Discussioni, polemiche e addirittura una mano che ritira il premio. Tutto questo è come sempre NekoAwards, summa d'altronde del bello e del peggio di questo portale e di noi che ne facciamo parte che a volte tendiamo a dimenticare che anime vuol dire in primis divertimento.
prendiamocela quindi più easy e andiamo a vedere quest'ultima tornata di premi, tra cui quello più atteso: la miglior serie!
winner



 

Anime 2014: Miglior Film


Vota il Miglior Film del 2014



SI ALZA IL VENTO
 

Il fascino dell'ultimo film del maestro vince contro lo stesso Studio Ghibli dell'opera di un altro grande mostro sacro della cinematografia nipponica. Miyazaki batte quindi Takahata e porta a casa il NekoAward come miglior lungometraggio. Un vero peccato i soli 22 voti per L'Isola di Giovanni, un film che davvero merita molto di più.


 
-

"E' stata un magnifico vento"

Non è facile giudicare l'ultima e forse definitiva fatica del regista Hayao Miyazaki, uno dei pochi autori giapponesi a non aver bisogno di presentazioni. Perpetuamente in bilico tra realismo nella ricostruzione (di eventi, situazioni, personaggi) e idealizzazione degli intenti, è un film che rinuncia a molti tratti distintivi del suo autore per raccontare una storia di conflitti che si sono svolti internamente e esternamente a una delle figure centrali della storia giapponese.

Si alza il vento racconta in sostanza i dieci anni di creatività (in realtà tredici, contando il periodo universitario) di Jiro Horikoshi, ingegnere aeronautico passato alla storia per aver progettato i primi caccia impiegati nella Seconda Guerra Mondiale dall'esercito giapponese, tra cui il celebre Zero. É una biopic, e come tale presenta molti fatti documentati mescolati ad alcune invenzioni, quest'ultime tratte dal romanzo omonimo di Tatsuo Hori. C'è molto poco di vero ad esempio nella grande storia d'amore che occupa la seconda metà del film. Le stesse Kayo e Nahoko, rispettivamente sorella e grande amore del protagonista, sono personaggi fittizi. Al contrario la carriera dell'ingegnere è narrata in maniera ortodossa e l'ambientazione che fa da sfondo alla vicenda ricostruita con un grado di fedeltà mai visto prima in un film di Miyazaki. Fatti drammatici come il terremoto del Kanto del 1923, la crisi degli anni '30 e tutta la fase di riassestamento economico pre-bellico vengono esposti nella loro crudezza, colpendo a tradimento lo spettatore. Ma è tutta la narrazione, a ben vedere, ad essere dura e onesta. Non siamo ai livelli di un Takahata, ma è qualcosa di diverso da tutto quel che ha prodotto Miyazaki in precedenza e che si può capire solo mettendosi nei panni dello spettatore.

A partire dal protagonista: Jiro Horikoshi viene dipinto come un fanatico dell'aviazione, perso nel suo mondo tanto da trascurare famiglia e affetti. Eppure corre dietro al suo sogno con un tale trasporto infantile da suscitare simpatia. Scommetto che molti professionisti della creatività si saranno identificati in certi suoi atteggiamenti e ossessioni. Dopo "Porco Rosso" e Fujimoto, passando per "Il castello errante di Howl", Miyazaki è riuscito a rappresentare un otaku a 360 gradi senza giudicarlo; non a caso è stato chiamato Hideaki Anno, esordiente assoluto nel mondo del doppiaggio, per interpretarlo. Anche i comprimari hanno un'inusitata profondità psicologica, pur non uscendo da certi modelli consolidati nella filmografia del regista: Honjou amico "adulto" del protagonista come Ferrarin, Nahoko ricorda nella sua devozione molte eroine-mamme del passato. Vivaci, ma limitati dal loro ruolo, i due mentori Castorp e Kurokawa, mentre merita un approfondimento maggiore il conte Caproni, unico interlocutore di Jiro nelle uniche sequenze oniriche del film. La venerazione di Miyazaki per il nostro ingegnere non è mai stata un mistero, tanto ispirare il nome del proprio studio di animazione (Ghibli è la firma di uno dei suoi motori). A Caproni viene infatti riservato il compito di spiegare il grande conflitto della storia dell'umanità: si può inseguire il progresso al prezzo della guerra? Cosa è preferibile, un idillico rapporto con la natura o un mondo con le piramidi? Quesiti non facili, che nel film, come in "Mononoke Hime", non trovano risposta. D'altronde pure Miyazaki non è mai riuscito a conciliare la sua passione per gli aerei da guerra con il suo marcato pacifismo. La presenza di questo dissidio, assieme alle sequenze di umanità dosate con perizia, fa di Si alza il vento il testamento-capolavoro del regista.

