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Se si escludono brevi speciali in racchia CG preistorica, questo è stato l'ultimo progetto legato saldamente alla storica serie Tv anni '90. Il lungometraggio ripercorre strade già intraprese (e usurate) da altri prodotti americani, servendo fondamentalmente sul piatto il tipico film di sfida collegiale, con l'unica, ma fondamentale peculiarità, di spostare l'attenzione via dal protagonista per dirigerla su qualcuno decisamente più amabile. Purtroppo... "Estremamente Pippo" non pare volersi legare al precedente e più volenteroso film "In viaggio con Pippo", specie negli sviluppi sentimentali di Max con Roxanne, di cui non vi è traccia.

A suo tempo, la dolce ragazza dai capelli rossi lasciò un gran bel ricordo nella fanbase, comparve in due fumetti e infine fece anche una comparsa nel programma contenitore "House of Mouse", piu o meno nello stesso anno di produzione di questo film. Successivamente, non venne più tirata fuori e in un vecchio home video natalizio venne perfino sostituita, si ipotizza per difficoltà nella realizzazione. Quindi... canonicamente, se si può usare questa parola con dei personaggi continuamente reinventati, sembrerebbe essersi separata da Max. Recentemente però, dopo anni di silenzio, la fanbase ha cominciato a guardare con un certo interesse ad una comparsa del recente riavvio di Ducktales, una giovane e quieta giornalista che in effetti, tenendo conto della profonda differenza stilistica, ha canoni estetici che possono ricordare la piccola Roxanne. Non si è capito bene se la cosa sia stata confermata, ma considerando l'estrema ruffianeria di quella produzione, non mi sorprenderebbe affatto, né sarebbe un male.

Tornando al film, Pippo come personaggio, che sia un goffo terremoto o un tenero piagnone è sempre adorabile, Max invece ormai è un cresciuto adolescente, ancor più finto spavaldo e lasciatemelo dire, ancor meno simpatico. Se in precedenza aveva dalla sua la fanciullezza e la comprensibile ragione di dover avere i suoi spazi, per via dei suoi interessi crescenti, in questo caso è solo un fichetto che non si risparmia di usare il padre per colpi bassi, ricordando un pochetto i bulletti contro cui dovrebbe invece mostrarsi migliore. Ma in effetti, nei prodotti alla "Animal House", i buoni veri sono pochi.

Obbiettivamente, aver insistito col tema del padre chioccia sensibile, stanca, quanto e più non avesse già fatto in precedenza e, visto il contesto, rende pure meno. Tra le note positive, sono carini i riferimenti anni '70, che si adattano bene al contesto, e fa piacere veder sullo sfondo che il mite PJ ha ereditato da Pietro un certo interesse e successo con le tizie dalle curve morbide, stile signora Peg.

Veder stavolta concentrare il lato conquistatore su Pippo ha reso quantomeno il tutto un po' più leggero, aiutando a scacciare la consapevolezza che rispetto al precedente film, questa sia stata una produzione più modesta. Detto francamente, non se ne sentiva il bisogno e non è nulla di memorabile, il goffo personaggio disneyano avrebbe meritato e meriterebbe tuttora prodotti totalmente nuovi, tuttavia, questi lavori a chiusura della serie sono stati simpatici omaggi a noi vecchi spettatori della serie tv. Non era così logico scommetterci ancora, quindi, forte di un'animazione che la casa del topo non fa nemmeno più, oggi si apprezza il tentativo di allora come un dolce saluto.