Continua l'intervista/chiacchierata tra Eiichiro Oda e Takehiko Inoue.
Ricordiamo che l'incontro tra i due è avvenuto in occasione di un'esposizione museale incentrata sulla figura di Musashi Miyamoto (celebre personaggio storico giapponese e protagonista del manga Vagabond) curata dallo stesso Inoue.
La prima parte dell'intervista è raggiungibile a questo indirizzo.

Nota: Le "fotografie da libro" presenti nell'articolo sono tutte prese da un volume che era possibile acquistare all'esposizione, contenente immagini dei dipinti presenti alla mostra, schizzi preparatori, riflessioni e spiegazioni dello stesso Inoue.



***: A partire dalla saga dedicata a Kojiro, lo stile di disegno di Vagabond ha visto il pennello sostituirsi al classico pennino. Oda-san, che ne pensa di questo cambiamento?

Oda: E’ davvero cool. Pur con una carriera come la sua, Inoue-sensei continua a migliorare. E' assolutamente convinto di ciò che fa. Passare al pennello è stata una grande idea.

Inoue: A dire il vero, non sarebbe cosa giusta da fare, non credi? In un’opera lunga e che ha continuità, non è molto coerente.

Oda: Ma il pennello lo usavi anche prima, o sbaglio?

Inoue: Sì, in certe parti, ma solo per degli effetti particolari. La decisione di renderlo lo strumento di disegno principale è stata, come dire, una sensazione. Quando ho cominciato a lavorare sulla storia di Kojiro, pensai che solo utilizzando il pennello potevo realizzare ciò che avevo in mente. Sarebbe cambiata l’impressione data dai miei disegni, ma non ero particolarmente preoccupato di dare coerenza all’intera opera. Ho avuto fede in ciò che sentivo dentro di me.

Oda: Anche il logo è cambiato.

Inoue: Ai tempi mi stavo chiedendo cos'è davvero Vaganbond. Avevo bisogno di cambiare qualcosa, per poterlo portare avanti. Il logo è stato uno di quegli aspetti che hanno subito un cambiamento. La calligrafia a pennello del logo che c'era stata fino ad allora, comunque, era fantastica.

Vagabond - Covers


Oda: Quando l’autore stabilisce "E' tempo di cambiare!", il pubblico è molto ricettivo, vero?
Nel mio caso, col 50° volume di One Piece, decisi che era la fine di quella parte della storia, e cambiai la posizione del logo. La reazione, però, fu sorprendentemente lieve. [ride] I lettori - lo dico in senso positivo – non sembrano molto preoccupati dal cambiamento. Penso sia per quello che gli autori si sentono liberi di fare le cose come più li aggrada.

***: Inoue-san, cosa ne pensa del tratto di Oda-san?

Inoue: Ha un appeal che è l’esatto opposto di quello che io dò ai miei lavori. E’ pieno di vita, ha il potere di trascinare il lettore all’interno della storia. Facendo un confronto, io sono un autore a cui piace la “sottrazione”. Cerco di riempire la tavola il meno possibile, e dare uno specifico peso agli spazi negativi. Ci sono molte opere assimilabili a questo concetto nella The LAST Manga Exhibition. Però, ammiro davvero il modo in cui Oda-san “riempie” le sue tavole. E’ come se non mi accorgessi che tutto è rinchiuso all’interno di una pagina. Dev’essere difficile “stringere” tutto all’interno di un tankobon, no?

Oda: Eccome se lo è. [ride] Non so il motivo, ma non posso fare a meno di disegnare un sacco. Il formato settimanale è di 19 pagine, ma dalla mia prospettiva di autore vorrei mandare avanti la storia più velocemente. Finisco per comprimere quanto più posso all’interno di questa misura. Inoltre, c’è anche il desiderio di finire in tempi brevi, così da potersi rilassare.

Inoue: Ne so qualcosa riguardo al bisogno di relax.

Oda: Probabilmente, la mia stessa vita la sto vivendo con fretta e rapidità. Le mie tavole si fanno sempre più piccole, e non ne disegno di inutili. Le scene che disegno sono "concentrate". Prima di tutto, ci sono troppi personaggi. [ride] La storia, essenzialmente, riguarderebbe solo 5 personaggi, ma ci sono talmente tante cose che voglio fare che il tutto è diventato com’è adesso.



Inoue: Il concept globale l’avevi in mente già dall’inizio?

Oda: Sì. La conclusione della storia non è cambiata di una virgola dagli inizi. Il problema è che non sono riuscito a riassumere e condensare tutte le cose che stanno accadendo lungo la strada verso il finale.
E tu, come ti muovi riguardo alla parte narrativa?

