Alla XIV edizione del Festival Internazionale dei Castelli Animati, svoltosi dal 25 al 29 novembre a Roma, è stato presentato il primo lungometraggio animato cinese indipendente, Piercing I, interamente realizzato da uno sconosciuto autore cinese, Liu Jian. Questa è stata la seconda proiezione assoluta, dopo la prima mondiale avvenuta all'Holland Animation Film Festival di Utrecht.

Il lungometraggio è la prima opera cinese che riflette la realtà della Cina contemporanea, un inno al diritto dell'uomo, al lavoro e alla sopravvivenza. Piercing I è un film per adulti, realistico e duro, com'è dura l'esistenza di qualsiasi lavoratore in esubero in una metropoli la cui vita è legata allo sviluppo economico che può generare diverse forme di emarginazione.

Lo staff di XL, supplemento mensile del quotidiano La Repubblica, e il giornalista ed esperto di fumetti Luca Raffaelli hanno intervistato l’autore in Cina per saperne di più sulla sua straordinaria opera. Si tratta della prima intervista sul film al Liu Jian:


Perché questo titolo, “Piercing” (perforante), e perché la “I”?

Il vocabolo “Piercing” può essere spiegato come un'azione in corso, l'azione di un individuo che si ritrova in problemi più grandi di lui. La vita di questo personaggio (uomo o donna che sia) è influenzata dall'ambiente che lo/la circonda: da qui provengono scontri e colpi, sia fisici che emotivi, spirituali.
Anche nel film Piercing I ciò che voglio comunicare è un sentimento che ti spezza il cuore: la silenziosa, evanescente e lenta sensazione del venire perforati. Una storia triste.
La “I” comunica che questo è solo il primo di una trilogia. Ho già in programma la realizzazione di Piercing II e Piercing III.


Come sei riuscito a realizzarlo, quante persone hanno lavorato con te, per quanti mesi e con quale budget?

Piercing è un tradizionale film d'animazione 2D, tutto fatto a mano, ogni immagine è stata colorata con la tavoletta grafica Wacom. A parte la musica principale e le voci, tutto il film è stato fatto da me, nella più totale indipendenza. Mi ci sono voluti quasi tre anni di lavoro. L'interno budget del film, 100 mila dollari, è stato coperto da me.

Una bella somma per un artista. Come sei riuscito a trovarla?

Non l'ho affatto trovata. Anche perché sapevo che sarebbe stato molto difficile trovare in Cina qualcuno che investisse soldi in un film d'animazione di questo tipo. Il fatto è che un giorno io ho parlato con mia moglie dell'idea di fare un film d'animazione da solo. Allora, con il suo permesso, abbiamo venduto un nostro appartamento, e poi con qualche risparmio e qualche aiuto dai nostri genitori, insomma mettendo insieme tutte queste forze, abbiamo racimolato i soldi che ci hanno permesso di finire il film.
Francamente io non avevo idea di quanto potesse costare il film all'inizio, ma quando ho capito che avrei potuto fare tutto da solo, ho controllato il costo di produzione mantenendolo al livello più basso possibile
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Il soggetto del film è tratto da una storia vera?
È ispirato a due situazioni realmente accadute, ma io le ho modificate parecchio, soprattutto nell'ultima parte del film.
Qualcosa di spiacevole accade ogni giorno e dovunque in questo mondo, cambiano solo gli ambienti e i personaggi. Nella Cina di oggi certe spiacevoli sensazioni possono essere anche più forti e andare al di là della tua immaginazione, e la ragione risiede nella rapida trasformazione che stiamo vivendo. Non importa cosa siano queste sensazioni, non importa se siano forti o no, se si tratti di tante persone, o di una persona sola. Quello che dobbiamo sentire è un sentimento universale, che la gente in tutto il mondo può condividere.
Vale la pena fermarsi a riflettere su questo, vale la pena prendere a cuore un problema che è di altri ma è di tutti...



Piercing 6


Lo stile grafico del film è originale, anche se noi europei possiamo rintracciare certe citazioni dagli anime giapponesi o da serie USA come “Beavis and Butthead”. Sei d'accordo? A quali modelli hai fatto riferimento?

