Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.

La volta scorsa è stato "All about CLAMP" mentre per oggi sarà "Made in Shonen Jump" con anime tratti da manga serializzati sulla rivista a scortare il titolo di punta del momento.
Gli anime sono Bakuman e Nurarihyon no mago mentre il manga è, prevedibilmente One Piece di Eichiro Oda.

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8.0/10
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Stento a capire molte delle critiche che sono state mosse un po’ da ogni parte a questo lavoro. Premetto che non ho letto il manga e che non sono interessato a farlo, e che quindi non sono in grado di valutare le questioni di adattamento; quella che mi sono ritrovato sullo schermo, però, è una serie dinamica, briosa, ben scritta, ben costruita e molto, molto simpatica. È impossibile non lasciarsi coinvolgere se almeno una volta ci si è chiusi in camera, da soli o con compagni di lotta, per tentare di disegnare un fumetto, scrivere un libro, registrare un disco, sicuri di “farcela” e pieni dell’entusiasmo incontaminato che si può avere solo al di sotto dei 25 anni - ho fatto tutte queste cose, quindi ero un po’ lo spettatore ideale.

Vero tutto quello che si vuole, le premesse sono piuttosto inverosimili (studio professionale à la clé, riviste a tiratura nazionale che ti ricevono come niente, geni che spuntano da tutte le parti, rapporti amorosi platonico-cavallereschi), ma il risultato è in tutto e per tutto appagante. Da tempo non mi capitava di costringermi a dosare le puntate per lottare contro la voglia di vedere subito come andava avanti.
L’arco narrativo è ben costruito, lo svolgimento è graduale e incalzante, e se l’andatura ad alcuni è sembrata “lenta”, mi chiedo che razza di serie shounen piene di colpi di scena e battaglie siano abituati a guardare.
La “morale” è piuttosto condivisibile e propinata con discrezione: il lavoro duro è premio a se stesso (how japanese…!), anche se poi i protagonisti vincono alla grande e noialtri fessi, dopo averli accompagnati per 25 puntate, si resta con il lavoro duro e il conto in banca in rosso.

Tanto per andare controcorrente, in ogni caso, mi sembra che il comparto grafico sia eccellente. La caratterizzazione è ottima, le famose espressioni sbilenche a me sono sembrate efficacissime e contagiose, le animazioni non mi sono sembrate così male - niente battaglie? Peccato. Le musiche sono coinvolgenti e azzeccate, perfino alcune delle sigle, che in genere salto sempre a piedi pari. Volendo ci sarebbero molte altre osservazioni da fare, ma la chiudo qui e con piena convinzione appioppo a questo Bakuman un bel 8.



8.0/10
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Trama in breve: il giovane Rufy sogna di diventare il nuovo re dei pirati e trovare il mitico One Piece, il tesoro di Gol d. Roger. Parte cosi per un lungo viaggio, insieme ad una ciurma di personaggi strampalati, che lo porterà in luoghi fantastici e isole da fiaba.

Nonostante cinquanta e passa volumi, One Piece riesce ancora a tenermi incollato sulle sue pagine, facendomi sempre gioire e divertire con la sua carica e leggerezza. A mio modesto parere, è uno di quei pochi shonen che sfugge ad una certa omologazione, risultando per certi versi anche "fuori moda", distinguendosi benissimo dalla massa. Presenta una trama di fondo ben articolata ed intrecciata che riesce, nonostante la mole di dettagli ed informazioni che l'autore vi getta dentro, ad essere sempre coerente con se stessa. Il punto di forza del manga non è però la trama, ma la scoppiettante fantasia che Oda usa per descrivere luoghi, situazioni e personaggi, degni di un romanzo d'avventura. Assisteremo a isole nel cielo, isole sottomarine, giganti, isole preistoriche, strampalati animali degni del miglior Jrpg, poteri assurdi, personaggi bislacchi e via dicendo. Le varie saghe che compongono il manga, potranno anche avere strutture narrative simili (arrivo sull'isola di turno --> conoscenza degli abitanti del luogo, spesso vittime di pirati o tiranni del posto --> scontro tra i protagonisti e i cattivi) ma è proprio la grande creatività dell'autore a differenziarle sostanzialmente, tanto da non far assolutamente pesare la cosa, e a non inficiare l'opera.

