Dopo aver fatto tappa nei palazzetti di Milano e Firenze, sabato 13 Novembre 2010 si è concluso il tour italiano del Japan Anime Live con un’ultima rappresentazione al Gran Teatro di Roma a seguito di un cambio di location dal Palalottomatica .
Alla tappa romana dell’evento erano presenti alcuni membri della nostra redazione, che, anche se con un po’ di ritardo, adesso vi porteranno il loro resoconto sulla manifestazione assieme alle loro considerazioni critiche sullo spettacolo.


japan anime live

Lo spettacolo, iniziato con diversi minuti di ritardo rispetto alla tabella di marcia, è stato preceduto da una sfilata di cosplay presentata dal doppiatore Maurizio Merluzzo (Sai in Naruto Shippuden, Ling Yao in Full Metal Alchemist Brotherhood).
Lo show è diviso in cinque sezioni ognuna dedicata a una diversa serie e si avvale della partecipazione del cantante giapponese Piko e di una band di supporto che comprende tra gli altri il bravo dj Daisuke Asakura, che si occupano della parte musicale della serata eseguendo dal vivo tutte le canzoni e le sigle proposte (col cantante che passa, con inquietante bravura, dalla voce maschile a quella femminile a seconda dei brani).

Si comincia con una parte dedicata a Fullmetal Alchemist Brotherhood, all’interno della quale vengono proiettati diversi filmati tratti dall’anime e alcuni di essi sono stati anche abilmente doppiati dal vivo dai doppiatori Renato Novara (Edward), Benedetta Ponticelli (Alphonse), Paolo Sesana (Kimbley) e Massimilano Lotti (Scar). Come per ognuna delle cinque parti dello spettacolo, si assiste ad un “momento karaoke” in cui un paio di canzoni facenti parte della colonna sonora dell’anime in questione vengono proiettate su schermo corredate da un patchwork di spezzoni della serie e dal testo scritto in romaji, in modo da dare la possibilità al pubblico che non ha dimestichezza con kanji e kana di sgolarsi per cantare.
Questa prima parte si è rivelata parecchio piacevole, con l’unico difetto della proiezione di filmati (uno di essi persino recitato dal vivo e dunque inevitabile) tratti dagli episodi finali della serie, cosa che personalmente ha rovinato un po’ la sorpresa a quelli come me che non hanno seguito la serie televisiva e aspettano ancora il proseguimento della vicenda cartacea brancolando nel buio. Tuttavia, essendo uno spettacolo dedicato all’animazione e apparso in tutto il mondo, non gliene si può fare una colpa.
Dispiace un po’ anche l’imprevista assenza dell’annunciata Elisabetta Spinelli (Winry) per via di motivi personali. La sua bella voce comunque non è mancata, anche se in registrazione.

Japan Anime Live Roma - Fullmetal Alchemist Brotherhood


La seconda parte dello spettacolo è invece dedicata a Bleach, aperta da un piacevolissimo “momento karaoke” con la bella “Rolling Star” di Yui. Dopo qualche filmato, Bleach esplode dal vivo sul palco, con un piccolo musical recitato da interpreti giapponesi che ripercorre a grandi linee la prima saga del manga dando una fisionomia reale a Ichigo, Rukia, Renji e Byakuya.
Lo spettacolino si rivela essere molto coinvolgente e ben recitato, con attori somiglianti agli originali animati e molto bravi nel canto, nella recitazione e nelle acrobazie. I dialoghi e i testi delle canzoni venivano sottotitolati in italiano sullo schermo posto sul palco, ma c’è appuntare un piccolo difetto, in quanto i sottotitoli soffrivano dello stesso problema che affligge gran parte dei fansubs nostrani, ossia un linguaggio un po’ traballante, una costruzione sgangherata delle frasi atta a ricalcare alla perfezione quella giapponese e una scelta dei vocaboli un po’ farraginosa. A questo bisogna aggiungere che, di tanto in tanto, gli attori, nelle loro acrobazie, finivano per piazzarsi davanti allo schermo impedendo la corretta visualizzazione dei sottotitoli.

