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Prosegue la collaborazione tra AnimeClick.it e Una Stanza Piena di Manga, blog dedicato al fumetto giapponese che, seppur dando un'indubbia importanza ai vecchi classici, presenta anche approfondimenti dedicati a titoli più contemporanei.
In questa rubrica aperiodica andremo a riportare le analisi di questi manga, per la maggior parte inediti in Italia, così da far conoscere ai nostri lettori alcuni titoli di indubbio interesse forse poco noti e, perché no, magari convincere qualche editore italiano a pubblicarlo anche da noi.
Alcune di queste analisi potrebbero contenere spoiler più o meno pesanti sulla trama dell'opera analizzata (finale compreso), per cui all'inizio di ogni recensione segnaleremo il "grado" di spoiler presente.

P. S. Gli interessati possono seguire Una Stanza Piena di Manga anche su facebook.

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L'appuntamento di oggi è dedicato a Sakamichi no Apollon e contiene lievi spoiler sulla trama. Ricordiamo che il primo volume dell'edizione italiana del manga è in uscita proprio in questi giorni per Planet Manga.


Sakamichi no Apollon CoverAutore: Kodama Yuki

Anno di pubblicazione: 2007

Numero di volumi: 9

Edizione consultata: Flower Comics α

Editore: Shōgakukan


Dall’ultimo ventennio si continua ad assistere a un curioso fenomeno editoriale che riguarda alcuni manga uniti da un comune denominatore: la musica. Di sicuro non si tratta di una novità assoluta nel mondo del fumetto giapponese, anzi, il successo di titoli come Fayā! (Fire!, 1969) di Mizuno Hideko (n. 1939) ci ricorda come il connubio tra la quarta e la nona arte possa essere in molti casi particolarmente felice. Sta di fatto che in tempi recenti, la popolarità di alcune serie a fumetti è cresciuta e si è amplificata proprio grazie alla scelta di un tema come la musica, apparentemente incompatibile con la carta stampata. Qualcuno potrebbe obiettare che è impossibile parlare di musica senza riprodurne le sonorità, ma è davvero così?
A dispetto di ogni pronostico, invece, molti di questi manga hanno scalato le classifiche di vendita, per poi essere risucchiati nel vortice del media-mix, tra serie animate e live action con (ovviamente) colonne sonore al seguito. Si potrebbe a tutti gli effetti parlare di un nuovo sottogenere, tranquillamente ribattezzabile “ongaku manga” (o “music manga”) per l’accento posto su questo aspetto. Ancora una volta, la lista sarebbe interminabile, forse sterile senza un adeguato approfondimento, ma indicativa nel mettere in luce la portata di questo fenomeno. Tra i titoli più rappresentativi andrebbero segnalati Beck (id., 1999-2008) di Sakuishi Harold (n.1969), Detoroito metaru shitī (Detroit Metal City, 2005-10) di Wakasugi Kiminori (n.1975), Piano no mori (La foresta del pianoforte, 1998-) di Isshiki Makoto, Nana (id., 1999-) di Yazawa Ai (n.1967), Boku wa bītoruzu (Io sono i Beatles, 2010-12) di Kawaguchi Kaiji (n.1948) e Fujii Tetsuo, Nodame Cantabire (id., 2001-2010) di Ninomiya Tomoko (n.1969) e il fenomeno commerciale K-ON (2007-10) di Kakifly. A fare da sottofondo musicale a queste serie, troviamo il rock, il pop, il metal e persino la musica classica. Il jazz, invece, è il protagonista indiscusso di questo Sakamichi no Aporon, prima opera lunga di Kodama Yuki, pubblicata dal 2007 al 2010 sulle pagine di «Gekkan Flowers».
Ambientato nel Giappone degli anni Sessanta, Sakamichi no Aporon è la storia di un gruppo di liceali e del loro lento affacciarsi alla vita: c’è Kaoru, uno studente appena trasferitosi da Yokosuka, all’apparenza scostante e di poche parole; c’è Sentarō, il bullo della scuola, alto e biondo, e da cui tutti si tengono a debita distanza; e c’è Ritsuko, la capoclasse, affabile, dolce e segretamente innamorata sin dall’infanzia di Sentarō. A unire le loro esistenze, ci pensa la musica: complice la presenza di uno scantinato nel negozio di dischi del padre di Ritsuko, Kaoru viene introdotto alle sonorità e alla cultura musicale del jazz. Le sue visite nello scantinato non fanno altro che cementare la sua appena nata passione per il jazz, ma, soprattutto, rafforzare la sua amicizia - a tratti esclusiva, a tratti ambigua - con Sentarō. Poi entra in scena l’amore, ma solo per rovinare gli equilibri precari tra loro, per allontanarli e poi riavvicinarli, per esporli impreparati di fronte alle prime difficoltà della vita.
A questo punto sarebbe interessante soffermarsi brevemente sul titolo: Sakamichi no Aporon. Come tradurlo? Sakamichi significa “strada in salita” e le prime pagine del manga (così come le ultime) si aprono proprio con una panoramica dall’alto di un pendio scosceso: il giovane Nishimi Kaoru, appena trasferitosi nel Kyūshū, si domanda per quale motivo un essere umano debba costruire una scuola in cima a una collina. Come si può facilmente intuire, la “salita” diventa una metafora della vita, di un cammino a tratti tortuoso, a tratti sfiancante. Non si può certo escludere a priori, però, un sottile legame con Sasebo, la cittadina nella prefettura di Nagasaki dove è ambientata la storia, ricca di colline e strade in salita. Cosa significa, invece, Aporon? Nel manga c’è un preciso momento (Scene 17) in cui viene fatto riferimento a questo termine, quando Yurika spiega perché il giovane “Apollo” del suo dipinto ha le lacrime agli occhi:

