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Naoki Urasawa è, al giorno d’oggi, tra i mangaka più apprezzati anche fuori dai confini del Sol Levante. A confermarlo, seppure ce ne fosse bisogno, è l’ultimo premio vinto in ordine cronologico, appena il 19 luglio scorso al Comic-Con international di San Diego, dalla sua celebre opera 20th century boys. Si tratta infatti dell’Eisner Award, uno dei più prestigiosi riconoscimenti statunitensi nel campo dei fumetti, nella categoria “migliore edizione statunitense di opera straniera sottocategoria Asia” superando la concorrenza di Barbara di Osamu Tezuka, NonNonBa di Shigeru Mizuki (vincitore nel 2012 con Onward Towards Our Noble Deaths), Thermae Romae di Mari Yamanazaki e la graphic novel A Chinese Life.

20th century boys aveva già portato a casa il primo premio in questa categoria mentre l’anno scorso era stato in lizza quale “Miglior serie regolare” battuto però da Daredevil di Mark Waid, Marcos Martin, Paolo Rivera e Joe Rivera.

final century

 
Un robot, un'organizzazione malvagia, degli eroi che la combattono, gli alieni, un terribile virus... un nuovo manga di azione? No... semplicemente il gioco di un gruppo di bambini che dalla loro base segreta sognavano un futuro in cui salvavano il mondo da una terribile minaccia.
Chi l'avrebbe detto che il quaderno in cui scrivevano e disegnavano le loro idee sarebbe diventato la nuova Bibbia? Sono passati parecchi anni, ormai tutti sono cresciuti, quando alcuni eventi mettono in moto il lento meccanismo della memoria che li costringerà a ricordare i giorni della loro infanzia, la chiave per capire la minaccia che a breve avrebbe colpito l'intera umanità.  Qualcuno sta cercando di realizzare il loro gioco, e ci riuscirà, a meno che loro non riescano a fermarlo...

Fonte Consultata:
Anime News Network