ouran host club 1Nara - Un uomo di 22 anni, Naoya Kominato, è stato arrestato per tentata estorsione dopo aver indotto una donna a pagare 7 milioni di yen (circa 59000 euro) per un appuntamento in un host club.

L’uomo ha tentato di estorcere la somma a una ventunenne di Yamatotakada, inducendola a firmare una promessa di pagamento. Non sazio di ciò, Kominato ha condotto la ragazza da un notaio per registrare l’atto e stabilire una dilazione del pagamento in quattordici rate. La vittima è stata costretta a firmare sotto minaccia, sentendosi dire che non sarebbe mai riuscita a sfuggire al suo ricattatore. Ovviamente il notaio si è rifiutato di registrare l’atto e ha consigliato alla donna di denunciare l’accaduto alla polizia.

La donna era un'assidua frequentatrice dell'host club in cui lavorava Kominato, ma nelle precedenti visite aveva pagato conti compresi tra i 3000 e i 10000 yen, cifre equivalenti a somme che variano dai 25 agli 80 euro.


Digitando su Google “host club”, appaiono innumerevoli hits dell'anime-manga Ouran Host Club, storia di un gruppo di liceali che delizia con la loro compagnia le studentesse, facendo conversazione, sorseggiando tè e degustando dolci. Ognuno dei membri del club ha una personalità diversa, così da poter andare incontro ai variegati gusti delle ragazze.

Ma cosa sono questi host club nella realtà, fuori dall’idealizzato mondo in 2D dell'istituto Ouran?

Sempre grazie all'ausilio della rete è possibile trovare il video Japanese Host Clubs di Japanorama, una spiegazione esauriente, interessante, e per niente noiosa di questo particolare fenomeno nipponico:


Ed ecco traduzione quasi completa per coloro che non conoscono l’inglese:

In Giappone certe antiche tradizioni persistono, resta la distinzione tra amante e marito, le persone si sposano per avere figli, per avere compagnia, per ottenere o mantenere uno status, piuttosto che per amore. Molti uomini ammettono di non aver mai detto “ti amo” alla propria moglie. E molte donne sostengono che gli uomini giapponesi non sono in grado di creare un'atmosfera romantica, poiché pensano che essere romantici sia imbarazzante. Allora le donne giapponesi dove possono trovare amore e romanticismo?

Negli ultimi anni abbiamo assistito a una strana transizione culturale, da una realtà in cui le geishe intrattenevano gli uomini a una “host-culture” in cui giovani uomini, istruiti per essere dei compagni perfetti, tentano di soddisfare clienti donne. Si potrebbe dire che questa “crisi dell’amore” sia dovuta al fatto che le donne giapponesi si sono del tutto disinnamorate degli uomini nipponici. La tradizionale serata in compagnia consisteva in impiegati e manager serviti da aggraziate geishe, e a rompere il ghiaccio ci pensava un bicchierino di sake. Ma le donne hanno trovato di meglio da fare che essere parte di questo rituale alcolico? La risposta è sì, e l'hanno trovato negli host bars, posti in cui possono intrattenersi con giovani, affascinati uomini.

Il motto degli host è: “Siamo qui per regalare alle donne dei dolci sogni”, ed ecco una Disneyland per adulti. Le donne ricevono le attenzioni, l’amore e la gentilezza che non ottengono dalle relazioni, e senza legami o impegni “no strings attached”.

host club cartelloni pu. piccolo

E le dirette interessate che ne pensano? Una cliente dice: “Sono gentili e di compagnia e mi fanno sentire bene, mi piace l’atmosfera, il posto è molto cool e poi mi piacciono davvero gli host” e un’altra: “Perché vengo qui? Probabilmente alla ricerca di conforto.”

Il lavoro consiste nel bere alcool con le clienti e farle divertire, l’obbiettivo è far loro comprare i drink, che sono particolarmente costosi (lo champagne, per esempio, viene venduto da 250 a 1000 euro a bottiglia), ma il fatto è che la cliente ne riceverà solo un bicchiere, mentre il resto sarà offerto ai suoi intrattenitori.

Molte delle clienti sono le mogli trascurate di ricchi uomini d’affari, o donne che antepongono la carriera a tutto il resto e non trovano tempo per le relazioni.

Solo a Tokyo ci sono più di 250 club, che impiegano circa 1000 host. Il re di questo business è Takeshi Aida, che negli ultimi quarant'anni ha costruito un impero e sembra aver trovato la quadratura del cerchio, ha capito cosa vogliono le donne: “Presta loro attenzione e allora le donne saranno buone con te, perché sono fondamentalmente sole.”

