Wikipedia Sciopero 2012

Coloro i quali in questi giorni, ed in particolare il 18 gennaio, abbiano avuto necessità di consultare le pagine della Wikipedia, si sono resi conto dell'impossibilità di accedervi, l'Enciclopedia on line della rete ha deciso di entrare in sciopero, sostenuta da una miriade di altri siti, piccoli e grandi di ogni nazionalità, e con l'appoggio di Google, del sito WordPress, e Reddit ha realizzato un'azione che rappresenta una risposta ferma e determinata all'azione ostinata di quanti nel parlamento USA stanno portando avanti due proposte di legge, il progetto SOPA (Stop Online Piracy Act) e la proposta PIPA (PROTECT IP Act), ambedue non casualmente sostenute dal gruppo Murdoch, gigante dei multimedia, volte apparentemente alla tutela del Copyright ma che, approvate, trasformerebbero ogni sito in un vero e proprio sceriffo del Web, ed il cui raggio d'azione non si limiterebbe agli USA estendendosi a tutti i siti del mondo ed avendo per di più importanti ricadute tecniche sul funzionamento della rete.


Wikipedia Vs Congresso USA



In particolare le critiche si sono appuntate fin dal principio sul progetto di legge (bipartisan) presentato dal Repubblicano del Texas Lamar S. Smith ed altri 12 colleghi in discussione davanti alla Commissione Giustizia del Congresso, il progetto SOPA (Stop Online Piracy Act), normativa che, approvata, autorizzerebbe il Dipartimento di Giustizia americano a richiedere l'emissione di ordinanze del tribunale contro i siti web fuori dalla giurisdizione degli Stati Uniti ed accusati di violare i diritti d'autore, o di rendere possibile o comunque facilitare attività di violazione del copyright. Una volta che l'ordinanza venisse notificata il procuratore federale potrebbe vietare ad ISP (Internet service provider), a circuiti pubblicitari come Google ed a fornitori di servizi di pagamento come PayPal o Visa, che abbiano sede in America o comunque ricadano in quella giurisdizione, o per quanto vi ricadano, di fare affari con i siti che violano il diritto penale federale della proprietà intellettuale, adottando "misure tecnicamente possibili e ragionevoli" per impedire l'accesso al sito incriminato.

Si tratta, a ben guardare, di una normativa molto simile a quella proposta (profeticamente si potrebbe dire) per l'Italia dall'AGCOM qualche tempo fà e poi finita nel dimenticatoio.

Le critiche contro il SOPA sono numerosissime di principio, in particolare dalla comunità Open source, e che ruota attorno a Mozilla, che vedono in esso un vero e proprio attentato alla libertà del Web, la legge modifica completamente l'attuale normativa del Millenium Act, che prevede delle diffide e non scatta per un singola violazione del Copyright, da You Tube, da Google, da Yahoo, e tecniche fra l'altro l'implementazione delle sue regole interferirebbe con l'applicazione del protocollo DNSSEC, che migliora la sicurezza dell'infrastruttura DSN. (Domain Name System).

Lo scontro, violentissimo negli USA, fra i vari gruppi di sostenitori delle nuove normative ed oppositori della legge fra i quali si è schierato senza esitazioni il presidente Obama, venendo per questo attaccato personalmente da Ruperth Murdock, ha preso una direzione decisamente sfavorevole ai sostenitori delle nuove normative, di fronte al successo dello sciopero di Wikipedia, ed alla possibilità che altri gruppi possano seguire la stessa via i senatori USA hanno deciso di tornare sui propri passi. L'improvvisa azione dell'FBI contro Megaupload, vissuta da molti menbri della Community come vera e propria forma di "ritorsione" per il successo ottenuto sembra destinata a rinfocolare la polemiche e preparare un nuovo round.


I Ringraziamenti di Wikipedia ai suoi sostenitori



Di fronte al successo dello strike di Wikipedia ed alla possibilità di altre e più clamorose azioni, i senatori USA hanno deciso di tornare sui propri passi una debacle autentica che però non deve essere stata ben recepita a livello dei mass media italiani, perchè mentre negli Stati Uniti ben 8 senatori ritiravano le loro firme ai progeti di legge, che finivano su dei binari morti, nel nostro paese, nelle commissioni del nostro parlamento, si è registrata la presentazione di un emendamento alla normativa, che, attraverso una piccola aggiunta di parole, finirebbe per dar vita ad una sorta di SOPA ITALICA pericolosissima per le sorti del Web del nostro paese.

Riprendiamo una nota scritta dall'avvocato Guido Scorza esperto di tematiche di diritto del Web sulle pagine della rivista Wired

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Mentre a seguito dello sciopero dei giganti del Web il fronte dei sostenitori del Sopa – il disegno di legge anti-internet in discussione nel Congresso Usa – inizia a frantumarsi e perdere pezzi e consenso, in Italia, un’analoga iniziativa legislativa, ha appena ottenuto [n.d.r. ieri] il via libera della Commissione Politiche Comunitarie, divenendo la più attuale e pericolosa minaccia alla libertà di parola online ed allo sviluppo dell’e-commerce.

L’iniziativa in questione è rappresentata dall’emendamento presentato al testo della Legge Comunitaria 2011 , dall’On. Fava.

L’emendamento che ricalca sostanzialmente, il disegno di legge anti-web presentato dallo stesso Parlamentare nei mesi scorsi, al netto – e per fortuna – di alcune folli previsioni attraverso le quali si sarebbero voluti obbligare tutti gli internet service providers a dotarsi di costosi, inutili e liberticidi dispositivi di filtraggio dei contenuti stabilisce, in buona sostanza, che l’obbligo di qualsivoglia fornitore di servizi di hosting di procedere alla rimozione di un contenuto scatti anziché a seguito del provvedimento della competente Autorità, a seguito di una qualsiasi segnalazione da parte di un qualsiasi “soggetto interessato”.

Ma c’è di più perché l’On. Fava pretenderebbe che analogo obbligo di rimozione toccasse a tutti i fornitori di hosting anche per il semplice fatto di essere stati, precedentemente informati “dai titolari dei diritti violati dall'attività o dall'informazione, anche in relazione ad attività o a informazioni illecite precedentemente memorizzate dal prestatore a richiesta dello stesso o di altri destinatari del servizio".


Potete leggere il resto dell'articolo sulle pagine di Wired

Fonti Consultate:
Repubblica.it
Punto Informatico 1
Punto Informatico 2
Wired