dai sato 1In occasione del festival Paris Manga 10, lo sceneggiatore Dai Sato (Ghost in the Shell, Samurai Champloo,) si è prestato ad un’intervista molto interessante, che riportiamo qui di seguito:



Domanda: Come ha scoperto il mestiere di sceneggiatore?
Dai Sato: Verso i 16 anni, quand’ero al liceo, lavoravo per una trasmissione televisiva di varietà. Il mio compito era di scrivere i discorsi per i presentatori. L’esperienza mi piacque molto e così decisi di entrare nel mondo della TV. Qualche tempo più tardi, a 18 anni, cominciai a scrivere le domande per alcuni quiz televisivi, in particolare le domande poste ai candidati in certe trasmissioni.

Per quanto tempo ha fatto questo lavoro?
Per circa tre anni.

Cos’è che le ha fatto scoprire il mondo dei videogiochi prima e dell’animazione poi?
È stato un incontro con Satoshi Tajiri, il creatore dei Pokémon, che mi ha fatto entrare nel mondo dei videogiochi. Così ho iniziato a lavorare nel gioco “Pocket Monsters”. Dopo questo progetto, sono rientrato nello staff di Macross Plus e ho incontrato Shinhichiro Watanabe (il regista di Cowboy Bebop, ndt). È stato così che sono entrato nel mondo dell’animazione…

Le manca il periodo nel quale lavorava per la TV?
Non potrei tornare a lavorare in TV ma la considero come la mia scuola, mi ha permesso di esercitarmi a creare sceneggiature.

Può raccontare la sua giornata lavorativa tipica?
Il mio lavoro varia molto in funzione dell’opera. Mi è capitato di dover assistere a riunioni di sceneggiatori che duravano dalle 16 alle 20 ore… molto difficile! (ride) In questo genere di riunioni, uno sceneggiatore presenta un prototipo di sceneggiatura, che sarà poi tagliata e migliorata dal resto della squadra. Lavoravamo in questo modo anche per Ghost in the Shell, ad esempio. Con Shinichiro Watanabe, sono stato incaricato di trovare delle idee partendo da un concetto molto semplice…ed è piuttosto difficile! Per rispondere in maniera più generale alla vostra domanda, molto spesso mi adeguo ai metodi di lavoro del regista per il quale scrivo.

Questo lavoro di adattamento, lei lo vede come una costrizione o come una sfida che rende il suo lavoro ancora più interessante?
Apprezzo quest’obbligo d’adattamento, che mi permette di superarmi e di scoprire in me dei talenti nascosti!(ride)

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Ha dovuto mai lavorare sull’adattamento di un anime a partire da un manga? Se si, non è stato un problema lavorare partendo da una sceneggiatura già esistente?
Questo mi è successo per Ghost in the Shell: Stand alone complex o anche per il film Casshern. È piuttosto divertente lavorare su un copione preesistente, anche se qualche volta questo significa seguire delle imposizioni costrittive da parte della persona che ha realizzato la sceneggiatura originale.

Ha mai incontrato Masamune Shirow?
Sì e poche persone hanno avuto questa fortuna, quindi ne sono molto felice.

Che cosa ne pensa lui del suo lavoro?
Non ho avuto una risposta diretta da parte sua, ma da quello che ho potuto capire approvava.

Lei è stato anche sceneggiatore di manga…
Sì, ho lavorato sul manga di Samurai Champloo con Masaru Gotsubo. E siccome il manga è stato interrotto bruscamente alla fine della serie tv, eravamo così frustrati che decidemmo di lanciare una nuova serie: Yuzuko Peppermint. È ancora pubblicata nel Young Gangan della Square Enix

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Quali sono i suoi ultimo progetti?
Ho recentemente partecipato all’elaborazione del videogioco Scared Rider Xechs, per la PS2.

Può dirci di più?
La storia di questo videogioco è un po’ l’inverso di quella di Sakura Wars. In questo gioco di seduzione destinato a un pubblico femminile ci sarà un ragazza di fronte a un sacco di uomini (in Sakura Wars, c’era un ragazzo in mezzo a un sacco di ragazze, ndr),in un’ambientazione assolutamente mecha.

Ultima domanda. Fra tutte le vostre opera, qual’è quella che lei preferisce?
Ho un ricordo fantastico del mio lavoro su Samurai Champloo. Ho avuto un’ottima relazione con lo staff che mi ha lasciato una grande libertà.