Takamura FotoTraduciamo qui di seguito un interessante articolo pubblicato su Le Chapelier Fou: è raro che gli appassionati si preoccupino di chi sta dietro la creazione di un’opera di animazione: si guarda troppo spesso al regista di grido, e non ai tanti tecnici animatori, ai character designer e agli esperti di animazione che hanno costruito quell’opera. Rare sono le eccezioni, tra cui spicca come esempio di riferimento la triade Yoshiyuki Tomino, Kunio Okawara, vero e proprio capofila dei mecha-designer giapponesi, e Yoshikazu Yasuhiko, oggi ottimo mangaka che all’epoca operava come character designer.

Negli anni ’70 e ’80 non esistevano i nomi che oggi ci appaiono così familiari - come Studio Gainax, Bones e Production I.G., studi collettivi che sono sinonimo di interesse e qualità anche per i non esperti - e le eccezioni erano rare: tra queste ultime, un grande artista il cui nome oggi, purtroppo, appare confuso tra i tanti: Takamura Mukuo.

La sua opera, la sua direzione e il suo stile erano inconfondibili e sicura garanzia di qualità e di successo.
La sua carriera, durata solo pochi decenni - dal 1963 al 1992, anno della sua improvvisa scomparsa, all’età di 54 anni - è stata luminosa e densa di successi.
Il suo nome, purtroppo, anche se siamo in pieno revival storico degli anni ’80, oggi appare dimenticato: le schede delle varie enciclopedie online sono quasi vuote, ma questo direttore artistico, questo artista, ha segnato quella che è la storia dell’animazione nipponica e del suo mondo, e ci ha saputo regalare, con la sua arte, momenti magici che noi tutti conosciamo. Meriterebbe miglior considerazione e conoscenza.

Lo staff di Mata-web, che ringraziamo, ha voluto tracciare un ritratto dell’opera e della biografia di questo artista, per ricordarlo al pubblico internazionale.


Takamura Attack N1Takamura Mukuo nasce il 1° gennaio 1938 a Sasebo, nella prefettura di Nagasaki, pochi anni prima dell’attacco nucleare.

Laureatosi nel 1963 alla Musashino Art University, nello stesso anno ha ottenuto il suo primo incarico come designer di sfondi e di paesaggi per l’Anime Tetsuwan Atom (Astro Boy), la prima serie televisiva ad essere trasmessa sulle tv giapponesi, tratta dal manga dal grande Osamu Tezuka.
I fondali resteranno la specialità di Mukuo per tutta la sua carriera.

L’anno successivo entra a far parte dello studio Tokyo Movie – Shinsa Tokyo, nel quale si può dire ha veramente iniziato il suo percorso, lavorando in seguito (1969) ad una serie ben nota, Attack No. 1 (Mimì e la nazionale di pallavolo).
Nel 1969 compie il suo apprendistato su opere come Lupin III e Judo Boy, e nel 1971 fonda il Mukuo Studio, coinvolto poi nella realizzazione di una miriade di opere, tra cui: Uchu Senkan Yamato, Sailor Moon, Lady Oscar e il più recente La Corda D’Oro ~primo passo~.
Nel 1972 la Toei Animation gli affida il suo primo incarico come art director, affidandogli la direzione artistica della serie Astroganga. Ed è proprio da quest’Anime che parte la vera e propria affermazione di Takamura Mukuo nel campo dell’animazione, attraverso una serie di successi per tutto il corso degli anni ’70; tra questi, da segnalare sia le diverse opere legate al mondo di Capitan Harlock che la bellissima serie Marco dagli Appennini alle Ande.

Nei grandi sfondi andini, così come negli abissi dello spazio, Mukuo ha modo di esaltare le sue capacità. Questi sono gli anni di Heidi, progetto in cui è pienamente coinvolto, e di Grand Prix, anche se non gli viene affidata la direzione artistica delle due serie.

Gli anni ’80 sono segnati dalla cooperazione con il grande regista Shigeyuki Hayashi, alias Rintaro, la cui opera più recente, Yona Yona Penguin, è stata presentata al Festival di Venezia 2009. L’incontro ha aperto a Mukuo le porte del cinema d’animazione, dandogli una vera e propria seconda vita.

Dopo aver realizzato insieme al regista la serie Uchu Kaizoku Captain Harlock (Capitan Harlock), nel 1979 partecipa anche al film Ginga Tetsudo 999 (Galaxy Express 999) e, sempre sotto la direzione di Rintaro, collabora ad altre opere come Waga seishun no Arcadia (Capitan Harlock – L’Arcadia della mia Giovinezza, il bellissimo Kamui no den (La spada dei Kamui) e Sayonara Ginga Tetsudo 999 (Addio Galaxy Express 999).
 
