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Che dire?
Alla fine, gira e rigira, abbiamo il classico uomo quasi trentenne che si farebbe volentieri una ragazzina di quattordici/quindici anni perché lei è interessata ad avere rapporti intimi con lui.

Ma partiamo dal principio: Oda Nobunaga è un discendente di quel Nobunaga e rompendo un oggetto antico che conservava a casa, assiste all’apparizione di Kicho, la moglie quattordicenne di Nobunaga, che ha compiuto un vero e proprio viaggio nel tempo.
La ragazza inizialmente pensa di avere davanti il futuro marito e cerca in tutti i modi di convincerlo ad andare a letto con lei, in modo da rendersi utile concependo un bambino.
Il protagonista fa desistere la ragazza solamente perché è minorenne (altrimenti se la farebbe volentieri), ma le da comunque dei consigli su come rendere più appetibili le sue posture sul letto, completamente nuda.
Non potendo rimandare indietro la ragazza, Nobunaga se la tieni in casa, la porta a scuola, dove lui lavora come insegnante, e per farle apprendere tutte le migliorie che il mondo ha nel frattempo raggiunto, la istruisce tramite i videogiochi eroge.
A mandare in vacca ancora di più la trama già pessima, spuntano altre ragazze.
Rompendo un altro oggetto antico, dal passato arriva l’amante di Nobunaga, mentre si scopre che una studentessa, un’altra insegnante e uno studente cross dressing ospitano dentro di loro gli spiriti di: una delle balie del figlio di Nobunaga, l’amante uomo di Nobunaga e una mangaka che già all’epoca era amante del genere Boys Love.
Tra una palpate di poppe a una studentessa minorenne e una succhiata alle poppe della collega, la situazione non dispiace affatto a Nobunaga, che si crogiola nel vedere tutti questi essere di sesso femminile litigare per lui.
Peccato che a litigare per lui siano gli spiriti, che vogliono il Nobunaga Oda vissuto secoli or sono, e non le persone che hanno a che fare con il Nobunaga Oda insegnante.
L’unica che si lascerebbe rivoltare come un calzino dal Nobunaga insegnante è solamente la sua studentessa, che da sempre è innamorata di lui.
Si giunge a un finale che io definisco a tarallucci e vino, ma che lascia aperta la porta a un’eventuale seconda stagione, che per fortuna, non è mai stata realizzata.

La serie è composta da dodici episodi da sette minuti l’uno (che si riducono a cinque se si escludono l’opening e l’ending) perché altrimenti la serie sarebbe terminata nel giro di cinque/sei episodi e non sia mai che un anime di questo genere termini troppo presto.
Storia assurda, ma il più assurdo di tutti rimane il protagonista Nobunaga.
Capendo che ciò che tocca con la mano destra potrebbe risvegliare uno spirito vissuto nel passato, collegato al vero Nobunaga, decide di indossare un guanto, per poi toglierselo senza pensarci due volte.
Ed è stato un gran peccato che lo studente cross dressing non se lo sia fatto, sarebbe stata la giusta punizione per tutte le palpate e succhiate di zizze che ha dato a destra e a sinistra senza alcuna remora.
Bocciato su tutti i fronti.