The Sky Crawlers - locandina 02The Sky Crawlers è il nuovo film di Prodution IG uscito in Giappone lo scorso 2 agosto e già presentato in Italia al Venezia Film Festival.
L'opera è stata trasposta in animazione da una serie di romanzi di Hiroshi Mori che trattano tematiche nelle quali Mamoru Oshii, chiamato alla regia, di certo si sarà sentito a suo agio.
The Sky Crawlers è stato distribuito in Giappone da Warner Bros, major che probabilmente avrà il compito di occuparsi anche dei mercati internazionali, cosa questa che ci lascia buone possibilità che arrivi anche nei cinema italiani, anche se temo che non avrà da noi un grande seguito di pubblico.
Il film è scritto da Chihiro Ito, vanta del characer design di Tetsuya Nishio e delle musiche di Kenji Kawai.
L'anteprima italiana ha visto la presenza in sala dello stesso Mamoru Oshii, ma di questo parleremo in altra sede.

The Sky Crawlers racconta le vicende di un gruppo di piloti coinvolti in una guerra dai contorni non ben definiti, in un mondo alternativo che ricorda in qualche modo il nostro periodo storico adiacente al secondo conflitto mondiale. Vi sono tuttavia sostanziali differenze che lo fanno rientrare, più che nel genere storico, in quello fantascientifico.
I velivoli sono tutti pilotati da dei ragazzi denominati Kildren che hanno la particolarità di rimanere sempre giovani, senza invecchiare, e quindi potenzialmente sono in grado di vivere per sempre. Sfortunatamente il loro lavoro li mette in una condizione nella quale prima o poi saranno sconfitti e moriranno.
La guerra alla quale partecipano non sembra avere dei fronti e delle fazioni ben definite, il film si concentra soprattutto sulle singole storie di questi ragazzi, che nascondono segreti e la cui stessa esistenza pone alcuni quesiti decisamente interessanti e inquietanti.

The Sky Crawlers - screenshot 01

Il tocco di Oshii è onnipresente e sfocia in una regia davvero splendida. Ciò nonostante definirei The Sky Crawlers come un'opera difficile, adatta ad un pubblico svezzato e che già ha avuto modo di apprezzare il regista, visto che presenta tutte le caratteristiche abbiamo avuto modo di conoscere in altri film di Oshii.
La narrazione per esempio risulta lenta, con lo spettatore che dopo essere stato introdotto nell'ambientazione vedrà il ritmo scendere fino quasi a fermarsi verso metà film, momento in cui io stesso mi sono trovato in difficoltà. Fortunatamente dopo qualche minuto le vicende prendono una svolta, non tanto perchè vengano introdotte sequenze d'azione che accelerano gli eventi, ma in quanto inizia a formarsi un quadro più chiaro, gli interrogativi diventano più evidenti, iniziano a intravedersi alcune risposte e pertanto la mente degli spettatori viene stimolata.
Le regia di certo non aiuta: se risulta mirabile per alcune scelte, come la riproposizione di alcune sequenze animate, che appaiono appositamente riciclate, e altri piccoli dettagli che non intendo rovinarvi, per altre aiuta invece ad appesantire la visione, come per esempio il tipico utilizzo di Oshii di sequenze poco animate, in cui la fanno da padrona silenzi o lunghi dialoghi. D'altro canto, tuttavia, tali momenti sono suggestivi e in grado di creare la giusta atmosfera, senza contare che offrono i minuti necessari per riflettere sugli spunti proposti.

Dal punto di vista tecnico vanno segnalate le impressionanti sequenze in computer grafica, molto spettacolari, sebbene a tratti stacchino in modo troppo evidente dalle parti realizzate con metodi più tradizionali. In queste ultime invece non vi è, come ho già accennato, grande dinamismo, sono in genere piuttosto statiche e giocano più che altro sui dettagliati fondali e sul messaggio che intendono comunicare. Una menzione le meritano le musiche di Kenji Kawai, davvero belle e varie, riescono ad adattarsi perfettamente a ogni situazione, dai duelli aerei alle sequenze più introspettive.

