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Onestamente, quando ho iniziato a guardare “Rakuday Kishi no Eyuudan”, pensavo proprio si trattasse del solito anime pieno di fanservice e soprattutto senza trama, tuttavia ho deciso di non arrendermi e provare lo stesso a guardarlo... il risultato è che mi sono completamente ricreduto!

Sebbene la trama rispetti bene o male quasi tutti gli stereotipi (protagonista perdente che acquisisce improvvisamente popolarità e fama in poco tempo, ragazze che si innamorano o sono già innamorate del protagonista, il susseguirsi di tornei su tornei per decretare il migliore della scuola/accademia) che possiamo aspettarci di ritrovare all’interno di un anime a sfondo “fantasy” e “harem-ecchi”, quello su cui vorrei soffermarmi principalmente è la psicologia di alcuni personaggi, i quali sono indubbiamente fondamentali per lo sviluppo della narrazione.

Partendo dal protagonista, Ikki, che, nonostante la sua giovane età, dimostra una percezione di controllo e fermezza a livello comportamentale e mentale che chiunque invidierebbe: qualsiasi situazione gli si presenti dinanzi, riesce ad essere allo stesso tempo sia tremendamente giudizioso che razionale e intelligente nelle sue scelte. È incredibile pensare che sia riuscito a sviluppare una mentalità simile, sebbene sia stato categoricamente messo da parte dalla famiglia, in modo particolare dal padre, a causa della sua debolezza come cavaliere magico. Il rapporto con la figura genitoriale è stata costruita in modo brutalmente perfetto, non è facile sopravvivere e crearsi un proprio futuro con le sole proprie forze, e soprattutto con la consapevolezza che la persona a cui tieni di più non cambierà mai la sua posizione nei tuoi confronti, poiché ti ha etichettato a priori come un essere inutile con il quale non vale la pena neanche relazionarsi.
Partendo da questa premessa, entra in gioco la sorellina del protagonista, Shizuku, la quale è visibilmente molto legata al protagonista e alla sua storia. Erroneamente si potrebbe pensare che tutti i comportamenti considerabili “incestuosi” messi in atto da Shizuku siano dovuti al fatto che le piaccia suo fratello, ma non è affatto così... la ragazza ha sviluppato un attaccamento molto profondo a Ikki, perché ha tentato in tutti i modi di “sostituire” le assenti figure genitoriali. Di conseguenza anche la piccola Shizuku dimostra una maturità e soprattutto una sensibilità davvero encomiabili.
Una figura leggermente più controversa è quella della principessa Stella: non sono riuscito a costruire una precisa caratterizzazione sul suo personaggio, poiché sembra semplicemente variare in funzione di Ikki, un carattere ideato per supportare e gestire i continui cambiamenti del protagonista, tutto qui... oltretutto conosciamo davvero poco o nulla sul suo passato, mi sarei aspettato un approfondimento più preciso sulla sua nazione d’origine e sui suoi reali scopi all’accademia.
L’ultimo personaggio sui cui vale porre l’accento è la presidentessa del consiglio studentesco, Tohka: è stata presentata come il cavaliere magico più forte dell’accademia e con un potere magico fuori dal comune, però tutte queste premesse sono state tremendamente vanificate a causa della chiusura davvero troppo frettolosa di fine stagione. Davvero un peccato, poiché grazie al suo passato poco felice si è trasformata in una persona molto dedita agli altri e che si mette sempre in discussione. È giusto concentrarsi sull’esaltazione del rapporto tra Ikki e Stella, ma allo stesso tempo è uno spreco sacrificare e “distruggere” dei personaggi interessanti, a causa della mancanza di tempo da dedicar loro nella storia. A questo punto meglio ometterli direttamente ed evitare la presenza di comparse che poi si rivelano inutili e senza senso.

Estremamente significativo è il comparto grafico, davvero encomiabile, ci sono alcune sequenze di combattimenti dove i contrasti cromatici sono stupefacenti; non ho notato neanche dei clamorosi cali a livello grafico durante il loro svolgimento. A livello fisionomico non a tutti i personaggi è stato concesso lo stesso trattamento, ad esempio Ikki, Stella e Tohka sembrano essere stati realizzati meglio e con più particolari rispetto ad Alice, Shizuku e alcuni personaggi secondari.
Le sigle non mi sono piaciute particolarmente, mentre il doppiaggio mi è piaciuto tantissimo: il doppiatore di Ikki è riuscito correttamente a trasmettere la calma e tranquillità che lo contraddistinguono, mentre la doppiatrice di Stella è riuscita alla perfezione a interpretare il personaggio con la sua voce leggermente irritante e stridula.

Nel complesso si tratta di un anime da non sottovalutare nel modo più assoluto: è vero che la sua trama rispetti dei canoni piuttosto classici, ma la sua vera essenza può essere colta attraverso la caratterizzazione e l’analisi di alcuni personaggi. Consiglio vivamente di guardare l’opera e di non farsi ingannare dai generi come l’harem-ecchi, talvolta le vicende possono prendere delle pieghe completamente diverse da quelle che ci aspetteremmo.
Il mio voto finale è 8... avrebbe potuto ricevere anche mezzo voto in più con una caratterizzazione più completa di alcuni personaggi e con un canovaccio meno classico è più originale.