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Uno di quei titoli fatti con lo scopo di fungere da balsamo per l'anima della clientela più "affezionata". Niente di male ad essere otaku, niente di male finché non sei un peso economico-scolastico-lavorativo nel portare avanti la tua passione; niente di male se anche la società ti schifa, la famiglia nel profondo ti amerà comunque; se gli amici non ti capiscono o hai paura di confidarti con loro, basta trovare amici adatti... questi grossomodo sono i messaggi veicolati. La furbata in questo caso è stata di far fare non al tipico giovinotto in preda agli ormoni, ma a una piacente sorellina, la parte del maniaco collezionista... di roba estrema per soli uomini. Punto di riferimento e waifu ideale (per qualcuno) in un colpo solo.

Già dal titolo della serie chiunque si aspetterebbe un anime in cui la sorella è una tsundere che si lega fortemente al fratello e che, sempre da classica tsundere, lo insulta e occasionalmente calcia con fare cartoonesco, cambiando magari pure stile grafico in qualcosa di più buffo. Questo concetto di base rimane, ma non viene messo in atto come mi sarei aspettato. Avrei scommesso su una sorellina con passioni otaku nascenti, negate fino all'ultimo o equilibrate, magari spinte dal fratello o al limite con reticenza a darvi fondo. Niente di più sbagliato, Kirino è assolutamente all'ultimo stadio di compratrice compulsiva, ed è lei semmai a costringere il fratello, completamente non interessato agli anime o ai videogiochi, a vedere e giocare serie TV majokko-moe e novelle erotiche su PC. Kirino col suo lavoretto di modella si può permettere persino edizioni extralusso, e butta soldi per riedizioni con insignificanti differenze estetiche, più appassionata genuina di così non si può. Farebbe pure cosplay, se non temesse di essere beccata da qualcuno che conosce.

"Ore no Imouto ga Konna ni Kawaii Wake ga Nai", o per dirla in modo comprensibile "Non è possibile che mia sorella minore sia così carina", tenta di mantenere un'aria semi-seria per tutto l'arco di questa prima mezza stagione, il che rende più difficile, perlomeno a me, che non ho mai apprezzato le tsundere all'infuori della splendida Kuriso Makise di "Steins;Gate", sopportare i continui elementi "tsun" presenti, che in altri casi sarebbero stati mitigati, se non dall'ironia, perlomeno da personaggi "dere" gravitanti intorno al personaggio maschile protagonista, qui solo sullo sfondo e con scarso interesse sessuale del fratello di Kirino, Kyousuke, che, a parte imbarazzi, non mostra mai davvero un interesse minimo che vada oltre a quello dell'amicizia, non solo con l'angelica Manami, sua amica d'infanzia e perfetta casalinga, ma pure con l'amica-otaku Kuroneko, o la più giovane modella Ayase. Tutte stereotipi, ma utilissime se sapute usare a dovere.

Kyosuke Kosaka, il fratello maggiore nonché protagonista maschile, più che essere un tipo responsabile e maturo, è di certo un masochista, oltre che un super-siscon inconsapevole. Per tutto il tempo non farà altro che farsi umiliare dalla sorella minore, direttamente o indirettamente. Verrà svegliato gratuitamente a suon di schiaffi, insultato ripetutamente, ri-schiaffeggiato all'improvviso per frasi normali, preso più volte a calci nei gioielli di famiglia, fortunatamente con solo un caso andato a segno; si è preso persino una testata in faccia con conseguenti fazzoletti insanguinati in una scena non ironica... Ora, dico io, nessuno pretenderebbe roba che vada oltre a un affetto platonico, anzi gli spettatori in maggioranza neanche la vorrebbero, ma per vedere un grazie sincero da parte della giovane Kirino si deve aspettare davvero parecchio, e questo non è normale manco per una cavolo di tsundere. Perchè Kyosuke si becca tanto odio? Fondamentalmente è gentile con lei, le dedica tempo, si sacrifica per aiutarla, a volte senza nemmeno farglielo sapere, anche umiliandosi per una persona che a detta di tutte le sue amiche è una egoista mancante di buone maniere, e il modo in cui Kirino tratta Manami ne è il massimo esempio. Ma perché allora tutti le vogliono così tanto bene? Perché in fondo non è cattiva? Perché di viso è graziosa, perché ha buoni voti e fa la modella? Perché la sua passione ne fa un soggetto particolare e la vive con passione sincera, quindi non si vuol incupire lo spettatore otaku? Mistero! Fosse stata più giovane e innocua a livello fisico, la monelleria poteva essere anche simpatica, ma stiamo parlando di un'adolescente capricciosa di quattordici anni che provoca semmai voglia di prenderla a bacchettate. Ironicamente poi nemmeno lei sopporta i personaggi che più la rispecchiano nei suoi adorati eroge, dove è lei a fare il fratellone tapino. Kirino non si rende nemmeno conto di come è realmente, ma questa non è un'attenuante. Seriamente, avendo lei i riflettori puntati costantemente addosso, a fine visione l'ho messa nella top delle peggiori imouto che avessi mai visto, tralasciando, ribadisco, le sorelline tsundere non protagoniste o più vistosamente ridicole, che sono in fondo la versione più comune nei prodotti animati di media fattura. Boccerei la serie stessa, non lo nego, per la sensazione costante di soluzioni forzate, se non avessi il cuore tenero e non vi trovassi spunti interessanti e materiale per poter proseguire la storia con un'altra mezza stagione, già uscita, ma da cui non mi aspetto eventi epocali, e che, a quanto mi pare di aver capito, ha scontentato più di un fan, anche se mi auguro solo per pretese troppo alte. Vedremo, è presto per dirlo.

