Jotunnslayer Hordes of Hel - Recensione del survivorlike norreno
La prova che per spiccare in un genere così saturo non serve strafare ma creare un prodotto curato
di Klarth Curtiss
Dopo l'avvento di Vampire Survivors il genere roguelike ha subito uno scossone, con molti sviluppatori che hanno provato a dire la loro con una formula simile.
Tra vari titoli di qualità discutibile, fortunatamente, alcuni sono riusciti a distinguersi, come 20 minutes til dawn, Brotato, Death Must Die oppure Halls of Torment. Vista l'alta competizione il team di Games Farm si sarà sentito piuttosto sotto pressione mentre creava Jotunnslayer: Hordes of Hel, eppure il titolo riesce a dimostrare di saper fare tanto con poco.
Noi ci siamo lanciati nei campi di battaglia dei Nove Regni per diverse ore e oggi siamo pronti a raccontarvi l'esperienza nella nostra recensione.
Tra vari titoli di qualità discutibile, fortunatamente, alcuni sono riusciti a distinguersi, come 20 minutes til dawn, Brotato, Death Must Die oppure Halls of Torment. Vista l'alta competizione il team di Games Farm si sarà sentito piuttosto sotto pressione mentre creava Jotunnslayer: Hordes of Hel, eppure il titolo riesce a dimostrare di saper fare tanto con poco.
Noi ci siamo lanciati nei campi di battaglia dei Nove Regni per diverse ore e oggi siamo pronti a raccontarvi l'esperienza nella nostra recensione.

Sorvolando sull'aspetto trama (che, all'atto pratico, non esiste), il gameplay è esattamente ciò che potreste aspettarvi da un titolo di questo genere: si sceglie un personaggio, si iniziano ad accumulare potenziamenti e si cerca di sopravvivere alle costanti ondate di nemici. Jotunnslayer però riesce a rielaborare questi elementi in maniera più curata e interessante.
Innanzitutto, i sei personaggi disponibili hanno tre abilità passive che li differenziano, abbiamo ad esempio il Berserker, estremamente potente nel corpo a corpo ma vulnerabile agli attacchi a distanza, la Veggente che rappresenta il classico archetipo del "glass cannon", il Guardiano che ha un'ottima capacità difensiva ma di contro non può schivare e così via.
Dopo aver selezionato lo stage (sei al momento del rilascio, ognuno affrontabile in tre difficoltà diverse e con sei modificatori possibili, che aumenteranno le risorse che guadagneremo in cambio di più pericoli), il nostro obiettivo non sarà solamente quello di massacrare più mostri possibili, ma ci verranno anche date diverse missioni per ottenere oro aggiuntivo. La varietà è giusta e si va dall'eliminazione di nemici in aree ristrette, passando per l'inseguimento di avversari estremamente veloci, arrivando fino a la sopravvivenza contro una serie di pericoli ambientali o perfino la distruzione di obiettivi in zone dove le nostre abilità saranno disattivate.
Durante la partita i nostri eroi potranno equipaggiare due delle proprie abilità di classe e tre di quelle scelte dal roster di divinità, attinte ovviamente dalla mitologia norrena, ciascuna con le proprie caratteristiche (Thor lancerà attacchi a base di fulmine, Odino si avvarrà dell'intervento dei suoi due corvi, Skadi richiamerà la forza del gelo e così via; in tal senso ci sono inoltre diverse sorprese come Brokk e Sindri o perfino Nidhogg, ma al tempo stesso grandi assenze come Hel, Tyr oppure Sol e Mani, che si spera saranno introdotti in seguito insieme ai tre regni mancanti).
Una volta scaduto il timer (di diversa durata in base alla difficoltà) dovremo affrontare uno dei Giganti che popolano il regno scelto, e questa, purtroppo, dobbiamo dirlo, è probabilmente la parte più debole, principalmente perché già dalla seconda difficoltà i boss risultano delle vere e proprie spugne, in grado di assorbire colpi anche per 10 minuti buoni, decisamente non il massimo del divertimento.
Siamo rimasti colpiti dal sistema di metaprogressione, infatti non solo ogni eroe e divinità potrà potenziare le sue abilità, in modo da sbloccarne un ulteriore livello che, se raggiunto in partita, le trasformerà, rendendole ancora più forti, ma ogni divinità potrà inoltre sbloccare diversi potenziamenti alle statistiche che saranno permanenti e sempre attivi. Qualora inoltre avessimo dei ripensamenti non ci saranno astrusi sistemi di reset, basterà cliccare sull'abilità scelta e ci verranno ridati i punti spesi, feature che risulta molto utile soprattutto per provare i vari eroi al massimo della potenza investendo anche solo su uno di essi.
Ogni eroe ha inoltre a disposizione sei armi diverse tra cui scegliere prima dell'inizio della partita, che modificheranno la sua statistica di partenza e l'abilità speciale a ricarica (lo sblocco di queste dovrà però essere scelto con più cura, in quanto la valuta richiesta sarà più rara e non rimborsabile).

Dal punto di vista tecnico il titolo si è mostrato una spanna sopra tutti gli esponenti della concorrenza, decisamente il più realistico che abbiamo visto in tal senso (testimoni i suoi quasi 20GB di peso), con modelli poligonali ben curati, effetti delle varie abilità variegati e nessun calo di frame neanche con l'inferno totale a schermo. Il gioco è inoltre completamente tradotto in italiano.
Per sbloccare tutto ciò che il gioco ha da offrire ci vorrà relativamente poco, meno di 10 ore, ma per completare tutti i contenuti alle difficoltà più alte... buona fortuna.
Jotunnslayer: Hordes of Hel è esattamente ciò che potremmo definire "un perfetto survivorlike moderno", che non cerca di reinventare la formula ma la modifica per renderla più appetibile al grande pubblico, favorendo la varietà e la sperimentazione, un titolo che ci ha intrattenuto per tutta la sua durata e che, proposto al prezzo di appena 15€, ci sentiamo di consigliarvi tranquillamente a occhi chiusi (ma se siete con le tasche bucate e volete risparmiare ancora di più, vi viene incontro Instant Gaming).