
Serializzato sulle pagine della rivista Shukan Josei e raccolto in un unico tankoubon da Shufu-to-Seikatsusha con il titolo originale エリザベス ― 国と結婚した女王 (Erizabesu - Kuni to kekkon shita jyoou), il manga gode di due riedizioni, una del 2002 per Chou-Koronsha e una del 2006 per Fair Bell Comics. Sempre nel 2006, Elisabetta è proposto presso il pubblico italiano da Yamato Video nella collana Grandi personaggi storici a fumetti, per la quale sono stati tradotti con un buon seguito Il mio nome è Nerone, Alessandro Magno e Gesù di Yoshikazu Yasuhiko, Cleopatra di Satonaka Machiko, etc.
La narrazione si avvia con un’analisi delle preoccupazioni umane, legali e nuziali delle prime tre donne che Enrico VIII sposa e poi ripudia in nome del suo desiderio di ricevere un erede maschio che garantisca la sopravvivenza della dinastia Tudor: Caterina d'Aragona, Anna Bolena e Jane Seymour.
Inoltre, le autrici si soffermano sull’importanza storica e umanitaria rivestita dallo scisma con la Chiesa Cattolica Romana e la conseguente nascita della Chiesa d'Inghilterra: nel 1528 Enrico VIII decide di dichiarare nullo il suo sposalizio con Caterina, disconoscendo così la figlia Maria, e permettendo ad Anna Bolena di divenire sua consorte e Regina e di avere da lei dei figli maschi legittimi successori al trono. A tal proposito, Enrico VIII inoltra al Pontefice, allora Clemente VII, una richiesta d'approvazione, ma poiché, per varie motivazioni, l'assenso papale può essere ottenuto solo due anni dopo, nel 1530, nel frattempo Enrico VIII annuncia la separazione dalla Curia Romana e si pone a capo del neonato Anglicanesimo. Questa sezione è assente nel film, e in generale lo sono gli accenni riguardanti gli avvenimenti religiosi, come la reintroduzione da parte di Maria del Cattolicesimo, le susseguenti persecuzioni e la definitiva supremazia del Protestantesimo proclamata da Elisabetta.
Oltretutto, accenna e delucida lo stato di estrema vulnerabilità in cui versa l'Inghilterra ereditata da Elisabetta: dunque, il manga appronta un quadro storico più completo, fedele e comprensibile rispetto alla pellicola.
Caterina d'Aragona, Anna Bolena, Elisabetta, e in parte Maria la Sanguinaria, sono personalità tipicamente ikediane, passionali, inflessibili di fronte al loro destino – encomiabile il comportamento di Caterina d’Aragona spogliata del suo rango e a cui è sottratta la figlia Maria, e di Anna Bolena prima della sua esecuzione, una scena reminescente di Maria Antonietta in Versailles no bara -, e vittime di un eterno dramma interiore causato dall’aderenza ai propri doveri, in questo caso di regnante, o alle proprie aspirazioni femminili.
Perciò, in maniera simile a Vnb e Caro fratello, e contrariamente a Orpheus no mado, la Ikeda affronta nuovamente la tematica di una nuova e necessaria ridefinizione dei ruoli di genere, premendo affinché essi siano creati ad hoc dalle medesime persone e non siano modelli astratti - per non dire astrusi - tanto più universalmente vincolanti quanto più vetusti e limitanti la libertà individuale.

Dilaniata dalla spaccatura ideologica derivante dal dover impartire ordini iniqui, quali la dichiarazione di guerra alla Scozia di Maria di Guisa, malgrado la devozione verso la corona e il popolo anglosassone, e l’incapacità di mostrare le sue capacità senza rimettersi alla guida di un marito, alla fine Elisabetta decide di contrarre le paventate nozze unicamente con la sua Patria, acquisendo il titolo di Regina Vergine, uno status simboleggiato dal taglio dei capelli, un gesto che implica l’abbandono delle gioie della propria sessualità, un atto praticato con la medesima valenza ideologica anche nel Giappone antico, di cui disponiamo di splendidi esempi nel Genji monogatari.