Una cosa è certa, nei suoi soli dodici episodi, la serie di tempo per approfondire ne aveva eccome, ma è stato tutto sprecato per portare avanti le nuove fissazioni della ragazza, che fondamentalmente riusciva già a destreggiare sia doveri che piaceri nella propria vita, anche senza l'aiuto del fratello. Un esempio di spreco narrativo? Beh, senz'altro sarebbe facile e comodo incolpare di tutto semplicemente il cattivo carattere di Kirino, ma vi è una traccia narrativa che potrebbe giustificare tanto "tsun" e poco "dere" da parte sua. Una frase detta durante uno dei tanti momenti di collera, in cui asserisce che il fratello non si sia mai preso cura di lei in passato. Sappiamo che erano semi-estranei all'inizio, ma come, crescendo insieme, siano arrivati a tanto non è dato saperlo. I fratelli spesso non vanno d'accordo, va bene, ma perché si sono ignorati per anni? Il fratello maggiore Kyosuke di certo non lo saprebbe dire e neanche ci pensa, nonostante non sia un punto tralasciabile della storia, perché darebbe un nuovo significato, meno comico, alla passione di Kirino. Bisogna infatti chiedersi seriamente perché una ragazza etero, anche con un complesso fraterno nel profondo, dovrebbe appassionarsi alle sorelline loli al punto da farsi venire convulsioni di imbarazzo e felicità e atteggiamenti lesbo al sentire frasi carine giocando a giochi eroge, senza contare le doujinshi porno. Perché, come dice lei, le sorelline loli sono carine e basta? Suvvia! Come motivazione potrebbe forse essere accettata da un uomo, e a livello pratico immagino che con lo yaoi sarebbe stato difficile e traumatico coinvolgere il suo onii-chan e gran parte del pubblico pagante, ma, arrivati a questo punto, con Kirino è difficile non legare tale peculiarità a qualche seria disfunzione affettiva degna di una mancanza genitoriale. Kirino in effetti non gradisce mai pienamente la presenza del fratello, il loro avvicinarsi non attutisce minimamente il suo atteggiamento aggressivo, men che meno il suo passatempo otaku, non percepisce nemmeno del tutto le azioni che Kyosuke fa per lei, o meglio a volte sembra rendersene conto, ma queste non lasciano grande impatto in lei, e non perché vengano date per scontate. Kirino farà ammenda solo in un episodio in cui è vestita da maid, in una parte davvero appiccicata col nastro adesivo al resto della serie e che comunque non impedirà di tornare alla solita situazione di tutti i giorni. Kirino, a pensarci bene, nei suoi giochi interpreta il ruolo che a suo dire le sarebbe stato negato nell'infanzia da Kyosuke, e nel suo racconto amatoriale addirittura lo sostituisce con un personaggio femminile suo alter-ego, segno che nonostante tutto non concepisce o perdona la figura fraterna appieno, nonostante le stia accanto e si faccia pure in quattro per lei. Che vi sia dell'affetto nella ragazza è dato per certo, ma è dosato in modo davvero troppo parsimonioso durante la visione.
Al contrario, Kyosuke, francamente... non dico che dovrebbe restituire qualche colpo ricevuto, ma almeno cercare di farsi rispettare un minimo di più sarebbe stato sensato. Mai un rancore minimo per quel che sopporta non è comportarsi da adulti, è solo assurdo. Addirittura il fratellone, dopo una sfuriata ridicola, per nascondere al padre la collezione eroge della sorella, si becca infamia e legnate per cosa? Già lo aveva convinto a essere indulgente con Kirino, doveva solo cedere sul non permettere che la sua imouto di quattordici anni avesse in quantità industriale roba vietata a minori di diciotto anni. Senza fare il bacchettone, che non è roba per me, non mi pare così tanto un favore quello fattole, estendendo la sua crociata, specie considerando che lei ha più versioni dello stesso titolo, tra cui edizioni censurate per la famiglia. Avrebbe perso poco e avrebbe rimediato sicuramente presto alle mancanze, a che pro sacrificarsi tanto? Arrivati a quel punto diviene ormai chiaro perché Kyosuke è un imbecille, stop, nessun'altra spiegazione. Certo hanno giustificato un minimo la cosa facendo sfuggire una frase al ragazzo, che avrebbe spinto il padre a controllare la camera della figlia, e lui se ne sarebbe preso da uomo affettuoso la responsabilità... già, perché ci vuole troppo cervello a pensare che può esserci altra roba hentai per casa. Eh già. Da scommettere che, se non fosse andata a buon fine, Kyosuke si sarebbe addossato candidamente la responsabilità con Kirino, senza nasconderlo, che l'averla comunque aiutata non sarebbe bastato e che si sarebbe fatto colpire e poi fatto perdonare con qualche soluzione scema di stampo otaku. Scontato! A questo proposito, preferisco dimenticare scene patetiche come quella nello studio di animazione in cui si voleva trasporre il romanzetto trash di una Kirino febbricitante, perché non sapeva evidentemente gestire le delusioni, tanto la sua vita era stata finora perfetta. Scena in cui il non coinvolgimento di un genitore o manager appare pure un tantino bizzarro, vista la giovane età della ragazza.

