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Solitamente quando guardiamo un anime, le premesse iniziali hanno quasi sempre una rilevanza fondamentale sull’impianto di tutta la nostra serie e, in certi casi, ci consentono di determinare anche i possibili finali di stagione… tuttavia in "Fate/Apocrypha" la storia è piuttosto differente.

La vicenda è ambientata in un universo alternativo a quello della novel ("Fate/Stay Night") nel quale la famiglia di maghi degli Yggdmillennia è riuscita a sottrarre il Graal Maggiore ai tedeschi durante il corso della Seconda Guerra Mondiale (simultaneamente era in atto anche la Terza Guerra del Santo Graal), e in seguito a dichiararsi come ente magico autonomo e indipendente dall’Associazione dei Maghi. Naturalmente quest’ultima, considerando oltraggioso tale gesto e non volendo lasciare il Graal Maggiore nelle loro grinfie, invia le sue forze a combattere gli Yggdmillennia, i quali però riescono facilmente a difendersi grazie all’evocazione di alcuni Servant. Ecco che per la prima volta, udite udite, il sistema della Guerra del Graal subisce un cambiamento radicale, infatti ad affrontarsi questa volta sono due squadre di sette Servant:
la squadra rossa guidata dall’Associazione dei Maghi;
la squadra nera guidata dalla famiglia degli Yggdmillennia.
Conclusa poi la rivalità tra le due squadre, i sette Servant rimasti, con i loro corrispettivi Master, si sfideranno per ottenere il Santo Graal nella città di Trifas (Romania).

Con la presenza di ben quattordici Servant l’autore si è potuto totalmente sbizzarrire sulla scelta dei vari spiriti eroici presentando anche dei guerrieri molto rilevanti a livello storico, ma le novità non sono finite qui, poiché il ruolo di arbitro nella guerra non è affidato al solito sacerdote, bensì ad un quindicesimo Servant, la Ruler Giovanna d’Arco, che ricopre un ruolo fondamentale all’interno di tutto l’arco della storia. Il mutamento di cui vi parlavo all’inizio, comincia a manifestarsi a partire da metà stagione, in quanto l’attenzione delle vicende lascia meno spazio alla guerra e si concentra maggiormente su un giovane “omuncolo” (esseri creati dagli Yggdmillennia che apparentemente non provano alcuna emozione), Sig, il quale a differenza dei propri simili sembra possedere dei sentimenti e soprattutto avere un obbiettivo: proteggere le persone a lui care da qualsiasi minaccia… questo ideale, seppur piuttosto scontato, è appoggiato e condiviso in primo piano da Giovanna, con la quale stringe un profondo legame di amicizia e di rispetto reciproco. Ovviamente non vi starò né a spoilerare tutti i Servant e né a descriverli uno ad uno poiché la recensione diventerebbe troppo lunga e noiosa, ma posso assicurarvi che nonostante stiamo parlando di soli ventiquattro episodi, quasi tutti i personaggi riescono a ritagliarsi il proprio spazio e a mostrare le loro potenzialità, i loro difetti e a descrivere i propri ideali posseduti in vita.

Come in ogni "Fate" che si rispetti, era immancabile la presenza di una tematica che induca quantomeno lo spettatore a riflettere: questa volta è toccato alla “salvezza dell’umanità”.
A guerra in corso, fa la sua apparizione un secondo Ruler (sedicesimo Servant), Shirou Amakusa, il quale ha il chiaro intento di voler impossessarsi del Santo Graal e di esaudire il suo tanto agognato desiderio. In Shirou è nata la convinzione, osservando per ben sessant’anni gli esseri umani, che l’umanità debba essere salvata il prima possibile da se stessa a causa della spirale di egoismo incessante e dalla lotta continua con il proprio simile per il potere e la gloria, in modo tale che si crei una sorta di società utopica dove tutti possano vivere felici e liberi da ogni crudeltà. Tuttavia il modello utopistico presentato dal nuovo Ruler non è condiviso da Giovanna e da Sig, i quali ritengono che l’umanità non ha bisogno di essere salvata poiché essa stessa deve acquisire quella maturità intellettuale e spirituale che le consenta un giorno di poter creare un mondo migliore ed una società più equilibrata… estirpare il “male” alla radice non è la soluzione corretta visto che un’umanità esclusivamente felice e spensierata non avrebbe alcun obbiettivo o nuovo bisogno da soddisfare, ma soprattutto non esisterebbe quel “mutamento” che fino ad ora ha condizionato e influenzato l’essere umano. Si tratta di una tematica molto profonda e alla quale non c’è un’unica soluzione, ma non c’è nulla di cui meravigliarsi dato che "Fate" ha quasi sempre presentato dei filoni tematici di questo calibro!

Dal punto di vista grafico la serie si fa apprezzare e non fa particolarmente rimpiangere le animazioni dello studio Ufotable, i combattimenti degli ultimi episodi hanno una qualità mai vista in nessun anime, seppur sono presenti dei piccoli cali nella fisionomia dei personaggi; le sigle come al solito promosse a pieni voti e il doppiaggio ben strutturato.

Beh, che dire, "Fate/Apocrypha" con il cambiamento di studio e l’immersione in un universo completamente diverso da quello di Fate, sembrava un prodotto destinato al fallimento… tuttavia è riuscito a tenere alto il nome del brand, a presentare tematiche originali e personaggi ben caratterizzati.
Voto finale… 9!