Pretty Cure Splash StarQuando Saki Hyuuga, una ragazzina delle medie come tante, e Mai Mishou, una nuova compagna di classe che ritorna in città dopo cinque anni di assenza, si incontrano sotto il grande Albero del Cielo protettore del luogo dove abitano, entrambe hanno una sensazione, quella di essersi già incontrate, in un passato di cui rimangono loro solo flebili ricordi.
Così è, infatti. In una notte d’estate di cinque anni prima, quando entrambe erano solo bambine, si erano incontrate per la prima volta ai piedi di quello stesso albero, seguendo quelle due misteriose luci che adesso si ripresentano davanti ai loro occhi svelando la loro vera natura di creature spirituali.

Flappy, spirito dei fiori, e Choppy, spirito dei volatili, sono due tenere creaturine scappate da un luogo mistico chiamato la Terra delle Sorgenti. Il loro mondo è caduto nelle mani dei malvagi emissari della Dark Fall comandata dal minaccioso Akudaikaan, che si sono già impadroniti di sei delle sette sorgenti che gli donano la vita. L’ultima, la Sorgente del Sole, è stata nascosta da qualche parte nel mondo degli umani, la cosiddetta Terra del Verde, e purtroppo, seguendo i due spiritelli, anche Akudaikaan e i suoi si introdurranno presto nel mondo umano alla ricerca della Sorgente, per portare rovina e distruzione ovunque.
Alle due ragazze, rimaste coinvolte loro malgrado nella vicenda, viene chiesto di aiutare gli spiritelli a fermare il pericolo della distruzione del mondo, e per farlo ricevono il potere di trasformarsi nelle leggendarie guerriere, Cure Bloom e Cure Egret.
Le due ragazze non potrebbero essere più diverse: Saki è vivace, iperattiva, ingenua, concreta, gioca a softball ed è figlia di una semplice coppia di panettieri, Mai è invece timida, sognatrice, bravissima a disegnare ma più impacciata nel farsi degli amici, inoltre vive in una splendida casa con incorporato un osservatorio, suo padre è un brillante professore universitario e sua madre un’archeologa. Eppure, quando si stringono reciprocamente la mano e invocano gli spiriti, da queste due ragazze scaturisce una grande forza…

Pretty Cure Splash Star - Cure BloomPretty Cure Splash Star - Saki & MaiPretty Cure Splash Star - Cure Egret

Futari wa Pretty Cure Splash Star, terza incarnazione della saga creata da Toei Animation risalente al 2006, si distacca dalle precedenti perché cambiano completamente i personaggi e l’ambientazione. Ma non si preoccupi lo spettatore, Saki e Mai non faranno affatto rimpiangere Nagisa e Honoka. Ciò che gli si richiede è giusto un po’ di pazienza, una decina di episodi di rodaggio, per prendere confidenza con il setting, con le nuove protagoniste, i loro parenti e amici e i nuovi cattivi. Una manciata di episodi che magari potranno ricordare per impostazione l’incipit della prima, storica, serie, ma che comunque si lasciano guardare con estremo piacere grazie alla simpatia dei personaggi e alle bellezza dell’ambiente in cui vivono. La città di Saki e Mai è un luogo fantastico, una cittadina portuale, con una bella spiaggia e una lussureggiante vegetazione, fatta di boschi e alberi dove, si dice, si nascondano misteriose creature e risiedano entità leggendarie dagli influssi benefici, come il maestoso Albero del Cielo che è, inconsapevolmente, il centro di tutta la vicenda. Saki e Mai frequentano qui la loro scuola, che, differentemente dal Verone Gakuen di Nagisa e Honoka, è un istituto misto. Questo fa sì che l’entourage di amicizie delle due ragazze sia più vario rispetto al gruppetto tutto al femminile delle due precedenti Pretty Cure, e lo spettatore non potrà non sorridere davanti a personaggi semplici ma che restano nel cuore, come l’aspirante comico dalle sempre pronte battute di infimo livello Kenta Hoshino, le amiche Yuuko Ohta e Hitomi Itoh del club di softball o i due rappresentanti di classe, la diligente Kayo Andou e il timido Manabu Miyasako. Un gruppo di amici realistico, dove nascono amori, si rincorrono sogni, si passa del tempo in allegria, ci si diverte e ci si consola vicendevolmente. A questo aggiungiamo una gran cura nel tratteggiare il background di amici, genitori, parenti, professori o anche solo di occasionali personaggi di passaggio da un solo episodio, ed ecco che Pretty Cure Splash Star ottiene un’ossatura solida, ereditata dalle serie precedenti, che ne fa un realistico spaccato della vita nel Giappone di oggi, affiancata alla componente fantastica con maestria.

