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6.0/10
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“Revisions” è una serie anime del 2019, composta da dodici episodi, prodotta da Netflix; è un’opera di genere azione, fantascienza, mecha e post-apocalittico.

La serie ci porta nel Giappone contemporaneo (nel 2017, per la precisione), qui troviamo un gruppo di ragazzi che frequentano la stessa classe, e che sono amici fin dalle scuole medie. Sette anni prima, ovvero nel 2010, ai ragazzi è capitata una cosa molto particolare.
Nel 2010 uno dei ragazzi (bambini all’epoca), ovvero Daisuke Dojima, venne rapito, i suoi amici erano molto preoccupati e non sapevano cosa fare, ma arrivò una misteriosa ragazza di nome Milo per aiutarli; ella ritrovò Daisuke e uccise il rapitore, ma non fece solo questo: Milo disse che si sarebbe occupata lei di occultare il corpo, e che loro non avrebbero dovuto parlare alla polizia di questo fatto, e neanche di lei. Poi, a Daisuke disse che loro cinque in futuro avrebbero corso un grandissimo pericolo, e che solo lui avrebbe potuto salvarli tutti. Milo poi se ne andò, e da allora i ragazzi non la videro più.
Trascorsi sette anni gli altri ragazzi non pensano più a quella notte piovosa e oscura, ma lo stesso non si può dire per Daisuke: da quella notte lui rimase ossessionato da quelle parole, non facendo altro che allenarsi, girare armato, e attaccare briga con tutti quelli che pensava infastidissero i suoi amici. Questo, ovviamente, ha causato molti problemi a Daisuke: gli altri lo prendono in giro e gli sono rimasti solo quei quattro amici con cui aveva condiviso quella notte; lui inoltre si è anche separato dai suoi genitori, scegliendo di abbandonare la casa dei suoi per poter andare nella stessa scuola dei suoi amici, andando a vivere con lo zio Mikio Dōjima, un medico non sposato che lavora in ospedale. Questo suo comportamento però ora comincia a infastidire anche i suoi quattro amici, soprattutto Gai Chang Steiner, che ha litigi frequenti (e forti) con Daisuke; non vengono alle mani solo perché la sorella di Gai, ovvero Lu Chang Steiner, cerca di non farli scontrare, ma anche lei è molto seccata per il comportamento di Daisuke, ritenuto quasi patologico, per così dire. Fra la rosa degli amici c’è anche Keisuke Asano, che non si arrabbia con Daisuke, ma cerca di farlo ragionare, parlandogli, e in parte Daisuke riflette sulle sue parole, trattandosi del suo amico più fidato e con cui non litiga praticamente mai. Poi abbiamo Marin Temari, ma viene chiamata Marimari dai suoi amici: è una ragazza molto dolce e timida, lei è innamorata di Daisuke, anche se Keisuke ha una cotta per lei, e non vive bene questo fatto, anche se non lo dà a vedere.
Un giorno i cinque ragazzi ricevono un messaggio, che dice che il giorno seguente a Shibuya (il loro quartiere, dove si trova la loro scuola) succederà qualcosa di molto pericoloso, ma che non sono obbligati ad esserci: se vogliono, possono scappare. Daisuke, com’era abbasta prevedibile, è assolutamente gasato/esaltato da questo fatto, dato che da più di sette anni aspettava questo momento, ma cerca di convincere lo zio a lasciare Shibuya il giorno seguente, dato che si preoccupa per la sua incolumità, anche se non riesce a convincerlo. Il giorno seguente Daisuke arriva in classe, ma l’accoglienza non è delle migliori: i suoi amici sono molto arrabbiati con di lui, soprattutto Gai, che, se non fosse stato fermato dalla sorella e da Keisuke, lo avrebbe probabilmente picchiato. Gli amici sono arrabbiati con Daisuke perché pensano che sia stato lui a inviar loro quel messaggio, ma lui dice di non essere stato, e in quel momento succede una cosa inaspettata. Avviene una specie di scossa, i ragazzi non riescono a capire che cosa succeda, ma vedono che il palazzo è tagliato in due, con una parte totalmente scomparsa. Per riuscire a capire qualcosa, decidono di andare sul tetto, ma lì avranno una brutta sorpresa. Andando sul tetto, vedono in lontananza solo deserto e distruzione, ma non riescono a capire come sia possibile, dato che non c’è stata una scossa, e comunque non spiegherebbe la comparsa del deserto, ma, prima di poter ragionare su questo, spunta un gigantesco mostro robotico, che comincia a uccidere le persone lì presenti, mentre altre persone vengono prese e buttate in una specie di vasca criogenica che i mostri hanno nella parte posteriore. Daisuke prova a fare qualcosa, ma è tutto inutile, e pensa seriamente che morirà su quel tetto, sorte che hanno avuto già altri ragazzi, ma dal nulla spunta una ragazza con una tuta. Anche se l’ultima volta che l’ha vista è stato sette anni fa, non potrebbe mai dimenticarla, lei è Milo. Milo chiede al ragazzo se è lui Daisuke, lui si sorprende di non essere riconosciuto, ma Milo insiste sul fatto che non lo conosce e che non è il momento per queste cose, dato che sono sotto attacco.
La ragazza ha portato un “regalo” per Daisuke, che gli permetterà di combattere i mostri. Questo “regalo” si chiama “String Puppet”, in poche parole è un mecha/esoscheletro di piccole dimensioni, un mezzo da guerra estremamente efficace per abbattere i mostri. Dopo uno scontro abbastanza duro, Daisuke, grazie alla collaborazione di Milo, riesce finalmente ad abbattere il mostro. Il nome di questi mostri è Revisions (da qui il nome all’opera), possono essere considerati come delle biomacchine o dei cyborg, se così si vuole, il quartiere di Shibuya e i suoi abitanti sono stati portati nel futuro, ovvero nel ventiquattresimo secolo, in un momento in cui l’umanità è divisa, e rischia la totale estinzione.
La trama finisce qui. Se volete conoscere il resto, dovete vedervi l’opera.

Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, purtroppo non ci siamo proprio, non è stato fatto un buon lavoro. Prendiamo come primo esempio il protagonista: certo, il fatto di essere insopportabile può essere una cosa voluta, ma il cambiamento che ha e le sue reazioni non sembrano essere affatto realistiche, diventa triste per motivi stupidi, ma rimane allegro in situazioni dove ci sarebbe da disperarsi. E queste critiche sono valide anche per gli altri personaggi: abbiamo molti personaggi assolutamente stereotipati, insopportabili e, in alcuni casi, sono pure copiati da personaggi più famosi... in pessimo modo, comunque.
Ci sono poi anche scene abbastanza inutili di cui non si capisce il senso, che sembrano cose senza né capo né coda, messe lì senza che neanche gli autori ne sappiano il perché. Almeno potevano mettere un po’ di fanservice, e poi i personaggi sono pure disegnati in modo anonimo e banale.
Questo è uno dei tanti punti deboli dell’opera, forse quello più grave a mio avviso, ma andiamo avanti.

Poi abbiamo la trama, e questo è il secondo punto debole dell’opera: all’inizio le premesse non sono male, anzi, l’anime mischia elementi non comuni, mi ha ricordato altre opere da cui potrebbe aver preso spunto, come “Metal Gear Survive”, “Suisei No Gargantia”, “Ergo Proxy”, “Blame” ecc., però, andando avanti con la sceneggiatura, le cose peggiorano sempre di più.
Potevano decidere per una storia lineare e abbastanza semplice, invece hanno incasinato le cose esagerando in modo quasi “patologico” con i viaggi nel tempo; non mi riferisco tanto al fattore paradossi, quelli in un’opera che parla di viaggi nel tempo ci sono per forza, volenti o nolenti, ma non ne abbassano la qualità in genere (vedi “Terminator”), ma non è questo il problema. Semplicemente sembra che insistono sul nulla, per così dire, la trama si contraddice spesso, e, oltre a essere estremamente confusionaria, sembra assolutamente vuota, quasi una specie di ‘supercazzola’ temporale post-apocalittica: bocciata completamente.

Passiamo ora al lato tecnologico, qui le cose si risollevano un po’: i nemici sono molto interessanti e anche la loro storia, certo la trama non ci spiega molto, e talvolta si contraddice, come dicevo in precedenza. I nemici mi hanno ricordato vagamente gli “Scarab”, dei veicoli nemici presenti nella saga videoludica di “Halo”. Anche i boss nemici sono molto interessanti, ricordano un po’ i mostri robotici di “Blame”, e un po’ i nemici alieni presenti in “Sōkyū no Fafner Exodus”; è un vero peccato che non capiamo molto bene le loro intenzioni, e che alla fine ne viene approfondito solo uno, ma, ripeto, non ne capiamo le motivazioni, e me ne rammarico molto, dato che è uno dei personaggi migliori della serie.
Un altro aspetto negativo è il loro aspetto nella versione “umana”, una forma virtuale/astratta che usano per comunicare con gli umani: è assolutamente ridicola. Okay che siamo in un anime, ma ora si esagera: una tizia mezza nuda vestita da coniglietta, una bambina rompiscatole e una cosa che sembra la versione cattiva di Garfield con un sigaro...
Per quanto riguarda i robot che guidano i ragazzi, nulla di che: sì, non sono brutti, ma non sono neanche una cosa nuova, o particolarmente belli, o spettacolari.
Per quanto riguarda il world building, abbiamo una sufficienza estremamente risicata, molte cose non mi convincono e, come ho detto, si contraddicono spesso, per non parlare del fatto che Milo dice di agire per una associazione/esercito, RVS. Diciamo che sarebbe stato bello vederli almeno una volta, o quantomeno saperne qualcosina in più, dato che non sappiamo praticamente niente di loro; ripeto, un vero peccato, perché la trama iniziale non era male.

Per quanto riguarda le musiche, sono la cosa migliore, molto buone, permettono di risollevare un po’ una serie abbastanza mediocre.
Per quanto riguarda le animazioni, abbiamo una CGI di basso livello, cosa che purtroppo Netflix utilizza spesso per risparmiare; si può tollerare, fosse solo questo il problema della serie, comunque i combattimenti sono molto buoni, un altro elemento che risolleva questa serie.

In conclusione, una serie tra il mediocre e il sufficiente risicato, con una grafica di basso livello, con una trama contorta e abbastanza illogica: io onestamente non la consiglio, ma, se proprio la volete vedere, dovete essere forti amanti della fantascienza e dei mecha. Tale fatto vi permetterà di buttare giù, o quanto meno di addolcire, i vari aspetti negativi della serie.
Voto finale: 6-