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Il Giappone ha poco da festeggiare, visto che la ripresa economica è ancora lenta e fragile, così alcune cheerleader hanno pensato bene di andare in giro per le strade di Tokyo per tirare un po’ su il morale della gente: bella idea ma, aspettate, non vi ho ancora detto che le “ragazze” munite di pon pon, tanto ragazze più non sono! Hanno, infatti, un'età media di 66 anni, ma se andiamo a sommare l'età di tutte le componenti del gruppo, arriviamo alla ragguardevole cifra di 1.520 anni!

Queste signore fanno parte di un club chiamato Japan Pom Pom, venti di loro si sono persino esibite in una competizione ufficiale nei pressi di Tokyo, scuotendo pon pon color oro, ballando a ritmo in costumi rosso fuoco, con i volti incorniciati da sgargianti parrucche argentate.

Fumie Takino, 78 anni, leader e fondatrice del club, dichiara: “Ho cominciato a fare la cheerleader a 63 anni e ora penso di ballare molto meglio, ho fatto notevoli progressi, chiunque può imparare anche se anziano!” Insomma, sei vecchio se ti senti vecchio, l’importante è sentirsi giovani.
Il club si allena due ore alla settimana e spesso è impegnato in performance in ospedali infantili o in case di riposo, quindi le arzille signore, oltre a voler migliorare l’umore dei passanti, da tempo si prodigano a tenere allegri malati e infermi.

Taiko continua dicendo: “l’obiettivo è divertirsi, siamo bombardati in continuazione da notizie deprimenti e l’economia va a rotoli, certo, noi cheerleader un po’ attempate non possiamo fare molto per fronteggiare questi problemi, ma, mostrando quanto ci stiamo divertendo, speriamo di dare la carica e incoraggiare la gente”.

L’entusiasmo del gruppo sembra essere contagioso, così all'uscita della metro di Shinjuku, ha cominciato le sue “routine” anche Aya Saito, 33 anni, diventando ormai alquanto famosa. Certo i passanti non sembrano essere molto convinti dalla sua performance, solo due vecchietti si fermano ad ammirarla un po’ perplessi, ma lei sono sette mesi che continua imperterrita. Vedere per credere:


Torniamo alle peripezie di chi si sente giovane dentro: se il primo era un esempio virtuoso, ora veniamo a un caso deprecabile. Non ci si finisce mai di stupire di chi possa finire per avere beghe con la giustizia... pensate quanto saranno rimasti interdetti gli stessi ufficiali di polizia di Hyogo quando hanno dovuto ammanettare una sessantatreenne per stalking. Ma non è tutto, la malcapitata vittima era un uomo di 23 anni più giovane.

stalcker 63Una fonte interna alla polizia ha fatto trapelare che la donna era sposata, ma per vent’anni aveva intrattenuto una relazione extraconiugale con un uomo, che aveva conosciuto in un locale con i telefoni al tavolo. Due anni fa aveva deciso di divorziare per rendere esclusiva la storia con l’amante, ma l’uomo ha avuto la malaugurata idea di lasciarla per una donna molto più giovane. Ecco che, da allora, sono cominciate cento chiamate oscene al giorno, i pedinamenti e gli appostamenti.

Asako Miura, psicologo specializzato “nella guerra tra i sessi”, sostiene che: “Le donne che scelgono degli uomini molto più giovani lo fanno perché vogliono avere il controllo nella relazione, secondo le tradizioni devono essere obbedienti ai loro mariti, quindi vogliono poter rifarsi sui propri amanti. Magari per vantarsi del boy-toy di turno con le amiche. Naturalmente essere scaricate dal “giocattolino” è un colpo all’onore e alla femminilità che crea un profondo risentimento, odio.”

Mentre lo psicologo Osamu Seki, professore presso l’università di Meiji, sconsiglia vivamente di citare la differenza di età tra le ragioni per lasciare una donna più grande, meglio ricorrere al vecchio metodo dell'incompatibilità di caratteri e visioni.