Poco meno di un mese fa, 13 intrepidi, di cui 9 reduci del 1° viaggio in Giappone di Animeclick.it, si sono avventurati nelle terre del sol levante. Forti dell'esperienza acquisita lo scorso anno, i baldi giovani (più baldi che giovani) hanno deciso di spingersi fino alle Isole Okinawa, senza però dimenticare di tornare a visitare la capitale.
Come per le scorse edizioni, il viaggio è stato organizzato da Animeclick.it in collaborazione con l'associazione culturale Advena.
Il tempo quest'anno è stato dalla nostra, nonostante qualche breve pioggierella la vacanza è filata liscia come l'olio.
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21-22 Aprile
Dopo ben 15 ore di volo, scali e altrettanti spostamenti, siamo arrivati a Naha e finalmente all'albergo che ci avrebbe ospitato, il Loisir Hotel, una sfarzosa pensione a 3,5 stelle molto famosa per le sue moderne spa e piscine, messe a nostra disposizione per l'intero soggiorno a una sola banconota di 1000 yen (quasi 8 euro)!
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La mattina seguente ci siamo diretti verso la stazione dei bus per poi raggiungere la prima meta di interesse del viaggio, i Giardini di Shikinaen, luogo in cui sorgeva una delle residenze della famiglia Sho, i sovrani del Ryukyu. Dopo aver ammirato e fotografato a dovere i bellissimi giardini e laghetti abbiamo fatto tappa allo Shurijo, il Castello di Shuri. Il castello prende il suo appellativo dal vecchio nome di Naha, attuale capoluogo dell'Isola. A fine visita ci siamo fermati in una delle zone turistiche principali di Okinawa, una via lunga due chilometri, Kokusai Dori, da cui si dirama Heiwa Dori, il mercato coperto.
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23 Aprile
Sveglia il caffè, barba e bidet e siamo pronti per prendere l'autobus al volo. I nostri ragioneri, stavano per intraprendere un giro turistico organizzato che li avrebbe portati nei luoghi culto dell'isola. Non è tutto rose e fiori però, i malcapitati non sapevano che il destino aveva riserbato loro l'incontro a freddo, dopo soli due giorni, con il "Boss" di Okinawa, la Cantastorie.
Si parte, si chiacchera, si ride, quando ad un certo punto una figura femminile accende uno strumento tanto innocuo quanto mortale se messo nelle mani sbagliate, il microfono. Siamo segnati.
L'età della dolce guida che ci perpetrava violenza acusti-psicologica era compresa tra i 30-40 anni, una signorina davvero deliziosa, quando non parlava. Sì, perché dall'inizio alla fine del tour l'unico sottofondo erano le sue parole, no, il suo lamento infernale.
Insomma, dopo tre ore di viaggio, dopo aver usato la tattica dell'orso e aver fatto i finti morti siamo resuscitati per scandagliare la prima meta del tour, Cape Manza (Manzamo), una stupenda scogliera corallina diventata il punto panoramico d'eccellenza dell'isola. Sul posto si trovava pure un'équipe della OTV, l'emittente locale. Sfruttando l'occasione, Impero degli Animezer0 ha deciso di chiudere la sua lunga carriera di Uomo Cavallo e di evolversi in Unicorno. È un successo, la folla presa dal delirio si getta dalla scogliera e... questa è un'altra storia.
Tornando a noi, dopo la breve puntatina a Cape Manza, ci siamo diretti all'Okinawa Churaumi Aquarium, il secondo più grande acquario al mondo. Dopo esserci rinpinziati per bene al buffet messo a disposizione dal tour ci siamo addentrati all'interno. L'acquario è in particolar modo famoso per la sua enorme vasca lunga 27 metri e larga ben 35 (protetta da lastre di vetro spesse ben 60 cm!) che ospita una grandissima varietà di pesci. Si passa dagli squali balena, alle razze, a svariati tipi di pesci tropicali fino ad arrivare perfino alle tartarughe d'acqua. Negli altri punti del complesso abbiamo potuto ammirare altri tipi di animali acquatici, non possiamo non citare i dolcissimi quanto pesanti elefanti marini intenti a sgranocchiare carote.
