Come ormai noto a tutti, credo, dal 7 al 9 dicembre scorsi si è svolto il primo San Marino Animae Festival con la presenza delle case di produzione giapponesi, un uomo che ha segnato l'animazione giapponese indelebilmente - tal Yoshiyuki Tomino - e due gruppi dediti alle sigle e alle colonne sonore di anime - Ali Project e JAM Project.
Non nascondo che ospiti di tale portata siano stati l'unico vero interesse del vostro inviato non-speciale, aiutato dalla a dir poco scialba scelta delle proiezioni: per prima cosa devo dire che queste si sono svolte in luoghi decisamente lontani gli uni dagli altri e in posizioni tutt'altro che comode; unica eccezione il centro congressi Kursaal, non troppo abbarbicato, dove si è svolto il grosso della rassegna di anime e dove il maestro Tomino ha tenuto la sua conferenza pubblica dopo la proiezione del primo film di montaggio di Gundam il giorno dell'apertura.
Introdotto da un video-carrellata di tutti i suoi anime iniziata con Toriton per la Tezuka Production, abbiamo avuto un assaggio della quasi totalità dei prodotti Sunrise per la quale Tomino lavora ormai da decenni. Il regista ha ricordato ai presenti come i suoi inizi siano stati segnati dal suo maestro, tale Osamu Tezuka (il regista sembrava non sapere che il dio dei manga è ben conosciuto anche dalle nostre parti), e da un'industria dell'animazione ancora agli albori con tanto da dire a livello artistico e meno condizionata dal ritorno economico. Ciò nonostante la conferenza non è stata una semplice rievocazone nostalgica dei vecchi tempi, ma un vero e proprio manifesto di come il maestro Tomino intende l'animazione sia in senso artistico sia come industria.
In particolare il maestro si è soffermato su tre punti fondamentali del suo lavoro e che ritiene dover essere alla base dl processo produttivo:
  • Un creativo deve saper guardare il mondo con gli occhi di un bambino. Per Tomino i bambini sono sempre il pubblico di riferimento e per rivolgersi a loro bisogna guardare le cose allo stesso modo. E' diffcile una volta adulti, ma provarci è un requisito fondamentale per un buon creativo. Un suo rammarico è che al giorno d'oggi l'animazione si sia spostata più verso un pubblico adulto anche in televisione.
  • Il Sense of Wonder - Tomino stesso ha usato l'espressione in lingua inglese - Un buon anime non deve stupire con la bellezza visiva o l'abuso di CGI, ma con la sceneggiatura stessa. Un esempio mal riuscito è secondo lui La Bella e la Bestia della Disney Pictures. "Sarebbe stato meglio se alla fine la bella si fosse trasformata in bestia" ha detto, "quello sì che avrebbe stupito". Ripensandoci ora, mi domando se gli sia piaciuto Shrek.
  • La coralità. Un buon prodotto non può essere realizzato da una persona sola e anche il lavoro svolto dai commerciali è importante per poter produrre con qualità. Il regista ha detto di non apprezzare molto ad esempio i video animati autoprodotti che si trovano su youtube. E' ancora meglio quando l'autore del soggetto e lo sceneggiatore non sono la stessa persona, come in una perfetta democrazia.
Tomino 3

Alla conferenza pubblica è seguita un'intervista riservata alla stampa a cui non ho potuto partecipare, ma abbiamo due resoconti di un'illustre collega e di Gundam Core.

Il resto della serata è stato abbastanza piatto: alla proiezione degli altri film di Gundam c'erano davvero quattro gatti e forse pure meno alle altre proiezioni.

