Yes Pretty Cure 5 Go GoSono passati diversi mesi dalla battaglia contro la Nightmare Company e, mentre i folletti Coco, Nuts e Milk si impegnano per la ricostruzione del loro regno, Nozomi, Rin, Urara, Komachi e Karen riprendono le loro vite di tutti i giorni.
La pace tuttavia durerà poco, perché una nuova minaccia si profila all’orizzonte.
Le cinque ragazze ricevono all’improvviso la visita di Syrup, folletto simile ad un papero che lavora come postino e recapita loro un messaggio da parte di Flora, enigmatica sovrana del fantomatico luogo chiamato Giardino delle Cure Roses. Flora chiede alle Pretty Cure e ai loro amici folletti di proteggere l’oggetto magico chiamato Scrigno della Rosa dagli attacchi di Eternal, una misteriosa associazione di mercanti d’arte che intende impadronirsi di tutto ciò che c’è di valore al mondo, compreso lo Scrigno della Rosa e la stessa Flora, che l’enigmatico direttore dell’organizzazione intende tramutare in una bellissima statua da collezione.
Per perpetrare il suo malvagio scopo, Eternal ha attaccato i quattro regni limitrofi a Palmier, i cui quattro sovrani, se riuniti insieme allo Scrigno della Rosa, possono aprire l’accesso al magico giardino. Fortunatamente, però, i quattro regnanti sono riusciti a scampare all’attacco, e adesso si trovano sulla Terra, nascosti chissà dove sotto le sembianze di esserini chiamati Palmin.
La nuova missione delle Pretty Cure è dunque duplice: debellare Eternal e ritrovare e purificare i quattro Palmin nei quali si nascondono i re, per far sì che le porte del Giardino delle Cure Roses possano aprirsi e permettere al piccolo Syrup (ora trasferitosi sulla Terra sotto le sembianze del giovanissimo Shiro Amai) di farvi ritorno.
Ad aiutarle, nuovi poteri, ma anche una nuova amica e guerriera, Kurumi Mimino alias Milky Rose, ragazza dai modi un po’ snob che nasconde diversi segreti.

Yes Pretty Cure 5 Go Go - Syrup & MailpoYes Pretty Cure 5 Go Go - FloraYes Pretty Cure 5 Go Go - Milky Rose

Bentornati a casa, amici spettatori di Yes! Pretty Cure 5!
Visto il successo della precedente avventura di Nozomi e compagne, gli autori nel 2008 le regalano un seguito, Yes! Pretty Cure 5 Go Go, quinta serie della popolare saga Pretty Cure.
Certo, la nostra casa è ancora un po’ spoglia, è ancora uno strambo universo narrativo che non si capisce bene se sia il Giappone o la Francia e che sembra, ancor più che nella serie precedente, unicamente incentrato sui protagonisti, ma ammettiamo che farvi ritorno, francamente, non ci dispiace.
Il setting della storia si è decisamente ristretto, consistendo unicamente nella scuola (che, rispetto alla serie precedente, si vede tuttavia più di rado), nella torre cittadina e, soprattutto, nella rinata Nuts’ House, il negozio di bigiotteria gestito da Natsu/Nuts, headquarter e principale punto di ritrovo di tutta la banda. Altri luoghi si vedranno di tanto in tanto, ma più per un caso che per reale voglia di creare un universo narrativo ben definito. Difatti, ancor più che nella serie precedente, la nostra bizzarra città sembrerà essere ben poco viva. Assisteremo nostro malgrado ad una progressiva scomparsa dei già pochi comprimari che attorniano i protagonisti (come il maggiordomo di Karen, la manager di Urara, le famiglie delle ragazze, la preside della scuola o la loro compagna di classe giornalista in erba), che compariranno in uno o due episodi su un totale di una cinquantina, e anche altri personaggi “di sfondo” come abitanti della città estranei alla vicenda sono purtroppo decisamente rari.
Ripensando agli splendidi e realistici setting delle prime tre stagioni, questo inizialmente dispiace un po’ , ma dopo aver visto la serie precedente si sta un po’ al gioco e non gli si dà peso, poiché i pregi di questo Yes! Pretty Cure 5 Go Go sono decisamente ben altri, non certo il realismo dell’ambientazione.
La struttura di base della serie sembra ricalcare quasi pedissequamente le precedenti (in particolar modo, per ovvie ragioni, la quarta, addirittura a livello di “nell’episodio X della quarta serie succedeva questo dato power up o era basato su questo dato personaggio, e anche il corrispondente episodio X di questa quinta è basato esattamente sulle stesse cose), con magici esserini da catturare (lì i Pinky, qui i Palmin) e malvagi che episodio dopo episodio importunano le protagoniste per rubar loro un oggetto (lì il Dream Collet, qui lo Scrigno della Rosa).
Eppure, c’è qualcosa che differenzia questa serie Pretty Cure da tutte le precedenti e che decisamente intriga: una storia meno lineare del solito, che, se in un primo momento appare fumosa, andando avanti si fa più chiara, inserisce diversi misteri, risvolti narrativi e colpi di scena piacevoli che tengono lo spettatore incollato allo schermo.
Ci sono, finalmente, diversi misteri da svelare. Se quelli relativi a Milky Rose sono molto in stile “Quale sarà la vera identità di Tuxedo Kamen?”, per via di giochi linguistici sul suo nome chiarissimi per chi si intende un po’ di giapponese e della presenza di una doppiatrice (purtroppo, in un cartone animato come anche in un film, è un po’ futile celare la vera identità di un personaggio, quando entrambe le sue identità hanno la stessa voce, è uno stratagemma che funziona molto meglio su carta), decisamente più interessanti sono quelli relativi a Syrup, per via del suo passato molto sofferto e misterioso, della perdita della sua memoria e del lento riaffiorare della stessa tramite enigmatici sogni e rivelazioni shock lanciate al momento opportuno.

