logo AnimeClick.it

-

Come sempre, quando mi trovo davanti ad un film di Miyazaki non riesco più a staccarci gli occhi e il cuore di dosso: anche Ponyo Sulla Scogliera mi ha suscitato questa sensazione, e tornerei al cinema a rivederlo anche subito.
L'opinione mi è comunque stata confermata dai bambini che sedevano nelle poltrone accanto alle mie... da quando è iniziato il film, nessuno di loro ha più aperto bocca fino alla fine (se non per chiedere "papà, cos'è uno tsunami?". Propongo di far visionare Ponyo alle scuole elementari per trarne spunti didattici, non mancano di sicuro!), completamente rapito dal film.

La trama è una rivisitazione Miyazakiana della fiaba della Sirenetta di Andersen... una storia semplice ma non banale (e più strutturata di Totoro) che riesce senza dubbio ad accontentare grandi e piccini: ci sono diversi spunti che vengono abbozzati velocemente, senza tanto spazio per approfondimenti (ad esempio quello dell'inquinamento dei mari), ma ritengo che non sia tanto una pecca di Miyazaki quanto una sua precisa scelta. Il fatto che suddette scene siano appena delineate non esclude che risultino comunque di grande effetto, e infatti mi hanno colpita profondamente e danno la possibilità di rifletterci in seguito, evitando di distogliere lo sguardo dal film e dalla trama principale.
L'inizio del film, con uno sguardo dettagliato alle profondità marine, lascia senza fiato; quando poi la storia prosegue, non c'è stato un attimo in cui mi sia chiesta "a che punto siamo del film", perché non mi interessava... la storia avrebbe potuto dipanarsi per ore, al posto dei 100 minuti, e comunque non me ne sarei accorta perché totalmente presa dalla visione. Ogni scena riempie di stupore per la tenerezza e la semplicità con cui viene raccontato l'amore... quello puro e incondizionato dei bambini, quello sfacciato e talvolta "incasinato" degli adulti, e infine quello un po' burbero, ma affettuoso, degli anziani.

I disegni sono un passo indietro rispetto alle ultime opere di Miyazaki, ma anche questo non fa che aggiungere un tono delicato e più fiabesco alla storia... i fondali disegnati a mano sono di una bellezza strepitosa, adorabili °_°!

I personaggi sono tutti ben fatti... partendo da Fujimoto e da Gran Mammare, stupendi pur nel loro ruolo piuttosto marginale; è un po' un peccato perché il non-detto affascina ed incuriosisce, e sarebbe stato bello saperne di più su entrambi ma, di nuovo, ciò non avrebbe che contribuito ad allontanare il focus della storia da Ponyo e da Sosuke, quindi si tratta di una scelta ragionevole, a ben vedere. E poi Ponyo e Sosuke: la prima è semplicemente adorabile... una pesciolina umana che ama la vita, che vuol vedere il mondo, a cui si illuminano gli occhi per ogni nuova cosa che Sosuke le insegna e le fa scoprire... le scene a casa di Sosuke sono tra quelle che in assoluto ho preferito, perché mostrano una quotidianità (il tè, il ramen, il pisolino) apparentemente banale, ma sbalorditiva, agli occhi di Ponyo, e agli occhi dello spettatore che si immedesima immediatamente nella situazione ^_^!
Ponyo è stupenda in tutte le versioni, da pesce a umana, a "gallina" (come è stata ribattezzata dal bambino che era seduto di fianco a me :p), è davvero il cuore del film; e Sosuke, con i suoi maturi 5 anni, si nota come il bambino che compie un gesto impulsivo, quello di salvare un pesce, e che poi mette tutto sé stesso per mantenere fede alla parola data, e ricevuta (è decisamente un esempio da cui i bambini di oggi dovrebbero imparare °_°).

Sono poi rimasta esterrefatta dall'adattamento, che ritengo in assoluto il migliore di tutti i film di Miyazaki finora realizzato! la perfetta caratterizzazione di tutte le voci, la corretta pronuncia di tutti i nomi ("Sòske" in testa), e infine il suffisso "-chan" che, da profonda amante della lingua giapponese mi ha letteralmente sciolto in due quando l'ho sentito ^_^! ritengo in particolare quest'ultimo molto significativo: è un termine che gli appassionati del Giappone (come me) vedono come chiaro segnale dell'amore profondo per l'adattamento che sia il più fedele possibile. Inoltre per l'uso che ne viene fatto penso che anche coloro che non conoscano questo vezzeggiativo riescano comunque a comprendere che si tratta di un termine affettuoso, e che non svilisce nè rende meno ben fatta la contestualizzazione.
Mi ha lasciato un po' perplessa solo il fatto che Sosuke non chiami Risa 'mamma', ma dopo un po' mi sono convinta che anche questo sia un segnale della vicinanza all'originale giapponese, e credo che nessuno possa dire di non aver capito il film soltanto per questo particolare (anche perché poi ad un certo punto appare lampante che Sosuke è il figlio).
Infine, un'ulteriore nota su cui voglio soffermarmi è l'uso della terza persona da parte di Ponyo: in Giappone è una pratica comune quella di parlare riferendosi a sè stessi in terza persona, soprattutto da parte di bambini e ragazzine adolescenti. Nel mantenere questa caratteristica l'adattamento italiano ha fatto, a mio avviso, un balzo di qualità spaventoso rispetto a lavori precedenti: perché Ponyo risulta davvero bambina, molto più di Sosuke, grazie a questo 'espediente', espediente che come ho già detto presumo (non ho visto l'originale giapponese di Ponyo, quindi non posso confermare questa mia ipotesi) che derivi dal corrispettivo giapponese . Come non ricordare il "A Ponyo piace il prosciutto" e "A Ponyo piace Sosuke"? appunto, è impossibile . E teniamo a mente soprattutto che Ponyo è ambientato in Giappone, da cui ne consegue che tali scelte non sono, come possono pensare alcuni, dettate dalla mancanza di contestualizzazione, ma dall'esatto contrario... come si vede il ramen, si sente pure la giapponesità nel linguaggio, e ci mancherebbe altro! è il toglierla che renderebbe il film meno calato nella realtà!

Le musiche sono splendide come ci si aspetterebbe dal genio di Joe Hisaishi (come avremmo fatto se non avesse scritto lui le colonne sonore dei film di Miyazaki °_°?), che ancora una volta conferma di aver centrato perfettamente i temi del film...su tutte spicca, per forza di cose, la canzone finale di Ponyo. E' stata tradotta in italiano in maniera eccellente, dal momento che è genuinamente accattivante proprio come la controparte originale giapponese :D

In sintesi: Ponyo non offre una visione impegnativa come 'La Città Incantata' 'Principessa Mononoke' o 'Il castello errante di Howl', ma non per questo va sminuito. Dal punto di vista tecnico me ne intendo poco, ma da quello emotivo so cosa ho visto e quindi...Andate a vederlo col cuore in pace, sapendo che Miyazaki è stato capace ancora una volta di creare un ottimo lavoro, ancora diverso dai precedenti, ma altrettanto bello. Miyazaki vi saprà stupire anche questa volta, in qualche modo, fidatevi ;)

Voto 10 per l'amore con cui è stato curato il film, sia nella versione originale sia per l'adattamento italiano, e per le sensazioni che ho ricevuto: mi portano a pensare che se davvero tutti gli abitanti della Terra potessero andare a vedere questo film per poi uscire dal cinema con il cuore entusiasta e felice che ha Ponyo, questo mondo sarebbe sicuramente più sereno.