Tutt'altra festa è stata la giornata di sabato:
Non starò a parlare dei film proiettati che non ho visto...la mia mente era sintonizzata su quello che reputo il vero evento della manifestazione: il concerto di JAM Project e Ali Project!
Voglio rendervi tutti partecipi di questo sabato all'insegna della sopravvivenza a circostanze estreme, delle inesauribili risorse della specie umana e del livello di fanatismo raggiungibile dal sottoscritto vostro inviato, ma anche dagli altri presenti.
Come forse qualcuno avrà visto in televisione o letto sui giornali, il centro Italia è stato letteralmente sommerso di neve fin dal mattino e San Marino si dimostrata inagibile per i comuni mortali fino a notte fonda. Ma siamo forse noi fan dei comuni mortali? Assolutamente NO! Zaino in spalla e ginocchia nella neve, tra una pattinata non voluta e l'altra, gli irriducibili ascoltatori di sigle giapponesi hanno raggiunto il teatro Concordia, situato a Borgo Maggiore dall'altro capo di San Marino rispetto alle altre sedi del festival, dove hanno sconvolto lo staff che ha dovuto ammetterli all'ingresso del teatro due ore prima del concerto...altrimenti avrebbero avuto dei surgelati sulla coscienza.
E' stato durante quest'attesa in cui la coesione dei fan ha raggiunto il livello di una gita alle scuole superiori che un gruppo di sfegatati del Super Robot Wars Original Generation Italian Fanclub ha consegnato alla ciurma dei JAM Project un omaggio culinario e una bottiglia di vino, trasportati con devozione attraverso la tormenta.

SanMarino_fans

Ma parliamo ora del concerto in sé: aperto con il botto da Kageyama e compagni, ha visto nella prima metà la performance di Ali Project. Che dire? Bellissima esibizione, sofisticata anche dal punto di vista visivo grazie all'abito splendidamente appariscente di Arika, ha visto (se così si può dire) l'esecuzione dei brani più famosi di AliPro, le sigle di Code Geass e Rozen Maiden. Devo ammettere che dopo averla vista dal vivo, Arika rappresenta perfettamente quest'ultimo, anche nelle movenze eleganti. Nel suo breve discorso di presentazione Arika ha elogiato la bellezza della città ospite, in particolare dei suoi negozi di armi, e si è detta interessata al museo di strumenti di tortura, concetto su cui ha poi insistito anche duranti gli altri tre spettacoli. Non è mancato nemmeno il classico elogio del cibo e del vino italiani.

In perfetta armonia con la tranquillità, se mi passate il termine, di AliPro I JAM Project sono stati pura adrenalina. Come ormai loro prassi, il quintetto ha eseguito alcuni brani corali e cinque brani "da solisti", per tornare sul palco tutti assieme e scatenarsi nei brani più coinvolgenti di Super Robot Wars, tra cui GONG, BreakOut e l'immancabile SKILL a fine concerto.
Come ho sperato tutto il viaggio e tutta l'attesa, Fukuyama ha deliziato le nostre orecchie con la canzone che preferisco del suo repertorio, quella Makkana Chikai (sigla di apertura di Busou Renkin) con cui ho l'abitudine di far tremare le fondamenta del mio palazzo. Gioia che ha visto il suo apice la sera successiva, al cui concerto sono entrato in possesso di uno dei plettri da lui lanciati: il terzo per la precisione; per il primo ci siamo scannati in tre e il secondo è andato dall'altro lato del teatro.
Alla fine della coinvolgentissima esibizione (gli artisti si sono stupiti della partecipazione dei presenti, specie di chi sapeva le liriche anche meglio di loro) si è tenuto il meet&greet: momento memorabile per gli appassionati, abbiamo potuto stringere le mani di tutti gli artisti anche se ci è stato formalmente proibito di richiedere autografi o fotografie.

La sera, sempre in clima da era glaciale, abbiamo raggiunto nei modi più disparati il teatro Titano, questo in centro città, dove abbiamo assistito al concerto acustico. Piena soddisfazione anche da questa esibizione, in cui si è potuta apprezzare ancora di più la bravura tecnica di entrambi i gruppi, che mai son rimasti senza fiato. Memorabile l'esecuzione di Cha la - HEAD - Cha la per la quale un illustre ospite del festival si è lettaralmente inginocchiato facendo quasi sbagliare Kageyama per lo stupore. Purtroppo come al pomeriggio, non è stato possibile avere autografi o fare fotografie, ma un convinto fan di Arika è riuscito a scambiare qualche parola con il violinista di AliPro sul portone del teatro in via del tutto ufficiosa (lo potete ammirare in galleria, foto n°3).
Di questi concerti possiamo ammirare alcuni momenti grazie ai colleghi di Nanoda, tra i pochissimi autorizzati a riprendere gli spettacoli.