Dopo aver assistito ad un breve spettacolo con i delfini facciamo ritorno alla corriera per partire alla volta delle suggestive rovine del Castello Nakijin, patrimonio dell'umanità e in passato fortezza che fungeva da difesa contro gli attacchi provenienti da est. Siamo quasi alla fine del giro turistico e per darci il colpo di grazia la Cantastorie ci guida verso l'ultimo girone dell'inferno Okinawano, il Nago Pineapple Park. Una parco a tema sugli ananas. Sfortunatamente non siamo riusciti a salire sulla Pineapple Mobile, sarà per un'altra volta... ma anche no.
In serata una parte del gruppo va a mangiare al famoso ristorante sull’albero di Naha che si trovava a pochi passi dall’hotel. Di sicuro effetto scenografico e con pranzo nella norma dei ristoranti giapponesi. Da provare una volta e basta.
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24 Aprile
Dopo esserci svegliati dall'incubo ricolmo di immagini residue della Cantastorie, illusioni acustiche e ananas che escono dalle fo**ute pareti (cit.) scendiamo giù nella hall, pronti per una nuova giornata esplorativa.
Oggi si lascia Okinawa... ma solo per qualche ora. Prendiamo il traghetto e ci indirizziamo verso Akajima, un'isola dedita al turismo che fa parte dell'arcipelago delle Isole Kerama. Dopo tre ore di traghetto mettiamo piede sull'isola. Da subito notiamo la ferocia con cui il Sole ci colpisce. Pronti all'avventura andiamo in cerca di Nishibama beach, una famosa spiaggia dell’isola. L’isola appare completamente deserta, incrociamo un signore che è il sosia del maestro Miyagi a cui chiediamo indicazioni per la spiaggia. Ci manda su per una strada che si inerpica per la montagna per poi ridiscendere verso la spiaggia (in realtà poi scopriremo che esisteva una comoda strada pianeggiante lungo la costa). Dopo una ventina di minuti di faticosa camminata raggiungiamo quello che sembra essere una pseudo postazione balneare dotata perfino di macchinette di bibite (rotte) e bagni (rotti). Rotti anche noi del caldo decidiamo di sbloccare il nostro personale achievement, il bagno nell'oceano. La spiaggia è stupenda, la sabbia magnifica e il sole è paragonabile a un tunnel di schiaffi, ragion per cui, per metterci il cuore in pace e non rovinarci il resto della vacanza decidiamo di spalmarci la crema a protezione 50. Una muta da palombaro sarebbe stata meno efficace. L'orologio biologico ci indica che è l'ora di pranzo per cui raccogliamo le nostre cose e ritorniamo sui nostri passi, anche se il gruppo si divide ad un bivio per fare a gara a chi arriva prima al molo. In questo modo alcuni fortunati scoprono la strada breve, mentre altri ripetono la fatica della scalata in collina. Riunito il gruppo riprendiamo a camminare costeggiando la strada e il porto. Incontriamo finalmente delle macchinette funzionanti, facciamo incetta di liquidi e andiamo in cerca di un posto in cui poter mangiare. Google Maps ci indica che esiste un solo ristorante in tutta l’isola, cosa già stupefacente di suo dato che l’isola sembra deserta. L’unica recensione di 4 anni prima dice solamente “fa schifo”, ma in fondo sono passati 4 anni, il traghetto ripasserà solo fra diverse ore, abbiamo fame e non ci sono altri ristoranti. Arrivati a destinazione, incontriamo di nuovo Miyagi-san, proprietario del locale che ci elenca i numerosissimi piatti a disposizione, tre. Dopo aver mangiato vieniamo “cordialmente” cacciati perchè il ristorante doveva chiudere e ci incamminiamo in direzione del porto. Da lì riprendiamo il traghetto e facciamo ritorno a Naha non prima di aver aggiunto la nostra recensione del locale: “Fa ancora schifo”.