Inoue: Hmmm. Quando comincio un’opera non penso mai al concept generale, o alla conclusione. Mi fa un certo effetto pensare che tu, invece, avessi già pensato a tutto fin dall'inizio.

Oda: Veramente, il finale è l’unica cosa su cui ho preso una decisione, per adesso.

Inoue: Nel mio caso, solo di recente ho cominciato a immaginare come terminerà Vagabond.

Oda: La storia di Vagabond seguirà i fatti storici?

Inoue: A quanto pare, le testimonianze storiche sulla battaglia tra Musashi Miyamoto e Kojiro Sasaki sull’isola di Ganryu sono molto approssimative. La storia scritta, però, è tutta a favore di Musashi. Tutto ciò che si sa di Kojiro è che era un maestro spadaccino che sfidò Musashi. E' questo che mi ha portato a pensare che ci sia una possibilità pari a 0.qualcosa che Kojiro fosse davvero sordo [nel manga di Inoue, Kojiro Sasaki viene presentato come un giovane uomo affetto da sordità, particolare non confermato dalle fonti storiche, ndr].

Oda: Hmmm. La storia si è distaccata dalla fonte d'ispirazione originaria [Musashi di Eiji Yoshikawa, ndr], diventando qualcosa di differente?

Inoue: Non completamente, ma le parti originali ormai stanno prendendo il sopravvento. Non sono ancora deciso su buona parte della storia, così mi limito a passare alla parte successiva una volta finita quella su cui sto lavorando. Semplicemente, non faccio altro che ripetere questo processo. A volte capita che parta per la tangente, e finisco per mettermi in difficoltà.

Oda: Tuttavia, percorrere strade narrative differenti può essere divertente, non trovi?

Inoue: Questo è certo.



***: Che personaggi di Vagabond le piacciono?

Oda: Mi piacciono i personaggi vecchi in generale. Sono davvero intriganti.

Inoue: Hahahaha!

Oda: Soprattutto Sekishusai Yagyu. Bellissima la scena in cui dice di punto in bianco: “Posso vantarmi di mio figlio?” Ciò che è davvero affascinante dei lavori di Inoue-sensei è che anche quando i personaggi crescono affrontando le avversità, non perdono le qualità che li rendono così simpatici e accattivanti. Si tratta di piccole battute inserite quasi casualmente nei dialoghi, le trovo molto divertenti. La scena in cui Musashi chiama il maestro “Nyanko-sensei” (gattino-sensei) mi ha fatto davvero ridere. [ride]
Questo tipo di rappresentazione è fatto in una maniera molto naturale, e fa sì che i lettori accettino i personaggi per quello che sono. Anche quando si affrontano temi difficili, penso che l’abilità con cui Inoue-sensei crea i suoi personaggi abbia il potere di attirare il pubblico.

Inoue: Mi piace molto disegnare i personaggi anziani. Se non fosse per i controlli di editori e assistenti, tutti i personaggi sarebbero dei vecchietti. [ride]

Oda: E’ divertente disegnare le rughe, no?

Inoue: Quando comincio a disegnarle, non riesco più a fermarmi. Credo che a noi due piaccia disegnare personaggi molto umani, vero?

Oda: Sono d’accordo.

Inoue: Riguardo ai personaggi anziani, sono dell'idea che più rughe disegni, e più li rendi umani. Più ne metti, più allunghi la durata della loro vita – e così che rendi la vecchiaia, no? Secondo me vale davvero la pena di disegnarli.



***: Credo che una cosa che vi accomuna sia il fatto che entrambi disegniate i vostri fumetti per esprimere e trasmettere ciò che pensate e volete dire.

Inoue: Probabilmente è vero. One Piece in particolare è risoluto nel voler dire qualcosa. Trabocca di questo sentimento.

Oda: So che le tavole che creo sono estremamente movimentate, ma mi sento obbligato a disegnare tutto ciò che c'è in esse. Anche se è un ostacolo o chissà cos'altro, è come se pensassi “Ecco, questo è ciò che sento in questo momento!”

Inoue: I suoni nascono e si espandono, le voci dei personaggi sono dappertutto; nelle tue tavole succedono sempre molte cose simultaneamente, o sbaglio?

Oda: E' così che va sempre a finire.

Inoue: Leggendo One Piece, percepisco fortemente le tue sensazioni sulla pluralità dei suoni, delle persone e dei sentimenti di questo mondo. Questa colonna portante del tuo operato è solida e non vacilla, e ritengo che sia per questo che sei riuscito a portare avanti la serializzazione per oltre 12 anni.

