltissimo il contrasto dell'inchiostro sulla carta, quindi del nero sul bianco, come si vede anche in Girl From the Other Side. Se proprio dovessi scegliere un lato, sceglierei il nero, perché il nero è quello che crea qualcosa sulla carta.
Cosa ispira le sue storie? Libri, film...
Mi è sempre piaciuta l'arte, quindi guardare quadri, libri illustrati. Sono queste le mie principali fonti di ispirazione.
Nei suoi lavori spesso ci sono pochi dialoghi, come se molto fosse lasciato all'interpretazione dei lettori. E' proprio così? Il non dare molte spiegazioni, è voluto?
Sì, la scelta dei pochi dialoghi è voluta, per due ragioni: innanzitutto ritengo importante l'interpretazione dei lettori, perché ogni persona può trovare qualcosa di diverso elaborando le opere all'interno di se stessi. L'altra ragione è che a livello artistico mi piace poter comunicare molto attraverso i gesti e i disegni, senza bisogno di troppe parole.
L'ambientazione di Girl From the Other Side è tipicamente europea, si è ispirato a qualche luogo in particolare o si tratta solo di un generico immaginario fantasy di stampo occidentale?
Quando ho iniziato a lavorare a Girl From the Other Side non ero mai stato in Europa, non ne avevo mai respirato l'aria, quindi ho trovato l'ispirazione tramite fotografie, illustrazioni, foto di campagne e zone rurali europee. Non mi sono ispirato a un posto in particolare.
Il tratto del Sensei è atipico per lo standard dei manga, più occidentale. Ci sono influenze che lo hanno plasmato?
Ho sempre guardato libri di stampo occidentale, per esempio Mumin di Tove Jansson, Edward Gorey, Mucha. Mi ispiro molto a loro, mi piace il loro modo di creare.
Le cover di Girl From the Other Side sono bellissime, molto curate, abbiamo letto in una precedente intervista che con esse voleva ricreare l'effetto di un antico libro. Era effettivamente quello l'intento?
Sono molto critico con il mio stesso lavoro, e probabilmente come accade a tutti gli artisti, più disegno, più i miei vecchi lavori mi sembrano migliorabili. Quindi, se adesso dovessi rifare ad esempio la copertina del numero 1, la farei in modo totalmente diverso. Anche se sono contento che a voi piaccia moltissimo anche così.
In Girl From the Other Side vediamo un costante richiamo alla società moderna, ai pregiudizi, alle barriere, alle discriminazioni. Era questo il messaggio che voleva trasmettere con quest'opera?
Più che voler inserire un messaggio diretto contro la discriminazione, il razzismo e questo genere di cose, volevo esplorare nella storia cosa succede quando due persone che vengono da due mondi diversi si alleano, diventano amici nonostante le persone intorno a loro siano contrarie a questa unione. Cosa succede quando questo avviene? Nascono le guerre, le persone cercano di dividerle. Questo forte legame tra due mondi diversi e gli sviluppi che ne conseguono è ciò che volevo esplorare in Girl From the Other Side. E poi c'è naturalmente l'interpretazione del lettore.
Il Sensei è un autore molto amato anche all'estero, trova differenze tra il pubblico occidentale e quello giapponese?
La differenza principale che ho notato è che i giapponesi sembrano mettere al primo posto la storia, ricevo sempre domande sulla storia. Mentre i fan occidentali, ad esempio in Francia o in Italia mi hanno sempre fatto molti complimenti sullo stile. Pur non trascurando la trama, sembra che ci si concentri più sullo stile e il disegno.
Ha concepito sin da subito inizio, sviluppo e conclusione di Girl From the Other Side o è una storia che ha preso vita da sé man mano che andava avanti?
Quando ho iniziato avevo già deciso come sarebbe finito, il resto si è sviluppato man mano che la storia andava avanti. Inizialmente pensavo di fare una storia un po' più breve ma per fortuna i lettori hanno apprezzato l'opera, quindi ho potuto prendere delle strade più lunghe per sviluppare di più, introdurre nuovi personaggi. E di questo sono molto grato ai lettori che mi hanno supportato.
Intervista di Roberto Recchioni
Ha iniziato a lavorare alle sue storie quando era ancora all'università; questo inizio precoce è stato per necessità? Per passione?