Gli host guadagnano diverse migliaia di euro al mese attraverso le commissioni sui drink che fanno comprare alle clienti: c’è un salario base ma, una volta che si riesce a raggiungere una quota fissa di alcolici, si comincia e ricevere una commissione, così più alcol si riesce a piazzare, più alta sarà la commissione. Spesso le clienti si fissano su un host, e magari finiscono per sponsorizzarlo con le proprie visite, accrescendo la sua commissione e raccomandandolo anche alle proprie amiche...

Quando compro una costosa bottiglia di champagne il mio host è felice, ed è tutto quello che voglio!”. Così ci sono donne che arrivano a spendere 15000 euro al mese per questo loro “hobby”.

host club   acaccia di clienti

I migliori host diventano delle celebrità, ogni anno c’è un concorso che premia il migliore All Japan Host Gran Prix. Ma cosa ci vuole per essere il migliore?

Ce lo dice Yosai, vincitore della competizione per ben tre anni di fila: “Bisogna esserci portati, ma è molto importante anche ciò che si ha dentro, bisogna essere molto resistenti, risultare sempre positivi e trovare i propri ritmi”. Ma, forse, in alcuni casi le donne si aspettano qualcosina in più del ritmo… “Le cose cambiano da cliente a cliente, a volte sono molto insistenti e rendono del tutto palese l'intento di portarmi in un albergo…capisci cosa intendo?!

Esistono dei club per le donne che non si trovano a proprio agio in compagnia degli uomini, in cui possono parlare con i “quasi uomini”, cioè donne che hanno preso degli ormoni per far crescere delle rigogliose barbe. Si tratta di donne che fingono di essere host uomini, un “ibrido” che dovrebbe essere in grado di capire i sentimenti di uomini e donne. Spesso le donne chiedono consigli sulle loro relazioni, e anche gli uomini chiedono delle dritte, è un vero e proprio servizio di consulenza. Il proprietario del club ci dice che “Molte donne così si sentono più sicure, anche se bevono e perdono il controllo, sanno che non potranno avere rapporti sessuali che potrebbero portare a gravidanze indesiderate”, in fondo questi host sono anatomicamente delle donne barbute.


Quindi cosa abbiamo tratto da questo video? “Tra le righe possiamo leggere” che:

- La malcapitata ventunenne ricattata, anche se fosse andata a un appuntamento con il numero uno del Giappone, non avrebbe mai dovuto sborsare 7 milioni di yen.

- Quel mondo non è tutto sorrisi, gli host sono in spietata competizione tra loro, ci sono classifiche graduatorie sia nel club che a livello nazionale, il mondo giapponese è competitivo anche in questo settore.

- A furia di bere così tanto si può andare fuori, bisogna moderarsi, molti host finiscono per avere problemi di dipendenza da alcol.

- La carriera è breve, dura una decina di anni, dai 18 ai 28, quindi bisogna sfruttare al massimo le opportunità, racimolare soldi, per poi sapersi reinventare.

- A molte donne non basta una bevuta con una chiacchierata, ma a molte altre non bisogna concedere di più. Se no si finisce per perderle come clienti, perché si stufano del “giocattolino” vecchio e usato e lo buttano via.

host club con clienti 1

Inoltre Wikipedia, puntualizza alcuni aspetti:

- Gli host, oltre a essere dotati di carisma, sono ballerini, cantanti, attori, comici, maghi o di tutto un po’, e nei club ci sono dei palchi su cui si esibiscono.

- Sono uomini che non sono riusciti a diventare colletti bianchi, oppure sono stati attratti dalla possibilità di “facili” guadagni.

- I giovani host alle prime armi spesso vanno per strada “a caccia” delle proprie clienti, perché la paga base è molto bassa e bisogna lavorare per forza sulle commissioni, quindi chi non incrementa le proprie ben presto rinuncia alla professione.

- Gli host assumono dei nomi d’arte spesso tratti da personaggi di anime e manga o dello spettacolo e vestono eleganti, sono agghindati di gioielli e sono sempre “lampadati”.


A chi conosce l’inglese e voglia approfondire ulteriormente, consiglio un articolo e un altro video: l'intervista della CNN a Manabu Numata, fotografo degli host. Numata, un po’ per gioco e un po’ per necessità, si era ritrovato a fare il fotografo di host, salvo poi farne una professione redditizia e addirittura esporre i suoi scatti in una mostra, che nel 2009 lo ha portato alle luci della ribalta. Il fotografo, mentre parla del suoi lavori, ci rivela molti retroscena di questa professione.


Host Club, Japan – estratto di un documentario della BBC (jap sub eng):