Oda: Grazie mille. Quello che voglio creare nei miei fumetti non sono le storie, ma i personaggi. Penso cose del tipo “Una persona di questo tipo può esistere?”
Il tempo che spendo a studiare diversi tipi di design è divertente.

Inoue: E' l'esatto contrario di ciò che faccio io.

Oda: Aspetti come l’attinenza della struttura muscolare con quella facciale sono aspetti a cui, alla fine, non presto particolare attenzione, a dire la verità. [ride] Le volte in cui creo una silhouette particolare, che nessuno ha mai concepito o visto prima - sono questi i momenti che mi rendono più felice. E, una volta che l'ho creata, sono impaziente di usarla il prima possibile. Creo capitoli anche solo per quella ragione... e così, la storia si allunga sempre di più.

Inoue: E’ così che hai raggiunto il traguardo dei 52 volumi?

Oda: Esatto. [ride] Tu in quali momenti ti diverti?

Inoue: Momenti come questi si fanno sempre più rari. Il tempo che passo a disegnare capelli spettinati e un po’ disordinati, però, ha un che di divertente. Quando progredisco velocemente, il tempo speso a disegnare è piacevole, ma di recente non mi sono sentito spesso così. Sento di essere arrivato ad un punto in cui sto per affrontare una crisi imminente.

Oda: Una crisi imminente?

Inoue: Sì. La creazione di un fumetto è una cosa che fai perché ti piace farlo, giusto? Niente ti “carica” più del disegnare fumetti, quindi puoi andare avanti anche se le cosse si fanno dure.

Oda: Sì.

Inoue: Però, sono arrivato ad un punto in cui, considerato il bilancio tra momenti divertenti e momenti difficili, se il piacere di lavorare diminuirà ulteriormente potrei non riuscire più ad andare avanti. Al momento sto cercando di trovare una via d’uscita, perché so che è necessario lasciarmi alle spalle tutto questo.

Oda: Non credo di aver mai provato una sensazione di crisi, nel mio lavoro.

Inoue: Questo traspare decisamente dalla lettura di One Piece. Penso che anche tu abbia i tuoi problemi, ma siamo ben lontani da questa spiacevole sensazione di crisi. Per quanto mi riguarda, penso di essere davvero coinvolto da Vagabond: è come se la natura intrinseca dell’opera mi stesse influenzando. Passo molto tempo a pensare a domande di cui non conosco la risposta. Forse questo sentimento cambierebbe se disegnassi un qualcosa di più leggero e divertente.

Oda: Percepisci un certo cambiamento quando passi avanti e indietro tra Vagabond e Real?

Inoue: Sì. C’è una parte di Real che mi salva. Non posso dire che sia divertente, ma rispetto a Vagabond ci lavoro molto più facilmente. Mi vengono idee anche solo facendo una passeggiata per strada.

Oda: Normalmente non si incontrano spadaccini per strada.

Inoue: Infatti. [ride]



Oda: Potrebbe essere tardi per chiederlo, ma cosa ti ha spinto ad affrontare la storia di Musashi?

Inoue: L’inizio non è stato nulla di eclatante. Qualcuno mi consigliò di leggere Musashi di Eiji Yoshikawa, e fu una buona lettura. Era passato circa un anno dalla fine di Slam Dunk, e non stavo lavorando a nulla di nuovo. Volevo fare qualcosa, e pensai che mi sarebbe piaciuto provare a trasporre quel romanzo in un fumetto. Così, lo proposi all’editore, tutto andò liscio, e mi venne dato l’okay. All’inizio ero del tutto ignaro delle difficoltà che il fare una cosa simile porta con sè. Cominciai non sapendo nulla della conoscenza, dell’energia e della tecnica necessarie per affrontare un lavoro a tema storico. E’ stata una vera sfida.

Oda: Se non fai le dovute ricerche su materiali e documenti storici non riesci ad andare avanti, vero?

Inoue: Se non fosse stato alla mia portata, ci avrei rinunciato. Abbiamo anche considerato l’idea di affidarci ad uno specialista per supervisionare l’accuratezza storica, ma alla fine ho deciso di fare ciò che era nei miei intenti e creare la mia personale versione di Musashi.

Oda: I personaggi sono gli stessi del romanzo originale?

Inoue: In pratica sono gli stessi, ma le loro personalità sono ben diverse.


[CONTINUA...]


Fonti consultate:
The Eastern Edge 3
The Eastern Edge 4