AnimeRing Head


Tante volte ci è stato chiesto di fare una rubrica dove inserire il bianco e il nero, Capuleti e Montecchi, Livorno e Pisa, giorno e notte...insomma due punti di vista diametralmente opposti su cui poter discutere e magari anche schierarsi.

Dobbiamo ammetterlo, il timore che tutto finisca in un inutile flame ci ha sempre frenato ma, visto che ultimamente voi utenti vi siete dimostrati meno "scalmanati" e che i nostri detrattori scarseggiano a fantasia, ci siamo detti in Redazione "Why not"?
 
AnimeRing!

Un titolo, anime o manga, due recensioni a confronto. Due recensioni di voi utenti, il vostro diverso punto di vista sul "palco" di AnimeClick.it.
Come nel miglior incontro di Wrestling, come nella più epica delle Battle rap, saranno le vostre opinioni a sfidarsi fino all'ultimo colpo anzi...spoiler!

Andiamo a scoprire il titolo, da oggi in poi cercheremo di fare qualche appuntamento in più al mese!

Questa volta parliamo di un titolone almeno per quanto riguarda i fiumi di parole versati in rete, i tanti cosplay spuntati da un giorno all'altro alle fiere e lo storico primato di essere la prima serie interamente doppiata in italiano per lo streaming (di vvvvid per chi ancora non lo sapesse n.d.r). Stiamo ovviamente parlando dell'adattamento animato del seinen manga (recentemente portato in Italia da JPOP) di Sui Ishida:  Tokyo Ghoul!

La serie ha diviso i fan tra coloro che sono rimasti affascinati dalla natura dei ghoul e dal dramma interiore del protagonista e chi, invece, non ha gradito per nulla una trama giudicata piatta e infarcita di violenza gratuita, totalmente fine a se stessa.
Oggi facciamo scendere in campo due contendenti, tra cui il nostro webmaster storico, pronti a darsi battaglia!

 
La domanda è una sola: voi da che parte state?


8.0/10
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Giunge infine il momento di iniziare a tirare le somme di questa stagione estiva 2014, partita con grandi premesse e terminata, in alcuni casi, con altrettanto grandi delusioni. L'anime di genere horror/soprannaturale "Tokyo Ghoul", tratto dall'omonima serie manga da poco terminata in madrepatria, per fortuna riesce a salvarsi dal baratro delle aspettative deluse, almeno agli occhi di chi, come il sottoscritto, ignori i risvolti della trama della versione cartacea. Doverosa premessa al breve riassunto della trama che mi appresto a fare è quella riguardante il mondo in cui l'anime è ambientato, un Giappone contemporaneo all'apparenza normale, ma caratterizzato in realtà dall'esistenza di una razza di creature umanoidi, da sempre nemica naturale del genere umano, dal nome "ghoul". Queste creature non sopportano il sapore di alcun cibo, eccezion fatta per due pietanze: la carne umana e i chicchi di caffè; e dal momento che si intuisce abbastanza facilmente l'impossibilità per queste creature di sopravvivere nutrendosi solo della seconda, gli umani vengono a costituire, per i ghoul, la principale fonte di nutrimento. Altre caratteristiche distintive di queste creature sono gli occhi dall'iride nera e la pupilla rossa, e la "kagune", arma principale d'offesa che, come dei lunghi artigli retrattili, esce dalla schiena dell'utilizzatore e si indurisce e si modella a piacimento di questi.

Poste tali premesse, il protagonista della serie è Kaneki Ken, studente universitario di letteratura, introverso e con la passione per i libri. Le sue disavventure iniziano quando, dopo un appuntamento con Rize, ragazza matura e come lui interessata alla letteratura, questa si rivela essere un ghoul intenzionata a ucciderlo con la propria kagune per poi divorarlo; per la fortuna di Kaneki, delle travi precipitano su Rize, uccidendo lei e salvando lui da morte certa. Unico inconveniente è che, al suo risveglio in ospedale, il protagonista acquista sempre più la consapevolezza di essere inspiegabilmente diventato un ghoul e si trova quindi a convivere con questa sua doppia natura, metà umana e metà mostruosa. Questa condizione lo porterà prima a un radicale rifiuto della propria metà ghoul, disgustato dal proprio desiderio di nutrirsi di coloro che, fino al giorno prima, erano i suoi amici o conoscenti, e in seguito a elaborare una serie di riflessioni riguardo al motivo vero dell'inimicizia tra genere umano e ghoul, e a cercare di trovare una soluzione efficacie a questo conflitto millenario che possa assicurare una sopravvivenza pacifica a entrambi.

