Il termine moe, ormai, è utilizzato sempre di più quando si parla di animazione giapponese, ma la domanda che sorge spontanea è: cosa significa questa parola che ha invaso il vocabolario degli appassionati di anime? Insomma, quali sono le caratteristiche che rendono moe un personaggio?

In realtà il significato originale della parola "moe" è molto diverso da quello usato attualmente; in origine, infatti, il termine in questione veniva utilizzato per riferirsi alla passione per un particolare tipo di personaggio, ad esempio la passione per la ragazze-gatto sarebbe la "nekomimi-moe", quella per le ragazze con gli occhiali “meganekko-moe", e così via. Nel corso del tempo, però, il significato del termine moe si è gradualmente trasformato, finendo per indicare tutti quei personaggi di anime o manga in grado di suscitare un sentimento protettivo negli spettatori di sesso maschile. Tuttavia anche questa definizione rimane estremamente generica, perciò ecco quattro leggi fondamentali per capire se uno personaggio possa essere considerato moe.


I personaggi moe sono carini:


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In Giappone l'amore per ciò che è carino è un aspetto molto importante della cultura popolare, e i personaggi moe ne sono il perfetto esempio. Un personaggio moe deve essere sempre il più carino possibile, anche a costo di essere sessualmente attraente; naturalmente, è proprio quest’aspetto a conferire loro un notevole potenziale a livello di merchandising: gli otaku hardcore, infatti, sono sempre pronti ad acquistare action figure e poster delle loro waifu. In quest’ottica, al fine di esaltare al massimo il concetto di carino, i personaggi moe sono quasi sempre di sesso femminile.


I personaggi moe sono giovani:


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Di solito le ragazze moe sono delle liceali, insomma un periodo particolare in cui all’innocenza dell’infanzia si affianca gradualmente l’esplorazione della propria identità sessuale, un mix perfetto che consente di evitare il disagio spesso legato ai lolicon, conservando allo stesso tempo un’ingenuità in grado di suscitare quell’istinto di protezione che spesso è legato a sentimenti paterni, in particolare tra gli otaku maschi tra i 20 e 30 anni, che, per inciso, hanno anche una gran quantità di denaro da spendere per i vari gadget.


I personaggi moe sono innocenti:


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Questa è una regola che va di pari passo con la seconda legge. Le ragazze moe sono quasi sempre vergini e spesso non hanno avuto alcun tipo di esperienza romantica. Solitamente hanno una visione ottimistica e allegra della vita e sono completamente all'oscuro dei sentimenti o delle perversioni delle persone che le circondano. Durante i loro primi incontri romantici sono molto timide e tendono ad arrossire facilmente, una caratteristica che le fa apparire fisicamente ed emotivamente vulnerabili, rafforzando al contempo il fattore di carineria del personaggio e i sentimenti protettivi degli spettatori.


I personaggi moe sono bizzarri:


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I personaggi moe, di solito, hanno qualche tipo di stranezza che li fa emergere dalla folla, a volte si tratta di una caratteristica fisica (ad esempio le orecchie da gatto) altre volte, invece, può essere un modo di parlare insolito (il "desu desu" di Suiseiseki). Altre stranezze possono riguardare il comportamento, come la ragazza pigrona che arriva sempre in ritardo o la tsundere che si strugge per amore, in breve tutte quelle stranezze che aumentano il fattore ‘carineria’, senza, però, far diventare il personaggio socialmente indesiderabile. Ad esempio, correre a scuola con un toast in bocca è bene, collezionare riviste porno no.

Ed ecco un'applicazione delle quattro leggi sui protagonisti de La Malinconia di Haruhi Suzumiya:


Kyon:

Kyon


Carino: no
Giovane:
Innocente: no
Strano: mmm... forse
Punteggio: 1.5/4
Verdetto: non è moe


Haruhi Suzumiya:

Haruhi


Carina:
Giovane:
Innocente: mmm... forse
Strana:
Punteggio: 3.5/4
Verdetto: moe


Yuki Nagato:

Yuki

Carina:
Giovane:
Innocente: no
Strana:
Punteggio: 3/4
Verdetto: moe


Mikuru Asahina:
Mikuru

Carina:
Giovane:
Innocente:
Strana:
Punteggio: 4/4
Verdetto: super moe!