Piercing I è il mio primo film d'animazione. In precedenza ho lavorato nel mondo dell'arte, così posso dire di essere un regista dilettante. Lo stile del film deriva dal mio stile di pittore. La mia specializzazione all'Istituto d'Arte era la Pittura Cinese, le scenografie e i personaggi del film sono stati disegnati con il mio stile, con tonalità profonde e tristi.


Piercing 1

Piercing 3


E’ possibile vedere altre tue opere, sul web, per esempio?

Ho esposto in varie mostre e le mie opere sono in diversi libri. Su web si può trovare qualcosa sul sito Le-joy Animation Studio.

Come pensi di distribuire il film (e anche di far tornare indietro qualche soldo)?

Devo ammettere che quello della distribuzione è un ambito sconosciuto per me, e poi qui in Cina non ci sono altre esperienze di animazione indipendente cui fare riferimento, noi stiamo cercando di trovare una strada, o di scoprirla.
Ora tutto il lavoro di coordinamento e di produzione viene svolto da mia moglie: spero che in futuro un distributore professionista possa aiutarci. Quanto al problema del denaro investito, penso che dipenderà dall'accoglienza del film, e dal suo valore
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Piercing 4


Piercing I verrà proiettato in Cina?

Penso proprio che non ci saranno problemi a proiettarlo.

Il film italiano “Ladri di biciclette” è stato a lungo criticato per aver mostrato i “panni sporchi” italiani all'estero (e solo per fare l'esempio più celebre). Pensi che la stessa cosa potrebbe accadere al tuo film?

Il mio film racconta la storia di un individuo. Io spero che gli spettatori fuori della Cina non pensino immediatamente al fatto politico. Perché la politica e i problemi politici sono dovunque, in ogni paese del mondo.
Dove c'è gente, lì c'è la politica, e non importa se questa sia buona o cattiva, perché il vero problema è la “gente”. Penso che tutte le forme d'arte, che siano letteratura o pittura o musica, sarebbero probabilmente vuote e superficiali se si occupassero solo di “politica”.
Il personaggio principale di Piecing I è un lavoratore in esubero. Quando pensa al suo destino, non lo fa in termini “politici”. Quel che deve affrontare è il problema della sua sopravvivenza come essere umano.


Hai contatti con il mondo dell'animazione cinese?

No, quasi nessuno. La maggior parte degli amici o delle persone che conosco sono artisti, pittori, musicisti e scrittori. Nella Cina di oggi, l'animazione è un campo isolato dell'arte, la maggior parte delle società che si occupano d'animazione sono imprese o organizzazioni governative. È un'industria culturale non collegata alla cultura reale. Questa è la situazione attuale, abbastanza imbarazzante.
Dal mio punto di vista, credo che l'attuale animazione cinese abbia qualche problema, e la radice di questo problema è nell'assenza della sua posizione culturale. Non c'è traccia di pensiero, filosofia, estetica, nei nostri film animati, la maggior parte si rifà a modelli giapponesi o americani, e sono solo una sorta di animale economico mal cresciuto.


In Europa sappiamo quanto sia importante il ruolo dell'arte a Shanghai. Puoi descrivere la tua città e la tua vita di artista?

Mi piace questa domanda. Io vivo a Nanjing, non lontano da Shanghai, solo tre ore d'auto. Nanjing è una città storica, ed è famosa per essere stata la capitale di sei dinastie. La città ha un tono di tristezza: memorie di varie antichità sono cosparse in ogni angolo della città. Anche se è piuttosto rumorosa e caotica, visto il veloce sviluppo economico, la sua cultura è più antica e profonda di Shanghai, che offre una sorta di squisita cultura coloniale: la sua posizione è ormai codificata come metropoli internazionale.
Per quanto mi riguarda, vivo una semplice vita: lavoro e trascorro il resto del tempo con la mia famiglia.



Potete vedere un estratto da Piercing I sulle pagine web di La Repubblica.


Piercing 5


Sono inoltre disponibili online i podcast degli interventi di Luca Raffaelli sul fumetto e il sociale trasmessi nella rubrica Fahrenheit Radio 3.