logo AnimeClick.it

7.5/10
-

Innanzitutto non tratterò del tratto nagaiano, del suo pessimo stile grafico, sebbene questo ricada molto nel voto, perché ha reso la lettura particolarmente difficoltosa. A parte ciò, però, l'opera è forse più importante che bella. Non si può negare che sia stato la pietra miliare degli anni '70, sia per la sessualità così spinta (almeno a livello di nudità), che per l'aver introdotto dei temi essenziali. Ha analizzato l'animo umano con freddezza e un pizzico di cinismo, direi, ma in modo sostanzialmente oggettivo e ciò, in un manga, è quantomeno apprezzabile.
I demoni, rappresentanti i precedenti abitatori del creato, si risvegliano e cercano di riottenere quel che han perso prendendo possesso degli umani, ma dovranno vedersela con i Devilmen, ossia coloro che dotati di forte raziocinio e di animo puro riescono ad evitare di essere completamente sottomessi alla volontà demoniaca. Akira è solo il rappresentate di tutto ciò, il più forte, anche, essendosi mescolato con un demone particolarmente vigoroso, ma quel che Nagai vuole sottolineare è lo scontro fra parti, più che la potenza dell'Akira di turno. Non sempre effettivamente ciò è riuscito, a volte il protagonismo ha comunque avuto la meglio. Si può dire, però, che c'è stato comunque la voglia e lo sforzo di creare un'idea di scontro diciamo quasi generazionale e planetario e le conseguenze di ciò, vale a dire la distruzione progressiva della specie umana, sono assolutamente ben delineate. Devilman non è un manga dall'esito piacevole, sebbene avrebbe potuto averlo, e questo mi ha attirato ancor più. Si tenga in considerazione, oltretutto, che la distruzione non è impetuosa e improvvisa, ma costante e cammina al fianco del protagonista lungo tutto il suo viaggio, portandogli via numerose anime care. Miki, in particolare, la diciamo co-protagonista iniziale, descritta anche nella sua sessualità adolescenziale, viene immolata al pessimismo nagaiano relativo agli esseri umani, visti essenzialmente come creature irrazionali e violente, dotate di una mera parvenza di razionalità funzionante solo in tempi di pace e benessere. Come una frattura nel ghiaccio antico ha permesso il ritorno dei demoni, la frattura della società e dell'economia umane ha permesso la liberazione dei "demoni" negli umani.
Probabilmente il finale, in un certo senso mistico, è stata la cosa che meno ho apprezzato. Vero che la trasformazione di Ryo è abbastanza ben delineata e non presenta una illuminazione improvvisa e inverosimile, ma è rimasto qualcosa di poco comprensibile. Certo che, comunque sia, è rimasto anche qualcosa di molto imprimibile nella memoria collettiva fumettistica, essendo stato poi riproposto in varie salse, ma in particolare da Evangelion, che è riuscito nell'intento di scavalcare quest'opera in incomprensibilità e grandiosità.
In complesso un'opera formidabile per gli anni in cui è stata creata, ma il cui stile grafico risulta essere uno scoglio abbastanza alto da scavalcare.