Si prosegue con la parte dedicata a One Piece, introdotta dal “momento karaoke” dedicato alla popolarissima opening "We Are" di Hitoshi Kadatani.
I pirati creati da Eiichiro Oda vengono raccontati dai rispettivi doppiatori nipponici Mayumi Tanaka (Rufy), Kazuya Nakai (Zoro), Akemi Okamura (Nami), Kappei Yamaguchi (Usop), Hiroaki Hirata (Sanji), Ikue Ohtani (Chopper), Yuriko Yamaguchi (Nico Robin), Kazuki Yao (Franky) e Yuichi Nagashima (Brook), in un video che li mostra scherzosamente al lavoro e impegnati in una festosa esecuzione canora, mentre fra il pubblico del Japan Anime Live si aggirano i protagonisti della serie in costume.
La parte dedicata a One Piece prosegue con il doppiaggio dal vivo di spezzoni tratti dalla serie, eseguiti dai doppiatori Renato Novara (Rufy/Rubber), Emanuela Pacotto (Nami), Luca Bottale (Usop) e Lorenzo Scattorin (Sanji). Questo ci porta a diversi problemi, quali il doppiaggio dal vivo di parti tratte dalla prima stagione, e dunque all’ascolto di un seppur bravo ma troppo esagerato Renato Novara che interpreta spezzoni già doppiati a suo tempo da un più adatto Luigi Rosa, e l’inspiegabile sostituzione di Patrizio Prata con Paolo Sesana nel ruolo di Zoro.
Questo doppiaggio è stato fatto senza tener conto delle censure apportate nella trasmissione televisiva e, per accontentare i fans, in maniera sin troppo fedele alla versione originale. Il protagonista è stato dunque chiamato “Monkey D. Luffy” e non “Rubber”, e inoltre si è usato di continuo e a mio avviso in maniera ridondante e superflua il termine “nakama” (amico, compagno), con risultati agghiaccianti quali “Nami! Tu sei un mio nakama!” (ricordiamo che Nami è una donna, dunque associare un aggettivo maschile a Nami non è bellissimo, e aggiungiamo a questo che “nakama” andrebbe pronunciato “nakàma” e non “nàkama” come detto durante lo show).
L’interpretazione dei doppiatori è comunque stata molto gradevole, a parte questi difetti, ma anche un po’ sacrificata, in quanto la cosa è stata più un “one man show” di Novara, con gli altri a dire sì e no due battute.

Japan Anime Live - Combattimento Bleach

La quarta parte dello spettacolo è dedicata a Gundam, saga robotica che continua ad affascinare il pubblico giapponese e a mietere successi sin dal lontano 1979, reinventandosi di volta in volta per farsi al passo coi tempi. Dopo una rapida introduzione che mostra spezzoni delle varie serie, è la volta della presentazione più approfondita, anche grazie a diversi momenti cantati molto ben riusciti, delle produzioni più recenti o popolari dedicate al robot bianco, come Gundam Wing (da cui è stata cantata la celebre “Just Communication” dei Two Mix), Gundam 00, Gundam Seed(da cui è stata cantata la ritmatissima “Invoke” dei T.M. Revolution) e Gundam Unicorn.
Dispiace un po’ il risicatissimo spazio dedicato alla storica serie del 1979 e ai suoi seguiti, nonché a serie Gundam degli anni ’90 come G Gundam e Gundam: 8th MS Team, che avrebbero potuto donare ottimi momenti musicali grazie alle loro gradevolissime colonne sonore, ma tutto sommato è stato uno spettacolo soddisfacente.

A concludere, arriva il biondo ninja Naruto, con un “momento karaoke” dedicato a “Go!!” dei Flow, ritmatissima sigla che ha fatto ballare e cantare tutto il teatro, per poi continuare con un musical interpretato da ballerini giapponesi che sono stati bravi, nonostante il pezzo della storia scelto fosse poco spettacolare, un po’ irritante e poco adatto a trasformarsi in spettacolo teatrale. La parte musicale del tutto era affidata a suggestivi ritmi suonati al taiko e anche in questo caso, come per Bleach, i dialoghi e i testi delle canzoni erano sottotitolati in italiano su schermo, con consueta dizione un po’ sgangherata e spesso non attinente al reale dialogo pronunciato dagli attori.