Studiavo illustrazione all'università e caricavo su Twitter i miei disegni senza pensare a un futuro lavoro, lo facevo solo per passione. Così sono stato contattato da Mag Garden che mi ha chiesto di fare un manga basandosi su quelle bellissime illustrazioni. Diventare un mangaka non era proprio una cosa che avevo considerato, sapevo che era una cosa che non potevo prendere alla leggera. E' un lavoro difficile per cui bisogna studiare appositamente, ma quando si è presentata questa occasione l'ho colta per intraprendere questa strada.
Il suo stile è molto attento all'illustrazione, la passione per la moda, le mode giovanili e l'arte europea, e soprattutto per le figure antropomorfe. Come si è combinato tutto insieme?
Mi piace molto la moda, mi piace tantissimo guardare le illustrazioni di altri artisti; ne guardo una quantità incredibile e spesso cerco di riprodurre gli stili che mi piacciono. E soprattutto disegno tantissimo.
A proposito di questo, quali sono gli artisti che lo hanno influenzato?
Quelli che mi piacciono e a cui aspiro sono Tove Jansson dei Mumin, Edward Gorey e Mucha.
In Girl from the Other Side i protagonisti sono estremamente diversi, si uniscono ma devono fronteggiare un mondo che osteggia questo amore tra due persone così diverse e così lontane che eppure si sono trovate. Sembra un tema che le è molto caro.
Questi problemi tra due persone che vengono da mondi diversi hanno una grande valenza. Il fatto che imparino ad aiutarsi a vicenda, a essere gentili l'uno con l'altro... nella mia opera cerco appunto di esplorare come due persone molto diverse possano essere gentili e darsi una mano. Magari questo può suscitare anche un sentimento nel cuore dei lettori.
Gli animali antropomorfi sembrano un elemento chiave e ricorrente, non solo nel manga ma anche nelle illustrazioni. Come mai? E soprattutto, perché la passione per le capre?
Gli animali sono belli (ride). E' molto bello per me disegnare delle figure che non siano umane, è più interessante, più intricato. Prendiamo ad esempio le capre: le corna sono incredibilmente affascinanti, hanno forme diverse, sono stranissime, quindi è un piacere disegnarle.
Invece nel rappresentare i bambini, l'infanzia, quel tipo di purezza che brilla nelle tenebre dei disegni: come è arrivato a quella sintesi e a quel significato?
La mia principale ispirazione a riguardo sono i libri illustrati, quelli per bambini. Guardo anche molti film ma i libri illustrati sono la cosa che trovo più rilassante e calmante, ne leggo tantissimi, le mie suggestioni vengono principalmente da lì. Il fatto che i bambini siano così solari e allegri trasmette un senso di felicità a chiunque nel leggerli o guardarli, quindi, scrivendo Girl From the Other Side ho pensato che se fossi riuscito a trasmettere queste sensazioni nel mio manga sarebbe stato fantastico.
Il romanticismo e l'innocenza sono la luce nelle tenebre dei suoi fumetti. Qual è il suo rapporto con il buio e con la tenebra?
Penso che la tenebra non si possa separare dalla luce, non si può avere un rapporto unicamente con la tenebra senza averne uno con la luce. Sono due cose che si compensano tantissimo a vicenda, sia nelle mie storie che nel mio stile di disegno. Parlo di sentimenti, amore e persone che si incontrano, ma proprio per questo compenso con il buio.
A proposito di amore, qual è secondo il Maestro il segreto per una coppia? Come funziona una coppia?
Io sono single, non so rispondere a una domanda del genere! (ride)
L'industria giapponese del fumetto è nota per essere impegnativa per gli autori di manga; lei però sembra avere un rapporto sereno con il lavoro. Come si è inserito in questo settore?
Disegnare manga è molto difficile! Anche io lavoro molto, al punto che solo alcune volte ho il tempo di dormire e mangiare. Però ho un modo per trovare un mio bilanciamento interiore: dopo aver disegnato così tanto riesco a rilassarmi e ritrovare la mia dimensione... disegnando.
Guarda film, libri illustrati, ma c'è anche la musica nel suo processo di lavoro? Qual è la sua musica preferita?
Sono un ascoltatore casuale, ascolto quello che va di moda al momento. Quando lavoro ascolto musica pop giapponese o le soundtrack dei videogiochi.
Si è sorpreso del successo mondiale della sua opera, e soprattutto dell'amore che l'Italia le ha riservato?
Sono veramente felicissimo dell'amore che sto ricevendo dai fan italiani!
Seguono domanda dal pubblico
Volevo sapere qual è il suo rapporto con i fan degli animali antropomorfi. Si sente parte di questa comunità?