Veniamo poi ai duelli: anche qui One Piece sa essere originale. Gli scontri non sono mai uguali, ma riescono sempre a diversificarsi, grazie all'utilizzo dei frutti del diavolo, che conferiscono poteri diversi a seconda della tipologia ingerita. Vi sono i paramisha, che modificano il corpo a seconda del potere che donano (Rufy, il protagonista, è di fatto un uomo di gomma), gli Zoo Zoo che donano la facoltà di trasformarsi in animali, e i Rogia, i più rari e potenti, che donano poteri legati alle forze della natura (fuoco, ghiaccio ecc.) ed una intangibilità, che rende il corpo del soggetto immune ai colpi ricevuti. Ovviamente non tutti i personaggi hanno poteri legati ai frutti, ma ci sono anche personaggi che usano tecniche di lotta "più tradizionali" come arti marziali, spade ecc. Il tutto è sempre permeato da una certa originalità, ne è un esempio lo spadaccino Zoro, membro della ciurma di Rufy, che usa tre spade, di queste una è tenuta tra i denti.
Ne conseguono quindi duelli sempre diversi e spettacolari, che non annoiano quasi mai (il sottoscritto ha trovato solo un paio di duelli migliorabili e noiosetti, ma ci può stare, dai).
Metteteci pure l' ironia e le situazioni al limite del demenziale et voilà, il gioco è fatto! Forse ai cultori del "duello duro e puro" potranno infastidire gag che spezzano la tensione durante gli scontri, ma ci si fa l'abitudine tranquillamente.

La caratterizzazione dei personaggi principali è ben riuscita. Non presentano personalità complesse ma, grazie ai flashback che ne raccontano le esperienze, ci si affeziona facilmente a loro. Cosa non da poco, Oda riesce a dare giusto spazio e visibilità a tutti i membri della ciurma di Rufy, ognuno col proprio campo specifico, i sogni e le motivazioni che li hanno spinti a partire per l'avventura, tic e nevrosi che li rendono unici e facilmente distinguibili l'un l'altro. Senza contare la simpatia ed il carisma che emanano.
Il tratto del maestro è nelle prime fasi pulitissimo e lineare, per poi evolvere e migliorare, sfociando in tavole dettagliate e chiarissime. Le scene d'azione risultano sempre facili da seguire.

È tutto oro ciò che luccica? Certamente no. A mio avviso Oda pecca, a volte, in un fastidioso buonismo (non muore quasi mai nessuno, tranne che nei flashback). Ciò porta a una certa mancanza di pathos in alcuni momenti chiave o ad alcune situazioni degne del libro cuore, con personaggi dalla lacrima facile e a bocche spalancate come forni. Al sottoscritto piacerebbe anche uno sviluppo amoroso, che sembra latitare (sono un tipo romantico, eh eh eh) ma ci si passa sopra su questo.

In breve: consiglio One Piece a chi cerca uno shonen ben orchestrato nello sviluppo degli eventi, fantasioso, originale ed in grado di intrattenere con garbo.



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Vi piacciono le storie di mostri? Vi incuriosiscono le leggende del folklore giapponese? Ebbene, allora questo è l'anime che fa per voi.
Nurarihyon no Mago, letteralmente "Il nipote del Nurarihyon", narra le avventure del dodicenne Rikuo Nura, nipote del leggendario Signore dei Mostri Nurarihyon, lo yōkai (entità soprannaturale) che comanda la Hyakki Yakō, la “Parata dei Cento Demoni”.
Rikuo tuttavia è solo per un quarto yōkai: sua nonna e sua madre sono umane, perciò significa che è in grado di trasformarsi in yōkai soltanto per 1/4 di giornata, nello specifico di notte.
Essendo il nipote del Signore dei Mostri, il suo destino sarebbe quello di ereditare il comando del Clan Nura, e comandare a sua volta la Parata dei Cento Demoni, ma Rikuo non sembra per nulla intenzionato a prendere il posto di suo nonno. Anzi, al contrario, il suo unico desiderio è quello di vivere in totale tranquillità la propria vita, come un comune essere umano, e divertirsi assieme ai compagni di scuola.
Quando però i suoi amici si troveranno in situazioni pericolose, o verranno addirittura presi di mira da clan rivali che contestano l'autorità del clan Nura, Rikuo sarà costretto ad affidarsi alla propria parte yōkai per salvarli dai guai, e pian piano prenderà consapevolezza del proprio compito quale erede del Nurarihyon.