La giornata si conclude con una cena ad un Izakaya, una mangiatoia che si trovava a poche centinaia di metri dall'hotel.
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25 Aprile
Come anticipato dalle previsioni meteo, la giornata di oggi sarebbe stata nuvolosa e con qualche precipitazione. Il grigio faceva da padrone al cielo, ma nonostante ciò non ci siamo abbattuti. Armati di ombrelli e k-way abbiamo preso il bus alla volta dell'Okinawa World Park, un parco a tema che raccoglie in sé natura e cultura di Okinawa. Si parte dall'Habu Park un museo di serpenti che mette in mostra varie tipologie di ofidi che abitano l'Isola, in particolare il serpente velenoso da cui prende nome il museo, l'habu. Poco dopo essere entrati abbiamo l'occasione di assistere a uno show dal vivo in cui un'ammaestratrice ci ha spiegava le particolarità dell'habu tenendo a "guinzaglio" un esemplare. Molto divertente la gara di velocità tra un habu e una mangusta, uno dei nemici naturali dell'habu. A fine spettacolo alcuni di noi si sono fatti fotografare assieme a un boa, fortunatamente docile. Si prosegue con la principale attrazione del parco, la Caverna di Gyokusendo, un complesso di grotte che si estende per ben 5 kilometri. La caverna si trova nel centro di Tamagusuku, uno dei più grandi giacimenti di roccia calcarea del continente asiatico. Per ultimo, c'è una replica di un villaggio tradizionale Ryukyu con tanto di negozietti di artigiani e souvenir. Dopo aver dato un'occhiata a tutte le bancarelle decidiamo di andare a pranzare al buffet senza limiti del parco. Dopo esserci abbuffati, ci dividiamo in due gruppi, uno parte alla volta dell'Okinawa Prefectural Peace Memorial Museum, dedicato a tutti i caduti della Battaglia di Okinawa avvenuta nel 1945 fra giapponesi e americani. Il museo è pieno di scolaresche in gita, che alla nostra vista iniziano a salutarci all'unisono con "Hello!”, inutile dire che diventa praticamente impossibile spiegare di non essere americani, ma italiani. L’altra metà del gruppo rimane all'Okinawa World Park per assistere allo spettacolo della Eisa dance, una danza tipica di Okinawa. Durante lo spettacolo della danza Eisa, Impero fa la conoscenza del Briatore giapponese da cui viene "incoraggiato" (spinto è un termine più adatto) per farsi mangiare la testa da Shisa – il cane-leone simbolo dell'Isola – in modo da venire benedetto.
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26 Aprile
È l'ultima giornata ad Okinawa, per cui avendo visto la maggior parte dei luoghi d'interesse alla portata di mano, tutti decidono di seguire il proprio credo e di andare dove porta loro il cuore.
Alla fine ci siamo comunque incontrati lungo la strada e pochi istanti dopo abbiamo assistito ad un incidente assurdo in cui un tizio in macchina voleva fare inversione di marcia. Non aveva tenuto conto che in mezzo alle due corsie c'era il marciapiede alto circa 30 centimetri. Dopo la paura l'illeso conucente ha rimesso in moto la macchina ed è ripartito, probabilmente in direzione "autofficina". Visitiamo un bellissimo giardino cinese (?!) e andiamo a vedere la spiaggetta della città di Naha. La spiaggia sarebbe anche bella con la scogliera e il caratteristico tempietto sopra, peccato che abbiano deciso di costruirci sopra una bella autostrada rovinandola completamente. Clamoroso! La seconda e terza foto mostrano com'era prima e com'è adesso.
Altro giro di piscina, sauna e terme in hotel e poi via alla volta di Kokusai Dori per nuove avventure. Il gruppo si divide nuovamente, nove vanno a mangiare al Red Lobster di Okinawa, mentre altri quattro, tra cui Impero e Messer Azzone degli Aozora Team escono con tre ragazze del posto molto simpatiche e carine. Anche in questo frangente l'unicorno ha saputo far parlare di sé, ma eviteremo i dettagli.