Sarebbe facile a questo punto della recensione perdersi nella disamina delle animazioni del film, che, da tradizione Ghibli, raggiungono l'eccellenza. Ogni ingranaggio, ogni tessuto, ogni gesto simulano una fisica quasi stordente per verosimiglianza. Sequenze come il citato terremoto e l'incontro in stazione tra Nahoko e Jiro sono investite di pathos per come sono state animate. Mi hanno sorpreso in positivo le grandi folle di persone che invadono lo schermo a più riprese, la bellezza dei calcoli a matita e i riflessi sugli occhiali-fondo di bottiglia del protagonista.

In conclusione Si Alza il Vento è forse il film più personale di Miyazaki. Lento e didascalico nella prima metà, tragico e romantico nella seconda, mette in scena più di ogni altro la sua poetica al fine di raggiungere l'agognata maturità artistica. Da consigliare caldamente ai fan del regista e dei film d'autore, sconsigliato a chi, a un prodotto d'animazione, chiede l'evasione e nulla più.
 
Anime 2014: Miglior OAV/Special

Vota il Miglior OAV/Special del 2014



Harmonie
 

Anime Mirai è ormai di casa in questa categoria, d'altronde già di per se è una selezioni di corti di altissima fattura: non c'è da stupirsi quindi che a vincere sia un titolo pescato qui!
Harmonie batte quindi opere esteticamente fantastiche ma forse non in grado di comunicare qualcosa di più a voi spettatori.
 

