Occhi di gatto 1Dove c’è un ladro, c’è sempre un poliziotto pronto ad inseguirlo. Si pensi a Lupin e Zenigata, a Diabolik e all’ispettore Ginko, a Charles Lytton e all’ispettore Clouseau, oppure ad altri esempi giapponesi a disegni animati che ai lettori saranno già venuti in mente, ma di cui noi parleremo dopo.
Oltre al succitato Lupin III di Monkey Punch, c’è tuttavia un’opera a fumetti e a cartoni animati prodotta in Giappone che negli anni ha perfettamente incarnato la filosofia del “guardie e ladri”, tanto da gettare delle basi che saranno poi riprese in diverse chiavi da autori ed opere successive: quest’opera è Cat’s Eye (キャッツ アイ, Kyattsu Ai, riportiamo anche la trascrizione in katakana in quanto utile per un discorso che faremo successivamente), manga firmato da Tsukasa Hojo e pubblicato dal 1981 al 1985 sulle pagine di Shonen Jump della Shueisha, raccolto poi in 18 volumi.
La trama di Cat’s Eye ci mette di fronte al classico confronto fra ladro e poliziotto, ma con numerosi elementi di originalità. Innanzitutto non vi è un ladro di sesso maschile né un ladro unico, poiché protagoniste della storia sono un trio di ragazze, tre bellissime sorelle di nome Hitomi, Rui (la sorella maggiore) e Ai (la sorella minore) Kisugi. Le tre, di giorno, gestiscono il bar Cat’s Eye, mentre di notte si tramutano in una scaltra banda di ladre di opere d’arte, il cui nome in codice è lo stesso del bar.
Le tre ladre tuttavia, secondo elemento di novità, non rubano per egoismo, infatti non si appropriano di qualsiasi oggetto prezioso passi il convento né svaligiano gioiellerie. Si occupano unicamente di opere d’arte, e in particolare solo delle opere d’arte (quadri o, più raramente, sculture) firmate da Michael Heintz, artista avvolto nel mistero e ritenuto scomparso da molti anni. Heintz è in realtà il padre delle tre ragazze, che sperano, facendo parlare di sé coi loro furti (spesso, tra l’altro, eseguiti ai danni di falsari o di collezionisti malvagi e disonesti), di scoprire se è realmente morto o se è ancora vivo, e quali siano i misteri che si celano dietro la sua figura.
Terzo elemento di novità: il poliziotto incaricato di catturare la banda Cat’s Eye, ossia lo sfortunato Toshio Utsumi, è il fidanzato di Hitomi.
Questo dona alla trama di Cat’s Eye una grande originalità e freschezza, poiché sarà dunque la relazione fra i due personaggi ad essere messa al centro dell’attenzione dei lettori: fidanzati di giorno e rivali di notte, Hitomi/Cat’s Eye e Toshio vivono una storia fatta di segreti, di sfide, di furti annunciati con espliciti biglietti d’avviso, di bugie, di rimorsi. Una storia vissuta da tre persone che in realtà però sono soltanto due, e questo porta scompiglio nel loro rapporto facendo sì che Toshio si trovi preso fra due fuochi, la sua fidanzata Hitomi e la bella e scaltra Cat’s Eye con la quale ingaggerà ben presto una sfida personale che palesa un coinvolgimento emotivo del poliziotto nei confronti dell’avvenente e misteriosa ladra.
Occhi di gatto 2Intorno a Toshio e alle tre sorelle si muove un manipolo di bizzarri personaggi molto convincente, a partire dai colleghi poliziotti di Toshio, tanto imbranati e comici quelli di sesso maschile quanto intelligente e caparbia la collega di sesso femminile Mitsuko Asatani, che più volte sarà vicinissima a scoprire la vera identità di Cat’s Eye. Nella bizzarrra compagnia di personaggi che gravitano intorno al bar Cat’s Eye ci sono infine anche l’imponente Sadatsugu Nagaishi, ex militare dal passato misterioso ma dal cuore gentile che fa da tutore e aiutante alle tre sorelle in quanto migliore amico dello scomparso Heintz e il ladruncolo guascone Kamiya, strambo alleato occasionale delle sorelle Kisugi.
La presenza di un cast di personaggi tutti ben caratterizzati, divertenti e molto umani dona a Cat’s Eye una dimensione particolare. Accanto ai numerosissimi furti compiuti dalle sorelle, ad azioni pericolosissime, fughe rocambolesche, corse contro il tempo, lotte contro la legge o contro il crimine, si affiancano anche molte storie più tranquille, quotidiane, che portano avanti le relazioni tra i personaggi o ne approfondiscono il carattere, i sogni, le attitudini e nel frattempo ci donano un realistico spaccato del Giappone dei primi anni ’80.
Cat’s Eye è una storia figlia di un tempo in cui in tv facevano furore le tre bellissime agenti segrete di Charlie’s Angels, da cui non è escluso che l’opera di Hojo abbia preso qualche ispirazione. Del resto, anche qui abbiamo un trio di fascinose protagoniste che hanno quotidianamente a che fare con fughe, sbirri, falsari, casinò, marchingegni tecnologici, sfide contro il tempo e numerose azioni da film americano.
Tuttavia, oltre ad essere una storia ricca d’azione e di rimandi alle produzioni occidentali del periodo, Cat’s Eye è anche un’opera che mette al suo fulcro non tanto l’azione quanto l’amore.
Sentimento, questo, che si presenta nella serie sotto diversi aspetti: quello familiare che intercorre fra le tre sorelle; quello delle tre Kisugi nei confronti del loro padre, che cercano in tutti i modi di ritrovare; quello che le protagoniste e il loro “padre putativo” Nagaishi provano vicendevolmente; quello che gli sfortunati colleghi sbirri di Toshio continuano a cercare invano per tutta la serie, ma, soprattutto, quello fra Hitomi e Toshio, vero e proprio motore di tutta la vicenda ed elemento di innovazione, che porta Cat’s Eye ad un livello molto più alto dell’essere una semplice storia di guardie e ladri.
Tsukasa Hojo, qui alla sua prima opera lunga dopo alcune storie autoconclusive, realizza una storia avvincente e particolare, disegnata con uno stile realistico e dettagliato, che migliora visibilmente nel corso della serializzazione raggiungendo gli ottimi livelli per cui l’autore è oggi molto famoso.
Nonostante fosse una storia particolare, molto differente da quel che di solito era pubblicato su Shonen Jump in quel periodo, Cat’s Eye riesce comunque ad ottenere un ottimo successo, con diciotto milioni di copie vendute e un posto ben meritato nella storia del fumetto giapponese, avendo lanciato elementi che poi, come vedremo in seguito, saranno ripresi da molte altre opere successive.


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