La mia esperienza a riguardo si limita a postare i miei disegni perché mi piace disegnare animali antropomorfi. Cerco illustrazioni sia su Twitter che su Pixiv, ma mi limito a questo, non conosco community a riguardo.
Oltre al lavoro, legge anche altri manga? Quali sono le sue letture?
Mi piacciono i manga di Jump, ad esempio Haikyuu. Leggo anche manga che esistono da prima che io nascessi, come Capitan Tsubasa.
Tra le sue ispirazioni ci sono state anche favole e fiabe occidentali? Per esempio La bella e la bestia, Cappuccetto rosso, oppure ispirazioni dalla mitologia.
Ho preso molta ispirazione dalle favole dei fratelli Grimm e dai racconti di Mother Goose.
Che consigli potrebbe dare a chi aspira a fare questo tipo di lavoro?
Bella domanda! In primis, disegna tanto. Oggi, grazie a internet è possibile mettere il proprio lavoro in mostra e promuoverlo. Quindi consiglio di non vergognarsi ed esporre il proprio lavoro in modo che molte persone possano leggerlo. E' utile anche per se stessi, così guardando in retrospettiva i propri lavori, si può anche vedere quanto si è migliorati.
Il mondo di Girl From the Other Side si schiude a poco a poco, si racconta in modo silenzioso, mai esplicito o didascalico. Il world building è costituito da tanti particolari lasciati intendere al lettore. Qual è l'approccio al character design all'interno di un simile modo di lavorare?
Penso molto a ciascuno dei personaggi di cui scrivo, non solo in riferimento al loro aspetto fisico, ma indagando anche la personalità, cosa gli piace o meno. Sono molto attento ai dettagli, visibili e non visibili dei personaggi che creo.
Quanto è importante la leggerezza nel suo lavoro?
Importantissima. Ci tengo molto.
Abbiamo già citato le capre, ma c'è un animale in particolare che preferisce disegnare o anche un preferito nella vita reale?
In effetti disegnare le capre è molto bello. Ma sono un grande amante degli animali, quindi si può dire che cambi in base al giorno. Le capre però sono al primissimo posto.
Ha visto artisti che in giro per il mondo, anche in Italia, si sono ispirati al suo lavoro? Che effetto fa vederli?
Ho scoperto questa cosa proprio venendo in Italia, è un onore, ne sono molto felice.
C'è una qualche storia o racconto breve che si ricollega, pur nella fantasia, a qualche ricordo d'infanzia?
Vedendomi adesso non si direbbe ma da bambino ero uno di quei ragazzini scalmanati, con la testa rasata che corrono in giro e fanno casino, quindi diciamo che non ero il tipo che si interessava molto alle favole. Ho iniziato a interessarmene tardi, ero già al liceo, tra i 17 e i 18 anni. So di essere arrivato tardi a queste cose!
Quando provo a convincere qualcuno a leggere il suo manga mi dicono "Sembra un fumetto per ragazzi" e io rispondo "No, è Dark Souls romantico". Lei crede che sia un fumetto per ragazzi o per tutti?
Quando ho iniziato a pensare di far diventare un manga ciò che stavo creando, ciò su cui volevo puntare di più erano i disegni, la loro forza, simili appunto a quelli di un libro illustrato. Volevo far leggere questo manga anche a persone che normalmente non li leggono, il mio target di riferimento erano i trentenni-quarantenni, persone che appunto leggono meno dei ragazzi.
Una volta iniziato il lavoro di mangaka, ha mai pensato di non farcela, di voler lasciare tutto quanto e dedicarsi a qualcos'altro perché magari era pesante o difficile da gestire?
Effettivamente a volte è davvero difficile e pesante fare manga. Ci sono stati dei momenti in cui l'ho pensato ma in quei momenti basta staccare la spina, fare altro, prendersi un momento di pausa. E nel mio caso, "fare altro" è effettivamente disegnare.
C'è qualcosa che vuole dire ai suoi fan italiani?
Per prima cosa, grazie per aver letto la mia opera. Il fatto che fosse non solo letta ma anche apprezzata così caldamente in un paese lontano come l'Italia, mi ha stupito incredibilmente. Sono qui solo da due giorni ma sono felicissimo di essere stato invitato a Lucca Comics. La città è meravigliosa, la sua atmosfera, i palazzi... sapevo che sarebbe stato bellissimo e vorrei girare e andare in tantissimi altri posti. La fiera durerà ancora tre giorni quindi spero che ci divertiremo ancora insieme e che sarà una grade festa per tutti. Grazie!