9.0/10
-

"Ogni persona ha un piccolo mondo tutto suo". Spesso lo si tiene nascosto, specie se lo si ritiene imbarazzante, per apparire normali agli occhi degli altri; altre volte lo si manifesta apertamente e diventa parte integrante della personalità che gli altri attribuiscono ad una persona. L'esigenza di avere una vita sociale soddisfacente e non diventare una sorta di fenomeno da baraccone evitato ed isolato da tutti induce l'individuo a cercare di ignorare questa parte di sé, anche se essa si mostra invadente e fastidiosa. Ma cosa accadrebbe se, in un giorno qualsiasi, si incontrasse qualcuno che condivide le stese inclinazioni?
Harmonie è un OAV di una ventina di minuti circa e narra la storia di Juri Makina, una ragazza liceale, che sin da bambina continua a fare sempre lo stesso sogno, accompagnato da una musica che ha imparato talmente bene da riuscire a riprodurla col pianoforte. Questa ossessione aveva reso estremamente difficile il passato di questa bella ragazza, costantemente sotto controllo medico e ritenuta "strana" dagli altri bambini; una volta raggiunte le superiori, però, Juri decide di voltare pagina: decide di nascondere questo suo sogno ossessivo e vivere una vita normale e di successo.
A causa di uno scherzo di una sua inconsapevole compagna, però, nel bel mezzo della lezione il suo cellulare riproduce il motivetto che la ragazza ascolta ogni notte nei suoi sogni. L'incidente potrebbe concludersi qui; il caso però vuole che uno dei suoi compagni di classe, Akio Honjo, è capace di riprodurre qualsiasi canzone col suo cellulare dopo averla ascoltata una sola volta. Il ragazzo resta affascinato dal motivetto e continua a ripeterlo in continuazione; ovviamente esso finirà per giungere anche alle orecchie di Juri che affronta il ragazzo faccia a faccia per avere una spiegazione.
Harmonie descrive la necessità, insita in ogni persona, di trovare qualcuno che il cui mondo si sovrapponga a quello che si coltiva dentro di sé; quando questo accade il desiderio di apparire normale crolla di fronte all'attrattiva di una persona che possa capirci pienamente, anche nelle parti che troviamo più imbarazzanti o che più ci portano sofferenza.
Ma questo anime è anche un tragico gioco degli equivoci: Akio non è la persona che Juri crede in quanto tutte le coincidenze che si verificano nel corso degli eventi descritti trovano, man mano che si va avanti, una spiegazione molto diversa da quella sperata dalla ragazza che si illude invece di aver trovato una persona uguale a lei.
Il finale è aperto: Akio, pur avendo intuito tutto, non dice nulla alla ragazza; le sue ultime parole fanno pensare che resterà in silenzio (in realtà è innamorato di Juri da molto tempo) ma se poi le cose andranno effettivamente così non è dato saperlo.
Gli spunti che scaturiscono da un anime così breve sono innumerevoli, anzi è davvero sorprendente pensare a quanti aspetti della vita di una persona riescono a venir messi sotto una ipotetica lente d'ingrandimento.
Grandissimo merito del grande fascino che questo titolo riesce a suscitare nello spettatore è dovuto anche ad una realizzazione grafica davvero eccellente.
Ne consiglio vivamente la visione a tutti, Harmonie è senz'altro un prodotto di primissimo piano. Peccato ne abbiano fatto un singolo episodio e non una serie vera e propria; ma in fondo va benissimo anche così.

Anime 2014: Miglior Serie Tv.

Vota Miglior Miglior Serie Tv del 2014



Kiseiju- L'ospite indesiderato
 

Alla fine vince il titolo favorito, diciamocelo su. Non so se Kiseiju sia questa la serie migliore della stagione ma credo che davvero ci sia ben poco da dire sulla sua fattura.
Non è stata una vittoria schiacciante perchè il tanto contestato (da alcuni) Shigatsu wa Kimi no Uso ha dato battaglia fino all'ultimo, unico titolo tra i 5 in grado di farlo visto che gli altri sono stati staccati per molto.
Vince quindi una serie "Horror/Dark", mantenendo quello che è lo standard dei NekoAwards di AnimeClick.it che hanno visto premiati infatti Psycho-Pass e L'Attacco dei Giganti nelle precedenti edizioni, il prossimo sarà finalmente l'anno di una commedia?
 
-

Siamo di fronte, a mio parere, alla serie meglio riuscita del 2014. Un vero e proprio capolavoro che offre una profondità tangibile e inaspettata per un prodotto di questo genere e ha nell'introspezione psicologica dei personaggi e nelle loro riflessioni le armi migliori.