“Queste sono le lacrime di un amore triste e non corrisposto. Non conoscete la storia del mito greco di Apollo e Dafne? Il dio Apollo si era innamorato di Dafne, la figlia del dio fluviale. Era completamente perso d’amore per lei: anche se lui la inseguiva, lei continuava a sfuggirgli.
Dafne aveva rifiutato il suo amore al punto da trasformarsi in un albero d’alloro”

In effetti, il manga è una girandola di amori non corrisposti, di giovani “Apollo” che inseguono un sogno d’amore effimero e fragile: Kaoru ama Ritsuko che invece ama Sentarō; Ritsuko ama Sentarō che le preferisce l’avvenente Yurika; quest’ultima, dopo averlo illuso, si scopre innamorata di Jun’ichi che, a sua volta, fugge da lei per sposare la causa delle contestazioni studentesche. Insomma, adolescenti alle prese con il primo amore, spesso foriero di lacrime e incomprensioni. Come il giovane Apollo del ritratto, quindi, anche le guance degli altri protagonisti (Kaoru, Ritsuko, Sentarō, Yurika) saranno bagnate dalle lacrime di un amore non corrisposto. Quale potrebbe essere, quindi, la traduzione del titolo? Una possibile risposta al quesito giunge dalla serie animata prodotta nel 2012 che propone una traduzione in lingua inglese: Kids on the slope (ovvero “Ragazzi sul pendio”, sostituendo “Apollo” con “kids”). Un giusto compromesso - forse un po’ riduttivo e meno accattivante - tra il titolo giapponese e le intenzioni dell’autrice. Questo perché, come ho già scritto poco prima, Sakamichi no Aporon è un racconto corale, appassionato e appassionante, narrato attraverso gli occhi di alcuni adolescenti.
E la musica? In Sakamichi no Aporon il jazz è nell’aria, se ne percepiscono i beat e i continui riferimenti, anche quelli più insignificanti (la montatura degli occhiali di Kaoru che ricorda quella di Bill Evans o la colomba di Sentarō affettuosamente chiamata Sarah Vaughan). La scelta di Sasebo, poi, non è del tutto casuale. Dalla fine della seconda guerra mondiale, infatti, Sasebo ha ospitato una base americana e un’animata scena musicale (prima il jazz e poi il rock) e che i lettori di Murakami Ryū (n.1952) non faticheranno a riconoscere. E poi, quel mood Sixities tanto coinvolgente, con i moti sessantottini di Tōkyō e la diffusione dei jazz café a Shinjuku.
Con questo manga, Kodama Yuki si riconferma come uno dei nomi più promettenti della nuova generazione: regia perfetta, nessun manierismo, eleganza nella composizione delle tavole, narrazione calibrata e ottima sceneggiatura per un manga capace di sondare l’animo umano con rara delicatezza. Un seishun mono (racconto di gioventù) tra i più belli degli ultimi anni, forse, addirittura, il più bello.

Sakamichi no Apollon Gruppo