L'anime si compone di 24 episodi e di 2 OAV, e tecnicamente è ben fatto. Le animazioni sono fluide, con un uso sporadico di computer grafica che però non disturba, i colori sono vividi. Anche il comparto delle musiche è buono: per lo più sono tracce discrete che accompagnano le varie situazioni, ma almeno un paio si fanno notare maggiormente e danno quel tocco in più all'atmosfera delle puntate. Le due opening sono di qualità superiore rispetto alle due ending, e si fanno ascoltare piacevolmente. La prima opening è più consona alla storia, la seconda l'ho trovata un po' meno adeguata, ma comunque carina e orecchiabile.
Per quel che riguarda la resa della trama, si assiste nei primi minuti dell'episodio 1 a un'anticipazione, seguita poi negli episodi successivi da un flashback che ripercorre gli eventi partendo più indietro nella storia, per infine ritornare al punto di partenza e chiudere il cerchio con lo sviluppo di quell'anticipazione fatta all'inizio. Una scelta quantomai curiosa che si discosta invece dall'andamento più lineare del manga, e che probabilmente è stata pensata per incuriosire gli spettatori e invogliarli maggiormente a scoprire come si giunge a quella situazione. Ciò è comunque godibile e anzi, annoia meno del semplice sviluppo susseguente degli eventi.
Quest'arco “a cerchio” occupa tutta la prima parte della serie, fino all'episodio centrale, in cui viene fatto una sorta di riassunto.
La seconda parte della serie, subisce a mio avviso un calo di qualità nella trama, con la comparsa di un nuovo nemico e vari episodi “preparatori” a quello che poi sarà il culmine della situazione e la sua risoluzione nell'episodio conclusivo, il 25 - non un episodio regolare, ma il primo dei due OAV, mentre il secondo, specularmente all'episodio 13, è un riassunto.
I combattimenti sono veloci e dinamici, ma poco approfonditi, e la trama in generale pecca di una certa lentezza che può risultare stancante.

I personaggi yōkai sono ben rappresentati e abbastanza aderenti alle reali figure folkloriche a cui sono ispirati - il Nurarihyon, il Karasu Tengu, la Yuki onna, il Kubinashi, Kejōrō, i Bakeneko e così via, nessuno di essi è inventato di sana pianta -, al punto che è impossibile non trovarli simpatici o non esserne minimamente incuriositi. Io stessa, imparando a conoscerli nell'anime, ho poi cominciato a cercare informazioni su di loro e sulle leggende in cui compaiono.
I personaggi umani al contrario risentono dell'approfondimento minore, in particolare l'amica d'infanzia di Rikuo, Kana Ienaga, e la Onmyouji, Maestra delle arti divinatorie dello Yin e Yang, cacciatrice di yōkai, Yura Keikain. Anche la madre di Rikuo resta sullo sfondo e non viene minimamente trattata, così come non viene per niente spiegata l'ossessiva passione di Kiyotsugu per gli yōkai, cosa che per chi non ha letto il manga può risultare campata per aria e quasi una forzatura della trama.
L'epilogo stesso della serie avviene un po' in maniera frettolosa, poco curata, e la serie si conclude lasciando insoddisfatta la curiosità di saperne di più, di scoprire cos'altro accadrà d'ora in avanti. Motivo per cui dopo la visione dell'anime ho cominciato a recuperare il manga.

In definitiva, pur con dei difetti, è comunque una serie molto bella e godibile, ed è un peccato che non sia stata portata avanti oltre i 26 episodi, perché l'avrebbe meritato - contando anche che il manga è tutt'ora in prosecuzione e ha superato i 150 capitoli. Se non si è interessati ai mostri e alle leggende del Giappone medievale può comunque fare nascere una certa curiosità a riguardo, mentre, se lo si è già in partenza, non farà che spingere a volerne sapere di più. Personalmente mi sento di consigliarla a chi è in cerca di qualcosa di divertente e di non troppo impegnativo da guardare.
Il voto finale è 8.