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27 Aprile
È giunto il momento di salutare Okinawa. Ci ritroviamo tutti nella hall dell'albergo e all'arrivo dei taxi ci avviamo verso l'aeroporto. Messo piede a Tokyo iniziamo a cambiare ogni tipo di mezzo per raggiungere l'albergo, il New Otani (lo stesso dell'anno scorso), un lussoso hotel a 4 stelle di 40 piani con una splendida vista dello skyline di Shinjuku. Piccola curiosità, in passato in questo albergo sono state girate alcune scene del film "Agente 007 - Si vive solo due volte". Sistemate le valigie alcuni di noi decidono di andare ad Harajuku per poi farsi una bella scampagnata a Takeshita Street. Davanti ai numerosi negozietti di crepes la gola ci assale e ci sconfigge. Alla sera il gruppo si riunisce per andare a un Izakaya nei pressi dell'hotel con una nostra vecchia conoscenza, Kenji, il simpaticissimo e disponibilissimo ragazzo giapponese che abbiamo incontrato pure l'anno scorso. La serata è proseguita con una puntatina ad un karaoke dove ci siamo messi a cantare rigorosamente solo sigle di anime e solo in giapponese ovviamente.
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28 Aprile
È domenica, il che significa che verso mezzogiorno ad Akihabara le strade vengono chiuse al traffico. L'occasione perfetta per saltare di negozio in negozio senza doversi preoccupare dei semafori. I portafogli sono carichi e la lista della spesa è lunga, siamo pronti per la caccia. Tutti si dividono, e pochi per strada si rincontrano, dopotutto la ragnatela di negozi e infiniti piani è estremamente estesa. Oltre alle solite mete quali il Mandarake, il K-Books, l'Animate il Kotobukiya e il Toranoana, i nostri impavidi eroi si cimentano nel tentativo di vedere tutti negozi delle viette laterali scappati alla visita dell'anno precedente. Volete sapere qual era la serie attualmente più in voga negli esercizi pubblici di Akiba? Ebbene... THE iDOLM@STER! Rari i negozi che non possedevano qualche articolo legato ad esso. Verso il primo pomeriggio alcuni si sono diretti ad Asakusa per poi concludere la serata con una capatina a Shibuya.

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29 Aprile
Non essendoci programmi dal momento che questo viaggio era inteso per coloro che erano già stati in Giappone ognuno ha seguito la propria strada, visitando le mete che più preferiva. La maggior parte di noi ha optato per andare a visitare Kamakura ed Enoshima, mete già conosciute a chi ha partecipato allo scorso viaggio di Agosto. L’idea sembra buona, ma non abbiamo troppo tenuto conto che siamo nella golden week, la settimana in cui tutti i giapponesi sono in ferie e in cui la gita fuori porta è d’obbligo. Il risultato è che il treno è strapieno e Kamakura ed Enoshima non sono da meno. Enoshima in particolare sembra più Shibuya che non la tranquilla isoletta che è di solito. Per il faro c’è più di un’ora di fila da fare, rinunciamo ma riusciamo comunque a girare tutta l’isola. Stancante, ma sicuramente una bella esperienza: anche i giapponesi hanno le loro gite fuori porta e le loro “partenze intelligenti”.
La sera una parte del gruppo va ad Odaiba a vedere il Gundam e ci incontriamo con la signora Kyoko e la figlia, che alcuni di noi avevano avuto modo di conoscere allo scorso festival di San Marino. Trascorriamo una serata piacevole e, grazie alla signora, Zelgadis e Solaris riescono nell’impresa più volte tentata e fallita il giorno prima: riuscire a prenotarsi il cinema per vedere il nuovo film di Steins;Gate. Il cinema infatti è particolarmente pieno e i biglietti sono solo su prenotazione. Tra codici di prenotazione da impostare e form vari da riempire la procedura è abbastanza complessa, da soli non ce l’avremmo fatta, ma grazie a Kyoko-san riusciamo a cavarcela.