La serata non poteva finire meglio che con il viaggio nella tormenta degli irriducibili fan al ristorante, con tanto di incidente capitato al vostro inviato, e poi sull'Otakubus - la navetta che ci ha portati alla stazione di Rimini. Chiacchierando con i presenti mi è parso chiarissimo che i film di  Madoka siano stati le uniche proiezioni che hanno suscitato interesse tra i visitatori, persino tra i fan di Gundam molto interessati alla conferenza di Tomino e pochissimo alle proiezioni...cosa abbastanza scontata per dei film disponibili in Italia già da anni.

Domenica c'è stato bel tempo e gli autobus sono partiti. Per fortuna la penultima fermata partendo da Rimini è proprio di fianco al teatro Concordia, permettendomi di giungere incolume all'appuntamento pomeridiano. Stando ai piani, avrei dovuto assistere ai film di Madoka e poi al secondo live acustico, ma una vocina mi ha detto "è più probabile che potrò vedere in seguito i film o che torneranno nella nostra penisola i JAM?" Ho optato per bissare l'evento live. Ottima scelta: le canzoni infatti erano diverse e ho potuto ascoltare la canzone simbolo di Dragon Ball Z anche in versione normale e partecipare alla coreografia di King Gainer eseguita da Fukuyama. L'unica ripetizione, di cui non mi lamento affatto, è stata a sigla di apertura di Yuusha-Oh GaoGaiGar ormai canzone-simbolo di Masaki Endoh. Il concerto è stato fantastico come il giorno precedente, anche se l'audience era meno scalmanata. Forse anche per questo, Masami Okui ha ravvivato l'atmosfera scendendo dal palco e abbracciando due ragazzi in prima fila e anche i maschietti del gruppo hanno indugiato sulla scala del palcoscenico con somma gioia del pubblico femminile.
Anche il concerto acustico serale è stato bellissimo, introdotto da We Are (al pomeriggio di domenica Kitadani aveva eseguito We Go) a cui è seguita la sigla di Bakuryuu Sentai Abaranger e l'immancabile ormai Cha la - HEAD - Cha La. Menzione d'onore va a Savior in the Dark da Garo, semplicemente meravigliosa in versione acustica. Mi piange il cuore a non avere riprese di questo live: è stata bellissima l'esecuzione di Angel Voice da Macross 7 di Fukuyama che è riuscito a coinvolgere anche il pubblico che ignorava le liriche. Entrambi gli acustici si sono conclusi con la sigla di Keroro molto orecchiabile e apprezzata anche dal pubblico non di appassionati.
Purtroppo con il concerto di domenica sera si è concluso il festival e si è tornati tutti alla normalità, non senza una promessa di Kageyama che un giorno futuro torneranno a San Marino o in Italia (io spero in un luogo meno pericoloso o in una stagione migliore). Speriamo che mantengano la parola...anche se noi li ameremo lo stesso.

