Pizza Bandit - Recensione del bizzarro sparatutto in terza persona
Perché la pizza è una cosa molto seria
di Klarth Curtiss
Il panorama dei giochi indipendenti risulta spesso meraviglioso semplicemente perché gli sviluppatori hanno in mente un'idea fuori dagli schemi e pensano: "Ma sì, perché no?". Capite dunque che, quando abbiamo appreso del concept alla base di Pizza Bandit, primo titolo dello studio coreano JOFSOFT e pubblicato da KRAFTON (publisher che ha in catalogo titoli di rilievo quali PUBG e inZOI), siamo subito scoppiati a ridere e ci siamo interessati all'opera.
Dopo diverse ore passate eliminando alieni e sfornando pizze, siamo pronti a raccontarvi, nella nostra recensione, se si tratti di un colpo di genio o di un'idea sconclusionata.
Dopo diverse ore passate eliminando alieni e sfornando pizze, siamo pronti a raccontarvi, nella nostra recensione, se si tratti di un colpo di genio o di un'idea sconclusionata.

Per quanto possa sembrare strano, Pizza Bandit ha una premessa narrativa comica che, tuttavia, funziona alla grande: Malik è un uomo di mezza età che ha sempre fatto il mercenario, ma il suo vero sogno è quello di aprire una pizzeria. Essendo piuttosto lungimirante, il sicario ha tenuto da parte tutti i risparmi della sua vita per questo scopo ma, una volta ritiratosi dall'attività e acquistato il locale, scopre suo malgrado che si tratta di una bettola fatiscente senza il minimo arredo. Il nostro eroe non si perde però d'animo e decide di tornare in attività per l'agenzia temporale Bandit in modo da accumulare i fondi necessari per coronare il suo sogno.

A dispetto delle prime impressioni, la struttura ludica del titolo ricorda da vicino quella di Deep Rock Galactic: dopo aver selezionato una missione tra le sette disponibili al momento, dovremo non solo portare a termine il compito previsto, ma cercare anche di raccogliere il maggior numero possibile di ingredienti e pietre temporali per potenziare il nostro equipaggiamento e le nostre ricette; alcune missioni prevedono ingredienti specifici, mentre le pietre temporali ruoteranno a intervalli regolari.
La varietà delle missioni è ben studiata: si va dal preparare sushi in un ristorante giapponese al saccheggiare una tomba ricca di enigmi e trappole per estrarre un prezioso sarcofago, il tutto mentre si cerca di resistere alle ondate dei malvagi Time Reapers, mostri che vogliono solamente disturbare il nostro operato.
L'azione sarà estremamente serrata e bisognerà alternare la raccolta degli ingredienti e la preparazione dei piatti alla difesa dalle ondate nemiche. Una volta tornati a casa, poi, potremo spendere il denaro guadagnato sia per potenziare le armi, sia per acquistare mobilia per la pizzeria, cosa che aumenterà la nostra valutazione complessiva, fornendoci potenziamenti passivi; gli ingredienti serviranno invece a preparare svariate tipologie di pizza, che ci forniranno ulteriori potenziamenti, ma solo per il livello corrente.

Fin da subito è palese che il titolo dia il meglio di sé giocato in cooperativa (e fortunatamente un browser di ricerca partite è presente), tuttavia, al momento della recensione non abbiamo potuto testarla.
Dal punto di vista tecnico, il gioco non fa gridare al miracolo ma fa il suo lavoro, mantenendo un framerate stabile anche con molti nemici a schermo; è sorprendentemente curata anche la colonna sonora, che presenta molte tracce di diverso genere (per quanto le immagini per rappresentarle nel jukebox siano state create con l'IA).
La durata complessiva sarà direttamente legata al supporto post-lancio. Il contenuto attuale (per quanto ripetitivo) è sufficiente per tenere incollati gli utenti per un paio di mesi, ma dopodiché starà agli sviluppatori mantenere l'utenza (magari aggiungendo nuove armi e nuovi nemici, soprattuto questi ultimi, visto che al momento sono davvero poche le tipolgie).
Pizza Bandit è uno di quei prodotti talmente folli che fa il giro e funziona: lo studio coreano è riuscito a prendere una struttura collaudata e metterci del suo, con un gameplay si ripetitivo ma anche molto divertente, livelli ben curati e un notevole potenziale di sviluppo. Se decideranno di supportare l'opera per gli anni a venire, potrebbe diventare un cult, proprio come quello dei suoi "colleghi" nanici.