Ecco, Kyosuke ha fondamentalmente un solo scopo nella storia, rendere la vita perfetta e perfettamente gestita da Kirino ancora più perfetta, e per far questo lo staff che ha realizzato l'anime ha preferito saltare completamente l'approfondimento del loro rapporto, con pure tirchieria nel concedere parentesi di gratitudine a compensare tali mancanze. Durante un episodio natalizio sembrava quasi esserci stato un mezzo passo avanti, per poi tornare al solito atteggiamento. Non si sono nemmeno degnati di far conoscere bene il personaggio di Saori, che pare ben meno trasandata in realtà di quanto non appaia nei raduni otaku, e (ma forse qui è un limite solo mio) non sono nemmeno riuscito a interpretare bene il crescente atteggiamento scostante, ma educato, dell'emotiva amica-modella di Kirino, Ayase, verso Kyosuke. Lei ha compreso che un certo monologo aveva scopo riappacificatore, Kyosuke l'ha pure aiutata, anche se in modo particolare: davvero Ayase lo considera negativo per Kirino? Direi di no. Non si fida del ragazzo a livello ormonale? Un caso di tsundere al contrario? Teme che la metta di nuovo in imbarazzo? Lo considera un rivale? Eh, chissà, non escludo niente, il suo modo di porsi sinceramente mi confonde, e discuterne bene tra i due sarebbe qualcosa di troppo normale da fare. Onestamente avrei accettato di più se l'amicizia tra Kirino e Ayase fosse andata male, magari addolcita nell'addio, ma ci avrebbe risparmiato un discorso da parte di Kyosuke di quelli veramente tremendi e diretti male, e avrebbe dato anche spazio a questioni più importanti. Un problema risolto in modo decisamente discutibile, non solo per i dialoghi ambigui, ma pure per come difficilmente possano aver presa sulla non accettazione di una passione otaku.

Avendo visto tardivamente la prima serie, dopo la visione dei dodici episodi ho visto pure i pochi capitoli aggiuntivi del "True Route", che consiglio, in quanto cambiano la svolta finale improvvisa dell'ultimo episodio, risolta senza nemmeno un motivo vero (seriamente la regia ha cali bruttini), con una versione più digeribile, sebbene la sostanza conclusiva non cambi moltissimo. Perlomeno il "True Route", il cui titolo fa riferimento ai bivi narrativi nel gergo delle visual novel, ci fa approfondire ulteriormente il gradevole personaggio di Kuroneko, l'amica gotica dei due fratelli, fin troppo versatile nelle sue passioni (disegnare, scrivere, cucire), e che avrà pure grossi difetti nel parlare con le persone, ma che almeno ha dalla sua parte una buona dose di graziosità, nonostante l'aspetto possa erroneamente farla passare inizialmente come 'tsunderina' sullo stesso livello over-power di Kirino, che, se non si fosse già capito, per me, a dispetto del titolo, anche quando è di buon umore, tutto può essere, tranne che kawaii.

Concedo a questa produzione la sufficienza, e mi auguro che la seconda mezza stagione colmi le lacune e migliori la mia opinione generale, ma ne dubito.