Un breve commento sulle scelte dell'organizzazione.
Innanzitutto non mi è ben chiaro perché proprio San Marino e in questa stagione, considerando che con la neve la città diventa impraticabile e capita che non partano nemmeno i pullman da Rimini. Seconda cosa, il "teatro" Concordia è poco più grande di una sala cinematografica numero 8 di un multisala, completamente fuori mano rispetto al resto della manifestazione e senza neppure un guardaroba dove lasciare i borsoni se arrivi troppo presto. Per fortuna domenica c'era almeno il bar interno aperto, ma sabato, quando è nevicato, abbiamo rischiato di aspettare al freddo e al gelo (letteralmente) con i bagagli in spalla. Mi domando perché il live pomeridiano non si sia svolto nello stesso teatro Titano scelto per i concerti serali, che si trova in centro città vicino all'altra sede di proiezioni ed è anche un gran bel teatro, molto d'atmosfera. Certo è più piccolo del Concordia, ma nessuno dei due concerti del pomeriggio ha riempito la sala. Ho anzi avuto l'impressione che domenica ci sia stata più affluenza la sera, complice probabilmente l'orario delle proiezioni e il clima più favorevole. Il centro Kursaal invece è ideale per manifestazioni di questo tipo, ma è stato "sprecato". Si sarebbero potute fare delle mostre, invece di limitarsi ad abbellire le rampe di scale con espositori di modellini di Gundam e Saint Seiya. A onor del vero, una sala addobbata c'era, ma con tre console per giocare a Naruto, One Piece e Dragon Ball Z e uno schermo che proiettava solo promo dei videogiochi. Davvero poco per giustificare il viaggio fino a San Marino.

saletta giochi

Se mai ci sarà un altro festival, spero siano scelti luoghi più comodi e vicino l'uno all'altro e che siano sfruttati meglio. La segreteria del festival ha poi fornito ai visitatori informazioni errate e superficiali. E' stato detto che si dovesse passare dal Kursaal per la registrazione, cosa non vera per chi aveva prenotato il posto numerato, ma solo per i free pass; considerando che sabato il solo modo per spostarsi tra una sede e un'altra è stata l'auto propria o il taxi, perché non vi erano navette e nemmeno mezzi pubblici, molte persone hanno rinunciato a partecipare.
Informazioni errate si sono avuto anche domenica, con l'assicurazione ripetuta più volte della presenza di una navetta a fine concerto serale (come quella che c'è stata sabato), che però non c'è stata.

Lato proiezioni l'evento è stato piuttosto scarno. Ecco cosa ne pensa il nostro Zelgadis che vi ha partecipato in quel di sabato:

A parte l'esclusiva di Madoka non c'erano prime visioni o titoli di grande richiamo. E dire che le possibilità non mancavano. Si sarebbero potuti proiettare Thermae Romae, Una lettera per Momo o La Collina dei Papaveri come a Lucca. O magari qualche novità assoluta come Ame to Yuki dato che altri festival hanno spesso ospitato le anteprime dei film di Mamoru Hosoda. È sembrato invece che gli organizzatori fossero abbastanza a digiuno di anime e che abbiano scelto solo tra i titoli più famosi (Dragonball, Detective Conan, Saint Seiya, Lupin) penalizzando l'aspetto "culturale". Insomma il messaggio è stato che gli anime in Giappone sono quelli che avete già visto in televisione. Ma allora perché la gente sarebbe dovuta andarci?
Anche il clou, ovvero il film di Madoka Magica, è sembrato essere sistemato di fretta, con molti errori nei sottotitoli e due minuti addirittura con sottotitoli in inglese invece che in italiano.

Altro aspetto che ha meravigliato non solo me, San Marino si è dimostrata del tutto incapace di gestire la neve...e sì che da loro è un'abitudine. Dovrebbero essere ben più pronti e attrezzati; invece le strade sono state pericolose anche a neve sciolta, visto che i corrimano non ci sono su molte discese e scale. Non c'è da stupirsi della scarsa affluenza di pubblico sabato, quando è stata un'impresa camminare sulla neve pressata per bene dai veicoli e più liscia di una pista per pattinaggio.

Per tirare le somme, l'evento è stato bellissimo lato concerti, scarno lato proiezioni e non so se avrà un seguito in questa stessa forma. Spero che i manager dei due gruppi abbiano capito di avere un riscontro tra gli italiani e organizzeranno in futuro altri concerti. In quel caso, però, chi organizza spero non si limiti a usare Facebook lasciando il sito ufficiale privo di qualsiasi recapito o informazione utile; non ero l'unico partecipante che non usa il social network! La pubblicità è tutto nel campo dello spettacolo, ma persino a San Marino e a Rimini c'è chi ha saputo del festival troppo tardi.