La notizia ha cominciato a diffondersi già da ieri, partendo da Animeland, sito francese dedicato all'animazione giapponese, e ha fatto in breve tempo il giro di tutto il web, sorprendendo, stranamente, anche gli stessi fans giapponesi, che nell'apprendere la cosa da un sito straniero sono rimasti interdetti quanto noi, che abbiamo aspettato di vederci un po' più chiaro prima di dare la notizia.

Nella giornata di oggi è arrivata infine la conferma dalla stampa giapponese, come riporta il sito dello Yomiuri Shinbun, quindi possiamo tristemente annunciarlo.
Giorno 1 Dicembre 2011 ci ha lasciato, a 72 anni, Shingo Araki, famosissimo character designer e animatore.

Il nome di Araki è molto celebre fra i fans dell'animazione giapponese, essendo legato a serie animate di grandissima popolarità ed importanza storica come Kimba, il leone bianco, Tommy la stella dei Giants, La principessa zaffiro, Rocky Joe, Goldrake, Yu-gi-oh, Kiss me Licia, Ulisse 31, gli OAV di Babil Junior e Lady Oscar.
Araki è inoltre principalmente ricordato per le sue trasposizioni animate delle opere di Masami Kurumada, come Fuma no Kojiro, Ring ni kakero e I cavalieri dello zodiaco (Saint Seiya), la cui saga Hades, conclusa nel 2008, rappresenta l'ultimo lavoro dell'artista.
La causa del decesso, stando a quanto riportano lo Yomiuri Shinbun e la Wikipedia nipponica sembra essere un collasso circolatorio. Sempre il quotidiano giapponese, informa che il funerale è riservato ai parenti più stretti, come la moglie e la figlia Hiroko.

Lo stile di disegno di Araki, capace di adattarsi a quello dei molti autori di cui adattava le opere, nonchè elegante e raffinato, era riconoscibile fra mille e ha fatto sognare intere generazioni, sia nella patria dei "Cavalieri dello Zodiaco", sia nel natio Giappone, dove gli artisti della art community virtuale Pixiv si stanno già mobilitando a realizzare disegni di tributo con protagonista l'eroico guerriero del Pegaso.
Anche noi, nel nostro piccolo, non possiamo far altro che augurare al maestro Araki un buon riposo, magari in un Campo Elisio bellissimo e ricco di fiori come quello da lui raccontato nella sua ultima opera.


Fonti consultate: Yomiuri Shinbun