Yes Pretty Cure 5 Go Go - Prince MontblancYes Pretty Cure 5 Go Go - King DoughnutYes Pretty Cure 5 Go Go - Princess CrepeYes Pretty Cure 5 Go Go - Queen Bavarois

Gli avversari delle guerriere, fortunatamente, sono di ben altra pasta rispetto a quelli, decisamente piatti, della quarta serie. Se è vero che alcuni di questi sono ugualmente piatti e usati soltanto per creare qualche gag carina, come il duo formato dai laconici Yadokan e Isogin, privi di carattere e un pochino inutili, l’indomito Scorpion o il poco paziente polpone Nebatakos, d’altra parte ve ne sono di nettamente più carismatici e capaci di dare una svolta originale ai loro combattimenti. E’ il caso, ad esempio, di Mucardia, cattivone bishounen dai lunghi capelli biondi che, facendosi passare per l’umano Kyosuke Momoi, tenta di ingraziarsi le ragazze per poi sottrar loro lo Scrigno della Rosa, dando vita a semplici ma sempre efficaci risvolti quando la sua vera identità verrà scoperta. O, ancora, della vecchia strega Shibiretta, che per attaccare le guerriere le trasporterà di volta in volta in fiabe o favole della narrativa occidentale (come Pinocchio, Jack e il fagiolo magico, Hansel e Gretel, La Sirenetta) o orientale (Taro Urashima, le Mille e una Notte, diversi racconti del folclore giapponese), donando una piacevole freschezza e varietà agli episodi oltre che diversi spunti comici molto ispirati.
Pollice decisamente in su per i demoni Hoshiina, dal nome simbolico e dall’apparenza decisamente divertente, a differenza degli anonimi Kowaina della serie precedente.
Gli avversari più interessanti sono però il sub-boss Anakondy, oscura segretaria dalla grande potenza e dal velenoso carattere, e il nemico finale, il direttore di Eternal, che esula dal classico “Io voglio distruggere tutto perché sì” e anzi rivela una interessante caratterizzazione psicologica e una bella storia personale.
Dulcis in fundo, c’è una bella, bellissima sorpresa per gli spettatori della quarta serie, poiché la quinta vede il ritorno in pompa magna del suo personaggio più riuscito, che sembrava misteriosamente dimenticato dagli autori nel finale di Yes! Pretty Cure 5, ma probabilmente solo perché stava preparando il suo gran ritorno sulle scene. Sto logicamente parlando del buffissimo e sfortunato Bumbee, personaggio divertentissimo, protagonista di esilaranti gags, a cui lo spettatore non darà mai alcun credito come cattivo e anzi sarà portato a tifare per lui e ad aspettare il momento in cui della sua simpatia si renderanno conto anche le protagoniste. Momento che, inaspettatamente e fortunatamente, arriva, dando ulteriore profondità a questa quinta serie.

Yes Pretty Cure 5 Go Go - ScorpYes Pretty Cure 5 Go Go - NekabatosYes Pretty Cure 5 Go Go - MucardiaYes Pretty Cure 5 Go Go - Isohgin & Yadokhan