Japan Anime Live Roma - Naruto Shippuden



Nel complesso, ho trovato il Japan Anime Live un’esperienza interessante, ma non imprescindibile. Si tratta di uno spettacolo dedicato all’animazione giapponese così come la si concepisce oggi, con serie shonen all’ultimo grido, dialoghi sottotitolati, sigle originali e un purismo talmente eccessivo da risultare fastidioso. Un evento dedicato a chi l’animazione giapponese la conosce oggi per la prima volta, in un mondo dove questa passa attraverso Internet, scans, fansub e Mp3. A livello personale, avendo avuto il mio “battesimo del fuoco” con altre serie, non avrei disdegnato uno show che fosse più eterogeneo e non guardasse soltanto al pubblico dei giovanissimi che seguono le ultime serie di grido, ma che avesse reso giustizia a capisaldi dell’animazione giapponese dai quali mi è difficile scindere la definizione di quest’ultima, come Dragon Ball, Sailor Moon, Evangelion, Ranma 1/2, Hokuto no Ken o Saint Seiya, magari spiegandone meglio nel dettaglio i motivi del successo e il processo di creazione o doppiaggio senza renderli unicamente spettacolo da baraccone (poiché per questo ci sono già diverse fiere nel territorio dello Stivale che costano anche meno offrendo uno spettacolo simile).
Tuttavia, tutto sommato, è stata una piacevole serata che mi ha fatto divertire e ha addolorato le mie corde vocali sgolatesi nel cantare di tutto cuore, anche se non ritengo valesse l’elevatissimo costo del biglietto e i numerosi difetti che si è portata dietro.

Autore: Kotaro

japan anime live

Riprodurre “dal vivo” la magia e le atmosfere che gli anime Made in Japan, un prodotto che (come del resto ogni tipo di animazione) per sua definizione non è mai trasportabile in live, riescono a dare. È questa la missione che nei suoi intenti si è dato il Japan Anime Live spettacolo itinerante che porta direttamente sul palco alcune delle serie anime al momento più in voga: FullmMtal Alchemist, Bleach, One Piece, Gundam e Naruto (in rigoroso ordine di apparizione durante lo show).
Ci sarà riuscito?

E proprio per scoprirlo mi sono recato a vedere lo spettacolo nella sua tappa romana.
Ad aprire lo spettacolo c’è stata una sfilata di cosplayers (onestamente non richiesta ma ormai il cosplay è come il prezzemolo e lo si trova ovunque e comunque) fortunatamente di breve durata buona più che altro per scaldare il pubblico interessato alla cosa.
Terminata questa formalità, lo spettacolo è entrato nel vivo con la parte dedicata a Fullmetal Alchemist. Avendo però il mio collega Kotaro già illustrato in dettaglio i contenuti delle parti di spettacolo per ciascuno anime procederò direttamente con dei brevi commenti personali.

Japan Anime Live - Renato NovaraFullmetal Alchemist: Ottima la performance live dei doppiatori italiani, peccato unicamente per l’assenza di Elisabetta Spinelli (Winry, ma anche Sailor Moon in passato).
Bleach: Nonostante non ami molto i musical e non segua la serie, devo però ammettere che questa parte è stata forse quella meglio organizzata. Bravi gli attori e buoni i momenti musicali.
One Piece: La parte relativa ai doppiatori giapponesi l'ho trovata di impostazione molto "nipponica" non molto nelle corde di noi spettatori italiani. La successiva sessione live dei doppiatori italiani l'ho trovata buona tecnicamente (Renato Novara (Rufy) gran protagonista) ma non esente da cupe ombre come la sostituzione di Patizio Prata su Zoro e la presenza, da me personalmente molto attesa, di Emanuela Pacotto che però si èrisolta in un paio di “Luffy” intuiti più che sentiti. Grande però il momento con "We Are!" cantata dal vivo.
Gundam: Praticamente un’anteprima, comunque interessante, delle serie (da noi inedite) Gundam 00 e Gundam Unicorn.
Naruto: Decisamente trascinante il momento musicale con le apprezzate opening quali “GO!” e “Blue Bird”. La parte di storia trasposta in live-action era quella in cui la squadra di Naruto con Sakura, Sai e il Capitano Yamato fanno irruzione nel nascondiglio di Orochimaru per cercare di recuperare Sasuke. Il risultato finale è stato molto piacevole e alla fine il pubblico è stato più che soddisfatto, anche se probabilmente sceneggiare una parte in cui fosse stato presente il personaggio di Kakashi (sicuramente più popolare di Yamato) avrebbe riscosso un successo ancora maggiore. Mi aspettavo inoltre che, data anche la presenza dei doppiatori italiani, si sarebbe tentato un interessante esperimento du doppiaggio live anche sugli gli attori in scena venissero doppiati dal vivo. Attesa però disillusa anch'essa.