In questa scena si giunge al picco di massima rottura con il movie: infatti, mentre nell’interpretazione di Kapur questo momento attesta la rinascita ufficiale di Elisabetta in qualità di regina virtuosa sostegno dei suoi connazionali, la Ikeda, all’opposto, lo interpreta come la sua rinuncia alla femminilità. Veicolando significati e ideali diversi, la Ikeda riesce a scostarsi redigendo un testo assolutamente personale.
D’altro canto, molteplici sono i punti di contatto con la versione originaria di Kapur: l’inclusione di Robert Dudley nella cospirazione contro Elisabetta, l’ignoranza di quest’ultima circa il formale impegno matrimoniale di Robert, il raggruppamento di molti eventi distaccati all’interno della congiura del Duca di Norfolk - egli stesso un comprimario che riassume in sé i due distinti personaggi storici di Thomas Howard II e III - e il fasullo comando del Santo Padre di eliminare Sua Maestà.
In seguito a Orpheus no mado gaiden, Elisabetta è la seconda collaborazione firmata Ikeda e Miyamoto: Miyamoto-Sensei tenta di operare una fusione tra lo stile della Ikeda e gli odierni dettami dello Shoujo Manga; un'intenzione eccellente, peccato che venga concretizzata parzialmente.
Difatti, mentre per rendere fisicamente il personaggio di Elisabetta la mangaka si rifà apertamente all'attrice Cate Blanchett e ai suoi sfarzosi abiti di scena, stilisticamente il volume è caratterizzato nel character design da una pedissequa imitazione di quello della Ikeda, un esempio quello della sua maestra che all'opposto non è seguito laddove doveroso, cioè nei fondali, che risultano vuoti, scarni, in determinate tavole addirittura assenti, e nella ricostruzione storica, che si limita a elementi architettonici facilmente desumibili dal lungometraggio. Infine, i retini e le ombreggiature sono sconosciuti salvo rare occasioni come l'incoronazione.
L’edizione Yamato è ottima: sovraccoperta, buona sfogliabilità e impaginazione, carta bianca e spessa su cui i disegni risaltano al meglio, interessanti inserti come il grafico iniziale delle relazioni fra i personaggi, esaurienti note al termine del libretto e spiegazione della politica d'adattamento dei nomi, illustrazioni di apertura dei capitoli: l’unico neo è il prezzo di copertina di € 15,00, sicuramente il maggior deterrente all’acquisto.
Per concludere, se da un lato il prodotto in esame è sostenuto da un lavoro, quello della Ikeda, magistrale, capace di delineare in poco spazio, con estrema scorrevolezza e senza alcuna affettazione uno spaccato psicologico e storico di un’era ormai lontana, dall’altro ciò non trova un raffronto adeguato sul profilo tecnico, che richiede notevoli migliorie, risultando in una pubblicazione appetibile solo ai palati di fini estimatori di Storia e di Riyoko Ikeda.
[CERCAMANGA_Elisabetta]
ero indecisa su quale dei vecchi titoli recuperare, grazie a queste informazioni sono adesso orientata su Caro fratello - Orpheus mi scoraggia sia per numero di volumi che per la reperibilità - mentre Elisabetta lo passo senza ulteriori pentimenti (15 euro a sto punto li spendo per il primo de La storia dei tre Adolf)
Sullo stile.. a me quello della Ikeda non è mai piaciuto moltissimo, ma si riconosce lontano un miglio che è una sua opera! XD
Grazie a tutti per i complimenti comunque
Beh a dir la verità il manga è stato disegnato dalla Miyamoto, una delle assistenti della Ikeda, e anche se pare simile allo stile della Ikeda, in pratica non lo è, ed è uno dei motivi per cui forse non m'appresterò a leggerlo. Comunque la recensione è da complimento: Bravo Shoaran
e quindi anche Elisabetta si aggiunge alla mia infinita lista di manga che un giorno o l'altro comprerò...
a differenza di Orpheus e Caro fratello, questo volumetto è facilmente reperibile (vivendo io a Milano ho lo Yamato Shop a un tiro di schioppo), però questa volta a fermarmi è il prezzo: non perchè non valga fino all'ultimo centesimo quei 15,00 € (se sommo autrice, storia narrata e qualità ne varrebbe anche di più), ma perchè attualmente sono proprio in bolletta a causa delle imminenti spese in libri universitari...
in ogni caso tutti gli albi della collana dei grandi personaggi storici sarà un giorno mia!
Devi eseguire l'accesso per lasciare un commento.