Altri personaggi di spicco della serie, oltre al protagonista, sono l'amico Hideyoshi, detto semplicemente Hide, energico e vitale, ancora di salvezza per la personalità inizialmente fragile e solitaria di Kaneki, respinto inizialmente da quest'ultimo per paura di potergli fare del male a causa dei propri istinti di ghoul; infine i ghoul Yoshimura e Touka, rispettivamente proprietario e cameriera part-time dell'Anteiku, un caffetteria che offre rifugio ai ghoul abbandonati a sé stessi e li aiuta sul piano economico e personale a sopravvivere; dai dipendenti dell'Anteiku, Kaneki sarà fortemente influenzato e aiutato nella propria crescita, si affezionerà ad essi e capirà che è effettivamente possibile sopravvivere in modo pacifico e non violento, anche conservando la propria natura di ghoul. Le psicologie di questi personaggi non eccellono per originalità, c'è da farlo presente, ma compensano questa piccola carenza con un retroscena personale abbastanza caratterizzato e approfondito, che in un certo senso salva le apparenze.

Per quanto riguarda invece il comparto tecnico, bisogna riconoscere i meriti dello studio Pierrot, che fornisce delle animazioni fluide e dinamiche, accompagnate dalla discreta regia di un emergente Shuhei Morita, così da rendere il comparto grafico spesso e volentieri piacevole; l'atmosfera che si respira è tesa e adrenalinica, accentuata dai colori scuri in netto contrasto col sangue e le kagune rosso scarlatto dei ghoul; i combattimenti sono sempre curati nel dettaglio, con delle animazioni precise e una regia che qui cerca di dare il meglio di sé. Il difetto principale che la versione TV di "Tokyo Ghoul" presenta è purtroppo legato alle censure, che troppo spesso rovinano e rendono poco chiare le suddette scene di combattimento, pensate appunto come uno dei punti di forza di questo anime. L'aspetto sonoro invece si presenta in modo curato e assolutamente godibile, sia per quanto riguarda le OST, sempre consone al grado di tensione della scena che accompagnano, sia per le due sigle; l'opening, in particolare, risulta sicuramente la mia preferita tra quelle degli anime seguiti durante questa stagione.

Cercando di tirare le somme, "Tokyo Ghoul" è un anime abbastanza maturo per il suo genere, e non per la quantità di sangue e violenza fisica che esso ostenta durante tutti e dodici gli episodi, ma per la presenza preponderante di una componente psicologica e riflessiva che porta lo spettatore a immedesimarsi nei personaggi e calarsi nel loro stato mentale. Purtroppo c'è anche da dire che la serie, negli episodi finali, ha un andamento anomalo - eufemisticamente parlando - e il deludente finale, che effettivamente non pone la parola "fine" proprio su nulla, lascia presagire - o quanto meno auspicare - una seconda stagione. Nel complesso un buon lavoro, anche se minato dal suddetto finale, decisamente non all'altezza del resto, ma che lascia discreti margini di miglioramento che una ormai papabile seconda stagione potrà sicuramente colmare. Per me è un otto, anche se un po' scarso.


5.0/10
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Richiamato dal fatto che il titolo è uno di quelli sulla bocca di tutti e valutato che il genere è affine ai miei gusti, ho affrontato "Tokyo Ghoul" con la convinzione che avrei trovato una serie che sarebbe potuta piacermi.
Man mano che gli episodi proseguivano, ho invece notato come fossero presenti diverse magagne che non mi hanno permesso di godermi la serie come avrei voluto. Anzi, diciamola chiaramente, per me "Tokyo Ghoul" finisce qui, ne ho visto abbastanza e non sento nessuna necessità di proseguire con la visione della stagione successiva.