La spada dei Kamui - Trailer



Galaxy Express 999 - Trailer


Tutti grandi successi di Rintaro e dell’animazione nipponica, dietro i quali c’è sempre la direzione artistica di Takamura Mukuo. Per queste e altre opere, nel 1979 vince il Gran Premio Tokuma Shoten per il background dell’animazione; l'artista si vedrà premiato nella medesima categoria in tutte e cinque le edizioni successive, fino a quando il riconoscimento cesserà di essere assegnato.
Questo è stato probabilmente l’apice della fortuna di Mukuo.

Nel 1987 parteciperà alla realizzazione degli OAV di Devilman, e pochi anni dopo sarà chiamato alla direzione artistica della prima serie di Sailor Moon, serie del 1992 che rappresenta il canto del cigno di questo bravo artista e la sua grande eredità lasciata a tutto il mondo, a tutti noi, perché l’insieme di paesaggi e sfondi creati per la prima serie delle combattenti che vestono alla marinara continuerà a essere utilizzato nelle successive fino all’ultima, nel 1997, Petali di stelle per Sailor Moon, contribuendo a renderla una delle opere più fortunate dell’animazione degli anni ’90.
Proprio nel 1992, Takamura Mukuo depone la matita e va dove tutti i sognatori riposano per l’eternità.

Ciò che resta è un patrimonio di lavori straordinari:

1963: Tetsuwan Atom (Astro Boy) - Artista
1964: Big X - Artista
1965: Uchu Ace - Artista
1966: Rainbow Sentai Robin - Artista
1968: Kyojin no Hoshi (Tommy, la stella dei Giants) - Artista
1969: Otoko Ippiki Gaki Daisho - Artista
1969: Judo Boy - Artista
1969: Attack No. 1 (Mimì e la Nazionale di Pallavolo) - Artista
1970: Cleopatra - Artista
1971: Rupan Sansei (Lupin III) - Artista
1972: Astroganger (Astroganga) - Direttore artistico
1973: Karate Baka Ichidai - Direttore artistico
1974: Alps no shojo Heidi (Heidi) - Artista
1975: Flanders no inu (Il fedele Patrash) - Artista
1976: Haha wo tazunete sanzenri (Marco dagli Appennini alle Ande) - Direttore artistico
1977: Jetter Mars (Capitan Jet) - Direttore Artistico, artista
1977: Arrow Emblem Grand Prix no taka (Grand Prix e il campionissimo) - Direttore artistico
1978: Uchu Kaizoku Captain Harlock (Capitan Harlock) - Direttore artistico
1979: Ginga Tetsudo 999 (Galaxy Express 999) - Direttore artistico
1980: Ganbare Genki (Forza Sugar) - Direttore artistico, artista
1981: Serohiki no Goshu (Goshu il violoncellista) - Direttore artistico, artista
1981: Sayonara Ginga Tetsudo 999 (Addio Galaxy Express 999) - Direttore artistico, artista
1982: Wagahai wa neko de aru (Io sono un gatto) - Direttore artistico
1983: Genma Taisen (Harmagedon) - Direttore artistico
1985: Kamui no den (La spada dei Kamui) - Direttore artistico
1986: Hi no Tori: Houou Hen - Direttore artistico
1986: Koji chushi meirei (Interrompete i lavori!, da Manie-Manie) - Direttore Artistico
1987: Shouri Toushu - Direttore artistico
1987: Devilman - Direttore artistico
1988: Sangokushi - Direttore artistico
1989: Akuma-kun - Designer
1990: Mooretsu Atarou - Designer
1991: Kingyo Chuuihou! - Designer
1992: Bishoujo senshi Sailor Moon (Sailor Moon) - Designer

Da dove gli deriva questa fama? Che cosa affascina di questo artista?

Il segreto non risiede tanto nella popolarità ottenuta tra il pubblico delle sue opere, dimostrata dai premi assegnatigli, quanto proprio nell’opera stessa, nella sua bellezza, nell’unicità dei giochi di ombre che rappresentano la cifra stilistica dell’autore e dei suoi paesaggi.

Con Takamura Mukuo gli elementi paesaggistici non sono più delle semplici “quinte teatrali”, ma vivono anche loro, diventando una parte essenziale dell’Anime; raccontano una storia come nessun altro elemento riesce a fare, partecipando alla creazione di un ambiente e di un universo.
Per la serie Heidi, creata nel 1974 da Isao Takahata e diretta da Hayao Miyazaki, che curò i layout sulla base del romanzo scritto da Johanna Spyri, nonché trasmessa in Italia nel 1978 e poi replicata più volte sempre con grande successo, ha realizzato dei veri e propri acquerelli delle Alpi Svizzere, assolutamente splendidi ed eccezionalmente realistici.
Proprio queste opere possono far capire il perché della fama di questo autore.
 
Heidi - Sigla italiana


Solo personalità come Hajime Matsuoka (The Prince of Light – The Legend of Ramayana), a cui si devono i realistici set del film Totoro, hanno avvicinato l’arte di quest’uomo, vero e proprio fondatore del nostro immaginario collettivo.

Altre immagini e artwork potete trovarle nel volume TAKAMURA MUKUO: The Art of Animation.

Fonte originale: Le Chapelier Fou