Questo breve speciale si basa sulla conferenza tenuta da J-Pop insieme a Massimo Soumaré nell’ambito di Torino Comics 2012. Mi interessava condividere quello che è un particolarità del mercato editoriale del sol levante e dell’oriente in generale, che in questa conferenza è stato espresso secondo me molto bene, toccando al contempo altri aspetti del mercato Giapponese legato al nostro hobby preferito, aggiungendo alcune mie riflessioni.

Molti di voi già lo sanno, al momento la line-up delle lightnovels edite da J-Pop si arrichisce di due nuovi titoli, sempre legati a manga di loro pubblicazione: Il sospiro di Haruhi Suzumiya e Toradora! Il secondo volume dedicato alla brigata S.O.S. sembra chè sarà presente già allo stand che J-Pop avrà presso il Salone Internazionale del Libro, che si terrà a maggio, sempre a Torino. Mentre il titolo della "tigre tascabile" dovrebbe essere pubblicato in estate, così da fornire una lettura divertente alle nostre vacanze estive, ma non c’è ancora ufficialità della data. Mentre in merito a nuovi titoli l’editor in sala non ha potuto sbilanciarsi più di tanto, ma essi saranno sempre legati a serie pubblicate dall'editore sotto forma di manga.

Quest’ultima affermazione merita di essere spiegata. Non solo a livello di brand identity, ma a livello di mercato editoriale nel nostro paese. Non è certo una novità: in Italia si legge poco. Il mercato dei manga in questo “leggere poco” è in controtendenza. Questo anche grazie al suo pubblico. Un pubblico di appassionati, spesso molto competente e spesso molto informato. Io stesso molte volte mi trovo a sapere cose parlando con altri appassionati che diversamente avrei probabilmente ignorato. Parlare con altre persone competenti porta ad alzare il proprio livello di conoscenza. Ciò permette, se gestito bene da un editore, di chiedere al suo pubblico quello che vorrebbe e quindi una buona base su cui investire per poter pubblicare.
Questo, nel suo piccolo, spiega come mai negli ultimi anni le case editrici di manga in Italia siano aumentate. Questo in oltre è quello che normalmente succede in Giappone, in maniera decisamente maggiore con i famosi sondaggi. Anche chi non ha avuto modo di mettere mano ad un periodico del Sol Levante credo sappia a cosa mi riferisco. Ovvero le famose cartoline preaffrancate (Japan Only) piuttosto che i moderni sondaggi web, dove il pubblico della suddetta rivista esprime le proprie preferenze e le comunica alla rivista stessa. Questo permette poi agli editor della rivista stessa, di sapere, chi sono i personaggi, gli speciali, piuttosto che non direttamente la serie, che il pubblico preferisce. Le scelte espresse in questi sondaggi (cosa per noi impensabile), hanno davvero effetto di poter modificare lo sviluppo di una un progetto, se non dell’intera rivista, nel mercato editoriale giapponese.

Questo non vale solo per i manga ma anche per le lightnovels. Esse sono un tipo di romanzo tipicamente giapponese, con estetica e caratteristiche molto simili a quelle dei manga. Dal punto di vista del testo si tratta però di quello che noi definiremmo a tutti gli effetti un romanzo. Scritto in un linguaggio più semplice, rispetto alla letteratura rivolta ad un pubblico di adulti, in quanto le lightnovels si rivolgono ad un pubblico adolescenti e di giovani. Esse poi si avvalgono sempre di illustrazioni, affidate spesso a Character Desiger o Mecha Designer molto famosi. Questo per massimizzare la resa del prodotto. L’intento a priori è infatti quello di trarne: un manga, una serie animata, piuttosto che non un videogioco o un dorama (telefilm live); tutti ispirati alla storia in questione.

Proviamo a giocare: immaginiamo la Commedia di Dante illustrata da Caravaggio. Sommate tutti i potenziali lettori della Divina Commedia, con tutti gli appassionati dei quadri violenti di Caravaggio, e senza troppo sforzo tutti possiamo immaginare il potenziale che avrebbe un opera del genere, a livello di pubblico e quindi anche a livello di riscontro economico. Questo è lo stesso ragionamento che viene fatto quotidianamente dagli editori giapponesi con le lightnovels; e in questo i dati di vendita sono assolutamente dalla loro parte. Basti pensare che le serie di volumi più famose tra esse possono vendere in Giappone milioni di copie. Numeri che qualsiasi romanzo pubblicato oggi in Italia può solo sognare. Anche perchè nel caso specifico va moltiplicato per i vari volumi che compongono una specifica serie di lightnovels. Le quali sono concepite a tavolino per essere un prodotto seriale.
Le lightnovels si comportano in maniera del tutto speculare ai manga. Vengono lette prima su rivista, e poi successivamente raccolte in volume. Questo in un concetto molto giapponese del "possedere", dove il comprare il volume non verrà fatto tanto per leggere la storia, quanto per possedere l'oggetto, che ha tanto più valore quante sono le persone che lo desiderano. Il concetto di collezionismo giapponese è impressionante visto con gli occhi occidentali. Si pensi all'esempio più eclatante di collezionismo nipponico: i famosi Girasoli di Van Gogh comprati nel 1987 dalla compagnia di assicurazioni Sompo (all'epoca Yasuda) per la cifra record di 50 milioni di dollari, e ora fiore all'occhiello del loro museo a Tokyo; insieme ai alle Pommes et Serviette di Cézanne. Simbolo si di quella che fu la super bolla speculativa, ma al tempo stesso, massimo esempio del concetto Giapponese di collezionismo.