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30 Aprile
Ancora una volta ognuno del gruppo segue la sua strada. La maggior parte si reca a Ikebukuro a visitare la sede centrale dell’Animate (negozio di manga e anime di ben 8 piani) e la famosa Otome Road, l’equivalente di Akihabara, ma per un pubblico femminile. Tre temerari (Zelgadis, Solaris e Totoro) si fermano al cinema per vedere il film di Steins;Gate, mentre gli altri visitano il quartiere teatro di Durarara e Mawaru Penguindrum. Terminato il film ci si rincontra tutti insieme e ci si dirige ai gandi magazzini Sunshine.
La sera il gruppo quasi al completo si dirige all'isola artificiale di Odaiba per recarsi all'Oedo Onsen Monogatari, un parco a tema termale al chiuso che riproduce l'atmosfera del periodo Edo. Poco dopo essere entrati, aver indossato lo yukata ed aver fatto quattro passi, decidiamo di farci una foto di gruppo. È in quel momento che facciamo la conoscenza di Yoshina e Minami, due ragazze di Yamanashi anche loro in vacanza a Tokyo. Adocchiata una piccola sala giochi che poco ha a che fare con il periodo Edo, ci cimentiamo in varie sfide a suon di tamburo e canzoni di anime giapponesi. Le due ragazze se la cavano piuttosto bene, ma anche noi non siamo da meno. Ad un certo punto Yoshina e Minami vanno a chiamare un amico per farci vedere come si fa (per distruggerci, insomma). Pochi attimi dopo appare un ragazzo con stampata in viso un'espressione tipo "Cosa? Perché?". Bacchette in mano, parte la musica, e il Mike Portnoy giapponese ci dà dimostrazione di cosa significhi "giocare". Estremamente sbalorditi osserviamo il completamento in modalità difficile di Cruel Thesis, la opening di Evangelion. Dopo novantadue minuti di applausi, e l'esserci ridotti ad essere fieri di sapersi legare le scarpe andiamo a denudarci per goderci le terme del posto. Dopo il bagnetto ristoratore, usciamo dalle terme (sempre all'interno della struttura) per un boccone. Rincontriamo le ragazze, ci facciamo qualche foto, ci scambiamo i contatti, e poi torniamo soddisfatti in albergo.

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1 Maggio
Dopo esserci ritrovati nella hall dell'hotel, alcuni di noi decidono di muoversi in direzione Nakano al primo e più grande Mandarake del Giappone per le ultime spese a tema anime e manga. Arrivati alla stazione proseguiamo sempre dritti entrando nel Nakano Broadway, un grande centro commerciale tutto al coperto. Prima di entrare al Mandarake decidiamo di riempire lo stomaco in un locale a due piani. Katsudon e katsu curry come sempre indiscussi protagonisti del pasto. Si inizia la perlustrazione del Mandarake da uno dei negozi del secondo piano, il negozio di CD musicali e DVD. La seconda metà è il negozio di figure e gadgets, dove alcuni di noi ci lasciano il portafoglio.
Ci concediamo ancora qualche piccolo acquisto nel negozio di manga per poi uscire dal centro commericale e incontrare gli altri del gruppo. Qualcuno si concede ancora un ultimo intermezzo culturale andando a visitare il tempio Nezu, particolarmente spettacolare in questo periodo grazie alle azalee in fiore.
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2 Maggio
È arrivato il fatidico giorno del ritorno in patria. Con le valigie stracariche saliamo a bordo della corriera che ci avrebbe portato direttamente in aeroporto. Una volta arrivati decidiamo di farci impacchettare le valigie per sicurezza e per tenere saldi i nostri preziosi acquisti. Alcuni di noi iniziano a fare il check-in, ed è lì che si presenta un contrattempo, tre di noi hanno comprato la Ultimate Madoka Magica della Good Smile (alla ridicola cifra di 8000 yen = 60 euro), una gigantesca e maestosa figure raffigurante la protagonista di Puella Madoka Magica. Dopo un controllo da parte di una delle signorine del check-in la scatola risulta superare di pochissimo le dimensioni consentite per il bagaglio a mano. Alla fine, per due di noi la situazione si è risolta invertendo come bagaglio a mano la statuina e il trolley. L'ultimo rimasto, Impero, invece ha subito un trattamento ben diverso, degno della Cumpa (una delle fazioni interne del panorama fansub). La figure gli è stata calcolata come terza valigia, richiusa in un box con su scritto fragile e imbarcata con direzione aeroporto d'arrivo senza alcuna sovrattassa o obbligo di recupero allo scalo a Monaco. C'è poco da fare, è "La fo***ta potenza della Cumpa". (cit.)


