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8.0/10
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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Partiamo subito col dire che “Vinland Saga” è stata una gran bella rivelazione, una stagione da ventiquattro puntate che scorrono lisce come l’olio, specialmente se come me avete una certa passione per il mondo dei Vichinghi. Quello che all’apparenza sembra essere il personaggio principale, ovvero Thors, si capisce quasi subito che non durerà molto all’interno della serie, difatti il vero protagonista è il figlio Thorfinn, che dopo la morte del padre non farà altro che bramare vendetta nei confronti dell’uomo che lo ha assassinato (vigliaccamente), Askeladd. Parte quindi il viaggio del nostro Thorfinn, che nonostante la precoce età riesce a sopravvivere senza l’aiuto di nessuno e con il solo ausilio del pugnale del padre, fin quando non si arruola nell’esercito dell’acerrimo nemico, Askeladd stesso, con lo scopo di migliorare le sue doti di guerriero e poterlo finalmente sconfiggere in un duello, che si ripeterà più e più volte. Ma il resto lo lascio a voi.

Ora, oltre alla trama, a mio avviso stupenda, l’opera è curata in ogni minimo dettaglio, dal disegno fino alla musica, che accompagna perfettamente sia le scene di guerra sia le scene introspettive dei singoli personaggi. Inoltre, nota di merito a Wit Studio, che ha prodotto un anime fedele al manga, di cui inverte la posizione di alcune scene. Unica stonatura, forse, è che l’opera in alcuni tratti, ma è così anche per il manga, va troppo per le lunghe, arrivando lentamente al ‘quid’, e questo mi ha ricordato (sarà forse un’eresia) la rivoluzionaria opera di Akira Toriyama, “Drangonball”.
Ma questo non cambia il mio giudizio sull’opera, che è assolutamente consigliata.