Japan Anime Live Roma - Bleach



Tirando le somme, il Japan Anime Live si è rivelato uno spettacolo interessante, a tratti molto coinvolgente e di elevato livello tecnico in molte delle sue singole parti. I nodi però vengono al pettine quando tutte queste parti vengono messe insieme per fare il prodotto finito. Il risultato finale appare inferiore rispetto a una semplice somma dei singoli termini e anche alcuni particolari di contorno che non hanno aiutato.

1) All’inizio dello show l’intervallarsi dei momenti recitati con quelli musicali rende lo spettatore un po’ spaesato e ci vuole un po’ per ambientarsi.
2) Le immagini utilizzate per accompagnare le performance della band sono state prese spesso dalle parti più recenti di ciascuno degli anime (con un risultato simile a quello dei molti amv reperibili su piattaforme di video sharing) senza alcun riguardo verso gli spettatori di fare pesanti spoiler. Cosa che peraltro succede anche con le sequenze doppiate di FullMetal Alchemist del quale si vede anche il finale della serie Brotherhood non trasmesso in Italia.
3) La frammentazione dei filmati affligge anche le sequenze doppiate in live che, specialmente per Fullmetal Alchemist, risultavano decisamente slegate fra loro.
4) Lo spettacolo è stato decisamente lungo, forse troppo: almeno 30 minuti per ogni anime per più di 2 ore e mezza totali intervallo escluso.

In conclusione, si può comunque dire che partecipare come spettatore al Japan Anime Live sia stata un’esperienza piacevole.
Ma tornando alla domanda iniziale, esso sarà riuscito nel suo intento? Una risposta obbiettiva sarebbe un no o, per meglio dire un ni. E il motivo risiede nel fatto che il Japan Anime Live è alla fin fine un evento molto auto celebrativo, più un tributo agli anime che una “versione” live degli stessi.
Oltretutto esso non è uno spot molto efficace per i brand delle serie che raccoglie (ad eccezione forse della parte relativa a Gundam) in quanto come spettacolo si rivolge a un pubblico già navigato nel campo dell’animazione giapponese. Pubblico che per di più deve essere esperto e “al passo” con almeno un paio delle serie proposte perché altrimenti sarà poco coinvolto (o meno coinvolto se vogliamo) nei momenti musicali, rischierà di ricevere clamorosi spoiler e potrebbe trovare pesanti le parti restanti vista anche la lunghezza dello show.
A mio avviso non sarebbe stata una cattiva idea sceneggiare delle storie inedite (dei “filler” se vogliamo) almeno per le parti messe in scena dagli attori, in questo modo ci sarebbe stata anche un pizzico di novità che di sicuro avrebbe giovato allo spettacolo nel suo complesso.
Promuoviamolo comunque con riserva questo spettacolo perché in fin dei conti è stato divertente anche se migliorabile e comunque non indispensabile da vedere ad ogni costo.

Autore: Swordman

japan anime live

Inizio questa recensione con una dovuta premessa: Il mio è il punto di vista di persona completamente estranea ai fatti, non sono del tutto digiuna di tutta quella cultura Jpop e Jrock che ruota intorno ad anime e manga ma lungi da me l'essere in grado di cantare a memoria le sigle originali con l'entusiasmo registrato al Japan Anime Live da fan meno Jurassici di me. Altro motivo che mi ha reso un po' aliena della situazione è il target a cui la macchina organizzativa si è rivolta: i ragazzi, e io che non sono mai stata un ragazzo, tanto meno ora che ho 28 anni, mi sono sentita un po' un pesce fuor d'acqua.
Prendete perciò quello che scrivo come il documentario di una Marziana con le sue personali opinioni forse un po' anacronistiche.