The Sky Crawlers - screenshot 03

Le tematiche trattate risultano profonde e intelligenti, seppur non nuove nel panorama delle opere di Oshii.
Viene proposta una riflessione sulla guerra, o meglio, su come senza la guerra non potrebbe esserci nemmeno la pace e di conseguenza nessuno potrebbe apprezzarla. La guerra che non è mai necessaria per chi la subisce, ma che risulta utile soprattutto a chi la vede solo da spettatore. Inoltre si rivedono anche domande di tipo esistenzialistico: cosa significa essere umani? Cos'è la vita? Cosa può offrire gli stimoli per andare avanti quando le giornate si ripropongono sempre uguali alle precedenti?
Tutte vengono trattate con estrema intelligenza, con Oshii che riesce a far capire il suo punto di vista in modo velato, senza imporlo allo spettatore, che comunque deve darsi da fare per risolvere alcune domande e alcuni quesiti che sorgono verso la fine del film: "cosa voleva dire con quella frase o con quell'altra?"

The Sky Crawlers è un bel film, presenta probabilmente qualche problema di ritmo, ma si dimostra decisamente stimolante, intelligente e profondo. Visivamente fa poi una bella figura, anche se le sequenze in computer grafica si dimostrano le sole in grado di spiccare e permane qualche problema di integrazione fra le due tecniche, che a volte sembrano staccare in modo troppo evidente. Bazzecole comunque: se amate Momoru Oshii, non potete perdere The Sky Crawlers.

The Sky Crawlers - screenshot 04

Approfondimenti e considerazioni (contengono anticipazioni e spoiler)
Non potevano mancare alcune considerazioni più attente e personali sul film, che sfortunatamente vi rovineranno la sua visione. Per cui vi invito a saltare queste righe, a meno che non l'abbiate visto e cerchiate delle risposte.
Prima di tutto: esiste davvero una guerra? Probabilmente no, si tratta in realtà di una sorta di Grande Fratello, in cui vengono inseriti dei piloti preparati artificialmente grazie ad esperimenti genetici atti a recuperare dal DNA, attraverso la clonazione, le esperienze passate. Si parla infatti di "teatri di guerra", termine, "teatro", più volte usato, non credo casualmente. Senza contare che si fa un accenno ad alcuni turisti, che visiterebbero in modo saltuario la base.
Inoltre si nota, nonostante la tecnologia retrò dei mezzi, che la popolazione usufruisce di mezzi ben diversi, che potrebbero evitare scontri con mezzi tanto antiquati. In fin dei conti meglio una guerra in cui la differenza la fanno le armi e la tecnologia, o una in cui il fattore umano fa nascere scontri entusiasmanti, nemici imbattibili ed eroi? Certamente lo scenario che si delinea nella seconda possibilità, nel caso si volesse creare un film o uno show, risolta molto più entusiasmante e appetibile.
Per cui: ci sono davvero due corporazioni in guerra? Esiste davvero "Il Maestro", ovvero il nemico imbattibile che nessuno mai è riuscito ad affrontare e sopravvivere? E se pure lui non fosse altro, nonostante le voci che circolano, che un Kildren come tanti, chi pilota sempre lo stesso aereo, con le stesse tecniche, ereditate clone dopo clone? E se il tanto temuto nemico fosse la stessa fazione per la quale i protagonisti stanno combattendo? La stessa che li ha creati e che potrebbero quindi chiamare padre?
E cosa potrebbero fare dei piloti, se intuissero il gioco in cui sono intrappolati?

The Sky Crawlers - screenshot 02


Materiale e link consigliati
- Il Poster (pdf)
- Il primo volantino originale (pdf)
- Il secondo volantino originale (pdf)
- Il terzo volantino originale (pdf)
- La scheda di Mamoru Oshii su Wikipedia
- La scheda di Kenji Kawai su Wikipedia
- La scheda di Tetsuya Nishio su ANN
- La scheda di Chihiro Ito su ANN.