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Considerazioni
  1. Il viaggio ci ha regalato davvero dei bei momenti. È stato diverso da quello dell'anno scorso, dopotutto non avevamo un vero e proprio programma di mete e località da visitare se non per i primi 4 giorni.

  2. Okinawa si è rivelata una bella isola, non all'altezza delle nostre aspettative ma non per questo una tappa da saltare se siete amanti del Giappone. Non è adattissima se volete girare e fare i turisti. I mezzi pubblici sono pochi e con orari scomodi e la macchina diventa indispensabile. Le spiagge invece sono fantastiche (e piuttosto che l’isola principale consigliamo le isolette) e sono queste l’attrazione principale dell’arcipelago. Per una vacanza da sogno che unisca Giappone e spiagge, Okinawa è assolutamente il non plus ultra (ancora meglio Miyako o Yaeyama), ma se il vostro interesse è quello di visitare templi e siti culturali, il Kansai o anche il Kyushuu sono sicuramente più adatti.

  3. Gli abitanti di Okinawa mal convivono con gli americani, soprattutto quelli più anziani. Di basi militari è piena l’isola che è stata il centro di numerose battaglie nella seconda guerra mondiale. I ragazzi, sono un po’ più attratti dagli occidentali. Comunque quando scoprono che sei italiano e non americano, si apre tutto un altro mondo. Solo un anziano che ci diceva della seconda guerra mondiale, saputo che eravamo italiani (quindi alleati del Giappone) ci ha detto: “eravamo alleati, ma vi siete arresi subito”. Eh sì, noi italiani non siamo nati per fare la guerra…

  4. Il cibo di Okinawa. Tre sono i piatti tipici di Okinawa: la soba di Okinawa è buonissima. Okinawa è famosa per la cucina sana, eppure la soba è a base di maiale e sempre c’è un bel pezzo grasso che più non si può. I goya champuru (meloni amari) sono certamente più sani, ma davvero amarissimi e non troppo piacevoli da assaporare. Infine l’ultimo piatto tipico è il “taco rice”, che però è sicuramente d’importazione messicana dato che è a base di tacos.

  5. Avventure piccanti alle Onsen. Avete letto ovunque che i giapponesi sono discreti, che le onsen servono solo a rilassarsi e che i giapponesi sono molto ligi. Ed in effetti le onsen giapponesi sono fantastiche, sempre pulite e assolutamente rilassanti. Come forse saprete, nelle onsen si entra rigorosamente nudi ed è consentito solamente tenere un piccolo asciugamano sulla testa o a bordo vasca (ma non immergerlo nella vasca). Beh, dimenticate tutto. Nelle terme di Okinawa c’erano inservienti donne nelle terme maschili. Rispettosi delle regole che già conoscevamo bene, ci eravamo immersi in una vasca molto lontana dall’inserviente. Tuttavia la signorina non si è persa d’animo e ci si è velocemente avvicinata a controllarci dicendoci che non potevamo tenere gli asciugamani in testa (i giapponesi li avevano e non ha detto nulla). Non si è accontentata di dirlo a tutti, si è soffermata a guardare ognuno di noi. Voyerismo giapponese?

  6. Il Pinapple Park. Ebbene sì, il parco a tema ha la sua canzone a tema! Non vi serve ascoltare la canzone alla rovescia per decifrare messaggi satanici, basta fare play. Lo abbiamo nominato inno del nostro viaggio.