Prendiamo ad esempio il Comiket, come fatto in conferenza. Per chi non lo sapesse è la maggior manifestazione fieristica a livello mondiale e si tiene due volte l’anno a Tokyo: nelle avveniristiche piramidi rovesciate del Tokyo Big Sight, sull’isola artificiale di Odaiba. Molti appassionati lo sapranno già, agli altri probabilmente farà un po strano, sapere che è una fiera dedicata alle produzioni amatoriali: le cosiddette Fanzine, o per dirla alla giapponese: dōjinshi. La maggior fiera dedicata a manga e co. al mondo è una fiera dedicata alle produzioni amatoriali. Prodotti fatti da appassionati per altri appassionati, e non da professionisti o dalle industrie del settore. Nonostante i grandi nomi abbiano provato più volte a entrare, per avere la loro fetta di torta, si tratta sempre di cose marginali nel contesto del Comiket. Così la fiera più grande del mondo, mantiene le sue caratteristiche uniche, totalmente impensabili per un pubblico diverso da quello giapponese (In verità i concetti espressi fino ad ora possono essere applicati anche agli altri paesi dell’estremo oriente).

Questo ci porta ad analizzare quello che è invece il nostro mercato, quello italiano, a livello editoriale cosi come fatto da J-Pop, ma anche dagli altri editori di manga e non solo. Nella nostra adolescenza siamo abbandonati dalla letteratura italiana. Non abbiamo autori contemporanei di narrativa per ragazzi. Abbiamo raggiunto l’apice con Emilio Salgari e le sue Tigri della Malesia, ma poi ci siamo fermati lì. Ad oggi non vi abbiamo ancora trovato un successore. Nessuno in Italia che porti i ragazzi a leggere in questa fascia di età. Questo ha fatto si che progressivamente si perda il piacere della lettura. Molti potranno benissimo dire che negli ultimi anni ci sono stati fenomeni clamorosi a livello internazionale come Harry Potter e simili. Ma quello che manca al mercato editoriale italiano è un'indotto che tenga sempre conto di quella fascia di pubblico. Questo fornendo loro quello che vogliono, cosa spesso lontana dall'interesse dei manager che gestiscono le case editrici italiane. Questo perchè i lettori di oggi saranno quelli di domani, ma solo se saranno invogliati a continuare. Queste al momento sono solo delle speranze: la realtà è diversa ad oggi e spesso non è disposta ad ascoltare. E in tutto questo le piccole realtà devono farsi largo in maniera cauta, per evitare che un loro insuccesso di vendite causi un ko. Questo è il motivo per cui J-Pop ha intenzione di portare nuove lightnovels in Italia. Ma tutte con il traino del manga o della serie animata, in quanto onestamente sarebbe quasi impossibile ritagliare ad esse un mercato senza di essi. Combattendo anche contro gli stessi canali di vendita. Pensate alle librerie di genere: dovrebbero essere le case di tutti i romanzi, senza eccezioni anche per le lightnovels; eppure sappiamo già che probabilmente all'inizio verranno ghettizzate nel reparto fumetti o peggio in quello per bambini. Solitamente privi della visibilità che meriterebbero le opere che spesso in essi sono contenute. Questo, solo per via dei disegni manga che hanno: in una qualunque fumetteria sarebbero una manna dal cielo, ma nelle librerie generaliste rischiano di essere una fossa.

Questo è davvero un peccato. In quanto potrebbero rivelarsi opere magari migliori di quelle che il lettore medio italiano immaginerebbe. Mi auguro, in oltre, che non vi lasciate trarre in inganno, da una percezione sbagliata che abbiamo noi italiani di questa realtà. In Italia siamo abituati a vedere prima la serie TV, poi il manga che l’ha ispirata, e adesso la lightnovel che ha ispirato entrambi. Si rischia di credere che in originale siano concepiti allo stesso modo. Mentre molto spesso il romanzo è l'opera originaria. Mentre la serie animata, serve a mungere definitivamente la vacca trattandosi del prodotto con il maggior volume di pubblico.
Questo non vuol dire a priori che siano migliori le lightnovels. Si tratta pur sempre di prodotti concepiti a tavolino, quindi privi di quella magia con la quale spesso, in Italia, tendiamo a mitizzare la letteratura; ma non per questo ritengo vadano giudicate a priori. Per finire vi lascio con alcuni titoli nati come Lightnovels convertiti in manga e anime, e ad oggi famosi anche in Italia.


A Certain Magical Index: di Kazuma Kamachi e Haimura Kiyotaka – 2004

Full Metal Panic!: di Shōji Gatō e Shiki Douji – 1997

Haruhi Suzumiya: di Nagaru Tanigawa e Noizi Ito -2003

Mobile Suit Gundam Unicorn: di Harutoshi Fukui, Yoshikazu Yasuhiko e Hajime Katoki – 2007

Spice And Wolf: di Autore Isuna Hasekura e Jū Ayakura - 2006

The Slayers: di Hajime Kanzaka e Shoko Yoshinaka – 1990

Toradora!: di Yuyuko Takemiya e Yasu – 2006

Trinity Blood: di Sunao Yoshida e Thores Shibamoto 2001