Dal comunicato ufficiale di Romics 2010:

IkedaRiyoko Ikeda sarà a Romics per incontrare i suoi fan e per raccontare la sua straordinaria carriera artistica, l’autrice infatti, all’apice della sua carriera come disegnatrice, decide di intraprendere lo studio di un’altra sua grande passione, la musica lirica, oggi Ryoko Ikeda è un grande soprano e si esibisce in tutto il mondo.

Nei giorni della sua presenza a Romics, l’autrice terrà anche un concerto serale di musica lirica in una prestigiosa location di Roma
, l'Opera Concert in Santa Maria in Piazza del Collegio Romano, Venerdì 1 Ottobre alle ore 21:00.

La sua presenza è organizzata in collaborazione con L’Ambasciata Giapponese a Roma.
Inoltre, per festeggiare la presenza di Ryoko Ikeda, Romics organizza un eccezionale evento dedicato ai fan di tutte le età: ospiti del mondo della cultura e dello spettacolo le renderanno omaggio attraverso interventi artistici, commenti, curiosità, interviste e canzoni, per una “grande festa” indimenticabile
.

Una celebrazione a cui ovviamente AnimeClick.it intende contribuire per porgere un caloroso saluto a un’artista che ha influenzato in maniera inimitabile il medium Manga.
Per far ciò, durante questi giorni scanditi dalla manifestazione capitolina di Romics 2010, per il quale l’intervento di Riyoko Ikeda-Sensei è previsto per Sabato 2 Ottobre dalle ore 15:30 alle 18:30 e per Domenica 3 in qualità di giurata per il Cosplay Contest di Romics 2010, AnimeClick.it proporrà una serie di recensioni esclusive sui suoi capolavori successivi a Le rose di Versailles disponibili nel nostro paese, un modo questo di illustrare alla nostra utenza in tutta la sua varietà la produzione della poliedrica maestra che ci accingiamo ad accogliere al meglio, a partire da un indispensabile quadro storico.

• IL GRUPPO 24

Prima degli anni ‘60 del 1900, gli shoujo manga erano scritti da uomini, i quali avevano il compito di promulgare e promuovere l’ideale dell’epoca della donna attenta casalinga e madre.

Queste circostanze sarebbero stato alterate con molta fatica e costanza da parte delle poche esponenti del sesso femminile che riuscirono a garantirsi un posto nelle riviste di manga, allora terreno quasi esclusivo della loro controparte maschile: è il caso di Machiko Hasegawa, la prima mangaka di successo, autrice di Sazae-san, e Nishitani Yoshiko (Lemon to Sakuranbo).

Tuttavia, è nella decade seguente che, complice un movimento di riscoperta della cultura nazionale, la vera rivoluzione venne attuata dal cosiddetto Gruppo 24, così chiamato perché la maggior parte delle sue esponenti sono nate nell’anno 24 dell’era Shouwa (1926-1989), ossia nel 1949 stando alla cronologia occidentale.
Riconosciute come appartenenti al cenacolo (sebbene non esista una membership definita) sono: Moto Hagio (Zankokuna kami ga shihai suru, Poe no Ichizoku), Keiko Takemiya (Kaze to ki no uta), Yumiko Ooshima (Banana Bread Pudding, Wata no kuni hoshi), Riyoko Yamagishi (Arabesque, Shiroi heya no futari) e Riyoko Ikeda.

• RIYOKO IKEDA

Futari pocchiNata ad Osaka il 18 Dicembre 1947, Riyoko Ikeda ha da sempre nutrito una viva predilezione per la Storia, la Musica e l’Arte, elementi a cui, non a caso, ritaglierà uno spazio importante nella sua veste di mangaka, una professione che inizialmente intraprende in contemporanea alla frequenza dei corsi della Facoltà di Filosofia di Tokyo.

A questo periodo risale il suo primo lavoro, Bara yashiki no shoujo (La ragazza della casa delle rose), apparso sulla rivista Shoujo Friend, e nei successivi 5 anni, dal 1967 al 1972, confeziona alcune opere brevi come Futari pocchi e Sakurakyou, nelle quali è ben visibile l’influsso stilistico di Osamu Tezuka.

Nello stesso anno, 1972, la Ikeda decide di lasciare gli studi per dedicarsi allo Shoujo Manga tout court, in particolare a Le rose di Versailles, in originale Berusaiyu no bara, per i fans Berubara, meglio noto da noi come Lady Oscar.

Ispirato dalla biografia dell’ultima Regina di Francia redatta da Stefan Zweig, il fumetto narra le vicende di tre “rose”; Maria Antonietta, Hans Axel von Fersen, e Oscar François de Jarjayes. “Fin dal momento in cui l’ho concepito avevo deciso di abbinare una rosa a ciascuno dei personaggi: Oscar una rosa bianca; Madame de Polignac una venefica rosa gialla, mentre Rosalie è un bocciolo di color rosa. Jeanne infine è un’affascinante ma pericolosa rosa nera. Quindi non si tratta di un’unica rosa” spiega la Sensei nell’intervista a cura di Federico Colpi inserita nell’edizione D/Visual de Le rose.
Nel corso della "cronaca", le “tre rose” vengono a contatto nella sontuosa Reggia di Versailles, dove ciascuna plasmerà la storia dell’altra e la Storia medesima in un universo sospeso fra un’accurata ricostruzione storica e una più libera interpretazione artistica, due costanti sempre care alla sensibilità letteraria della Ikeda.