Con degli avversari così, è indubbio che durante i combattimenti ci si divertirà, eppure, e la cosa non dispiace affatto, Yes! Pretty Cure 5 Go Go sa anche farsi serissimo e passionale quando serve.
Se l’ambientazione scarna della serie in un primo momento farà storcere il naso, ci si sentirà decisamente più coinvolti una volta entrati nel vivo, rendendosi conto che Pretty Cure si sta facendo, in pieni anni 2000, portavoce di un pathos d’altri tempi che sta ultimamente cominciando a scemare nella maggior parte delle produzioni odierne, ed è buffo che sia un prodotto per un pubblico femminile a farcelo notare.
Yes! Pretty Cure 5 Go Go si rivela essere dunque una serie inaspettatamente e piacevolmente “nekketsu” (passionale), laddove i combattimenti sono l’occasione perfetta per parlare di sogni da realizzare, di impegno, di costanza, d’amore, di sentimento, di coraggio, di giustizia, di un’amicizia talmente forte da regalare agli spettatori a casa dei bellissimi messaggi, di infondergli fiducia, di farli sognare.
Le nostre ragazze, dopo esser state stentati stereotipi nella serie precedente, sembrano aver acquisito personalità e spessore, trasformandosi in amiche sincere che ci ha fatto piacere ritrovare e le cui nuove vicende seguiamo con passione.
E’ decisamente migliorata la caratterizzazione dei personaggi, ora più sfaccettati e messi a nudo, con tutti i loro sogni e timori, e lo spettatore riesce stranamente quasi a capire come e perché Nozomi, quel bizzarro clone di Momoko Hanasaki, sia considerata il trait d’union fra tutti i personaggi e perché incarni Cure Dream, la guerriera dei sogni e della speranza. Come una certa Usagi Tsukino di tanti anni fa, anche Nozomi Yumehara regala sogni ai personaggi e agli spettatori, emozionandoli e dandogli fiducia con il suo bel sorriso e la sua travolgente allegria.

Yes Pretty Cure 5 Go Go - AnacondyYes Pretty Cure 5 Go Go - ShibirettaYes Pretty Cure 5 Go Go - Curator

A migliorare rispetto alla serie precedente non sono soltanto trama e personaggi, ma anche le animazioni e i colori. Le sequenze di trasformazione, tanto statiche nella quarta serie, sono qui una vera e propria gioia per gli occhi, un’esplosione di colore in alta definizione. Idem dicesi per gli attacchi, che sono fortunatamente ben lontani dalle sterili farfalline colorate di Yes! Pretty Cure 5 e decisamente più spettacolari, anche se difettano un po’ in originalità dato che sono quasi tutti rielaborazioni o mezzi plagi di attacchi visti in shounen manga come Dragon Ball, Captain Tsubasa o Saint Seiya, precedenti majokko sentai come Sailor Moon o in videogiochi come Street Fighter.
Il compositore Naoki Sato, qui purtroppo al suo ultimo lavoro per la saga delle Pretty Cure, ci fa come regalo d’addio degli scores come sempre impeccabili, epici, indimenticabili, che si adattano perfettamente alle scene che accompagnano e riescono a scolpirsi nella testa dello spettatore dopo un solo ascolto.
Decisamente d’effetto la sigla d’apertura “Full Throttle Go Go”, mentre le due sigle di chiusura, fra le quali annoveriamo una terza versione dell’ormai celebre “Ganbalance de dance”, risultano molto carine ma meno incisive.
Numerosi nomi importantissimi impreziosiscono il doppiaggio giapponese, che però risulta un po’ forzato nelle interpretazioni delle protagoniste. Riguardo al doppiaggio italiano, invece, nonostante qualche piccola imperfezione (come doppiatori che risultano ogni tanto o troppo apatici o troppo enfatici laddove non richiesto), si registra un notevole miglioramento nelle interpretazioni, con doppiatori ormai entrati nel ruolo a pieno titolo e molto bravi, che riescono a far dimenticare le traballanti interpretazioni della serie precedente dimostrandosi molto più adatti ai loro personaggi.
Molte le new entries di gran pregio, fra giovani (Gabriele Patriarca, una delle migliori promesse del nostro doppiaggio) e veterani (il sempre magnifico Mino Caprio, un magnetico Emiliano Coltorti, un sempre ottimo Paolo Marchese qui al suo terzo ruolo nella saga Pretty Cure, una splendida Paola Giannetti e soprattutto un meraviglioso Stefano De Sando nel ruolo del boss).

Yes Pretty Cure 5 Go Go - Palmin 1Yes Pretty Cure 5 Go Go - Palmin 2Yes Pretty Cure 5 Go Go - Palmin 3Yes Pretty Cure 5 Go Go - Palmin 4Yes Pretty Cure 5 Go Go - Palmin 5

Se Yes! Pretty Cure 5, fra un realismo inesistente e diversi plagi e scopiazzature, aveva un po’ deluso, fortunatamente il suo sequel fa svariati passi in avanti, imparando dai suoi errori e, lentamente, crescendo.
E’ vero, ci sono ancora delle piccole imperfezioni e difetti, ma ormai, giunti alla quinta serie Pretty Cure, bisogna imparare a passarci un po’ sopra (e chissà che in futuro non vengano corretti) e a godersi quanto ci offre lo spettacolo. Uno spettacolo che, come le rose simbolo della storia, riesce a sbocciare nel cuore degli spettatori dimostrandosi avvincente e davvero ricco di emozioni.
Il realismo delle serie precedenti e la delicatezza della terza serie sono purtroppo lontani, ma la saga sta diventando sempre più passionale e coinvolgente, presentandoci valori d’annata (ma sempre validissimi) in una confezione nuova fiammante, e la cosa non può che far piacere…