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7.0/10
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"Mao Dante", considerato (a buon ragione) il prototipo di "Devilman", ricevette una trasposizione animata a oltre trent'anni di distanza dalla sua pubblicazione in Giappone, grazie a un ritrovato interesse nelle opere del maestro Go Nagai in quel periodo (come sta avvenendo anche adesso, del resto).
Curiosamente il manga non riscosse moltissimo successo all'epoca: fu infatti interrotto al secondo volume, a causa della chiusura della rivista della Kodansha su cui veniva pubblicato. Il manga dunque si interrompeva "sul più bello", lasciando irrisolte diverse questioni.
Questo adattamento anime invece presenta un finale che oserei definire "definitivo", quindi chi vuole cimentarsi nella visione non abbia timore: nessuna opera monca, nessuna questione irrisolta, esattamente come in "Devilman".

In "Mao Dante" seguiamo le vicende di Ryo Utsugi, un ragazzo in apparenza come tanti, ma tormentato da incubi spaventosi in cui si vede nei panni di un demone gigantesco e mostruoso, mentre distrugge le città e uccide molti esseri umani. Questi incubi ricorrenti lo sconvolgono a tal punto, da non riuscire nemmeno più a frequentare l'università. Nel frattempo avvengono in città misteriosi omicidi: una giovane ragazza viene trovata uccisa, e il suo cuore sembra essere stato strappato da qualche creatura disumana. Ryo inizia a venir perseguitato da visioni di ragazze in fuga, probabilmente le stesse che vengono ritrovate morte i giorni successivi, e comincia a dubitare perfino di sé stesso e della sua sanità mentale. A un certo punto un gruppo di satanisti, per poter evocare il campione dei demoni Dante, rapisce la sorella di Ryo, Saori, per offrirla in sacrificio durante il rito di evocazione. Fortunatamente l'intervento degli uomini della Confraternita di Dio (guidata dal padre di Ryo e Saori), e l'intervento di Ryo stesso, riesce a guastare i piani dei satanisti e salvare la ragazza. Il gruppo di satanisti superstiti al blitz si rende conto che Ryo Utsugi ha dei poteri particolari, e potrebbe essere in grado di risvegliare il demone Dante che giace intrappolato nei ghiacci dell'Himalaya. Lo attirano dunque in una trappola e lo teletrasportano nel luogo dove si trova il demone. Ryo viene convinto dalla creatura a liberarlo, ma, dopo aver fatto ciò, viene divorato senza pietà! Sembra la fine del nostro eroe, ma incredibilmente la sua coscienza si risveglia all'interno di quella del demone, anche se inizialmente non sembra in grado di controllare il gigantesco corpo, che vola per il Giappone seminando terrore e distruzione. Nulla sembra in grado di fermarlo, finché non appare un altro demone, Zenon, che in realtà è un sottoposto di Dio, e pare abbia dei conti in sospeso con il demone Dante. La battaglia è furiosa, ma il supremo demone Dante finisce per sopraffare il potente avversario. In punto di morte Zenon gli rivela il suo rammarico per aver dovuto combattere contro quello che un tempo era un suo compagno. Dante, spossato dalla battaglia, regredisce alla forma umana di Ryo Utsugi. Ryo, ancora confuso se quello che gli è accaduto sia vero o un'allucinazione, fa ritorno a casa. In seguito il ragazzo scoprirà sconvolgenti verità riguardo alla vera natura di Dio, degli esseri umani e perfino della sua vera natura, tanto da portarlo al combattimento finale contro il "campione di Dio".

Go Nagai nel 2007 in un'intervista disse di essersi ispirato alle illustrazioni di Gustave Dorè (un grandissimo artista, che illustrò non solo l'opera del poeta Dante ma anche "Il paradiso perduto" di John Milton e vari altri classici della letteratura internazionale) della "Divina Commedia" di Dante per la realizzazione di "Mao Dante", e chiaramente alla "Divina Commedia" stessa (si veda il nome del supremo demone, Dante), e alla "mitologia" cristiana in generale (vengono citate le città bibliche di Sodoma e Gomorra, nonché altri demoni come Satana), ma il tutto viene riletto sotto una luce differente, in maniera da far dubitare al lettore o a chi vede la serie animata su chi sia nel giusto e chi invece nel torto. D'altro canto la figura di Dio nell'Antico Testamento è più simile a quella di una divinità vendicativa e crudele (si veda il Diluvio Universale, la punizione a Sodoma e Gomorra, le Piaghe d'Egitto...) piuttosto che a quella benigna e salvifica del Nuovo Testamento.

Dal punto di vista tecnico l'anime è più che discreto, il character design è valido, le animazioni non sono sempre strepitose, ma in genere sono accettabili. La differenza rispetto al manga che si nota di più è probabilmente il fatto che c'è meno violenza, e le scene di nudo sono state quasi tutte censurate: prevedibile succedesse, in quanto si parla pur sempre di una serie TV, ma ugualmente la cosa delude un po'. Probabilmente sarebbe stato meglio se fosse uscita come serie OAV, in modo da mantenere lo spirito del manga.
Nonostante comunque una trasposizione un po' "allegerita", non ci si può lamentare troppo; a parte forse i primi episodi in cui la trama risulta un po' confusa, la storia poi procede spedita senza molti intoppi fino al finale (semi)apocalittico, dimostrando tutta la potenza tipica di altre storie di Go Nagai (come si può vedere anche in "Devilman", ad esempio).

Buono anche il doppiaggio italiano: non tutti doppiatori sono forse idonei al ruolo, ma almeno i personaggi principali sono doppiati in maniera egregia.

Se devo lamentarmi di una cosa, oltre ai difetti elencati in precedenza, la sigla iniziale mi è parsa poco adatta a un'opera del genere (presa come sigla a sé non è male, chiaramente, ma probabilmente non funziona tanto bene in un'opera come "Mao Dante").

In definitiva, una serie da vedere se si è fan più o meno sfegatati del maestro Go Nagai (o almeno delle sue opere più "orrorifiche"), mentre gli spettatori più esigenti potrebbero non trovare quest'opera sufficientemente interessante o originale per i loro gusti, per quanto bisogna tenere presente che l'opera originale è ormai vecchia di oltre quarantacinque anni (tra tre anni ci sarà il cinquantesimo anniversario).