Basta pochissimo, e a Pretty Cure Splash Star ci si affeziona. Non solo per il delicatissimo affresco quotidiano che ci regala piccole emozioni, amori platonici e delicati, sogni piccoli ma grandi, rapporti tra genitori e figli o tra fratelli, gioie e innocenti litigi da condividere con gli amici, ma anche per una storia ben orchestrata, che non perde mai di vista l’obbiettivo prefissatosi nel primo episodio e sa benissimo come dosare l’umorismo, la trattazione del quotidiano, i colpi di scena (inaspettatamente numerosi e ben piazzati, anche se un po’ prevedibili da chi è da tempo nel giro del majokko sentai), i momenti seri e drammatici e l’azione più sfrenata.
Come da tradizione per la serie, infatti, anche Splash Star ci regala dei combattimenti magnifici: adrenalinici, frenetici, fluidissimi. Si fanno più esplicite le influenze da Dragon Ball Z, con scariche di pugni, raffiche di sfere energetiche, nemici che si pompano i muscoli, che attaccano urlando e sfasciano l’ambiente circostante grazie alla loro potenza incontrollata, personaggi che volano e combattono in aria, aure energetiche colorate, trasformazioni, power up, attacchi magici individuali delle guerriere.

Pretty Cure Splash Star - KarehaanPretty Cure Splash Star - MoerumbaPretty Cure Splash Star - DorodoronPretty Cure Splash Star - ShitataarePretty Cure Splash Star - Kintoresky


Pollice decisamente in su per i cattivi. Sulla falsariga di Wedding Peach, anche qui abbiamo diversi demoni legati ognuno ad un ben preciso elemento delle natura (gli elementi che compongono le Sorgenti, legati a quelli della filosofia confuciana: legno, fuoco, terra, acqua e oro), cosa che conferisce a ognuno dei nemici un ben preciso aspetto fisico, un ben preciso potere e dei propri tratti caratteriali o fissazioni: Karehaan del legno è un indomito combattente, Moerumba del fuoco è un’esilarante ballerino latino-americano che infila spagnolismi a destra e a manca nei suoi dialoghi, Dorodoron della terra è un gigante timidissimo che parla con un tono di voce molto basso, Mizu Shitataare dell’acqua è una elegante signora che si crede bellissima, guarda tutti dall’alto in basso e ride sguaiatamente, Kintoresky dell’oro è un esperto e robusto guerriero fissato col bodybuilding e in cerca di avversari onorevoli da sfidare in epiche e leali battaglie. Infine Gohyaan, il buffo e subdolo braccio destro del signore di Dark Fall, e Akudaikaan, l’oscuro, imponente e malvagio ultimo ostacolo. E poi, ultime ma non per importanza, Michiru e Kaoru, misteriose e algide studentesse legate a doppio filo sia a Dark Fall che alle Pretty Cure.

Nemici sfaccettati, carismatici, ora buffissimi con le loro fisse, sempre vittime di ottime gags, ora spietati, temibili, caparbi, minacciosi, ora inaspettatamente umani, attratti dalla vita della Terra del Verde e dai loro abitanti, con cui spesso e volentieri interagiscono, quasi a voler mostrare che tra umani e demoni di Dark Fall non c’è poi tutta questa differenza. Le guerriere e i loro avversari incroceranno sì i pugni, ma anche i cuori, confrontandosi verbalmente durante i combattimenti e imparando vicendevolmente qualcosa gli uni dagli altri. E’ vero che, per certi versi, c’è ancora qualcosa da migliorare da questo punto di vista, ma i nemici di Splash Star difficilmente si scorderanno, uscendo indubbiamente vincenti dal quadro generale della serie e ponendosi allo stesso livello delle eroine, quanto a carisma e importanza nella storia. Lo spettatore è dunque portato a tifare per entrambi e a dispiacersi che uno dei due contendenti debba vincere e l’altro perdere, ma anche ad esaltarsi nel vedere come buoni e cattivi siano più simili di quanto sembrino e spesso e volentieri dai loro combattimenti nascano intese, sentimenti, spunti di riflessione e grandi momenti che vanno a rafforzare la storia.