Come già accennato sopra, lo spettacolo ha avuto inizio con una sfilata Cosplay.
Inizio subito con le critiche bacchettone. Cosplay, ovvero Costume+Play non significa mettersi un costume, per quanto cucito con dovizia di particolari e sfilare, vi è nel termine stesso una connotazione di “gioco” e “interpretazione” che la sfilata per sua concezione intrinseca non concede. A me non piacciono le sfilate di moda, e per coerenza neanche quelle di moda manga. Fortunatamente il cosplayer di Sasuke la pensava come me e ci ha regalato delle notevoli evoluzioni, ricordando al pubblico in delirio il significato della parola “Cosplayer”.

Japan Anime Live Roma - Sfilata Cosplay


Lo spettacolo di per sé è stato quanto di meno eterogeneo possibile, con momenti esaltanti di musica J/Pop-Rock, suonata da quello che ho riconosciuto essere un alieno come me, e che mi ha conquistato per la sua incredibile simpatia, a momenti di noia mortale ovvero il gigantesco spot a tutte le serie Gundam passato su maxi schermo. Cosa c'è di LIVE nel vedere immagini pubblicitarie per più di mezz'ora? Mi sono sentita il protagonista di Arancia meccanica durante la cura Ludovico: non sono riuscita ad addormentarmi solo per la confusione e con gli occhi sbarrati mi sono sorbita spot dietro spot, adesso se dovessi per sbaglio incappare in qualche fotogramma di Gundam mi accascerei in lacrime.

Altra parte che ho trovato francamente noiosa sono stati i doppiaggi. Vedere come si lavora nel dare la voce ai personaggi di una serie può anche essere interessante e didattico, vederne una decina non solo è soporifero ma spezza fortemente la continuità dello spettacolo.

Continuo a percorrere la strada di ciò che non mi è piaciuto a gran velocità e una fermata nella piazzola “One Piece” è d'obbligo. Io ho odiato ferocemente la demezialità idiota di questa sezione dello spettacolo.
Probabilmente non ne ho colto lo spirito e sono solo troppo fuori target ma che lo spettacolo su One Piece consista in un filmato (e di nuovo il LIVE saluta e se ne va) in cui i doppiatori Giapponesi cantano ed essenzialmente si comportano da scemiJapan Anime Live - Il cantante Piko, e poi in gente che con l'ausilio di costumi in gommapiuma interpreta i protagonisti limitandosi a sfilare giogioneggiando fra il pubblico, l'ho trovato a dir poco offensivo. Fortunatamente per loro la platea ha apprezzato.

Dopo essermi tolta il prurito veniamo ora alla parte meno dolente e secondo me più originale e "dal vivo" dello spettacolo: i Musical.
Badate bene, siamo ben lontani da Rental, Wicked o il Rocky Horror picture Show, in alcuni frangenti volevo tirare la seduta della poltrona anche a quello svociato di Ichigo ma, nonostante le incertezze tecniche, vedere Ninja e Shinnigami cantare e ballare ha titillato la corda kitsch del mio animo e mi sono ritrovata sottopalco a dimenarmi e improvvisando canzoni in una lingua sconosciuta ai terresti in un goffo tentativo di partecipare allo show. Buio, confusione e altre decine di fan hanno protetto il mio anonimato.

Un ultima nota va fatta per il cantante Piko, ovviamente non avevo idea di chi fosse prima del Japan Anime Live e se volete farvi quattro risate alle mie spalle, ci ho messo quasi 2 ore e mezza di spettacolo e uno strategico avvicinamento al palco per capire che si trattava di un uomo, ed è proprio per questo che ha guadagnato la mia stima come performer, benedetto da una voce che riesce ad essere sia maschile che femminile. Pollice decisamente in su per lui.

Dovendo dare una valutazione globale, trovo che la parte musicale sia stata l'unica performance che davvero ha funzionato nell'ottica LIVE dello show, il resto è stato frammentario, a tratti noioso e in un caso anche offensivo, perciò devo essere spietata, visto che non è stato onesto chiedere un biglietto così esorbitante per uno spettacolo che definire mediocre è fargli un gran complimento. La nota positiva è che poche persone sono state prese per il naso, tantissimi posti al Gran Teatro sono rimasti vuoti, dimostrazione che a mio avviso ci vuole ben altro per trasportare LIVE le emozioni che ci regalano gli anime.

Autore: quivix