Partendo subito da questi ultimi aspetti, ho parlato di caratteristiche inaspettate, perché normalmente serie di questo tipo, basate su combattimenti, mostri e carneficine varie, focalizzano l'attenzione in particolare sulla componente splatter, sull'azione fine a sé stessa e sulla paura, rimanendo, di conseguenza, piuttosto "leggere" sugli altri fronti.
Non è questo il caso di "Kiseiju" che, viceversa, pur non facendo mancare agli amanti del genere quantità industriali di carne maciullata, combattimenti e quant'altro, mette l'accento su aspetti di ben più alto lignaggio, mostrando di avere nel suo DNA una marcia in più. Spesso e volentieri l'anime si incentrerà sulla crescita dei vari personaggi (Migi e Shinnichi in particolare) e sulla crescita ed evoluzione dei loro rapporti, condendo il tutto con riflessioni profonde, talvolta amare e sempre condivisibili, sulla vita, sulla devastazione ambientale compiuta dall'uomo e sul ruolo che ogni individuo o ogni specie dovrebbe trovare sul pianeta.
Il rapporto tra Migi, il parassita, e Shinnichi, il suo ospite, è quello che godrà della caratterizzazione migliore. I due inizieranno la loro simbiosi, inevitabilmente, con una nettissima conflittualità, che andrà via via mitigandosi, quando sarà palese che ormai i due individui sono simbionti e legati da un interesse comune : la sopravvivenza di entrambi. Non era facile gestire un rapporto così particolare e farlo crescere in modo tanto equilibrato, ma gli autori, pescando a piene mani dall'ottimo manga di Iwaaki, ci sono pienamente riusciti.
Anche la caratterizzazione dei personaggi secondari è sicuramente all'altezza. Il personaggio di Ryoko, una parassita dalla brillante intelligenza, in particolare, rivelerà una crescita e una profondità tali da renderla, alla fine, molto più vicina agli esseri umani di quanto la sua mostruosa natura potrebbe far pensare.
Stupisce, per chiudere la disamina sui personaggi e la loro caratterizzazione, con quanta facilità ed efficacia siano state tratteggiate le emozioni dei protagonisti, che siano le reazioni di fronte al terrore vero e proprio (reso in modo fantastico: guardate gli episodi finali e ve ne renderete conto) o, più semplicemente, il disagio di Murano, la ragazza di Shinnichi, di fronte all'evidente, anche se imperscrutabile, cambiamento dell'amico.

Dal punto di vista grafico il lavoro è stato analogamente egregio. Il chara design, rispetto al manga, è stato decisamente abbellito e ammodernato, spogliando le linee dei volti dei protagonisti dalle spigolosità del tratto di Iwaaki e addolcendo i loro tratti. Buoni anche fondali e scenari, anche se non ci sono particolari soggetti che lascino gridare al capolavoro. Ottime e davvero sopra la media, invece, le animazioni, che, soprattutto nelle frenetiche azioni di combattimento, non presentano la minima sbavatura.
OST ed effetti sonori sono anch'essi in linea con la qualità, ottima, del resto della serie. La opening si presenta con sonorità molto dure ed è opera dei "Fear and loathing in Las Vegas", la stessa band che (non a caso) ha offerto una delle opening di "Gokukoku no Brynhildr", altro anime che in quanto a splatter e mostruosità non è certo secondo a "Kiseiju". Molto più dolce la ending, mentre i pezzi di accompagnamento alle immagini (ad opera del poliedrico Ken Arai) sono sempre appropriati, con suoni sporchi e incalzanti, quando la tensione sarà in ascesa, o sonorità più morbide, quando la situazione virerà verso momenti più tristi e malinconici. Tra queste ultime da segnalare la bellissima "Next to you", che accompagnerà i momenti più drammatici dell'anime.
Anche gli effetti sonori, in particolare quelli dei combattimenti tra le lame dei parassiti, con sonorità metalliche, sono campionati in modo ottimale, dandoci efficacemente l'idea di uno scontro tra armi da taglio. Come sempre all'altezza il doppiaggio, con un plauso particolare a Hirano Aya, la seiyuu di Migi, il parassita, cui dona una freddezza e un'inumana indifferenza di fronte a questioni etiche e morali tipicamente umane, che la sua controparte, Shinnichi, si troverà invece a valutare sempre con molta preoccupazione.

In conclusione, ci troviamo davanti a un anime capolavoro, un caposaldo di questa categoria che nessun amante dell'intrattenimento animato dovrebbe lasciarsi sfuggire.
Siamo di fronte a una serie che accontenta pressoché tutti, c'è materiale per gli amanti dello splatter, dell'horror, dell'introspezione psicologica, delle "romance".
Ennesima dimostrazione del "know how" dell'ottima Madhouse.

 

Per tutti i vincitori e per conoscere i voti dei giurati vi rimando alla news riepilogativa, nel frattempo....

ARRIVEDERCI AL PROSSIMO ANNO!!!!!!