BerubaraIn seguito a una fortunatissima trasposizione teatrale Takarazuka e all’adattamento in un film live action, nel 1979 Riyoko Ikeda affida la creazione dell’anime di Berubara allo studio Tokyo Movie Shinsha e andrà in onda su NTV dal 10 Ottobre 1979 al 3 Settembre 1980.
Secondo il progetto iniziale, la regia avrebbe dovuto essere affidata per intero a Osamu Dezaki (Genji monogatari sennenki, Caro fratello, Rocky Joe, Black Jack) e il character design a Shingo Araki (I cavalieri dello zodiaco), eppure in un primo momento viene curata da Tadao Nagahama, il quale però non riesce a sviluppare una rappresentazione maggiormente drammatica e adulta in linea con le aspettative della produzione, e viene prontamente sostituito da Osamu Dezaki.
Nonostante l’abile cambiamento di staff apportato dal subentrato regista, durante la sua prima messa in onda l’anime non raggiunge uno share soddisfacente e in alcune zone del Giappone è addirittura interrotto attraverso una puntata di montaggio riassuntiva della fine. Le sue sorti saranno risollevate solo da una provvidenziale replica nel 1986.

Al contrario, l’anime conosce da subito un grande successo in Italia, ove fu trasmesso a partire dal 1982 ed è attualmente riproposto su La5.
Per capire l’importanza che Le rose riveste nel nostro immaginario, basti citare i numerosi apocrifi, ovvero il fumetto affidato allo Studio Cimpellin e i tre racconti intitolati “Il romanzo di Lady Oscar”, “Il ritorno di Lady Oscar”, e “Lady Oscar, la principessa e il capitano”: il secondo volume ha un certo interesse in quanto contiene un’ipotetica continuazione al manga e all’anime.
Il prodotto originale arriva solamente a cavallo tra il 1982-84, pubblicato nel settimanale Candy Candy in una versione colorizzata e fortemente rimaneggiata. La prima casa editrice a proporre il vero manga, tra l’altro mai terminato dalla Fabbri, è Granata Press nel 1993, imitata da Panini Comics nel 2001 e nel 2008 dall’ottima edizione D/Visual.

Il romanzo di Lady OscarIl ritorno di Lady Oscar


«Quando lo pubblicai, i manga erano libri che si leggevano una volta e poi si buttavano. Le Rose di Versailles divenne la prima opera a fumetti che fece pensare al pubblico che valeva la pena di collezionarla e di tenerla in libreria. Da questo punto di vista, è un manga che cambiò radicalmente la percezione di questo genere presso il grande pubblico e questa è una cosa di cui vado estremamente fiera» dichiara ancora l’autrice.


Scrive a proposito della scrittrice Banana Yoshimoto il professor Giorgio Amitrano, curatore per Ronin Manga dell’editoriale di Poe no Ichizoku di prossima pubblicazione in Italia: “A segnare il passaggio tra il vecchio e il nuovo stile [della Yoshimoto] vi fu la pubblicazione di Versailles no bara di Riyoko Ikeda, che per prima introdusse degli aspetti di ambiguità sessuale e un'estrema accuratezza nella ricostruzione del periodo storico,tutti elementi che diverranno poi imprescindibili in ogni shoujo manga.
La forza del culto delle emozioni
[...] diede come risultato una libertà d'espressione non raggiungibile da nessun'altra arte visiva nipponica”.

Per chi volesse approfondire ulteriormente l’argomento Lady Oscar, in Italia è stato pubblicato un interessante libretto di Davide Castellazzi, dal titolo Lady Oscar: Amori, segreti ed epiche battaglie, per l’editore Iacobelli.

IkedaDopo Berubara, Riyoko Ikeda si concentra sulla creazione di nuove monografie altrettanto importanti e ambiziose, come Caro fratello, un’accorta analisi della psicologia dei rapporti di invidia, ipocrisia e falsità che possono instaurarsi nelle mura di un collegio femminile d'élite; La finestra di Orfeo, che nel 1981 le vale la nona edizione del Premio per Scrittori Giapponesi di Manga – i due manga sono stati acquisiti rispettivamente da Star Comics e Planet Manga; e ancora Jotei Ekaterina ed Eroica - La gloria di Napoleone, entrambe incentrate su figure storiche della levatura dell’Imperatrice Caterina e di Napoleone Bonaparte.
Tutto senza rinunciare a regalare ai suoi lettori narrazioni più brevi, quali Shouko no Etude, Claudine…!, e a rispolverare suoi personaggi ormai celeberrimi come ne Le rose di Versailles Special.

E’ del 1995, anno della conclusione in patria della serializzazione di Eroica, la scelta della Ikeda di ritirarsi dal mondo dello shoujo manga per “riscattare” una sua antica aspirazione: divenire una cantante lirica, campo nel quale, oltre ad essere assai apprezzata, ha inciso come soprano un cd di arie composte da Maria Antonietta.

Ciononostante, Riyoko Ikeda non ha abbandonato interamente la sua passione per il fumetto: infatti, nel 1999 redige la sceneggiatura del volume unico Elisabetta – La regina che sposò la patria, disegnato dalla sua allieva Erika Miyamoto e pubblicato in Italia nel 2006 da Yamato Video; nel 2005 inizia la creazione di Berubara Kids e si occupa in toto della trasposizione a fumetti del romanzo di Yukio Mishima Haru no yuki, quest’ultimo edito da Bompiani e Feltrinelli.
Inoltre, nel 2007 accetta la serializzazione di The Legend e lavorerà anche per la neonata Shin Shukan Manga Nihonshi.

Infine, nel 2008 è stata insignita della Legion d’Onore per il suo considerevole supporto alla diffusione della cultura francese nel mondo, il primo mangaka a ricevere tale onorificenza.