La trama, non che ce ne sia molta a onor del vero, racconta le vicende di un ragazzo qualunque, mite di carattere, non molto estroverso e amante della lettura, che a seguito di un incidente viene trasformato in un mezzo ghoul. Dovete sapere che nascosti tra gli uomini ci sarebbero queste creature dai poteri e dalla forza terribile, che per sopravvivere possono nutrirsi esclusivamente di carne umana. Se agli occhi degli umani sono visti come mostri, sono spesso persone come altre, che vorrebbero essere come tutti, che hanno persone care e amici. Sono però costretti a nascondere la loro natura e, loro malgrado, a mangiare.

Tutta la serie ruota intorno al dilemma di chi siano davvero i cattivi: sono i ghoul, costretti a nutrirsi degli umani, oppure gli umani che danno loro la caccia e uccidono anche i ghoul che si sforzano per evitare di nuocere agli umani? Massacro dopo massacro, l'odio non fa che aumentare, ma esiste davvero un cattivo? Entrambe le fazioni hanno ottime ragioni, così come entrambe hanno al loro interno chi agisce in modo sconsiderato e fuori controllo.

Sulla carta la serie non sarebbe affatto banale: sebbene il tema non sia nuovo e sia frequente nella letteratura, film, manga e anime, vi sarebbe stato spazio per raccontarlo in modo efficace e innovativo, aiutandosi con un'ambientazione, i ghoul a Tokyo, sicuramente mai trattata. A questo si aggiunge una realizzazione tecnica buona e di pregevole fattura, fattori che rendono "Tokyo Ghoul" ricco di potenzialità. Ma a cosa servono le potenzialità se la sceneggiatura è fatta con i piedi? Il dilemma sopra illustrato viene presentato sfruttando i soliti cliché, con scelte scontate come l'introduzione di personaggi con cui lo spettatore può facilmente empatizzare e il far fare loro fare una brutta fine, divertendosi a rigirare il coltello nella piaga, tra l'altro. Di fondo non ho apprezzato un certo cattivo gusto nelle scelte, che spazia dalla violenza gratuita e non necessaria, tanto per spargere un po' di sangue, ad alcune situazioni poco gradevoli. Molti dei personaggi poi non riescono a convincermi, a partire dal protagonista affetto inizialmente dall'evangeliana sindrome di Shinji. Poi vabbé, le cose probabilmente cambieranno, ma l'alternanza di buonismo e sadismo che contraddistingue questa serie TV la trovo mal gestita. Come mal gestiti sono la maggior parte dei dialoghi, spesso futili, inutili e noiosi.

Inoltre è curiosa anche la scelta finale: si è arrivati a un po' di movimento, cosa che non mi spiaceva visto che la trama è quella che è, peccato che piuttosto di concentrarsi nello scontro tra fazioni in atto mi viene propinata una puntata e mezza di torture. Posso capire che, per quanto possa trovarla di cattivo gusto, è utile per mostrami il cambiamento di un personaggio che probabilmente sarà decisamente diverso nella seconda serie, ma avrei gradito almeno che finisse con un punto fermo... almeno finitemi la situazione! Tra l'altro, evento chiave, la trasformazione di questo personaggio, era già scontata nella modalità da qualche episodio e poteva avvenire in modo ben meno cruento e prolisso, tanto che ho trovato tutte le paranoie che mi sono state raccontate tra una tortura e l'altra ben poco credibili.

Sottolineo come non ho alcun problema con le serie splatter, politically incorrect ed estremamente violente - per esempio ho adorato "Hellsing Ultimate" -, quello che mi dà fastidio è l'abbinamento di buonismo, moralismo e violenza gratuita.
Se quindi cercate una serie con qualche personaggio carino, sebbene stereotipato, un po' di azione e tanta violenza gratuita, potrebbe piacervi. Io spenderò il mio tempo per titoli che considero più meritevoli.


ATTENZIONE: QUI PARLIAMO SOLO DELLA PRIMA STAGIONE!

Potete far sentire la vostra voce, oltre che nei commenti, anche con un mini sondaggio che durerà tre giorni!

Cosa ne pensi della serie Tokyo Ghoul?