Dopo aver visto la luce nella prima metà di Febbraio nei Playstation Store nipponici ed aver settato come periodo d'uscita in occidente la primavera, è tempo per Soul Calibur: Lost Swords di un primo giro di prova, piuttosto embrionale data la difficoltà di muoversi in mezzo a menù e quant'altro in lingua originale giapponese, ma comunque abbastanza approfondito.
Sin da subito, dopo l'avvio ed un video d'introduzione, ci viene data la possibilità di scegliere tra tre personaggi: Siegfried, Mitsurugi e Sophitia, tutti e tre mestamente in mutande, perché li si potrà abbigliare nel modo che preferiremo una volta ottenute parti di outfit nella modalità principale.

Una volta compiuta la selezione, gli altri due non saranno più selezionabili, se non dopo averli sbloccati sempre nella sopracitata modalità principale.
Modalità principale che ci vede affrontare delle missioni sullo stile delle campagne dei capitoli precedenti, dal secondo in poi: queste missioni potranno essere affrontate spendendo degli A.P. (Adventure Points?) dei 36 che abbiamo a disposizione.
Questi punti si rigenerano al ritmo di uno ogni tre minuti, e sono il "limite" che inevitabilmente ogni gioco Free to play ci pone, e come prevedibile è possibile acquistarne (insieme ad abiti speciali per i personaggi) nel PSN a costo di denaro sonante (non è ancora possibile farlo, per noi italici, però, ovviamente).
 
Soul Calicur Lost Swords

I combattimenti veri e propri si svolgono contro gruppi di nemici da affrontare uno alla volta, ed il gameplay è più o meno rimasto inalterato rispetto ai precedenti capitoli della serie, seppur con alcune differenze: non è più possibile vincere per ring out, ad esempio, ed è possibile farsi aiutare temporaneamente da un personaggio di supporto, preso in prestito da un altro giocatore online (che non si vedrà realmente sottratto il suo personaggio temporaneamente, ma più semplicemente potremo usarne una copia una volta riempita l'apposita barra e premuto il tasto R2; questo personaggio potrà essere selezionato tra i disponibili prima dell'inizio dell'incontro).
Saranno presenti anche dei vantaggi strategici a base di elementi, legati alla tipologia di armi e di abiti che si utilizzano, dettaglio che ben si amalgama alla scelta di un compagno con armi e armature di un elemento diverso dal nostro che potrebbe fare la differenza in uno scontro che ci vede svantaggiati.

Bello a vedersi e bello a giocarsi, Soul Calibur: Lost Swords paga però alcuni pegni: sarebbe stata utile una modalità di allenamento dove potersi impratichire (o riprendere la mano) con i personaggi, ma i problemi vengono soprattutto dai lunghissimi tempi di caricamento combinati con i frequentissimi messaggi d'errore che ci riportano alla schermata principale.

Queste due problematiche (presumibilmente legate al limite al suolo nipponico del gioco allo stato attuale delle cose) combinate rendono lenta, frustrante e persino sgradevole l'esperienza di gioco, considerato che i punti da utilizzare per le missioni vengono scalati anche quando la battaglia non ha, poi, luogo perché viene visualizzato il classico messaggio d'errore che ci rispedisce al menù principale, e meno male che non è ancora possibile spenderci, eventualmente, soldi sopra.
 

Fiducioso che questi difetti siano legati solo al suo attuale limite, comunque, posso considerare Soul Calibur: Lost Swords  un ottimo esperimento, almeno dalle prime impressioni, che di certo non possono valere una recensione completa ma, almeno per ora, fanno ben sperare in vista del rilascio gratuito del gioco in primavera.