Pretty Cure Splash Star - AkudaikaanPretty Cure Splash Star - GohyaanPretty Cure Splash Star - MichiruPretty Cure Splash Star - Kaoru


Le avventure di Saki e Mai godono di una realizzazione tecnica davvero pregevolissima. Ad un design semplice ma efficace, ricalcato su quello delle serie precedenti, si affianca una grafica curatissima nei colori, negli effetti di luce, nelle animazioni, che ci permette di visionare stupendi tramonti, combattimenti visivamente spettacolari e meravigliose aure colorate sprigionate dalle guerriere durante gli stessi. Buona la colonna sonora, che ci regala delle tracce orchestrate molto orecchiabili e di buona fattura sempre ad opera del buon Naoki Satou, capaci di risuonare nella testa degli spettatori e di essere fischiettate a tradimento più spesso di quanto si pensi. Belle anche le sigle, con una opening, “Makasete! Splash Star!” che necessita di qualche ascolto per essere apprezzata ma che sa conquistare, una prima sigla di chiusura, “ ‘Warau ga kachi’ de go!” che racchiude perfettamente lo spirito giovanile della serie e una seconda, “Ganbalance de dance”, che è un trionfo di allegria con tanto di videoballetto dei personaggi e che difficilmente si potrà fare a meno di canticchiare.
Di ottima fattura anche il doppiaggio originale, sempre attentissimo a realizzare dialoghi brillanti dai toni giovanilistici e ricchi di spassosi giochi di parole, che rivela inaspettati nuovi talenti come la dolcissima quasi esordiente Atsuko Enomoto che dà la voce a Mai e ci fa ritrovare storici nomi del doppiaggio nipponico come uno spassoso Kappei Yamaguchi, un macchiettistico Juurouta Kosugi, una scoppiettante Junko Takeuchi, un serissimo duo d’eccezione formato da Yuka Imai e Yuriko Fuchizaki e uno straordinario Keiichi Nanba sempre a suo agio nei panni del cattivo effeminato, stravagante e un po’ gay già sperimentati con successo in produzioni passate come Saint Seiya o Sailor Moon. Promossa con qualche riserva Orie Kimoto, la voce di Saki, che, seppur brava, è in certi frangenti troppo simile a Yoko Honna che in passato fu voce di Nagisa. Dal momento che già le due si somigliano per aspetto e carattere si poteva differenziare almeno la voce.

Pretty Cure Splash Star - Creature

Pretty Cure Splash Star è, delle tre che ho visto al momento, la migliore incarnazione delle Pretty Cure. Riesce a prendere i pregi delle prime due e ad unirli in una sola, limando se non addirittura eliminando diversi difetti propri della seconda stagione. In più, si uniscono altri pregi propri di questa storia, come una notevole dose di simbolismi e rimandi un po’ più “alti” assenti nelle precedenti. E’ il caso della filosofia confuciana degli elementi, ma anche di una concezione shinto propria del Giappone secondo cui ad ogni elemento della natura si può associare un “kami”, uno spirito che la presiede e ne personifica l’essenza. Capita, poi, che determinati oggetti riescano a maturare un proprio spirito, in virtù del legame che li unisce con i propri possessori o del rancore per essere stati abbandonati. Ogni cosa ha in sé uno spirito, insomma, come insegna uno dei messaggi fondamentali della storia. Inoltre, la contrapposizione tra le due guerriere stavolta si fa ben più profonda rispetto al precedente bianco e nero. L’oro e l’argento; la terra e i fiori che vi germogliano e il cielo e gli uccelli che vi si stagliano in volo; il girasole dorato che fiorisce sulla terra e l’ala argentata del grande airone che vola nel cielo; la luna che riempie con la sua luce il cielo e il vento che soffia profumi e sensazioni sulla terra; una ragazza iperattiva e coi piedi per terra che corre sui campi da softball con in volto un sorriso grande, lucente e contagioso, aperto come un colorato girasole, e un’altra che con la fantasia compie voli pindarici in un cielo immaginario e rende su carta queste sensazioni con bellissimi disegni.
Concetti profondi, un po’ filosofici, a volte quasi profetici a livello di simbolismi e capaci di rivelare futuri passi della storia grazie a particolari giochi linguistici insiti nei dialoghi (che purtroppo si perderanno in un’eventuale traduzione in una lingua che non sia il giapponese).

Pretty Cure Splash Star è una storia che parte un po’ in sordina, ma che riesce a germogliare nei cuori di chi la segue, facendosi amare come poche e portando gli spettatori ad appassionarvisi, a riderci su, ad emozionarsi quasi fino alle lacrime. Un’opera che parla ai giovani col loro stesso linguaggio, presentandogli temi a loro consoni in modo che possano facilmente capirli e messaggi piccoli ma grandi che è bene che tengano sempre a mente. Nonostante questo, si rivela un’avventura colorata e avvincente anche per i più grandicelli, che difficilmente potranno non affezionarsi ai simpaticissimi personaggi di ambo le fazioni e non farsi coinvolgere dalle vicende, sia quelle più prettamente quotidiane sia quelle fantastiche, ricche d’azione e colpi di scena.
Nulla che non si sia già visto, precisiamo, ma sono cose che è sempre bene ricordare alle nuove generazioni che magari non hanno avuto la fortuna di vedere le origini alla marinaretta del majokko sentai per ragioni d’età, e se ci vengono offerte con questo bel confezionamento non possiamo che gioirne.